Se gli UFO sono un qualcosa (veicoli, segnali, macchine) al servizio di una volontà, non umana e non terrestre, che avrebbe la capacità di entrare in relazione con noi, perché questo contatto non si è ancora realizzato? Lasciando per il momento da parte l'ipotesi che dietro il "mistero" UFO ci siano in realtà attività umane coperte da segreto o fenomeni atmosferici ignoti, prendiamo in esame l'ipotesi che esso dipenda proprio dagli ET (ma il ragionamento si può estendere, con qualche variante, a ogni altra interpretazione: visite da altre dimensioni, universi paralleli, viaggi nel tempo...). La domanda è dunque: esistono intelligenze che ci ignorano? E perché?
Per molti ufologi, se esistono gli UFO-veicoli debbono esistere gli ET. Per loro, "i fatti orientano verso l'ipotesi di un pensiero non umano estrinsecante se stesso attraverso il fenomeno UFO"1. Si tratta, ovviamente, di un assunto tutto da provare. Nella visuale scettica, ci troviamo di fronte a speculazioni arbitrarie, come se ne potrebbero proporre in quantità (e se domani mi spuntassero le ali? cosa si prova a essere una pietra? Se ritornassi bambino? etc...).
Ma prendiamo ipoteticamente per buono l'assunto di partenza: gli ET esistono e sono già fra noi! Perché allora evitano di manifestarsi chiaramente? Sfogliando libri e riviste ufologiche si leggono spiegazioni di ogni genere. Ho cercato di elencarne alcune, fra le più ricorrenti.
Gli ET ci hanno già chiaramente contattato?
Una prima serie di spiegazioni ritiene che, anche se non è finora avvenuta una manifestazione in grande scala della presenza degli UFO-ET, ci sono stati nel tempo ripetuti e ampi contatti fra alcune civiltà terrestri e gli ET; però, per diversi motivi, questo incontro non è, per così dire, ufficialmente riconosciuto.
Secondo l'ipotesi del complotto, vi sarebbero fantomatici "Centri di potere" e "Amministrazioni" a conoscenza dell'avvenuto contatto, ma questa "verità" anziché essere resa di pubblico dominio, con tutte le ovvie conseguenze, è negata risolutamente2. A questa congiura del silenzio parteciperebbero eventualmente anche i mezzi di informazione, che sarebbero in qualche modo al corrente della realtà degli UFO-ET, ma non renderebbero una puntuale informazione perché obbligati a comportarsi così o perché, per qualche altro particolare motivo, conniventi. La ragione del complotto risiederebbe nel fatto che si vuole negare d'autorità tale evidenza, oppure che le stesse autorità civili e militari non saprebbero pronunciarsi su quanto a loro conoscenza. Il fatto che i governi si occupino del "problema" UFO non dimostra in effetti che esistano veramente "dischi volanti extraterrestri", ma solo che alcune istituzioni sono state allertate per verificare se veramente vi sia qualcosa da spiegare negli avvistamenti riportati.
È convinzione comune tra chi crede che gli ET siano già stati sulla terra, che i militari nascondano o distruggano le prove che hanno raccolto; forse per ragioni di prestigio, forse perché impauriti da una civiltà tecnologicamente più evolutan forse perché la conoscenza di una realtà ET nuocerebbe alle loro istituzioni.
Molti sono convinti del fatto che i militari e le industrie avrebbero fatto tesoro delle tecnologie apprese con la raccolta e l'esame dei reperti ET e che le utilizzerebbero; per tale motivo, questa circostanza dovrebbe rimanere quanto più possibile nascosta agli avversari e concorrenti. In verità, se così fosse, si sarebbero certo dovuti notare balzi in avanti improvvisi, specialmente nella tecnologia militare e in quelle spaziale e industriale, che invece seguono un lento continuo progresso, documentato dal susseguirsi dei brevetti e dal contenuto delle principali riviste scientifiche nei vari settori.
Se davvero si fosse verificata anche solo una piccola parte dei contatti segnalati sulle riviste e sui libri ufologici, le prove in favore della esistenza di ET-visitatori dovrebbero essere oramai tante e tali da dovere pensare che esista una crescente moltitudine di persone dedite sistematicamente all'occultamento delle prove.
Si argomenta che gran parte di quanti avrebbero avuto contatti diretti con ET non li abbiano pubblicizzati, per timore della reazione delle istituzioni, o per non essere considerati visionari. Ma lo si può ritenere plausibile in un'epoca in cui i media si contendono ogni tipo di scoop a qualunque prezzo? Nulla potrebbe essere più clamoroso di un filmato inequivocabile sugli ET!
