Geoffrey Dean, l'astrologo scettico

Come si sono evolute le ricerche scientifiche in astrologia, perché gli astrologi vanno verso il counselling, cosa devono fare gli scettici per essere convincenti: un esperto racconta anni di ricerche ed esperienze

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  • 09-02-2008
  • a cura di Stefano Bagnasco e Andrea Ferrero
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Geoffrey Dean.
Co-compilatore, insieme ad Arthur Mather, del libro Recent Advances in Natal Astrology: A Critical Review 1900-1976, Geoffrey Dean fin dal 1974 conduce studi su larga scala dell’astrologia, ed ha curato numerosi articoli critici, dibattiti, ricerche e premi per la ricerca in astrologia. È stato astrologo professionista e stato fondatore e primo presidente della Federation of Australian Astrologers in Australia Occidentale. È noto per le sue divertenti conferenze riccamen-te illustrate da diapositive. Nel 1988 ha ricevuto il Commemorative Bicentennial Award dall’Astrological Monthly Review (Australia) per i suoi contributi alla ricerca astrologica, mentre nel 2003 è stato eletto fellow dello CSICOP per i suoi significativi contributi alla scienza ed allo scetticismo. Il numero di novembre 2005 dell’Australian Monthly Review è station dedicato a Dean come a “un ricercatore abbastanza coraggioso da porre domande scomode”. Vive a Perth, Australia Occidentale.


Dottor Dean, è da quando l’astrologia si è separata dall’astronomia che gli scienziati la avversano, ma ho l’impressione che le prime critiche fossero più basate sul mostrare l’inconsistenza teorica dell’astrologia e che solo di recente l’accento si sia spostato sul suo fallimento sperimen-tale. Cosa ne pensa?

L’inizio della sperimentazione coincide con l’avvento delle scienze sociali. Fino al ventesimo secolo le scienze sociali quasi non esistevano: c’erano pochi dati e pochi metodi di analisi. Al crescere di entrambe le cose, andò aumentando il numero di sperimentazioni: una cosa analoga è avvenuta in astrologia.
Fino al 1950 c’erano poche raccolte di dati natali e non esisteva un metodo scien-tifico per analizzarli. Poi iniziò la raccolta sistematica, in particolare da parte di Michel Gauquelin in Francia e dell’Astrological Association in Inghilterra, ma i calcoli erano ancora un problema difficilmente sormontabile, dato che i temi na-tali dovevano essere calcolati a mano. A seconda dell’esperimento, il calcolo pote-va richiedere anche più di un’ora per ogni singolo soggetto. Per cui gli esperimen-ti erano pochi, mentre la critica astrologica si concentrava su qualcosa di abbon-dante, e cioè le incoerenze, come l’argomento secondo il quale i segni solari (che non cambiano se non ogni mese all’incirca) hanno una validità, mentre nel tema natale un errore di cinque minuti può fare una enorme differenza.
Oggi un computer può fare gli stessi calcoli in una frazione di secondo. È facile fare esperimenti con migliaia di soggetti, ed i risultati possono essere analizzati con tecniche impossibili da applicare a mano, come l’analisi multivariata e le meta-analisi. A partire dai primi anni ottanta del Novecento si ebbero perciò sempre più esperimenti in campo astrologico. Oggi abbiamo centinaia di risultati sperimentali, ma nessuno porta qualche contributo utile all’astrologia. Per cui le critiche oggi includono sia le incoerenze sia i fallimenti sperimentali. Attenzione che qui la parola importante è “utile”, perché tiene conto della dimen-sione dell’effetto. Se casualmente si ottiene un risultato debolmente positivo, si può forse dire che è “nella direzione” dell’astrologia, ma non che dà un vero contributo utile a dimostrarla: è troppo piccolo per essere di qualche utilità. In questo discorso gli unici effetti rilevanti sono quelli che danno un contributo utile all’astrologia, ma nonostante i risoluti tentativi di scienziati ed astrologi nel corso dell’ultimo mezzo secolo, usando metodi molto più potenti di quelli a disposizione degli antichi, non se ne è trovato nessuno.


