Erano trascorse poche decine di ore dalla tragedia di Manhattan, quando già circolavano in Internet le voci secondo cui Nostradamus avrebbe previsto l'atroce atto di terrorismo.
Naturalmente, queste affermazioni sono rapidamente finite sui giornali e in televisione.
Non è difficile immaginare quale sia stato l'effetto che certe dichiarazioni possono avere avuto su un vastissimo pubblico, composto per la maggior parte di persone che ritengono il notiziario televisivo la più affidabile fonte di informazioni, quando non addirittura di verità.
Purtroppo, non è la prima volta che Nostradamus viene tirato in ballo dopo che è avvenuto un fatto drammatico che ha sconvolto l'opinione pubblica. Forse, si tratta di un meccanismo inconscio che, davanti a fatti quasi insopportabili per la loro violenza, cerca di normalizzarli, o almeno di ricondurli a una dimensione umana. È, insomma, come se si volesse ridurre la carica di stranezza del fatto e trovare una certa prevedibilità in un episodio che ha sorpreso tutti.
Nostradamus lo aveva predetto diventerebbe, così, una sorta di talismano apotropaico: per quanto orrenda e inattesa, la tragedia delle Twin Towers venne prevista da un veggente (così si vuole), quindi è un evento che non è veramente, totalmente sfuggito alla mente umana, anche se ci si riferisce all'aspetto irrazionale e alogico della mente.
Questa è la spiegazione, o meglio un tentativo di spiegazione, di un fenomeno che altrimenti risulta inquietante, se non odioso.
Perché, infatti, ripetere lo stesso ritornello da decenni? Perché questi acuti esegeti non hanno parlato prima della tragedia, dando prova di tutta la loro sagacia interpretativa di cui si gonfiano la bocca dopo l'evento?
La spiegazione emotiva è la più generosa: la mania nostradamica sarebbe una specie di follia che gratifica l'ego degli interpreti. C'è però un'altra spiegazione, ed è la più triste: la vendita di libri di Nostradamus su Internet è cresciuta del 70 per cento, dopo la strage di Manhattan. [1]
Non voglio certo gettare sospetti su editori e librai, ma sicuramente non trovo bello questo aumento di vendite di libri che, quasi sempre, sono culturalmente inconsistenti, in seguito a fatti terribili (la Guerra del Golfo ne è l'esempio più recente).
Ma quali sono le quartine che racchiuderebbero la tremenda giornata dell'11 settembre 2001?
Come "il principe incontrastato della predizione" [2] avrebbe previsto la catastrofe più di 5 secoli or sono?
Le quartine citate più spesso, soprattutto in Internet, sono quattro:
VI.97, X.72, II.92, I.87.
Innanzitutto, vorrei sottolineare il fatto che i testi non vengono mai citati nella loro versione originale, ma sempre in traduzioni che definire libere è una gentilezza.
Leggiamo, allora, queste ineffabili quartine profetiche, e leggiamole nella loro stesura autentica. [3]
La VI.97 è quella che ha più entusiasmato i nostradamiani, perché contiene - dicono - l'indicazione della latitudine a cui si troverebbe New York:
Cinq & quarante degrez
ciel bruslera
Feu appocher
de la grand cité neuue
Instant grand flamme
esparse sautera
Quand on voudra des Normans
faire preuue.
"Singolare", si sostiene su un quotidiano italiano a proposito di questa quartina, "è anche l'esplicito riferimento che Nostradamus fa alla città di New York definita la grande città distrutta dal fuoco, a quarantacinque gradi, corrispondenti esattamente alla latitudine della metropoli statunitense". [4]
Quando l'interpretazione la si fa così, non è difficile trovare sbalorditive conferme e strepitose rivelazioni; se la si facesse un po' meglio, le cose cambierebbero: per esempio, sfogliando un atlante geografico si potrebbe scoprire che la latitudine di New York non è affatto di 45°, ma di 40° 43'.
Non mancano grandi città che si trovano veramente sul 45° grado di latitudine nord: Lione (45°46'), Milano (45°27'), Torino (45°4'), Ottawa (45°0'), Krasnodar (45°1'), Montreal (45° 30'); quando i nostradamiani le indicheranno quale futuro scenario della devastazione predetta dalla quartina famigerata? E, a proposito di questa, cosa dice veramente?
