Le vittime dei maghi si riscattano. L'effetto mediatico scatenato dall'arresto di Wanna Marchi ha generato, come già mostrato nel numero precedente, un nuovo coraggio nelle vittime dei maghi nello sporgere denunce e una rinnovata fiducia nella possibilità di ottenere giustizia. Uno di questi esempi viene dalla provincia di Pordenone, dove i Carabinieri sono riusciti ad avere da molti clienti truffati elementi importanti per smascherare due cartomanti che operavano in alcune emittenti televisive locali. Dalle indagini è emerso che le due maghe applicavano ai loro clienti tariffe diverse a seconda del tipo di consulto, dalle poche centinaia di euro per i problemi più comuni fino a diverse migliaia di euro per le pratiche specifiche contro il malocchio. Le donne spesso si recavano anche a domicilio dai loro clienti e questo aumentava ulteriormente il prezzo. Grazie alle numerose testimonianze dei clienti truffati si è potuto stimare per le due donne un giro di affari di circa cinquantamila euro. Le donne sono state denunciate con l'accusa di truffa aggravata e minacce.
(Repubblica on line, 1 marzo 2002)
Una collaborazione molto conveniente. Un'analoga sorte è capitata a due presunti maghi riconosciuti colpevoli di truffe ben più consistenti in tutto il territorio nazionale. È risultato dalle indagini che i due usavano l'espediente di utilizzare sempre pseudonimi diversi, scambiandosi spesso la clientela, per raggiungere il più vasto numero di vittime in tutta Italia. Anche in questo caso ad avviare le indagini è stata la denuncia da parte di una delle vittime. Ben presto sono state ricostruite tante vicende di uomini e donne disposte a versare somme altissime per sottoporsi ai più ridicoli rituali anti-malocchio, spesso condizionate e intimorite dal ritrovamento di macabri resti di animali trafitti da spilloni che venivano fatti recapitare di proposito nella loro cassetta della posta. Tra i clienti c'erano anche studenti che si facevano preparare talismani prima degli esami. Per i due arrestati sono stati ipotizzati i reati di estorsione e circonvenzione.
(Ansa, 13 aprile 2002)
Amicizie pericolose. Spesso dai fatti di cronaca emerge in modo particolarmente drammatico la fragilità psicologica di molte delle persone che decidono di rivolgersi a un mago per risolvere i propri problemi. Il caso in questione è legato all'omicidio di un elettricista di Prato, massacrato dalle coltellate inferte dal suo migliore amico. Tra i possibili moventi, è stato preso in considerazione quello della gelosia che l'uomo avrebbe nutrito nei confronti della giovane compagna straniera dell'amico. Ma nel corso dell'interrogatorio l'omicida avrebbe rivelato di essersi rivolto a un mago per trovare un rimedio alle ansie e alle preoccupazioni che lo affliggevano. In base a questo è stata avanzata una nuova ipotesi secondo la quale sarebbe stato il mago a far nascere nell'uomo il sospetto che la causa di tutti i suoi problemi fosse proprio il suo amico, operando un condizionamento tale da scatenare l'improvviso gesto criminale.
(Il Tirreno, 19 aprile 2002)
In conclusione, per la rubrica L'angolo della salute: "non ti curar DA lor ma guarda e passa":
Iniezione fatale. Non bisogna mai perdere l'occasione di sottolineare quanto possano essere più vergognosi, rispetto ai tanti fatti di cronaca citati in questa rubrica, quelli che riguardano truffe nei confronti di persone gravemente malate ormai disposte a spendere qualsiasi cifra pur di avere nuove speranze di guarigione. Un altro di questi episodi è accaduto a Roma, dove un medico è stato denunciato per omicidio colposo con l'accusa di aver provocato la morte di un paziente sottoponendolo a una cura alternativa basata su un'iniezione di bicarbonato all'addome. Il paziente, un uomo di trentacinque anni colpito da un cancro in fase terminale, aveva deciso di effettuare questo estremo tentativo dopo aver visto la pubblicità di questo medico su un sito Internet, dove venivano esaltate le virtù di questo suo nuovo rimedio alternativo per la cura dei tumori, accessibile dietro pagamento di una cospicua somma. Ma dopo soltanto due ore dall'iniezione l'uomo aveva cominciato a sentire dolori forti allo stomaco ed è morto ventiquattro ore dopo il suo ricovero in ospedale.
(Il Messaggero, 20 febbraio 2002)
Fabio Cilia
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