Rennes-le-Château: un'inchiesta
Francesco Garufi
Edizioni Hera, 2004
pp. 300, 30,00
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di Manuele Dell'Oca
È oramai assodato che nel piccolo paese di Rennes-le-Château pochi siano i veri misteri degni di questo nome. Antiche pergamene, tombe di grandi personaggi della cristianità, oggetti dal grande valore simbolico sembra abbiano perso la credibilità che nel tempo avevano acquisito grazie alla pletora di scrittori che si sono gettati a capofitto nel crogiuolo di argomenti misteriosofici che rappresenta questo sperduto paese del sud della Francia. Berenger Saunière, il troppo nominato parroco del tardo ottocento forse potrà ora riposare in pace. Non c'è nulla di quanto favoleggiato a Rennes-le-Château, non esistono strane macchinazioni e grandi fortune monetarie. La grande potenza occultatrice del Priorato di Sion con il suo gran maestro Pierre Plantard ha perso ogni attendibilità, la ricerca del "grande segreto" taciuto da duemila anni non ha più ragione di esistere. Eppure sono ancora molti i libri in cui si propagandano questi infiniti misteri, dove errori su errori vengono ripetuti a scapito delle reali vicende a testimonianza che la sete di arcani segreti è molto viva tra quanti si sono appassionati a questo argomento. Non sono bastate le ricerche di molti autori francesi e di qualche italiano a far chiudere definitivamente il capitolo Rennes-le-Château. Nel panorama italiano è stato da poco pubblicato il libro di Francesco Garufi Rennes-le-Château: un'inchiesta, in cui l'autore intraprende una via in controcorrente, dove molti dei "grandi" misteri vengono ad uno ad uno smantellati da prove e testimonianze. Ed è proprio nel lavoro di Garufi che ritroviamo, forse, la vera importanza di Rennes-le-Château: un luogo in cui la storia ha segnato vicende importanti. Ci si accorge così che questo paesino ha avuto un ruolo fondamentale in tutto il Medioevo, legando il suo nome ad antiche leggende di tesori sepolti. È questo, infatti, il punto su cui, forse, vale la pena di indagare. Nel corso degli anni l'intera storia del paese francese ha subito notevoli stravolgimenti. Gli avvenimenti storici hanno subito il plagio della fantasia di quanti hanno sfruttato la figura di Berenger Saunière quale palcoscenico per la propria voglia di protagonismo. La vicenda di Renne-le-Château è servita solo come base su cui costruire voli pindarici di dubbia corrispondenza. La quasi totalità dei libri scritti sull'argomento utilizza le vicissitudini del parroco per creare un "canovaccio", una trama su cui tessere, in una sorta d'ibrido deforme, avvenimenti lontani dalla realtà e da Rennes-le-Château.
