Cosa sarebbe l'ufologia senza i libri? Un fuggevole fruscio di notiziole leggere che fanno la loro effimera apparizione sui giornali, tra un brivido di mistero e un sorrisetto ironico, più un fitto confabulare di pochi adepti su più o meno oscuri bollettini editi da questo o quel gruppo di appassionati, aspiranti studiosi.
Per lo meno fino a pochi anni fa, quando hanno fatto la loro apparizione riviste commerciali a media tiratura, un discreto mercato di video-cassette e l'ineffabile calderone di Internet.
Ma l'ossatura dell'ufologia sono sempre stati i libri, sulla cui pubblicazione si sono giocate notorietà personali e beghe fratricide, e dal cui cristallizzarsi su carta sono nati quasi tutti i miti che tuttora infestano questo argomento ai margini della scienza.
Può quindi essere utile una breve guida introduttiva, in chiave critica, dei libri ufologici reperibili sul mercato italiano, con l'avvertenza che - per banali motivi linguistici - si tratta di un mercato provinciale, in gran parte tagliato fuori dai filoni che caratterizzano l'ufologia internazionale, soprattutto quella (diciamo così) "di fascia alta".
Per non appesantire inutilmente la lettura di queste poche note, ci limiteremo ai soli titoli pubblicati (o ri-pubblicati) negli ultimi due anni e reperibili in qualunque libreria, che sono comunque già una ventina.
Gli estremi dei libri sono presi in parte dal monumentale catalogo UFO bibliografico di Marcello Pupilli [1], che però si ferma a fine '96, e per il resto dall'elenco che Edoardo Russo tiene aggiornato su Internet [2].
A differenza di tali ufo-bibliografi, però, il sottoscritto si permetterà qualche personalissimo commento sul merito di ciascun testo, in ordine alfabetico per non far torto a nessuno.
I libri nuovi
Roger Boar e Nigel Blundell firmano per la Fabbri (1997, 176 pagine, L. 22.900) un insulso libretto intitolato semplicemente UFO, che fa il paio con altri degli stessi autori, dedicati ad altri argomenti paranormali. Apparentemente fattuale, in quanto consiste in gran parte di racconti di avvistamenti e incontri ravvicinati, in realtà si tratta di un'accozzaglia di storie più o meno note, di maggiore o minore credibilità, ma tutte presentate con pari merito e senza che al lettore venga fornito alcuno strumento critico né - quel che è più grave - una bibliografia.
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Il francese Gildas Bourdais (già autore di un testo, non tradotto, sulle apparizioni di angeli), si è dedicato ad approfondire Il caso Roswell - Gli extraterrestri sono già qui? per le edizioni Mediterranee (1997, 224 pagine, L. 25.000): fra la spazzatura ufologica che questo editore ha sfornato negli ultimi dieci anni, questo libro svetta per ricchezza di documentazione e perfino senso critico, non fosse altro per il naturale senso di condiscendente superiorità che i concittadini di De Gaulle ancora manifestano verso i parvenus d'oltre-Atlantico. Di tutto quanto pubblicato in Italia su quel gran polverone che fa riferimento al preteso disco volante precipitato nel deserto americano 50 anni fa, il testo di Bourdais - sia pure in una prospettiva da "vero credente" - fa anzi intravedere abbastanza bene dove casca (non l'ufo ma) l'asino e ha una ricca bibliografia, anche critica.
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Assolutamente ributtante il testo di Richard Boylan, Incontri ravvicinati tra umani e extraterrestri, che il Gruppo Editoriale Jackson ha inserito nella propria editrice New Age, la Futura (1996, 240 pagine, L. 25.000). Impressionante l'impegnativo sottotitolo: uno psicologo americano analizza queste straordinarie esperienze". Non per la prima volta, verrebbe da dire pensando a John Mack.
Ma anche stavolta di analisi psicologica non è dato rinvenirne punto, e pour cause: a parte il suo non dire di essere stato anche lui rapito dagli alieni, Boylan è soprattutto noto negli USA per essersi visto revocare la licenza di psicoterapeuta dal suo stesso ordine professionale, proprio a causa del suo attivismo ufologico.