La traduzione letterale è la seguente:
Cinque e quaranta gradi
cielo brucerà
Fuoco avvicinare
alla grande città nuova
All'istante grande fiamma
diffusa salterà
Quando si vorrà dei Normanni
far prova.
L'interpretazione corrente del primo verso considera i "quarantacinque gradi" come la latitudine (nord o sud?) della località terrestre in cui "brucerà il fuoco"; ma non è inverosimile anche una diversa comprensione: i 45° sono quelli del cielo (degrez ciel), ovvero Nostradamus ha segnalato la provenienza del fuoco, non il punto del suo impatto sulla terra.
Quando il veggente di Salon scrisse questa quartina (1556), era ancora vivace la discussione sull'attesa di un cataclisma che avrebbe distrutto la terra. Due erano le tesi che si contrapponevano sull'argomento: chi prevedeva la fine del mondo per acqua, in un secondo e ultimo diluvio universale, e chi attendeva un immenso turbine di fuoco che avrebbe inghiottito e cancellato il mondo. Nostradamus era un deciso esponente di questa seconda ipotesi. [5]
Nelle Propheties, il "fuoco dal cielo" è citato ben diciotto volte come elemento di distruzione, dunque non è affatto unica la situazione prefigurata dalla VI.97, nella quale, inoltre, c'è un dettaglio tutt'altro che trascurabile, ma sul quale i nostradamiani non dicono nulla: chi sono i Normanni dell'ultimo verso? E quale prova essi daranno in occasione del cataclisma predetto?
Il termine Normanni (les Normands, les Normans) compare sei volte nelle Profezie: VI.16, VI.97, VII.10, IX.7, IX.30, X.51; è probabile che Nostradamus usasse questa parola per riferirsi alla casata di Orléans, i cui principali e più antichi possedimenti erano le città di Eu e Drieux, in Normandia.
La X.72 è il vero jolly dei nostradamiani che l'hanno usata, riciclata, adattata e confezionata in svariate occasioni (l'ultima volta proprio nel 1999 per prevedere la fine del mondo... mancata!). Decisamente, i fans di Nostradamus non temono il ridicolo...
Il testo originale è questo:
L'an mil neuf cens
nonante neuf sept mois,
Du ciel viendra
vn grand Roy d'effrayeur:
Resusciter
le grand Roy d'Angolmois,
Auant apres Mars
regner par bon-heur.
La traduzione più aderente al testo è :
L'anno millenovecento
novantanove sette mesi,
Dal cielo verrà
un grande Re di terrore:
Resuscitare
il grande Re di Angolmois,
Prima dopo Marte
regnare per felicità.
Il solo elemento che si presta a essere accostato alla tragedia di New York è la citazione del grande Re del terrore che arriva dal cielo, passo nel quale i nostradamiani trovano l'immagine degli aerei dirottati che precipitano sui grattacieli.
A parte il fatto che non depone a favore della precisione di Nostradamus l'aver definito "Gran Re del terrore" due aerei di linea, vorrei richiamare l'attenzione dei lettori sul fatto che il nostro astrologo ha sempre impiegato il vocabolo Re (Roy, variamente aggettivato) per riferimento a persone, mai a cose.
E ancora: il grande Re di Angolmois (?) è resuscitato in occasione della venuta del Re del terrore?
La domanda è inevitabile, perché se si afferma la veridicità della prima parte della quartina, non vedo perché si dovrebbe ignorarne la seconda metà.
E, per finire, i nostradamiani dovrebbero anche ammettere che il loro profeta ha sbagliato di un paio di anni la data dell'evento previsto.
La II.92 ha entusiasmato e sbalordito i fedeli per la sua vantata precisione.
Leggete come la quartina è stata tradotta/travisata in un quotidiano:
Fuoco color oro
visto dal cielo sulla terra
Lanciato da una nave aerea
creerà stupore.
Sarà fatto prigioniero il gran
nipote. Grande strage umana
Spettacolo di morte,
sfugge l'orgoglioso.