Come detto sopra, gli eventi accaduti in tutto il territorio hanno alimentato numerose leggende relative a tesori nascosti che sono stati legati alla presunta fortuna di Berenger Saunière. Intorno alla metà del 1950, Renne-le-Château ha subito una vera invasione di cacciatori di tesori che, armati di pale e picconi, hanno letteralmente trasformato il suolo del paesino in un colabrodo. Non è stato risparmiato nulla, dai sondaggi con metal detector all'uso della dinamite; numerosi scavi sono stati effettuati nella Torre Magdala, nel giardino d'inverno, sotto la fontana situata nel giardino di villa Bethania, nella villa stessa e nella strada... In pratica, tutte le proprietà di Saunière sono state oggetto di ricerca con un'unica conclusione... quella di non aver scoperto nulla. L'interesse degli entusiasti ricercatori è stato smorzato dal comune di Renne-le-Château, nel 1965, quando si decise di vietare gli scavi in tutto il territorio comunale. Questo non per nascondere o impedire qualche rinvenimento, bensì per evitare che il "fervore" dei ricercatori potesse prendere il sopravvento. Ed in realtà è proprio in questo senso che, a quanto pare, si procederà in futuro. Ma non per effettuare scavi selvaggi, bensì per dare il via ad una serie di prospezioni archeologiche ufficiali. Nel libro di Garufi è ben evidenziata la vicenda che da un paio di anni sta portando una ventata di aria nuova su Rennes-le-Château. Attraverso i contatti che l'autore ha avuto con due personaggi di rilievo, Robert Eisenman e Andrea Barattolo, sono venuti alla luce importanti spunti di ricerca. Il dottor Barattolo, professore di Storia dell'Arte e Archeologia alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Macerata, in una intervista concessa all'autore del libro Rennes-le-Château: un'inchiesta, si dichiara convinto che il sito di Rennes-le-Château sia molto importante, che racchiuda un mistero, un "segreto" celato sotto il terreno su cui poggia tutta la proprietà che fu del parroco. Ma si tratta di un "segreto" storico, della possibilità concreta che sotto pochi metri di terra si nasconda un patrimonio archeologico di notevole valore. Dello stesso parere Robert Eisenman, professore di Archeologia e Religioni, nonché direttore del prestigioso Istituto per gli Studi delle Origini Giudaico-Cristiane della California State University, anche se con spunti forse meno "archeologici". Egli difatti è convinto che a Rennes-le-Château si possa trovare un collegamento, un manoscritto, qualcosa che possa far luce su un periodo oscuro legato ai Catari e alla loro religione. Ma anche un'informazione "veicolata" dalla Qumran essenica ai "perfetti" di Francia. Un documento portato in queste zone forse dai Templari. I quali a loro volta possono avere qualche connessione con il famoso Rotolo della Guerra, trovato sempre a Qumran. Potrebbe però esserci qualcosa di più, come ipotizza Paul Saussez, ricercatore belga, che in suo ottimo studio svolto con l'ausilio della computer grafica ci mostra come al di sotto della chiesa ristrutturata da Saunière vi sia la Tomba dei Signori, la cripta che ospiterebbe i più ricchi e potenti Signori del Razes. Secondo Saussez, il parroco sarebbe riuscito ad entrarvi all'interno, conscio dell'esistenza della cripta attraverso il ritrovamento di un registro parrocchiale del 1694, in cui si parla proprio del Tombeau des Seigneurs, la tomba dei Signori. Nel supporto audiovisivo allegato a libro Rennes-le-Château: un'inchiesta, è possibile farsi un'idea dell'ottimo studio di Saussez e di come esista la convincente probabilità che questa teoria sia molto verosimile.
Ci rendiamo conto, dunque, che Rennes-le-Château costituisce ancora un piccolo mistero. Attraverso fatti concreti, forse, si avrà la possibilità di mettere la parola fine a questo lungo romanzo, impregnato di "si dice" e di leggende. Ma non è prendendo solo uno spunto della leggenda e collegandolo per i propri scopi a Saunière che, un giorno sarà possibile trovare uno dei leggendari tesori sepolti nella zona. Se il tesoro esiste, è attraverso una vera ricerca storica che possiamo sperare di individuarlo. Saunière, a nostro avviso, non ha trovato nulla di tutto ciò. Nessuna pergamena con qualche improbabile genealogia, nessun tesoro di Gerusalemme.
Vorremmo concludere questo nostro scritto con una ferma convinzione: il curato di Rennes-le-Château, Berenger Saunière fu solo un muto testimone delle fantasie popolari che, in un certo qual modo, hanno screditato la sua stessa figura. È tempo di ridare al curato la sua vera storia.
Crediamo che tutto quanto scritto su questo paesino e sul suo curato possa essere racchiuso in una considerazione dell'autore del libro Rennes-le-Château: un'inchiesta: "Non ci sono misteri inesplicabili a Rennes-le-Château, semplicemente una successione di fatti che presi nel loro contesto originale hanno una logica conseguenza. Il vero segreto di Bérenger Saunière è Bérenger Saunière."