Ombre del cover-up (la congiura mondiale che cospirerebbe per tenere nascosta alle masse ignare la terribile verità della presenza aliena fra noi) a danno di uno dei pochi liberi pensatori che - quali novelli Galileo Galilei - tengono accesa la fiaccola della Conoscenza? Nulla di tutto ciò: semplicemente i suoi colleghi hanno ritenuto poco consono all'etica professionale, da parte di Boylan, entrare nella vasca da bagno in cui aveva fatto immergere (nude) le sue pazienti, "rapite dagli ET", per aiutarle a superare il trauma da abduction (cioè: rapimento alieno, n.d.r.)!
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Gli UFO - Cinquant'anni di ufologia tra fantasia e realtà (Armenia 1997, 312 pagine, L. 27.000) è un'antologia (curatori Gian Paolo Grassino e Edoardo Russo) che assembla in una ventina di capitoli altrettanti articoli tratti dalle pubblicazioni del CISU (Centro Italiano Studi Ufologici), l'associazione che vorrebbe rappresentare il filone più "scientifico" dell'ufologia italiana, e del cui equilibristico atteggiamento il volume è lo specchio: al di là del sostrato mito-folclorico che lo avvolge, esisterebbe un fenomeno non spiegato che meriterebbe studiare. Non è detto che siano proprio visitatori dallo spazio, per carità, ma neppure semplici confusioni, illusioni, e altre cause note. Posizione non facile da comprendere, apprezzare o condividere, condividere (tanto è vero che suoi sostenitori sono una sparuta minoranza quasi sommersa dai molti e rumorosi fanatici degli alieni), ma che vale comunque almeno l'onore delle armi.
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La Giunti ha pubblicato in una collana per ragazzi un librettino dal titolo poco centrato (Dossier mistero, 1997, 124 pagine, L. 11.000) ma dalla copertina inequivocabilmente ufologica. Ne è autore Francesco Santoianni, scrittore che ha già firmato testi di ben altro valore in altri ambiti meno paranormali, dove avrebbe fatto meglio a restare: il danno che questo volumetto può fare al senso critico del giovane pubblico cui si rivolge non si addice al suo editore. Si tratta infatti di un altro libro-piglia-tutto che raffazzona casi e ipotesi, fatti e falsità, senza il minimo senso critico, ma con l'unico filo conduttore del "sono tra noi" (gli alieni, beninteso).
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Esordio editoriale per Danilo Tacchino, con L'enigma degli oggetti volanti (MEB 1997, 184 pagine, L. 24.000): all'ombra di papà-Pinotti (del cui Centro ufologico nazionale l'autore è l'antenna piemontese), ci viene presentato come un sociologo che affronta l'argomento con ottica scientifica. Nulla di tutto ciò: la superficialità e la scarsa documentazione la fanno da padroni, sia pure a fronte di una bibliografia non inesistente.
Il leitmotiv dell'opera è scontato: pur proclamando che l'enigma degli UFO non può essere risolto allo stato attuale delle conoscenze, in realtà vien dato per dimostrato che gli extraterrestri sono fra noi, e quanto al resto si tratta di capirne le motivazioni e magari le conoscenze tecniche, con tanto di rischiose escursioni su argomenti tecnico-scientifici che l'autore non sembra in grado di maneggiare.
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Molto più godibile Moreno Tambellini col suo Alieni in Italia - 1945-1995: Cinquant'anni di incontri ravvicinati (Mediterranee 1996, 236 pagine, L. 30.000): una vera e propria galleria di ritratti degli extraterrestri visti sbarcare in Italia da contadine, impiegati, operai, professionisti. Utile soprattutto perché illustra meglio di qualunque testo l'incredibile e irragionevole difformità delle descrizioni fornite dai "testimoni" di quella categoria di avvistamenti che un noto pioniere dell'ufologia ebbe a definire "il festival dell'assurdo".
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Gioca spudoratamente sul recente telefilm-culto degli adolescenti (non solo italiani) l'editore storico della New Age, Armenia, pubblicando FBI dossier UFO – I veri X-Files (1996, 190 pagine, L. 25.000). Il titolo tradisce però il contenuto: si tratta di un reportage di quello che la polizia federale americana fece e scrisse sugli oggetti volanti non identificati (bé, in media oltre 40 anni fa), ma non è affatto il solito libro sulla fantomatica "congiura del silenzio". Non a caso ne è autore Paolo Toselli, che per anni ha rappresentato in Italia il filone socio-psicologico che sta all'ufologia tradizionale come i pentiti stanno alla mafia.