Altri ritengono che, anche in assenza di un complotto, vi sia da parte degli scienziati uno sdegnoso rifiuto di ammettere quello che essi non riescono a spiegare: la storia ci dimostra in realtà che non esiste alcun fenomeno per quanto insignificante, dal micro al macrocosmo, che la scienza non abbia cercato di indagare e comprendere. Quale studioso non si entusiasmerebbe all'idea di poter mettere le mani su un veicolo spaziale per carpirne i segreti? Oppure gli scienziati negherebbero a priori, per ottusità e chiusura mentale, l'evidenza secondo cui gli ET cercano di mettersi in contatto con noi: e per questo motivo resterebbero del tutto indifferenti, se non ostili, alle "prove" in tal senso, fornite loro dagli ufologi.
A questi scienziati e agli scettici in genere, si rimprovera sempre una mancanza di fantasia: ma è invece innegabile il fatto che, in tutti i tempi, un grande numero di appassionati e di scienziati ha dimostrato un'inesauribile creatività e un'incredibile capacità di pensare fuori dagli schemi.
Perché gli ET non promuovono il contatto?
Una seconda serie di ipotesi affascina di più gli ufologi. La possibilità che siano piuttosto gli ET a non volerci contattare in maniera clamorosa.
L'opinione più diffusa è sempre stata quella che i contatti avvengono da tempo ma non in maniera palese: gli ET sarebbero già fra noi, da secoli o addirittura da millenni, ma non ce ne rendiamo conto; vivrebbero come mimetizzati e in qualche modo influirebbero su di noi; addirittura, alcune importanti personalità (ad esempio leader religiosi e politici, o inventori) potrebbero essere stati essi stessi degli ET. Al limite, noi saremmo solo pedine di un gioco più grande di noi. Tuttavia, la storia umana male si adatta a tali assunti, che richiamano piuttosto i tanti presunti interventi diretti divini sulla storia.
Secondo ipotesi più bizzarre, il contatto è indubbiamente avvenuto: non solo, ma l'umanità stessa è un esperimento degli ET. Che si parli di uova cosmiche o di incroci fra uomini ed ET, essi starebbero attualmente monitorando la nostra evoluzione per poi palesarsi in un futuro non meglio precisato. Questa ipotesi è quanto di più assurdo si possa opporre a tutte le attuali evidenze scientifiche, che in particolare dimostrano un comune processo di evoluzione di tutte le specie viventi.
C'è un contatto invisibile con gli ET? Anche se il nostro essere corporeo e mentale è del tutto diverso da quello degli ET, il contatto in qualche modo avverrebbe, pur senza un chiaro scambio comunicativo. Noi saremmo in grado di percepire solo una parte della realtà in cui loro esistono e si manifestano.
Il contatto potrebbe essere volutamente evitato: forse solo temporaneamente, nell'attesa di creare condizioni ottimali per attuarlo. Chi propende per quest'ipotesi ritiene che un contatto esteso a tutta l'umanità sarebbe un evento così scioccante per noi, che gli ET lo eviterebbero accuratamente, per ragioni morali e per non creare un allarme planetario. Si paventa una reazione caotica, addirittura il collasso della nostra civiltà, sia in senso filosofico che tecnologico. Il contatto fra culture fortemente diverse per grado di evoluzione ha infatti quasi sempre provocato la crisi se non l'estinzione di quella più debole. Tuttavia è innegabile come tutta l'umanità sia da tempo ansiosa di questo contatto, che fra l'altro ci libererebbe da quel senso di solitudine cosmica in cui viviamo; non a caso, popoli di tutte le epoche hanno sempre atteso che venisse qualcosa di straordinario dal cielo.
Forse il contatto è evitato a livello planetario, ma vi sarebbero contatti con singoli uomini, scelti per introdurre nella coscienza collettiva questa nuova immagine della vita nell'universo in modo meno traumatico. I racconti dei cosiddetti contattisti appaiono tuttavia quanto mai inverosimili e fra l'altro sono ampiamente difformi tra di loro in troppi dettagli.