Molti esperimenti richiedono la cooperazione degli astrologi per essere portati a termine. Si riesce ancora ad ottenerla, dopo anni di fallimenti?

Sì. Gli astrologi possono sempre trovare nel tema natale qualcosa che si adatti al soggetto, per cui per loro l’astrologia funziona sempre. Ma funziona anche se si usa un tema natale sbagliato, quindi non è l’astrologia all’opera ma si tratta di “artefatti”, che spero potremo discutere più avanti. Ancora, gli astrologi possono sempre trovare qualche scusa per giustificare il fallimento sperimentale; possono ad esempio dire che i soggetti avevano troppo Nettuno nel loro tema natale, o che il ricercatore non capiva davvero l’astrologia. Di conseguenza, gli astrologi non si curano dei critici che citano le incoerenze o i fallimenti sperimentali e, come risultato, c’è sempre qualche astrologo disponibile ad aiutare gli scienziati.

Il limite però potrebbe essere dei ricercatori più che degli astrologi. Il peso delle prove a sfavore dell’astrologia è ora così grande che la probabilità di ottenere risultati positivi ed utili sembra remota. Oggi gli esperimenti sono meno frequenti che negli anni ottanta perché i ricercatori stanno perdendo interesse. Possiamo dar loro torto?


Spesso si sente parlare di studi che trovano correlazioni tra la data (o per lo meno la stagione) della nascita ed alcuni aspetti della vita di un persona, dal carattere all’incidenza di determinate malattie. C’è qualcuno di questi effetti che può essere di qualche utilità pratica ad un astrologo?

Che io sappia nessuno. Ad oggi, l’effetto più grande osservato è la correlazione tra il segno zodiacale e il punteggio di “estroversione” nei test della personalità. Se cerchiamo di prevedere se il punteggio di estroversione di una persona sarà al di sopra o al di sotto della media lanciando una moneta, la probabilità di indovinare è 1/2. Se facciamo la stessa previsione usando il segno zodiacale, la probabilità aumenta fino a 1.08/2, ma solo se la persona sa cosa significa il suo segno zodia-cale. Se non lo sa, rimane 1/2. Notate il problema: nonostante 1.08/2 sia il più grande effetto osservato finora in astrologia, non ha alcun vantaggio pratico rispetto ad 1/2; ossia, l’effetto non porta alcun contributo utile. Quel che è peggio, la differenza non è dovuta all’astrologia ma alla conoscenza dei segni zodiacali, che influenza le nostre risposte indirizzandole nella direzione prevista. Ad esempio, sapendo di essere del Sagittario (quindi estroverso e amante delle feste) ci porta a rispondere «sì» alla domanda se ci piacciono le feste, conseguentemente aumentando il nostro punteggio per l’estroversione.


Lei è uno dei più rispettati ricercatori critici nel capo dell’astrologia, ed è attivo dagli anni settanta. Ha l’impressione che da allora qualcosa sia cambiato nel modo in cui gli astrologi lavorano e si fanno pubblicità?

