Roma. Senza prove di efficacia il Servizio sanitario nazionale resterà chiuso alle medicine alternative: il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, intervenuto il 28 ottobre 2003 al congresso della Società italiana di ematologia, in proposito non ha lasciato spazio a dubbi. "Sono molto preoccupato - ha detto il ministro rivolgendosi alla platea di ematologi - perché si affacciano una serie di pratiche mediche che non sono scientificamente provate e convalidate e che non hanno prove di efficacia, di innocuità, tanto meno di confronto con la medicina ufficiale". Il ministro ha riferito di una vera e propria "pressione" affinché queste cure vengano inserite nell'elenco di quelle gratuite. "Tutto ciò non può che preoccupare" ha aggiunto. "Io faccio riferimento a qualsiasi medicina non convenzionale che non sia basata sulle prove" ha risposto il ministro alla domanda se tra queste cure considerava anche l'omeopatia "che - ha aggiunto - potrebbe anche essere efficace, ma certamente le sue prove non sono fino a oggi ritenute valide e soprattutto non sono confrontabili con le prove di efficacia rigorosamente e spietatamente richieste per le altre terapie".
Per questo Sirchia ha chiesto alle società scientifiche di farsi portavoce della scienza facendo anche conoscere meglio i dati sull'efficacia della medicina tradizionale. "Ogni anno l'Italia - ha ricordato il ministro - spende 35 milioni di euro per il solo invio di pazienti che vogliono andarsi a curare a Parigi. Nulla di meglio che sia una società scientifica a far conoscere i dati sui successi delle cure in Italia, come nel caso della leucemia acuta nei bambini". Vale la pena, infatti, secondo il ministro, che le società scientifiche si attivino anche nel comunicare dati e risultati.