Sono le 5:00 di mattina: due sfere luminose fluttuanti sorvolano un campo inglese e allimprovviso, in pochi secondi, formano uno spettacolare pittogramma1 composto da 7 cerchi a simmetria esagonale.
Questo è quanto ha ripreso con la sua telecamera l11 agosto 1996 John Wheyleigh.
Il filmato (24 secondi circa), di qualità sorprendentemente buona, è stato proiettato per la prima volta dallo stesso autore in un pub (Barge Inn) frequentato da studiosi e curiosi dei crop circles (cerchi nel grano).
Abbiamo dunque la prova che questi cerchi sono messaggi di entità extraterrestri? Lesistenza degli UFO, intesi come astronavi aliene, è dunque confermata?
Come accade spesso in questi casi lo scoop è finito in pasto ai media (in Italia è stato recentemente proposto in una videocassetta allegata a UFO Contact (Numero 1, Gennaio 1998) una rivista ufologica commerciale. Acquistato dallIng. Colin Andrews, che da anni studia il fenomeno, il filmato ha fatto il giro del mondo e molti si sono messi a studiarlo.
Due esperti in computer grafica e tecniche video, Paul Vigay e Peter Soreson, dopo una lunga analisi, hanno dichiarato che senza ombra di dubbio si tratta di un abilissimo falso. Secondo Vigay, infatti, a prima vista il filmato sembra autentico, ma a unanalisi più approfondita sono molte le prove della sua falsità. Alcune sono di carattere puramente tecnico, altre invece, seppur banali, sono illuminanti.
«Durante le riprese», dice Vigay, «la telecamera non si muove minimamente, nemmeno quando le sfere escono dal campo visivo. Malgrado questo, il cerchio completo entra perfettamente nellinquadratura. E come se il cameraman avesse previsto esattamente il posto in cui si sarebbe formato il pittogramma».
Anche le ombre sembrerebbero sbagliate, se confrontate con la posizione che il sole aveva nel giorno della ripresa.
Paul Vigay ha voluto poi vedere come si poteva realizzare un filmato di questo tipo. In sole tre ore, con un personal computer e una normale strumentazione di post-produzione amatoriale, è riuscito a riprodurre una sequenza addirittura migliore di quella di "Olivers Castle" (evitando cioè tutte quelle imperfezioni da lui riscontrate).
Chi ha realizzato il filmato doveva quindi avere delle ottime conoscenze di computer grafica e possedere quel minimo di strumentazione necessaria, requisiti che John Wheyleigh sembrava non possedere.
Ed è qui che entra in gioco Lee Winterson che, dopo un lungo lavoro investigativo durato mesi, è riuscito a scoprire la vera identità dellautore del filmato: John Wabe, esperto in computer grafica degli studi di post-produzione First Cup a Bristol in Inghilterra (Jonh Wheyleigh era quindi un nome falso).
Winterson è stato però ancora più abile. Grazie alla collaborazione di Peter Soreson e della Nippon Television ha ripreso Wabe in atteggiamenti sospetti ma, soprattutto, è riuscito a fargli ammettere linganno.
In una telefonata, John Wabe ha infatti confermato la falsità del filmato e il suo coinvolgimento nella vicenda. Il video, inoltre, sarebbe stato preparato in collaborazione con il Discovery Channel, che sta attualmente programmando una serie sui falsi UFO.