Grazie per i gentili commenti, ma la ricerca in astrologia richiede competenze in così tanti campi (astrologia, astronomia, psicologia, sociologia, statistica, infor-matica) che nessuno può affrontarla in modo appropriato da solo. Perciò il mio contributo non sarebbe nulla senza l’aiuto di altri, in particolare l’instancabile trentennale collaborazione di Arthur Mather in Scozia, Ivan Kelly in Canada e Rudolf Smit in Olanda, la cui felice capacità di litigare on me è resa più efficace dal fatto di avere generalmente ragione. Ma se il nostro lavoro è rispettato dagli scettici, tende ad essere ignorato dagli astrologi, che ci vedono come chiusi di mente, bigotti e disperatamente occupati a cercare di gettare discredito sull’astrologia, come se cercare prove fosse un’eresia. Questa è naturalmente la classica reazione dei “true believer” nei confronti di qualunque ricerca contraddica le loro credenze.
Per rispondere alla domanda: sì, alcune cose sono molto cambiate, altre solo un po’, e qualcosa non è cambiato per nulla. Grandi cambiamenti: tutti gli astrologi ora usano un computer per calcolare il tema natale. In questo modo, hanno più tempo per i clienti. Inoltre, alcuni astrologi hanno siti web per farsi pubblicità, anche se i migliori tendono ancora a non fare alcuna forma di pubblicità perché non ne hanno bisogno (è sufficiente il passaparola), e perché la pubblicità può attirare persone che cercano solo un veggente. Cambiamenti più piccoli, almeno in Australia, Inghilterra e negli Stati Uniti (l’Europa mi è meno familiare): adesso parlano soprattutto i clienti (durante un consulto, NdT). Questo è un cambiamento in meglio perché mette porta l’astrologia in linea con il counselling ortodosso, con in più il bonus che molti astrologi sono persone comprensive con cui uno può parlare senza temere che gli prescrivano del Prozac. Inoltre, dagli anni novanta c’è stato uno spostamento dall’astrologia psicologica verso altre forme come l’astrologia medioevale (un ritorno alle origini), l’astrologia mondiale, l’astrologia finanziaria, l’astrologia oraria (rispondere a domande precise) e l’astrologia Vedica indiana. Non c’è stato praticamente nes-sun cambiamento nei libri astrologici: continuano a promuovere le stesse idee tradizionali come Urano = cambiamento, che oggi sappiamo essere false. Ma que-sto è comprensibile: se i libri astrologici dicessero la verità, la gente avrebbe ben poche ragioni per imparare l’astrologia o andare dall’astrologo.


Secondo lei qualcuno di questi cambiamenti è in qualche modo effetto dell’indagine scientifica delle affermazioni astrologiche?

No. Credo che l’indagine scientifica non abbia quasi alcun effetto sulla generazio-ne presente di astrologi e su cosa fanno. Via via che i risultati della ricerca diven-tano più noti, potrebbero far perdere interesse alla prossima generazione di aspi-ranti astrologi ed aspiranti clienti, ma non succederà dall’oggi al domani.


Quale ne è la causa, quindi?

L’orientarsi versi il counselling è stato per lo più dovuto ad astrologi che si accorgevano che comportarsi più come counsellor (per lo più parla il cliente) aiuta i clienti più che comportarsi come astrologi tradizionali (per lo più parla l’astrologo). Come risultato, una piccola frazione di astrologi professionisti, circa il 5% in Inghilterra e molto meno negli Stati Uniti, sono anche professionalemente qualificati in counselling. Ma non è detto che la tendenza sia in crescita: il numero di nuovi libri astrologici in inglese in qualche modo centrati sul counselling ha raggiunto un massimo negli anni ottanta con circa un libro ogni 20, ma è da allora diminuito fino a circa uno ogni 200. L’allontanamento dall’astrologia psicologica è principalmente dovuto alla maggiore disponibilità di corsi e libri su argomenti in competizione, alla loro maggiore attrattiva ora che i libri di pop psychology hanno reso la psicologia fai-da-te molto più facile dell’astrologia psicologica.


Non ha citato gli oroscopi sui giornali ed i servizi telefonici a pagamento…

La resistenza al cambiamento sembra massima negli oroscopi sui giornali e nei servizi telefonico. Se gli oroscopi segnosolari sono la disciplina astrologica su cui si è svolta maggiore ricerca, sono anche quella più redditizia, per cui anche risultati invariabilmente negativi non sortono alcun effetto. Se la popolarità degli oroscopi calerà, sarà probabilmente solo perché passeranno di moda.


È diffusa la convinzione, anche tra gli studiosi, che l’astrologia non sia che un innocuo passatempo da non prendere troppo sul serio, e che dedicarvi troppa attenzione sia inutile se non controproducente. Qual è la ragione per continuare ad investigarla criticamente e quale può essere l’obiettivo a lungo termine di un’associazione come il CICAP?

