Lettere

Feynman e il cespuglio; Zichichi contro Darwin; Per metà analfabeti?; Perché tanto ristagno?; Il triste risveglio dalle illusioni; Uno scettico in Paradiso

Richard Feynman è probabilmente il più famoso fisico del 900 dopo Albert Einstein. Ancora studente collaborò con il Progetto Manatthan, insieme d Enrico Fermi, e vinse il Premio Nobel per la fisica nel 1965. Fu professore al Caltech (California Institute of Technology) per molti anni. Fu un individuo curioso, geniale e iconoclasta, con un amore per la conoscenza e la vita impareggiabili. Morì di cancro nel febbraio del 1988.

Il brano seguente, che vorrei condividere con i lettori di S&P, è tratto da What do YOU care what other people think? di Richard P. Feynman, edito dalle Edizioni Bantam - New York nel novembre 1989 (Ediz.italiana: Che t'importa di ciò che dice la gente? Vita e avventure di uno scienziato curioso, Ed. Zanichelli, collana "Le ellissi"):

Sono cresciuto nella religione ebraica - la mia famiglia andava al tempio ogni venerdì; fui mandato a quella che chiamavamo la "Scuola Domenicale", e ho anche studiato la lingua ebraica per un po' - ma allo stesso tempo, mio padre mi spiegava il mondo. Quando sentivo il rabbino parlare di alcuni miracoli, come quello del cespuglio le cui foglie si muovevano anche se non c'era nessun vento, provavo a ricondurre il miracolo nel mondo reale e spiegarlo in termini di fenomeni naturali.

Alcuni miracoli erano più difficili di altri da capire.

Quello delle foglie era facile. Mentre camminavo per andare a scuola, udii un leggero rumore: sebbene il vento fosse rilevabile con difficoltà, le foglie di un cespuglio stavano agitandosi un po' perché erano nella posizione giusta per creare un tipo di risonanza. E io pensavo, "Aha! Questa é una buona spiegazione per la visione di Elijah del cespuglio tremolante!"

Marco Amici

Luleå (Svezia)

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Zichichi contro Darwin

Vorrei sottoporre alla vostra attenzione un commento sul libro di Antonino Zichichi: Perché io credo in colui che ha fatto il mondo, dove, nel capitolo "Evoluzione culturale e biologica", viene totalmente abbattuta la teoria sull'evoluzione dell'uomo.

Il fisico siciliano, nel suo libro, cerca di dimostrare "galileianamente", come lui dice, che tutte le teorie sull'evoluzionismo umano non hanno basi scientifiche e che non esistono equazioni matematiche che possono descrivere il "contorto" percorso evolutivo che ha portato dall'Australopiteco all'Homo sapiens sapiens.

Ora, mi chiedo se è mai possibile che un fisico teorico debba cancellare una conquista scientifica fatta dall'uomo in un tempo dove l'unica verità era quella biblica, anche per i fenomeni naturali. Un Darwin del XIX secolo ha rivoluzionato con la sua teoria il modo di vedere il "mondo naturale", in una Inghilterra ottocentesca imperniata nella mistificazione della legge divina.

Ritengo, quindi, che le affermazioni di Zichichi siano letteralmente gravissime, per uno scienziato del suo livello e del suo carisma mediatico, ma soprattutto su una materia che non gli compete, come la biologia. Perché bisogna ricordare che la teoria sull'origine dell'uomo di Darwin è avvallata, nelle sue linee generali, dalle più recenti ricerche della Biologia molecolare, della Genetica di popolazione e di tante altre discipline che si occupano dei legami evolutivi tra specie su basi biochimiche (DNA, RNA ).

Ecco, volevo denunciare questo atto di carente razionalità da parte di un fisico che con le sue affermazioni "manda al rogo" la base fondamentale della biologia moderna.

Andrea Mastinu

(Studente di Biologia presso l'Università di Cagliari)

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Per metà analfabeti?

Spero che non mi giudicherete invadente se invio qualche parola di commento dopo aver letto il numero di marzo/aprile 2001 di S&P. Non mi diffondo troppo in complimenti per non ripetermi: il livello della rivista è sempre buono e gli articoli tali da solleticare più di una curiosità. Volevo dire due parole sul bellissimo articolo del professor Regge ("Esiste la realtà?", pag. 42); a parte il suo interesse intrinseco, mi sembra risponda implicitamente a un'obiezione sollevata spesso contro gli scettici: che una volta tolto di mezzo il paranormale e l'occulto, a questo mondo non vi sarebbe più nulla di fantastico e meraviglioso. Non è vero, la scienza può farci sollevare lo sguardo su panorami ben più affascinanti di quelli inventati dall'occultismo e dalla ciarlataneria.

Ho apprezzato molto anche l'articolo di Calogero Martorana ("Come si diventa colti?", pag. 76), però una sua affermazione mi ha lasciato perplesso: può essere che il 50 per cento degli Italiani sia analfabeta? Credo sia questione di capirsi, se parliamo delle molte persone che terminata la scuola non prendono più in mano un libro, di coloro che non sanno orizzontarsi con l'orario ferroviario, né fare la dichiarazione dei redditi, né leggere un computer, che evitano gli articoli di fondo dei quotidiani perché contengono parole per loro troppo difficili, il dato è credibile, ma se parliamo di analfabetismo "totale", il dato mi sembra esagerato.