Impressionante, vero? Non manca nulla: la nave aerea che si schianta in una nube di fuoco, la grande strage, il nipote che fugge (è Osama bin Laden, ovviamente, nipote di emiri miliardari!), lo spettacolo di morte che decine di reti televisive hanno diffuso su tutto il mondo in tempo reale...
Ma la quartina che avete letto non è quella che ha scritto Nostradamus, che scrisse invece:
Feu couleur d'or du ciel
en terre veu:
Frappè du hault,
nay, faict cas merueilleuz:
Grand meurtre humain:
prins du grand le nepueu,
Morts d'expectacles
eschappé l'orguilleux.
e che in italiano suona così:
Fuoco color d'oro di cielo
in terra visto:
Colpito dall'alto,
nato, fatto caso meraviglioso:
Grande eccidio umano:
preso del grande il nipote,
Morte di spettacoli
fuggito l'orgoglioso. [6]
La traduzione letterale è molto più deludente: sparita quella bella nave aerea che cascava come il cacio sui maccheroni per far quadrare alla perfezione la profezia.
Intendiamoci, non ho la minima intenzione di fare dell'ironia su una tragedia così agghiacciante e così imponente come quella che ha sconvolto l'America e il mondo; ma desidero solo evidenziare tutta la pochezza di questi sedicenti interpreti.
Mi è stato detto che la I.87 è stata letta perfino durante un telegiornale, ed è stata citata con ammirazione quasi sbigottita per la esattezza della visione. Non ho visto quella trasmissione, ma posso immaginare l'effetto che certi coup de thèatre possono avere sul grande pubblico.
Eccola:
Ennosigée feu
du centre de terre
Fera trembler au tour
de cité neufue:
Deux grands rochiers
long temps feront la guerre
Puis Arethusa
rougira nuouueau fleuue.
La traduzione letterale:
Ennosigeo fuoco
al centro della terra
Farà tremare attorno
a città nuova:
Due grandi rocce
a lungo si faranno guerra
Poi Aretusa
arrosserà nuovo fiume.
I nostradamiani non sono stati affatto turbati dal fuoco che si trova al centro della terra, e non piovuto dal cielo, come si vedeva nelle altre quartine. Questa profezia, se la si considera con attenzione, è tutta giocata sul tema della terra, del fuoco vulcanico e delle rocce. Ennosigeo era appellativo del dio Nettuno; significa scuotitore della terra: la quartina è, per così dire, di carattere sismologico. Ma i nostradamiani l'hanno adottata perché vi si parla di deux grands rochiers, che in francese significa semplicemente: due grandi rocce; ma secondo la delirante fantasia dei fedeli di Nostradamus starebbero a significare... i due grattacieli di Manhattan abbattuti!
Città nuova viene assurdamente riferito a New York, solo in base dell'aggettivo nuovo.
Ogni commento mi sembra superfluo.
Al termine di queste rapide osservazioni, devo ammettere che è penoso tornare sugli stessi argomenti ogni volta che una tragedia, una guerra o un attentato fanno balzare Nostradamus agli onori della cronaca.
Per quanto si dimostri, con documenti, con prove sicure, che Nostradamus non ha mai previsto il futuro, ci sarà sempre qualcuno che, in buona fede o meno, lo definirà infallibile veggente.
Ma in momenti di crisi (e il nostro è uno dei peggiori) occorre fare appello alla razionalità, alla lucidità, per arginare la marea della follia che monta.
Anche credere alle profezie è una resa della ragione che non possiamo permetterci. n
Naturalmente, queste affermazioni sono rapidamente finite sui giornali e in televisione.
Non è difficile immaginare quale sia stato l'effetto che certe dichiarazioni possono avere avuto su un vastissimo pubblico, composto per la maggior parte di persone che ritengono il notiziario televisivo la più affidabile fonte di informazioni, quando non addirittura di verità.
