Il genio ingannatore

scherzi e burle di Benjamin Franklin, Padre Fondatore degli USA

  • In Articoli
  • 16-02-2006
  • di Sergio de Santis
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Ritratto di Ben Franklin.

Tutti sanno che Benjamin Franklin è stato un Founding Father, cioè uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d'America. Pochi sanno invece che egli fu anche un inveterato autore di Hoaxes, quasi sempre destinati a sottolineare le sue idee in materia di religione, politica e società.

Il suo esordio avvenne con la "scoperta" di un'aggiunta alla Bibbia. In questo 51° capitolo della Genesi - personalmente stampato da Franklin grazie alla sua qualità di esperto tipografo - Abramo viene rimproverato da Yahweh per avere scacciato di casa uno straniero che gli aveva confessato di adorare un Dio diverso. La denuncia dell'intolleranza religiosa è scoperta, ma il "falso" fu dapprincipio preso per "vero", creando scalpore e dubbi fra i credenti.

Un altro Hoax è rappresentato dal falso resoconto - pubblicato dalla Pennsylvania Gazette - a proposito di un processo per stregoneria nel corso del quale un uomo e una donna sarebbero stati accusati di avere fatto ballare le pecore, parlare i cani e cantare i salmi da altri animali. Per accertare la colpa dei due stregoni, i giudici avevano alla fine deciso di sottoporli alla "prova della bilancia" con una Bibbia sull'altro piatto, in base alla credenza che i posseduti dal Diavolo non potevano pesare più della Parola di Dio. Sfortunatamente però i due - chissà perché - erano risultati più pesanti del Libro; e i giudici avevano scelto di sottoporli allora alla "prova dell'acqua" gettandoli in uno stagno per vedere se affondavano o galleggiavano (dimostrando così rispettivamente la loro innocenza e la loro colpa). Questa volta i due imputati erano risultati colpevoli, ma alla fine i giudici si erano pronunciati per concedere loro una "bella", ripetendo la "prova dell'acqua": questa volta però senza vestiti e quindi rinviando il bagno sino al ritorno dell'estate per non mettere a repentaglio la loro salute...

Un altro tema affrontato da Franklin con le sue burle era stato quello della schiavitù, attraverso una falsa lettera inviata alla Federal Gazette poco dopo che un parlamentare aveva invitato il Congresso a non approvare alcuna legge che potesse ostacolare la tratta. Nella lettera era riportato il testo di un discorso - ovviamente inesistente - che sarebbe stato pronunciato nel XVII secolo dall'ulema algerino Sidi Mehmet Ibrahim - ugualmente inesistente - per difendere la schiavitù dei cristiani nei paesi musulmani in base al fatto che la stessa pratica era in uso nell'occidente e che i cristiani d'Algeria erano troppo ignoranti per poter trarre profitto dalla libertà. Vale a dire con le stesse argomentazioni - rovesciate - rispetto a quelle che erano prevalse nel dibattito congressuale americano.

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La copertina dell'almanacco astrologico del "Poor" Richard Saunders.

Grande successo popolare aveva poi riscosso anche un farsesco Almanacco astrologico attribuito a tale "Poor" Richard Saunders con varie fantasiose profezie, fra cui il giorno e l'ora della morte di Titan Leeds, editore di un almanacco concorrente. La morte non si era verificata seconda le previsioni: ma "il Povero Richard" non si era rassegnato alla sconfitta e aveva pubblicamente accusato Leeds di essere un mistificatore che faceva finta di essere ancora in vita mentre in realtà doveva essere morto. La polemica aveva provocato scalpore e confusione, ma "Poor Richard" aveva continuato ad agitare le acque per alcuni anni, sino a quando la morte reale di Leeds gli aveva consentito di elogiarlo per aver finalmente deciso di confessare la verità!

Come si conviene a un master hoaxer di questa portata, la carriera di Benjamin Franklin si è conclusa con una sorta di contrappasso dantesco nel XX secolo, grazie a un altro briccone e burlone di nome Martin Coonely.

Nel 1929 lo spericolato Martin era infatti riuscito a rubare dalla Libreria del Congresso un autografo autentico di Benjamin Franklin, che però era stato respinto come falso dall'antiquario al quale aveva tentato di venderlo. Infuriato dal rifiuto, Coonely aveva deciso di vendicarsi, dedicandosi alla falsificazione in serie di autografi storici. Il primo successo era giunto con un autografo di Abraham Lincoln che gli aveva fruttato dieci dollari, dopo di che Coonely era passato ai Padri Fondatori, come Washington, Jefferson, Hamilton e (naturalmente) Franklin. Tutti realizzati con grande perizia. Salvo proprio quello di Franklin, datato 1787 quando ormai l'ultraottantenne Ben non era più in grado di scrivere altro che con una grafia tremolante: con ogni probabilità non tanto un errore, quanto piuttosto un'ulteriore beffa a danno di chi anni prima gli aveva respinto un autografo autentico e adesso era disposto ad accettare per buono un "vero falso" volutamente maldestro.

Sergio De Santis
Giornalista e direttore della collana "StoricaMente" per la casa editrice Avverbi.

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