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Quando intitola il proprio libro Rapite dagli UFO (Mediterranee 1996, 232 pagine, L. 25.000), Karla Turner, intende proprio raccontare le storie di alcune donne (fra cui lei stessa) rapite dagli alieni. Come tutti i resoconti in prima persona di abduction, è una via di mezzo fra la noia del déja vu e la curiosità suscitata dalle varianti soggettive di ciascuna esperienza. La parte migliore del libro è l'introduzione dell'esoterista Gianfranco de Turris, che pone le giuste domande, cui il libro peraltro non si pone neanche il problema di rispondere.
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Primo premio per il titolo più originale va senz'altro a Massimo Valloscuro, per il suo A colazione con gli UFO, edito dalla tipografia Mari di Terni (1997, 244 pagine, L. 32.000; l'unico rilegato e con sovracopertina); e primo premio anche per l'originalità della presentazione dei casi (quasi tutti indagati dall'autore), a metà tra il resoconto documentario e il racconto fantastico in soggettiva. Che poi dietro agli UFO ci sia tutto il significato di risveglio della coscienza dell'umanità, che intende (o sottintende) l'autore, questa è tutta un'altra faccenda.
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È solo omonimo di un noto autore di esoterismo l'Alan Watts di cui la MEB ha pubblicato UFO dossier - Alla scoperta delle macchine misteriose (1996, 272 pagine, L. 24.000), ma forse sarebbe stato meglio quell'altro. E' uno dei testi più insulsi pubblicati nel nostro paese, scritto dal tipico vetero-ufologo che, risvegliatosi dopo 30 anni, pensa di essere ancora negli anni '60 e ragiona di astronavi-madre, propulsione dei dischi volanti e altre amenità senza capo nè coda.
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Ancora un piccolo editore esoterico (vorrà pur dire qualcosa, questo improvviso interesse del settore esoterico per gli UFO?) per Alessandro Zabini, che si occupa nientepopodimenoche di Wilhelm Reich e il segreto dei dischi volanti (Tre Editori, Roma 1996, 242 pagine, L. 28.000), ovvero: come coniugare in maniera imprevistamente originale gli UFO e il prototipo dello "scienziato pazzo" (caposcuola della psicoanalisi, innovatore in campo pedagogico e in diversi altri campi dello scibile) che dedicò i suoi ultimi anni allo studio di un'ipotetica "energia vitale universale" finendo perseguitato per il suo filo-comunismo e infine morto in manicomio. Non è ben chiaro se Reich vedesse nell'orgone la fonte energetica propulsiva delle astronavi aliene, o se invece ritenesse gli UFO una manifestazione (biologica) di tale energia. In ogni caso il testo è affascinante, sia pure poco approfondito là dove l'autore avrebbe dovuto scavare di più.
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I riciclaggi
Sull'onda dell'attuale revival ufologico, diversi editori non si sono fatti scrupoli di ripresentare al pubblico testi già pubblicati venti o più anni fa, durante il precedente boom degli UFO in Italia. Ecco quindi le Mediterranee sfornare uno dietro l'altro i tre tomi del contattista americano George Adamski, (I dischi volanti sono atterrati, 388 pagine, E. 28.000; A bordo dei dischi volanti, 200 pagine, L. 25.000; I dischi volanti torneranno, 232 pagine, L. 25.000) a suo tempo scritti tra il 1953 e il 1961: venusiani alti, belli e biondi in visita in Arizona, dischi volanti a forma di campana e astronavi-madre sigariformi, viaggetti sulla Luna e altri pianeti a parlare di filosofia cosmica e anti-nuclearismo. Insomma un bel tuffo nel folklore del passato, che l'ufologia ha faticato decenni a scrollarsi di dosso, ma che l'editore non esita a ristampare pari pari, senza uno straccio di appendice di aggiornamento, che pure sarebbe stata necessaria e apprezzata.