Un'ipotesi meno inverosimile sarebbe quella secondo la quale il contatto non è previsto: gli ET verrebbero sulla terra con finalità prettamente scientifiche; limitandosi a osservarci, e a compiere sopralluoghi; in sostanza ci studierebbero, ma senza alcuna intenzione di stabilire un contatto diretto. Nella logica umana, non è però mai avvenuto che una cultura non abbia cercato di interagire, pacificamente o aggressivamente, con un'altra appena conosciuta. Ovviamente questa ipotesi deve tenere presente il fatto che in tal modo gli ET potrebbero studiare solo il nostro mondo fisico e non l'uomo stesso, la sua psicologia e in genere la società umana; ipotesi abbastanza deludente, in quanto nel contatto fra civiltà sono proprio gli aspetti più evoluti a essere i più stimolanti per la ricerca. E non si potrebbe studiare l'uomo psicologicamente e socialmente senza entrare in esplicito contatto con lui. Secondo questa ipotesi, inoltre, se contatti ci sono stati, essi sarebbero stati del tutto involontari
C'è anche chi pensa che il contatto è impossibile: esisterebbe un divario insuperabile fra loro e noi, come fra noi e, ad esempio, un animale evolutivamente inferiore. In questo contesto, si possono prospettare due eventualità: che l'ET sia un'ulteriore evoluzione dell'essere umano e dunque in qualche modo abbia qualcosa in comune con noi; oppure che l'ET sia il frutto di una evoluzione del tutto indipendente, nel qual caso non avremmo proprio niente in comune. Ma si può obiettare che in queste situazioni il contatto potrebbe essere invece teoricamente addirittura più facile, come per noi è più facile esaminare esseri che ci precedono nella scala evolutiva.
Gli UFO sarebbero solo macchine e gli ET non raggiungerebbero la terra: mi sembra un'ipotesi abbastanza insostenibile, considerato che gran parte dei racconti degli avvistamenti di UFO includono caratteristiche del volo compatibili più con una guida a vista che con un controllo remoto.
Come ultima ipotesi, ci potrebbe essere un fine "razionale" nascosto, su cui non possiamo argomentare: gli ET visiterebbero la terra da tempo imprecisato, ma non si rivelerebbero perché dotati di un'etica e di una psicologia a noi incomprensibili.
Cosa pensare?
L'estrema contraddittorietà delle argomentazioni, di fronte alla sconcertante vastità e varietà della presunta casistica, potrebbe essere già considerata come una prova indiretta a favore della non sussistenza del fenomeno UFO-ET.
Molte fra queste ipotesi, come quelle secondo le quali gli ET non vorrebbero sconvolgere l'umanità con un impatto violento e si sarebbero imposti di rispettare il nostro libero arbitrio, rispecchiano una morale del tutto umana, sono chiare antropomorfizzazioni di una presunta morale ET.
Una manifestazione palese planetaria degli ET sarebbe indubbiamente il più importante avvenimento nella storia dell'umanità. Ma i complottisti sostengono che i governi (in prima fila quello statunitense) siano stati in grado di occultare fino a ora una verità ampiamente documentata da foto, filmati e reperti (ad esempio la famosa presunta "autopsia dell'alieno"). Questi visitatori ET farebbero parte di una civiltà che avrebbe interagito ampiamente in passato con l'umanità, costruendo imponenti manufatti (piramidi etc..)3, e aiutando in un tempo mitico il processo tecnologico di alcuni popoli4, mentre successivamente il contatto sarebbe stato più occasionale e meno palese.
Con la mancanza di prove sui contatti, contrasta comunque clamorosamente, ad esempio, la sconcertante varietà delle tante presunte tipologie del corpo degli ET5. Si tratterebbe di rappresentanti di una stessa civiltà o di civiltà ET diverse? E se tale varietà fosse reale, come conciliarla con un'unica intelligenza che amministrerebbe questo contatto? La fenomenologia dell'incontro con gli ET, quale riferita dai "contattisti" appare comunque manifestamente conforme a modelli umani: saluto, segnali con le mani, colloqui (escludiamo di proposito i presunti contatti avvenuti con modalità telepatica, che somigliano fin troppo alle visioni interiori della fenomenologia religiosa).
Nonostante la impossibilità di provare incontrovertibilmente la presunta realtà dei contatti con gli ET, chi ritiene che essi siano già nel nostro spazio fisico, sostiene anche la realtà e possibilità di questo obiettivo del contatto, alimentando una speranza illusoria6, che facilita la credenza nella realtà del fenomeno degli ET. E non è da escludere che la disillusione provocata dal fatto che dopo cinquant'anni di epopea spaziale questo contatto non ci sia ancora stato, determini essa stessa una certa spinta consolatoria a persistere nell'illusione.