Gradirei, se possibile, avere un chiarimento su questo punto.

Faccio gli auguri a tutta la redazione di S&P per una prosecuzione sempre più fruttuosa e ricca di soddisfazioni.

Fabio Calabrese

Trieste

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Risponde Calogero Martorana:

Mi permetta intanto di ringraziarla sia delle lodi, che certamente sono esagerate, sia di aver scritto questa lettera, segno inequivocabile di attenzione e di profondità di pensiero.

Purtroppo, i dati che la turbano sono corretti (45,4 per cento), la fonte è il "Censimento ufficiale" (vedi: Libro dei fatti 2001, p. 384, I tabella) e alcune analisi sono reperibili anche presso il settimanale l'Espresso (suppongo ancora reperibili sul sito omonimo).

In quanto al significato di "analfabeta", io intendo proprio "persone prive di titolo di studio o tutt'al più aventi la sola licenza elementare". Ovviamente, il discorso sull'analfabetismo "non scolastico" si aggiunge, e aggrava, il dato che ho fornito.

Calogero Martorana

Napoli

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Perché tanto ristagno?

Forse la migliore verifica dell'illusione del paranormale è il fatto che le "prove" di esso sono sempre allo stesso punto.

Anche l'elettricità, trecento anni or sono, era una sorta di fenomeno paranormale, ritenuta un trucco dei salotti, dove si facevano prove di elettrostatica, per non parlare del pazzo che resuscitava la rane. Newton in fondo aveva spiegato tutto e non occorrevano altre forze. Ma poi qualcuno ha trovato il bandolo della matassa e quella forza ha cambiato il mondo. E così, cento anni fa, erano considerati gli aerei: ogni tanto qualcuno sosteneva di essere riuscito a decollare, e alla prova ufficiale restava regolarmente al suolo. Quando i fratelli Wright si sono impadroniti del meccanismo, il compito più duro è stato farsi credere: era dato quasi per certo che la cosa non era possibile. Poi l'evidenza dei fatti ha rovesciato la situazione.

Ritornando al paranormale, sembra quasi che si sia andati indietro rispetto alla situazione di fine Ottocento, oggi che i metodi di indagine sono molto più raffinati; tanto per dirne una, sembra che abbia fallito anche la camera Kirlian, che sembrava fotografare quel che solo i veggenti vedono.

Il tempo è un galantuomo e dà ragione a chi l'ha.

Giovanni Bosticco

Torino

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Il triste risveglio dalle illusioni

Dopo la scomparsa di un caro ho incominciato il mio viaggio attraverso "medium, sensitivi, e chiaroveggenti". Il momento meno adatto per fare la loro conoscenza: sei ancora sconvolto e pieno di dolore. Cerchi a tutti i costi una spiegazione a quello che ti è appena successo... e allora, quasi per incanto, senti parlare il vicino di casa, il collega di lavoro o l'amico, di un "bravissimo" sensitivo che può aiutarti, in quel momento ne hai bisogno e ti lasci guidare. Non ragioni e non rifletti, ma soprattutto prendi per vero quello che ti viene detto a ogni seduta.

Di solito il "contatto" costa dalle cento alle duecentomila lire ma non viene garantito, perché se possono (le entità) vengono... dando risposte o accenni talmente vaghi che chiunque potrebbe ritrovarsi. Ho incominciato (per fortuna) ad aprire gli occhi... e mi sono posto le prime domande: Chi sono questi tramiti con l'aldilà, chi li ha proclamati tali? Forse Dio? E allora perché devo pagare per avere un "segno" che arriva da Dio stesso? E perché nei cosiddetti "contatti", la persona scomparsa dà cenni sul cane che aveva oppure sui funghi che gli piacevano e io mi devo scervellare per ricordare se gli piacevano i funghi oppure...non è lui? Si sono sbagliati? Vi assicuro cari medium, che è più doloroso quando ti risvegli dalle illusioni che propinate, che imparare a convivere con la mancanza di una persona cara.

Lorenzo Boni

Varese

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Uno scettico in Paradiso

Vorrei farvi leggere un mini-racconto che mia mamma, Pasqua Gandolfi, ha scritto e che si intitola "Uno scettico in Paradiso". Mi piacerebbe vederlo pubblicato su S&P, io lo trovo molto carino e spero che piaccia anche a voi. Eccolo:

Era giunta la sua ora. Con grande stupore si ritrovò davanti alle porte del Paradiso. Dopo un attimo di indecisione bussò e gli fu aperto. Il Giudice lo guardò ed emise immediatamente la sentenza: "Sei stato un brav'uomo in fin dei conti... coerente, onesto con gli altri e con te stesso... ti meriti il Paradiso. Finalmente saprai la verità, quella che hai ostinatamente cercato per tutta la vita".

Gli sembrò che il Giudice ammiccasse mentre diceva queste parole. Davvero saprò la verità?

- pensò lo scettico - tutta... proprio tutta? ...quasi quasi...

"Senta", disse, "preferirei farmi prima un po' di Purgatorio... sa, a me piace cercarla, la verità... mi annoierei troppo..."

Lorena Pelco

Livorno

[email protected]

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