Purtroppo, non è la prima volta che Nostradamus viene tirato in ballo dopo che è avvenuto un fatto drammatico che ha sconvolto l'opinione pubblica. Forse, si tratta di un meccanismo inconscio che, davanti a fatti quasi insopportabili per la loro violenza, cerca di normalizzarli, o almeno di ricondurli a una dimensione umana. È, insomma, come se si volesse ridurre la carica di stranezza del fatto e trovare una certa prevedibilità in un episodio che ha sorpreso tutti.
Nostradamus lo aveva predetto diventerebbe, così, una sorta di talismano apotropaico: per quanto orrenda e inattesa, la tragedia delle Twin Towers venne prevista da un veggente (così si vuole), quindi è un evento che non è veramente, totalmente sfuggito alla mente umana, anche se ci si riferisce all'aspetto irrazionale e alogico della mente.
Questa è la spiegazione, o meglio un tentativo di spiegazione, di un fenomeno che altrimenti risulta inquietante, se non odioso.
Perché, infatti, ripetere lo stesso ritornello da decenni? Perché questi acuti esegeti non hanno parlato prima della tragedia, dando prova di tutta la loro sagacia interpretativa di cui si gonfiano la bocca dopo l'evento?
La spiegazione emotiva è la più generosa: la mania nostradamica sarebbe una specie di follia che gratifica l'ego degli interpreti. C'è però un'altra spiegazione, ed è la più triste: la vendita di libri di Nostradamus su Internet è cresciuta del 70 per cento, dopo la strage di Manhattan. [1]
Non voglio certo gettare sospetti su editori e librai, ma sicuramente non trovo bello questo aumento di vendite di libri che, quasi sempre, sono culturalmente inconsistenti, in seguito a fatti terribili (la Guerra del Golfo ne è l'esempio più recente).
Ma quali sono le quartine che racchiuderebbero la tremenda giornata dell'11 settembre 2001?
Come "il principe incontrastato della predizione" [2] avrebbe previsto la catastrofe più di 5 secoli or sono?
Indice |
Quattro "profezie"
Le quartine citate più spesso, soprattutto in Internet, sono quattro:
VI.97, X.72, II.92, I.87.
Innanzitutto, vorrei sottolineare il fatto che i testi non vengono mai citati nella loro versione originale, ma sempre in traduzioni che definire libere è una gentilezza.
Leggiamo, allora, queste ineffabili quartine profetiche, e leggiamole nella loro stesura autentica. [3]
La grande città in fiamme
La VI.97 è quella che ha più entusiasmato i nostradamiani, perché contiene - dicono - l'indicazione della latitudine a cui si troverebbe New York:
Cinq & quarante degrez
ciel bruslera
Feu appocher
de la grand cité neuue
Instant grand flamme
esparse sautera
Quand on voudra des Normans
faire preuue.
"Singolare", si sostiene su un quotidiano italiano a proposito di questa quartina, "è anche l'esplicito riferimento che Nostradamus fa alla città di New York definita la grande città distrutta dal fuoco, a quarantacinque gradi, corrispondenti esattamente alla latitudine della metropoli statunitense". [4]
Quando l'interpretazione la si fa così, non è difficile trovare sbalorditive conferme e strepitose rivelazioni; se la si facesse un po' meglio, le cose cambierebbero: per esempio, sfogliando un atlante geografico si potrebbe scoprire che la latitudine di New York non è affatto di 45°, ma di 40° 43'.
Non mancano grandi città che si trovano veramente sul 45° grado di latitudine nord: Lione (45°46'), Milano (45°27'), Torino (45°4'), Ottawa (45°0'), Krasnodar (45°1'), Montreal (45° 30'); quando i nostradamiani le indicheranno quale futuro scenario della devastazione predetta dalla quartina famigerata? E, a proposito di questa, cosa dice veramente?
La traduzione letterale è la seguente:
Cinque e quaranta gradi
cielo brucerà
Fuoco avvicinare
alla grande città nuova
All'istante grande fiamma
diffusa salterà
Quando si vorrà dei Normanni
far prova.
L'interpretazione corrente del primo verso considera i "quarantacinque gradi" come la latitudine (nord o sud?) della località terrestre in cui "brucerà il fuoco"; ma non è inverosimile anche una diversa comprensione: i 45° sono quelli del cielo (degrez ciel), ovvero Nostradamus ha segnalato la provenienza del fuoco, non il punto del suo impatto sulla terra.
