Lens flare “presenze” per tutti i gusti

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Foto 1
Nel primissimo articolo di questa rubrica, che risale al novembre del 2016 (Query 27), avevo accennato, tra le altre cose, a un fenomeno ottico molto comune: il lens flare. In quella occasione, era emerso quanto sia facile scambiare normali – e ben noti – fenomeni ottici per qualcosa di misterioso. Torniamo a parlare di questo tema perché le casistiche sono piuttosto varie e tutte sempre molto istruttive.

A seconda del bagaglio socio-culturale, delle proprie paure e credenze, le persone tendono ad attribuire ai flare spiegazioni che, spesso, risultano davvero curiose, soprattutto per chi il fenomeno lo conosce già: si spazia dalle anime inquiete, agli UFO, alle apparizioni mistiche e così via.

Di cosa si tratta in realtà? Il lens flare non si presenta normalmente in natura, ma si verifica solo quando si effettuano fotografie o riprese video in particolari condizioni di illuminazione. Gli obiettivi delle apparecchiature fotografiche (cellulari compresi) sono composti solitamente da un sistema di più lenti una dopo l’altra; è piuttosto comune che un raggio di luce in ingresso nell’obiettivo si rifletta su queste lenti prima di finire sulla pellicola fotografica o sul sensore dei dispositivi moderni.

Il flare si manifesta come una “presenza luminescente” (spesso di colore azzurro o, in genere, molto chiaro) quando si inquadra una forte fonte di luce naturale o artificiale (ad esempio il Sole, la Luna, un faretto da giardino, una lampada da tavolo).

Una caratteristica peculiare del lens flare è la sua ubicazione nell’inquadratura: esso è sempre in posizione centro-simmetrica rispetto alla fonte che lo ha generato (si veda la foto 1 – lens flare catturato in una ripresa video e prodotto dal lampione stradale).

Come accade nella maggior parte delle volte, si tende a non notare la presenza del flare mentre si è intenti a scattare la foto perché siamo concentrati (o distratti) nel guardare ciò che vorremmo immortalare. Il nostro “intruso luminoso” viene più comunemente notato solo in seguito, quando si va a riguardare lo scatto. Lo stesso vale per le riprese video, ma in questo secondo caso – a peggiorare la faccenda – c’è anche un altro fatto: se nell’inquadratura cambia la posizione della fonte luminosa (ad esempio se sto riprendendo il passaggio di un’auto con i fari accesi), andrà a cambiare anche quella del flare: si ottiene così un oggetto luminoso che fluttua misteriosamente a mezz’aria. Facile saltare a conclusioni a dir poco azzardate, affermando di essere in possesso delle prove dell’esistenza di qualche tipo di velivolo spaziale (ovviamente alieno), ripreso per puro caso.

Tra coloro i quali si rivolgono al Gruppo Indagini del CICAP ci sono – fortunatamente – anche tante persone che, usando il buon senso, provano a fornire ipotesi più verosimili; altri, non riuscendo proprio a dare un senso alla cosa, si rivolgono a noi, fiduciosi di poter ricevere una spiegazione razionale del mistero.

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Foto 2
È il caso di una docente di Roma che, tempo fa, ci ha contattati per avere un nostro parere a proposito di una strana presenza in una foto; si tratta di un’immagine scattata durante i lavori di ammodernamento dell’appartamento appartenuto all’ormai defunto padre della donna. In tale immagine (si veda la foto 2) è ben visibile quello che, a molti, potrebbe sembrare un piccolo teschio sospeso in aria. Non è il caso della nostra mittente, piuttosto scettica su certi tipi di fenomeni, ma in quanti interpreterebbero tale “presenza” come l’inequivocabile prova del fatto che il fantasma dell’uomo si aggiri ancora tra le mura domestiche?

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Foto 2 - particolare
La spiegazione, come potrete immaginare, è diversa: la forte luce del lampadario crea un tipico lens flare. Ma perché sarebbe a forma di teschio? Il lampadario è di quelli tanto di moda decenni fa, composti da tanti cristalli pendenti che – come è possibile vedere – si interpongono tra la lampada e chi osserva (e fotografa). La presenza di tali cristalli va così ad alterare la forma del flare. Ora entra in gioco anche l’ormai noto fenomeno della pareidolia (si veda l’articolo della stessa rubrica sul numero 31 di Query): la calotta cranica del teschietto è formata dal bulbo luminescente della lampadina, ma la presenza di alcune gocce di vetro del lampadario crea l’effetto delle cavità oculari e nasale.

Nella foto 3, invece, troviamo il tipico lens flare che si crea quando si fanno fotografie paesaggistiche nelle quali, più o meno volontariamente, viene inquadrato anche il Sole. La persona che ci ha inviato lo scatto ha fornito una sua ipotesi che, pur essendo sbagliata, risultava molto intrigante, e cioè che si trattasse di un fuoco fatuo (una fiammella prodotta dai gas emessi da materie organiche durante la loro decomposizione). Ora, tale fenomeno chimico è davvero raro; difficile pensare che la persona che ha fatto la foto abbia avuto la fortuna di catturarne uno per puro caso. La risposta più logica, comunque, ci viene data dalla posizione della luminescenza: come detto sopra, essa è posizionata proprio dove dovrebbe essere se fosse un lens flare. In più, la forma stessa della luminescenza più che una fiammella ricorda proprio una porzione di disco solare, parzialmente coperto dalle nubi, cosa che rispecchia la reale situazione meteorologica in quel momento.

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Foto 3
Per i lettori abituali di Query potrà sembrare curioso, ma di queste tipologie di foto il CICAP ne riceve decine e decine all’anno: sembrerebbe proprio che il fenomeno in oggetto sia davvero poco noto ai più, pur essendo sotto gli occhi di tutti e facile da realizzare. Prendete uno smartphone o una fotocamera e inquadrate un faretto nelle vicinanze: potrete verificare subito con i vostri occhi la presenza di un lens flare nell’inquadratura. Sconsiglio caldamente di puntare il dispositivo verso il Sole nelle ore centrali della giornata per evitare di danneggiarne il sensore.

Ricreare gli effetti descritti, come sappiamo bene, è molto utile per verificare che tali “presenze” non abbiano proprio nulla di misterioso. Provare per credere, a patto che nessuno vada poi in giro a dire di aver fotografato un fantasma!
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