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Più appropriata la nuova edizione di Accadde a Roswell (Sperling & Kupfer, Milano 1981, 1996; 224 pagine, L. 14.000) il libro che fece letteralmente nascere dal nulla il mito moderno del disco volante extraterrestre caduto nel New Mexico in quell'estate 1947. A posteriori, il più clamoroso risultato della coppia di ferro Charles Berlitz & William Moore (anche noti per la bufala dell' "esperimento di Filadelfia"): l'uno scrittore di successo su misteri vari (da Atlantide al Triangolo delle Bermuda) l'altro all'epoca ufologo, poi noto per aver per primo promosso l'altra bufala del "Majestic-12" (l'inesistente super-commissione super-segreta istituita dal Presidente degli Stati Uniti per studiare gli UFO), caduto in disgrazia tra gli stessi ufologi dopo che nel 1989 ammise di aver consapevolmente passato false informazioni inventate dai servizi segreti (basi sotterranee aliene, accordi tra ET e governo USA) a un "collega" i cui studi stavano disturbando importanti esperimenti militari, facendolo finire in manicomio. Vergognoso che l'editore ristampi il libro senza dire chiaramente che è vecchio di 15 anni e che da allora, sul caso Roswell, molta acqua è passata sotto i ponti.
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In un momento in cui dicendo UFO si pensa ai rapitori alieni, è anche opportuno che Armenia ci riproponga il classico Prigionieri di un UFO (1974, 1997; 246 pagine, L. 25.000) sul primo fra tutti i casi di abduction: quello celeberrimo della coppia mista Barney e Betty Hill, su cui scrisse questo fortunato libro il giornalista e scrittore John Fuller (che dagli UFO scivolò poi sui fantasmi e sul paranormale). Rispetto a tanti altri epigoni che hanno sviluppato il tema, il rigore dello stile giornalistico-investigativo di Fuller rimane esemplare a 30 anni dalla prima edizione. Preziosa - a differenza degli altri riciclaggi di cui si è detto - l'appendice di aggiornamento che presenta e commenta i numerosi e significativi sviluppi del caso dopo la pubblicazione del libro.
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Dulcis in fondo, le riedizioni (in effetti poco più che ristampe) dei pur recenti libri UFO: visitatori da altrove (Rizzoli, 1990, 1996. 494 pagine, L. 17.000) e UFO: .scacchiere Italia (Mondadori, 1992, 1996; 446 pagine, L. 15.000), opera di Roberto Pinotti, che è l'emblema vivente della contraddizione intrinseca nel microcosmo della cosiddetta "ufologia" (di cui egli è - nel bene e nel male - il più noto esponente italiano); contraddizione che ne decreta l'inevitabile fallimento come disciplina scientifica. Inutile infatti atteggiarsi a studiosi di orientamento scientifico, quando in realtà si parte già con una propria convinzione preconfezionata sulla natura intelligente, artificiale, aliena del problema UFO; né vale il tono enfatico, assertivo, gratuitamente polemico e non di rado apodittico, a supplire la carenza di senso critico, approfondimento, verifica e ricerca di alternative a quella che alla fine si sostanzia come una dottrina basata su due paradigmi indiscutibili: gli ET sono qui, anzi sono sempre stati qui; i governi Io sanno, l'hanno sempre saputo, e tengono nascosta tale orribile verità, in una sorta di Grande Gioco planetario per perpetuare il proprio potere sulle masse che ne sarebbero sconvolte.
Il primo libro rappresenta (riproponendo perlopiù capitoli dei suoi precedenti libri degli anni '70) la transizione dal primo Pinotti moderatamente razionale al nuovo Pinotti apocalittico e millenaristico che dalle sue riviste in edicola indottrina gli adolescenti nutriti a base di X-Files con articoli a sensazione.
Il secondo libro è invece un testo documentario alla vecchia maniera, centrato sulla scena nazionale e ricco di dati e informazioni che, una volta separate dai commenti e dalle interpretazioni tendenziose dell'autore, sono di indubbia utilità come riferimento.
Andrea Baravalle
Associazione Italiana di
Ufologologia (AIU). Torino
Note:
1) Marcello Pupilli: Bibliocat — Catalogo generale della bibliografia ufologica e paraufologica italiana 1948-1996, Upiar, Torino 1997
2) Edoardo Russo: estratto dall'elenco critico dei libri ufologici editi in Italia - volumi pubblicati nel 1996 e 1997: http://www.arpanet.it/ufo/libri97.htm