Quando il veggente di Salon scrisse questa quartina (1556), era ancora vivace la discussione sull'attesa di un cataclisma che avrebbe distrutto la terra. Due erano le tesi che si contrapponevano sull'argomento: chi prevedeva la fine del mondo per acqua, in un secondo e ultimo diluvio universale, e chi attendeva un immenso turbine di fuoco che avrebbe inghiottito e cancellato il mondo. Nostradamus era un deciso esponente di questa seconda ipotesi. [5]
Nelle Propheties, il "fuoco dal cielo" è citato ben diciotto volte come elemento di distruzione, dunque non è affatto unica la situazione prefigurata dalla VI.97, nella quale, inoltre, c'è un dettaglio tutt'altro che trascurabile, ma sul quale i nostradamiani non dicono nulla: chi sono i Normanni dell'ultimo verso? E quale prova essi daranno in occasione del cataclisma predetto?
Il termine Normanni (les Normands, les Normans) compare sei volte nelle Profezie: VI.16, VI.97, VII.10, IX.7, IX.30, X.51; è probabile che Nostradamus usasse questa parola per riferirsi alla casata di Orléans, i cui principali e più antichi possedimenti erano le città di Eu e Drieux, in Normandia.
Profezia per ogni occasione
La X.72 è il vero jolly dei nostradamiani che l'hanno usata, riciclata, adattata e confezionata in svariate occasioni (l'ultima volta proprio nel 1999 per prevedere la fine del mondo... mancata!). Decisamente, i fans di Nostradamus non temono il ridicolo...
Il testo originale è questo:
L'an mil neuf cens
nonante neuf sept mois,
Du ciel viendra
vn grand Roy d'effrayeur:
Resusciter
le grand Roy d'Angolmois,
Auant apres Mars
regner par bon-heur.
La traduzione più aderente al testo è :
L'anno millenovecento
novantanove sette mesi,
Dal cielo verrà
un grande Re di terrore:
Resuscitare
il grande Re di Angolmois,
Prima dopo Marte
regnare per felicità.
Il solo elemento che si presta a essere accostato alla tragedia di New York è la citazione del grande Re del terrore che arriva dal cielo, passo nel quale i nostradamiani trovano l'immagine degli aerei dirottati che precipitano sui grattacieli.
A parte il fatto che non depone a favore della precisione di Nostradamus l'aver definito "Gran Re del terrore" due aerei di linea, vorrei richiamare l'attenzione dei lettori sul fatto che il nostro astrologo ha sempre impiegato il vocabolo Re (Roy, variamente aggettivato) per riferimento a persone, mai a cose.
E ancora: il grande Re di Angolmois (?) è resuscitato in occasione della venuta del Re del terrore?
La domanda è inevitabile, perché se si afferma la veridicità della prima parte della quartina, non vedo perché si dovrebbe ignorarne la seconda metà.
E, per finire, i nostradamiani dovrebbero anche ammettere che il loro profeta ha sbagliato di un paio di anni la data dell'evento previsto.
Profezia fatta in casa
La II.92 ha entusiasmato e sbalordito i fedeli per la sua vantata precisione.
Leggete come la quartina è stata tradotta/travisata in un quotidiano:
Fuoco color oro
visto dal cielo sulla terra
Lanciato da una nave aerea
creerà stupore.
Sarà fatto prigioniero il gran
nipote. Grande strage umana
Spettacolo di morte,
sfugge l'orgoglioso.
Impressionante, vero? Non manca nulla: la nave aerea che si schianta in una nube di fuoco, la grande strage, il nipote che fugge (è Osama bin Laden, ovviamente, nipote di emiri miliardari!), lo spettacolo di morte che decine di reti televisive hanno diffuso su tutto il mondo in tempo reale...