È innegabile come la ricerca di segni di vita al di fuori della nostra terra sia da sempre una delle portanti dei programmi spaziali e che ogni minimo indizio in proposito (dalla presenza di acqua, alla ricerca di molecole organiche) sia stato cercato e valutato nel modo più approfondito possibile; la innegabilità a priori della possibilità che ci sia vita all'infuori della terra ha fra l'altro spinto la NASA ad attuare rigidissimi protocolli di controllo sugli astronauti dopo le prime discese sulla luna).
Il problema del non contatto ovviamente non è un problema per chi non crede ai racconti dei contattisti, alle pseudo-prove (soprattutto fotografiche) e cerca piuttosto di ricollegare i fenomeni misteriosi "genuini" a cause note o a chiarire quelle ancora ignote, ma comunque naturali.
D'altra parte, per molti ufologi e contattisti, il problema del non contatto semplicemente non esiste, proprio per il fatto che, secondo loro, molte persone sarebbero state inequivocabilmente contattate (alcune casualmente, altre in base a incomprensibili scelte da parte delle intelligenze aliene). Semmai, per costoro, ci si dovrebbe chiedere perché il contatto è così limitato e non diffuso.
È da notare che tutte le ipotesi che cercano di spiegare il non contatto con una responsabile scelta degli ET, presuppongono che questi abbiano necessariamente una civiltà più evoluta della nostra sia tecnologicamente che moralmente. Per questo motivo essi eviterebbero l'incontro, prevedendo che questo provocherebbe il collasso della nostra civiltà, più "primitiva".
Così, alla fine, un limitato contatto con gli ET causerebbe paradossalmente il suo opposto: il "non contatto". C'è da dubitare fortemente di questa presunta etica extraterrestre; la nostra esperienza umana ci dimostra che avanzamento tecnologico ed evoluzione morale sono pressoché indipendenti. Ma perché poi gli ET dovrebbero avere una moralità simile alla nostra?
Secondo alcuni ufologi, il fatto che non riusciamo a comprendere il perché del non contatto è una prova "che i motivi del comportamento dell'intelligenza che presiede al fenomeno UFO giacciono al di fuori della razionalità e della logica umane" e che "là (per noi) del non contatto, non è che la misura del nostro limite intellettivo"7]. Che senso avrebbe allora, cercare un perché? Quando vorranno, gli ET si manifesteranno, se esistono!
La maggior parte delle spiegazioni del non contatto, che ho cercato di elencare, ricalcano in effetti schemi abbastanza tradizionali della cultura religiosa: la credenza in una (o più) entità estranea alla nostra fisicità, che ci vede e che segue o controlla la nostra vita, che è capace di modificarne l'andamento, e che sporadicamente entra in contatto con alcuni di noi (medium, veggenti, contattisti), per svelare parte di una realtà che è troppo più grande di quella nota, perché noi la possiamo apprendere e comprendere.
I problemi posti dalle ipotesi del non contatto sono grosso modo simili a quelli posti dalla eventuale esistenza di altre "presenze" (spiriti dei defunti; entità trascendenti). Molte spiegazioni ricordano ancora una volta la fenomenologia religiosa, come il richiamo a messia che si vuole precedano il "mondo nuovo". Ma anche i libri sacri di tutte le religioni, per quanto parlino di relazioni con il soprannaturale, non sono in grado di dimostrarne la realtà, e vanno ritenuti piuttosto come creazioni umane, sia pure spesso sublimi. Personalmente ritengo possibile una sola conclusione accettabile: per quanto riguarda "questi" ET, a tutt'oggi non dimostrati, il non contatto è un non problema, come il sesso degli angeli o l'araba fenice. E i ragionamenti con i quali si cerca di dare un senso ai tanti perché sono discussioni puramente teoriche, "sine materia".
Bibliografia e note
1) Sani P.L. (1973): "Il problema del non contatto". Il Giornale dei Misteri, n. 32, pag.20
2) Angela P. (1995): "La mania del complotto". S&P n.8, pag. 66.
3) Domenici V. (1997): "Relazioni pericolose con l'alieno". S&P n. 14, pp. 24-26.
4) Battisti M. (1998): "UFO? Folletti del XX secolo". S&P n. 19, p. 72.
5) Nickell J. (1998): "Bestiario alieno". S&P n. 21, pp. 42-44.
6) Pratkanis A. (1996): "Persuasori dell'occulto". S&P n. 10, pp. 20-29.
7) Sani P.L. (1973): "Il problema del non contatto". Il Giornale dei Misteri, n. 32, p. 22.
Francesco D'Alpa
Neurofisiopatologo
Antenna di Gravina di Catania
e-mail: [email protected]