di Fulvia Cariglia
Mondadori, 2003
pp. 207, 7,80
Echi d'altrove
di Fulvia Cariglia
Mondadori, 2004
pp. 245, 8,00
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di Massimo Polidoro
La giornalista Fulvia Cariglia Bianchi è stata per alcuni anni direttrice del Giornale dei misteri, una pubblicazione di antica data ma che, sotto la sua direzione, aveva acquistato un taglio originale e vivace. A causa di contrasti con l'editore (sfociati anche in una causa legale), tuttavia, la Cariglia ha da qualche tempo lasciato il giornale per dedicarsi all'organizzazione dell'annuale Congresso sulle esperienze di pre-morte (NDE) di San Marino e alla pubblicazione di libri.
Il primo dei due volumi della Cariglia si occupa proprio delle NDE e vanta una prefazione di Raymond A. Moody, colui che per primo ha raccontato (e con successo) di questo fenomeno, ma da cui oggi si è oramai staccato. Il taglio del libro è giornalistico: una panoramica storica, un resoconto di cosa siano le NDE e come vengano raccontate da chi le ha vissute e una discussione sulle possibili interpretazioni. Poco, però, lo spazio dato alla notevole letteratura scientifica dedicata ai meccanismi cerebrali che entrano in gioco nei momenti di coma che caratterizzano le NDE e che farebbero pensare a un'origine esclusivamente fisiologica del fenomeno.
Il secondo volume vuole essere, invece, un excursus sulle modalità con cui, attraverso i secoli, gli uomini hanno cercato un contatto con l'aldilà. Si va dalle sorelle Fox ai moderni channeler ma, come tanti volumi simili, ci si dimentica di dettagli cruciali e si ripetono inesattezze smentite dai fatti. In particolare, pur apprezzando l'attenzione con cui Cariglia, a differenza di altri, evita di prendere tutto per oro colato, è assente ogni descrizione degli smascheramenti subiti dai medium citati: da Home alla Palladino (del resto nella bibliografia non compare un solo titolo di chi si è occupato criticamente di spiritismo: Podmore, Hall, Brandon, Stein, Houdini, Maskelyne, Gardner, Christopher...). Si parla anche di psicofonia, ma dell'importante lavoro di verifica sperimentale svolto dal CICAP (unico in questo campo in Italia) non c'è traccia.
Da segnalare, invece, una trattazione dettagliata (da leggersi insieme a quella che fa Sergio Flamigni ne La tela del ragno, Kaos Edizioni, 2003, p. 172) della celebre "seduta con il bicchierino" tenuta durante il rapimento Moro e da cui uscì la parola "Gradoli", nome della via in cui si trovava uno dei covi delle Brigate Rosse presso cui l'allora presidente della DC era tenuto prigioniero.