Negli anni settanta c’erano due ragioni principali per studiare l’astrologia. Uno, l’evidenza sperimentale suggeriva che una parte avrebbe potuto essere vera. Due, la credenza nell’astrologia era molto diffusa, per cui era un buon terreno per studiare i meccanismi della credenza. Oggi, dopo trent’anni di esperimenti, la prima ragione non è più valida. Nessuno dei risultati sperimentali ha portato alcun contributo utile, per cui non c’è più alcuna ragione per continuare a fare un esperimento dopo l’altro. Ma la seconda affermazione è ancora vera, e l’astrologia rimane un buon terreno per studiare perché e come in generale la gente crede a qualcosa. In altre parole, gli psicologi hanno ancora ottime ragioni per studiare l’astrologia. Credo però che per gli scettici la situazione sia differente, dato che tutte le domande importanti hanno ricevuto una risposta. Come risultato, l’astrologia non è più il mistero di un tempo, per lo meno per le persone che hanno familiarità con le argomentazioni e le prove. Il problema è che queste persone sono rare, per cui credo che l’obiettivo a lungo termine debba essere dire “Hey, l’astrologia è molto più interessante di quello che credevamo!” Attirata così l’attenzione, spiegare come siano stati svelati i suoi misteri, e perché sembra funzionare non grazie all’astrologia ma agli artefatti. Una detective story affascinante, tutto sommato: chi può chiedere di più?


Ha parlato di “artefatti”. Di cosa si tratta?

In questo contesto, un artefatto è qualcosa che non è l’astrologia ma ne simula gli effetti, e ci persuade erroneamente che funzioni. Ne esistono sia nei dati che nel ragionamento. Gli artefatti non sono mai menzionati nei libri astrologici, anche se pervadono l’astrologia. Saremmo gravemente sviati se imparassimo l’astrologia senza prima imparare a conoscere gli artefatti. Artefatti nei dati. Alcuni dovrebbero essere ovvi, come quando i conteggi per segno zodiacale non sono corretti per le differenze nella durata temporale di ciascun segno (il Sole sta nel Cancro due giorni più che nel Capricorno), o quando i vincoli astronomici sono ignorati (Venere non può essere in quadratura al Sole). Altri artefatti nei dati non sono ovvi, ed alcuni hanno portato ad affermazioni un tempo viste come le migliori prove dell’astrologia. Un esempio sono le correlazioni trovate da John Nelson tra le posizioni planetarie e la qualità dei segnali radio Sembrava supportare l’astrologia, ma era in realtà dovuta alla fitta ma irregolare spaziatura dei “giorni planetari”, per la quale piccole differenze rispetto ai “giorni radiofonici” erano più probabili di grandi differenze. I ricercatori trovarono che la correlazione era altrettanto buona con qualunque altra cosa non fosse ad intervalli regolari, come gli spettacoli pomeridiani alle Folies Bergères, ma ovviamente non aveva niente a che fare con l’astrologia. Un altro esempio è quello del collegamento tra il segno zodiacale ed il punteggio nei test sull’estroversione, che era dovuto a punteggi falsati e non aveva nulla a che fare con l’astrologia. Atrefatti nel ragionamento. Li chiamiamo “persuasori occulti” perché normal-mente siamo ignari della loro presenza, anche se sono molto potenti nel convincerci a trarre conclusioni errate. Esistono più di trenta persuasori occulti; tutti sono comuni nei libri di astrologia e durante i consulti con un astrologo. Alcuni esempi sono l’effetto Barnum (leggere lo specifico nel generico), la dissonanza cognitiva (vedere quello che crediamo), la cold reading (farci guidare dal linguaggio non verbale), la non-falsificabilità (niente conta contro le nostre idee), l’effetto placebo (mi fa bene se penso che mi faccia bene), la correlazione illusoria (trovare un significato dove non ce n’è), la memoria selettiva (ricordare i risultati positivi e dimenticare gli errori) e l’effetto “dottor Fox” (accecare con una valanga di ger-go, come in questa lista). Ciascuno crea l’illusione che l’astrologia funzioni, e nes-suno richiede che l’astrologia sia vera. Gli astrologi invariabilmente insegnano l’astrologia senza alcun riferimento ai persuasori occulti, che è un po’ come insegnare l’aritmetica senza alcun riferimento alle moltiplicazioni. Fino ad oggi, ogni volta che un preteso effetto astrologico è stato indagato (il che può richiedere molto tempo, anche trent’anni, prima che siano raccolti sufficienti dati e sviluppati gli appropriati metodi di analisi), è stato spiegato in termini di artefatti nei dati o nel ragionamento. Quando si fa in modo di evitare ogni artefatto, l’astrologia smette di funzionare. Ma naturalmente non si trova niente del genere in nessun libro astrologico. Quando facciamo notare agli astrologi che l’astrologia smette di funzionare se si riesce ad evitare gli artefatti, invariabilmente sostengono che i nostri esperimenti sono troppo grossolani per rivelare le sottili verità dell’astrologia. Notate come queste verità siano ora diventate sottili mentre prima, come negli oroscopi dei giornali, fossero evidenti e grandiose. In effetti, sono vent’anni che facciamo le stesse domande agli astrologi, ma non abbiamo mai ricevuto una risposta utile. A volte evitano la dicendo «se foste astrologi, sapreste che l’astrologia funziona». Ma sia Rudolf Smit che io siamo stati astrologi professionisti. A differenza di altri, abbiamo provato ad evitare gli artefatti e ci siamo immediatamente accorti che l’astrologia smetteva di funzionare. La conclusione è che è difficile parlare di scienza con gli astrologi. Non vogliono sapere.


