L'idea di base dell'agopuntura, nella tradizione cinese, è che le malattie siano dovute a interruzioni di flussi energetici all'interno dell'organismo, e che certi aghi (d'oro e d'argento) piazzati in certi punti particolari possano ristabilire il corretto passaggio di tali energie, evitando che il loro "accumularsi" provochi danni e dolore.
Oggi molti di coloro che praticano l'agopuntura, tendono piuttosto a credere che gli aghi (non più d'oro o d'argento ma di acciaio inox) producano delle stimolazioni nelle cellule nervose e provochino una "inibizione competitiva" all'interno del sistema nervoso, con conseguenze benefiche in certe malattie.
Com'è noto questi aghi non vengono necessariamente messi nei punti dolenti, anzi il più delle volte vengono collocati in punti molto distanti dalla zona malata: per esempio in un piede per curare la schiena.
In questa rete di collegamenti nervosi (o "energetici") l'orecchio viene considerato, dagli agopuntori, un po' il cruscotto di bordo: così come in un aereo si può avere il quadro della situazione schiacciando i vari pulsanti per controllare se ci sono guasti o perdite (circuiti elettrici, olio dei freni, livelli dei serbatoi, luci, collegamenti fonici ecc.), analogamente "pungendo" l'orecchio si dovrebbe poter fare una diagnosi della malattia. Esiste cioè una precisa "mappa" dell'orecchio, con una serie di punti, ognuno dei quali dovrebbe corrispondere a una certa area del corpo.
Proprio per questo quando diversi anni fa visitai l'Acupuncture Pain Control Unit all'Università di California, Los Angeles, venni sottoposto a una "diagnosi" attraverso la puntura dell'orecchio per individuare (senza che io lo dicessi) i dolori di cui soffrivo. La dimostrazione non riuscì (avevo dei dolori alle ginocchia, ma dalla puntura dell'orecchio risultarono invece altri mali di cui non soffrivo).
Ma, diagnosi a parte, questo trattamento risulta efficace?
Sì, mi hanno risposto certi pazienti che ho visto con gli aghi infilati nei punti più diversi.
Ci si può allora porre una domanda pertinente: può trattarsi di un semplice effetto placebo? Cioè la diminuzione del dolore può essere collegata a un'autosuggestione, più che a un'effettiva stimolazione del sistema nervoso?
Aghi nei bambini e negli animali
Ci sono ricerche ed esperimenti, in merito. In particolare, quelle effettuate dal professor Patrick Wall, dell'Università di Londra, uno dei più noti esperti mondiali negli studi sul dolore.
Egli fu molto interessato dall'agopuntura, ritenendo che l'antica medicina cinese avesse forse individuato (per caso) una serie di punti che potevano veramente agire su certi circuiti nervosi. Si recò in Cina e studiò il problema: ne ritornò molto deluso, per una serie di cose che aveva visto, ma soprattutto per il fatto che, a differenza di quanto spesso si racconta, l'agopuntura (e glielo confermarono gli stessi medici cinesi) non funzionava né con i bambini né con gli animali. Questo è infatti un punto fondamentale: perché, sono proprio i trattamenti placebo a non funzionare con bambini e animali, cioè con quei soggetti che non hanno una "interpretazione" psicologica della cura.
In altre parole, un vero trattamento, farmacologico o di altra natura (penicillina, narcosi ecc.) agisce su tutti (adulti, bambini, animali); un placebo invece agisce solo sugli adulti, cioè su coloro che "credono" di aver preso un farmaco. Se l'agopuntura non funziona con bambini e animali, ciò porta quindi a ritenere che i suoi eventuali benefici siano dovuti, in realtà, solo a un effetto psicologico di suggestione.
Gli agopuntori affermano che le loro cure funzionano anche con bambini e animali, ma vari altri studi, condotti da ricercatori indipendenti, confermano invece che ciò non sembra essere vero.
Il professor A. Shapiro, dal canto suo, mi ha perfino detto che è possibile ottenere gli stessi risultati mettendo gli aghi nei punti giusti, oppure, a casaccio, nei punti sbagliati...
Il dottor David Bressier, dell'Acupuncture Pain Control Unit dell'Università di California, a Los Angeles, sostenitore dell'agopuntura, mi ha invece assicurato di avere provato a spostare gli aghi, controllando i risultati con la famos camera Kirlian e di avere osservato che gli aghi nei punti sbagliati non producono gli stessi effetti fotografici. Ma oggi sappiamo bene che ciò non sembra avere alcuna base scientifica, in quanto le differenze nell'"aura" e nei colori prodotti dalla Kirlian non è dovuta a variazioni fisiologiche nel soggetto, ma a tutt'altre ragioni.
Sull'agopuntura c'è una testimonianza molto interessante, quella del professor M.E. De Bakey, il famoso cardiochirurgo di Houston, che per primo fece esperimenti sul cuore artificiale.
Egli si recò in Cina diversi anni fa e assistette a sei operazioni a cuore aperto in cui il paziente veniva anestetizzato con l'agopuntura. In un articolo giunse alla conclusione che con ogni probabilità si trattava di autosuggestione del paziente.
Osservò infatti che solo una piccola percentuale di volontari venivano operati in quel modo e che essi ricevevano sedativi (phenobarbital e morfina). A volte veniva praticata persino un'anestesia locale prima dell'incisione (il resto dell'operazione, afferma De Bakey, non causa dolore). Non solo, ma osservò che gli aghi venivano ogni volta messi in punti diversi (a volte un solo ago). Secondo De Bakey l'agopuntura rilassa certi pazienti, ma dubita che si tratti di qualcosa di veramente importante per la medicina.
Il professor A. Shapiro, anzi, si spinge ancora più in là nella critica, e formula l'ipotesi che l'agopuntura, come molte altre "cure placebo" della storia della medicina, possa aver avuto anche effetti negativi. Egli osserva infatti che vi sono sempre state in Cina due malattie endemiche: la scabbia e l'itterizia. Ed entrambe queste malattie si possono trasmettere con l'agopuntura, usando aghi non disinfettati... (In realtà non risulta che questo sia vero, NdR.)
Tutto questo non significa che l'agopuntura non funzioni: anzi, come tutti gli effetti placebo, può aiutare molto il paziente. Specialmente quando il paziente crede in queste cure.
Può anche darsi che un giorno si dimostri che agisce veramente sui nervi. Dal mio punto di vista, comunque, la cosa che mi interessava approfondire quando me ne sono occupato per un'inchiesta televisiva era vedere se l'agopuntura dimostrava l'esistenza di particolari "fluidi energetici" nel corpo. L'osservazione attuale non sembra in realtà indicare nulla di paranormale.
Quanto si conosce sulle relazioni tra il corpo e la mente, sull'effetto placebo, sui "fluidi" ecc., pare insomma riportare certi fenomeni di cui spesso si parla in un ambito molto meno spettacolare, e sembra anche mostrare che questi effetti abbiano sostanzialmente una portata abbastanza limitata.
Piero Angela
Giornalista e scrittore