Ma la quartina che avete letto non è quella che ha scritto Nostradamus, che scrisse invece:
Feu couleur d'or du ciel
en terre veu:
Frappè du hault,
nay, faict cas merueilleuz:
Grand meurtre humain:
prins du grand le nepueu,
Morts d'expectacles
eschappé l'orguilleux.
e che in italiano suona così:
Fuoco color d'oro di cielo
in terra visto:
Colpito dall'alto,
nato, fatto caso meraviglioso:
Grande eccidio umano:
preso del grande il nipote,
Morte di spettacoli
fuggito l'orgoglioso. [6]
La traduzione letterale è molto più deludente: sparita quella bella nave aerea che cascava come il cacio sui maccheroni per far quadrare alla perfezione la profezia.
Intendiamoci, non ho la minima intenzione di fare dell'ironia su una tragedia così agghiacciante e così imponente come quella che ha sconvolto l'America e il mondo; ma desidero solo evidenziare tutta la pochezza di questi sedicenti interpreti.
Profezia "sismologica"
Mi è stato detto che la I.87 è stata letta perfino durante un telegiornale, ed è stata citata con ammirazione quasi sbigottita per la esattezza della visione. Non ho visto quella trasmissione, ma posso immaginare l'effetto che certi coup de thèatre possono avere sul grande pubblico.
Eccola:
Ennosigée feu
du centre de terre
Fera trembler au tour
de cité neufue:
Deux grands rochiers
long temps feront la guerre
Puis Arethusa
rougira nuouueau fleuue.
La traduzione letterale:
Ennosigeo fuoco
al centro della terra
Farà tremare attorno
a città nuova:
Due grandi rocce
a lungo si faranno guerra
Poi Aretusa
arrosserà nuovo fiume.
I nostradamiani non sono stati affatto turbati dal fuoco che si trova al centro della terra, e non piovuto dal cielo, come si vedeva nelle altre quartine. Questa profezia, se la si considera con attenzione, è tutta giocata sul tema della terra, del fuoco vulcanico e delle rocce. Ennosigeo era appellativo del dio Nettuno; significa scuotitore della terra: la quartina è, per così dire, di carattere sismologico. Ma i nostradamiani l'hanno adottata perché vi si parla di deux grands rochiers, che in francese significa semplicemente: due grandi rocce; ma secondo la delirante fantasia dei fedeli di Nostradamus starebbero a significare... i due grattacieli di Manhattan abbattuti!
Città nuova viene assurdamente riferito a New York, solo in base dell'aggettivo nuovo.
Ogni commento mi sembra superfluo.
Conclusioni
Al termine di queste rapide osservazioni, devo ammettere che è penoso tornare sugli stessi argomenti ogni volta che una tragedia, una guerra o un attentato fanno balzare Nostradamus agli onori della cronaca.
Per quanto si dimostri, con documenti, con prove sicure, che Nostradamus non ha mai previsto il futuro, ci sarà sempre qualcuno che, in buona fede o meno, lo definirà infallibile veggente.
Ma in momenti di crisi (e il nostro è uno dei peggiori) occorre fare appello alla razionalità, alla lucidità, per arginare la marea della follia che monta.
Anche credere alle profezie è una resa della ragione che non possiamo permetterci. n
Note
1) Corriere della Sera, 19 settembre 2001.
2) Resto del Carlino, 13 settembre 2001.
3) Utilizzo l'edizione lionese ne varietur di Pierre Rigaud del 1558-1566, come pubblicata da Anatole Le Pelletier (Parigi, 1867) e ristampata in anastatica da Slatkine Reprints, Genève, 1969, due volumi. L'edizione curata da Le Pelletier comprende anche le varianti registrate da Benoist Rigaud, nella sua edizione delle Propheties apparsa a Lione nel 1568. Il testo è quello che fornisce le più ampie garanzie di fedeltà all'autografo di Nostradamus.
4) G. Guidi Guerrera, "Nostradamus predisse un 'pericolo dal cielo'", in: Il Resto del Carlino, 13 settembre 2001, p.29
5) Vedi il mio articolo "Gran deluge et feu du ciel", in Scienza & Paranormale, anno VI, numero 18, marzo/aprile 1998, p. 52
6) Propongo la mia versione delle Profezie, vedi: Nostradamus, Le Profezie, Newton Compton editori, 1997 (seconda edizione).