Proviamo a criticare gli scettici invece degli astrologi, tanto per cam-biare. Quali sono, nella sua esperienza, gli errori più comuni nella criti-ca che gli scettici fanno dell’astrologia?

Ho letto molte critiche scettiche dell’astrologia. Nella maggior parte dei casi non erano al corrente dell’estensione della ricerca, per cui tentevano ad affidarsi a vecchie argomentazioni come la precessione degli equinozi che sposta i segni dal-le loro posizioni originarie. Ma argomentazioni vecchie hanno vecchi problemi; ad esempio, se gli scettici che parlano della precessione avessero familiarità con i manuali astrologici, saprebbero che la precessione è irrilevante. In questo modo gli scettici diventano bersagli troppo facili per il fuoco degli astrologi. Gli scettici tendono anche ad essere negativi, trattando tutti gli astrologi ed i loro clienti come se fossero stupidi e creduloni. Ma la stupidità e la creduloneria hanno molta meno importanza, se pure ne hanno, delle normali caratteristiche umane che tutti condividiamo, come essere sviati dai persuasori occulti.


E quali sono invece le questioni più importanti sulle quali ci si dovrebbe concentrare?

Qui ritorno alla risposta precedente. Gli autori scettici possono attirare lettori facendo un uso più largo dei molti affascinanti esperimenti che sono stati fatti in astrologia. Gli sforzi eroici dei Gauquelin sono ben noti, ma sapevate del ricercatore olandese che ha raccolto i dati di nascita e morte da più di 7000 pietre tombali per vedere se c’era una correlazione tra segno zodiacale e longevità (non c’era). O del ricercatore inglese che ha applicato con un computer 8000 diversi test ai dati dei Gauquelin per vedere se c’era altro oltre all’effetto Marte (non c’era). O la ricerca in cui 45 astrologi furono persuasi a leggere 160 temi natali inesistenti, per vedere se i loro risultati sarebbero stati differenti da quelli di altri 45 astrologi su 160 temi natali autentici (non lo furono). In altre parole, invece di fare noiose e generici riferimenti alle “prove sperimentali”, gli scettici dovrebbero essere specifici ed elettrizzanti. Gli scettici potrebbero anche sfruttare i molti affascinanti artefatti che spiegano la credenza in cose sbagliate, facendo diventare la critica dell’astrologia un esercizio di educazione invece che di demistificazione. La diffusa attrazione verso l’astrologia dovrebbe renderla ideal per un simile esercizio, se comparata ad altri argomenti meno popolari come il creazionismo. Naturalmente i miei suggerimenti sono inutili a meno che le necessarie informazioni siano facilmente accessibili, e non lo erano fino a pochi anni fa. Molti degli esperimenti più interessanti erano nascosti in giornali astrologici difficili da trovare, e molte interessanti spiegazioni in riviste di psicologia di difficile comprensione. Ma oggi il materiale più importante, con tutti i riferimenti bibliografici, si può trovare su www.astrology-and-science.com , a cui chiunque può accedere. La palla al CICAP!
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