L'idea di base è molto semplice. Parte dalla constatazione, come ha spiegato Edward De Bono dell'Università di Cambridge in Gran Bretagna, che il mondo della ricerca è pieno di studi sullo sviluppo mentale, su come migliorare il potenziale intellettivo eccetera: pur nella diversità di metodi e di approcci, gran parte dei ricercatori è ormai d'accordo su alcuni princìpi essenziali. Ebbene, l'idea è stata semplicemente questa: costruiamo un metodo per applicare queste cose...
Il metodo per "imparare a pensare" si basa sostanzialmente sullo studio dei processi del ragionamento, attraverso strumenti che funzionano come chiavi di accesso. Sono cioè vere e proprie lezioni di ragionamento, così come ci sono lezioni di matematica o di storia.
Un esempio pratico. L'insegnante prende come tema per l'esercitazione l'acquisto di un'automobile. Il primo strumento è il PNI (aspetti Positivi, Negativi, Interessanti). I ragazzi vengono sollecitati, come in un "brain storming", a esprimere tutti i possibili pro e contro per l'acquisto dell'auto. Ognuno si alza e contribuisce a compilare un primo elenco. Poi si passa a un secondo strumento: CEI (Conseguenze e Inconvenienti). Ognuno è invitato nuovamente a esprimere tutte le possibili conseguenze, a breve e a lunga scadenza, dell'acquisto di un'auto. Si passa poi ad APO (Alternative, Possibilità, Opzioni), ad APV (Altri Punti di Vista), PMO (Propositi, Mete, Obiettivi), PB (Priorità di Base), eccetera, secondo uno schema che, allargandosi e poi restringendosi, porta verso una decisione e una pianificazione per realizzarla.
Essa varia, ovviamente, a seconda del peso che si vuole dare ai vari elementi, ma mostra l'esistenza di una ragnatela di connessioni e anche di retroazioni in qualsiasi problema.
I singoli "strumenti" vengono introdotti uno alla volta, e in sei mesi (due ore alla settimana) si considera che possano essere sufficientemente interiorizzati dai ragazzi. Ai primi dieci strumenti se ne aggiungono altri dieci nella seconda fase (riconoscere, analizzare, comparare, selezionare, organizzare, focalizzare, concludere, eccetera), e altri dieci nella terza fase (esaminare i vari lati, notare le discordanze, trovare i difetti, combinare le idee, adottare i criteri, fare delle valutazioni, eccetera).
In pratica, a ben guardare, questo metodo non fa altro che rendere esplicito un certo numero di criteri e di regole che ognuno di noi solitamente adotta quando deve prendere una decisione, qualunque essa sia (o quando vuole analizzare una situazione): con il vantaggio di rendere l'intero processo più chiaro e organizzato. Specialmente per chi non ha ancora gli attrezzi mentali per inventare da sé tutte queste cose. Il ragazzo viene così aiutato a trovare delle chiavi di accesso a un sistema di ragionamento, e stimolato ad applicare in modo costruttivo la sua immaginazione.