Si dice che la frode scientifica sia antica quanto la stessa scienza. Non è una novità assoluta, che anche gli scienziati possano imbrogliare. Piuttosto, si dibatte da tempo sui motivi che li portano a farlo. Perché mai la scienza dovrebbe essere esente dalle menzogne, dagli intrighi e dai raggiri, che caratterizzano frequentemente altre attività umane quali la politica, il lavoro, lo sport? Portata avanti da esseri umani con tutte le loro debolezze, la scienza è tuttavia soggetta a continue verifiche e controlli che ne permettono l'evoluzione unidirezionale, uno sviluppo continuo; questo non impedisce il periodico verificarsi di episodi oscuri se non di vere e proprie truffe che hanno per protagonista l'uomo scienziato. Stiamo parlando delle truffe e dei raggiri realizzati consapevolmente e deliberatamente da ricercatori, studiosi e semplici tecnici senza troppi scrupoli. Non si parla quindi degli errori, degli equivoci e delle sopravvalutazioni che, pur non mancando certo nella storia della ricerca scientifica, non possono essere necessariamente attribuiti alla malafede degli interessati.
Essendo, come già detto, la frode scientifica piuttosto datata, i primi "imbroglioni" vanno ricercati, e ce lo dicono storici, filosofi ed epistemologi, nel mondo classico. Ed ecco il cattivo esempio di un Tolomeo che, oltre ad aver prodotto teorie cosmologiche non più confutate e corrette per 14 secoli, pare si sia macchiato della forse più scientificamente empia colpa di aver rubato l'idea ad Ipparco, vissuto due secoli prima. Parecchi secoli dopo, altri studiosi e scienziati sarebbero ricorsi al raggiro, per motivi diversi, principalmente per confortare più efficacemente le loro teorie. Si fanno oggi i nomi di Galileo, Newton, Mendel, persino Einstein. Tutti personaggi cui la scienza deve molto. Galileo non avrebbe eseguito molti degli esperimenti da lui riferiti nelle sue lettere; Newton avrebbe barato nei suoi calcoli astronomici, aggiungendo ad hoc i numeri che consentivano di raggiungere i risultati desiderati; Mendel avrebbe manipolato i suoi risultati sulla riproduzione delle piante di pisello… insomma un lungo elenco di eccellenti truffatori, cui possiamo aggiungere i nomi di ricercatori e premi nobel un poco di tutte le discipline scientifiche (Kekulè, Segre, Freud, Watson, ecc.).
Particolarmente adatta alla trattazione delle mistificazioni scientifiche è la vicenda relativa al famoso "uomo di Piltdown", i cui resti furono trovati in una cava di ghiaia tra il 1908 e il 1912, in Inghilterra. I frammenti di un cranio umano e di una mascella scimmiesca furono portati quale esempio di fossile intermedio - quello tanto ricercato - tra le scimmie e l'uomo, da individui di spicco del British Museum e di altre istituzioni scientifiche inglesi. Una nuova specie umana fu fondata e descritta, e tra le polemiche (ora, si sa, giustificatissime), la vicenda si protrasse sino agli anni Cinquanta, quando la truffa fu scoperta e la falsità dei reperti si palesò agli occhi della comunità scientifica. Più difficile fu, ed è ancora, trovare i responsabili della beffa, anche se almeno una ventina di persone, tra scienziati, curatori, tecnici e appassionati di paleontologia sono tra gli "inquisiti".
Altri casi famosi furono quelli degli inesistenti raggi N del fisico francese Renè Blondlot, i rospi modificati artificialmente dal viennese Paul Kammerer, le alghe verdi copulanti del tedesco Franz Moewus…la lista potrebbe continuare.
Perché poi gli scienziati, i tecnici e altri addetti ai lavori dovrebbero imbrogliare? I motivi sono più d'uno, e col tempo la truffa stessa si è evoluta: una volta si truffava per ambizione, oppure per motivi ideologici o politici; oggi invece si truffa per perseguire guadagni altrimenti non ricavabili, per soldi, insomma. Sotto accusa è il sistema di reclutamento e incentivazione dei ricercatori, sorto nei paesi dove i finanziamenti pubblici e privati sono direttamente proporzionali ai risultati raggiunti o anche solo alle pubblicazioni scientifiche accettate (soprattutto negli USA, in definitiva). In un sistema dove la carriera scientifica procede sotto la bandiera del "publish or perish" (pubblica o muori), i risultati scientifici sono spesso forzati o sovrastimati, quando non addirittura inventati di sana pianta.
Per saperne di piu:
Essendo, come già detto, la frode scientifica piuttosto datata, i primi "imbroglioni" vanno ricercati, e ce lo dicono storici, filosofi ed epistemologi, nel mondo classico. Ed ecco il cattivo esempio di un Tolomeo che, oltre ad aver prodotto teorie cosmologiche non più confutate e corrette per 14 secoli, pare si sia macchiato della forse più scientificamente empia colpa di aver rubato l'idea ad Ipparco, vissuto due secoli prima. Parecchi secoli dopo, altri studiosi e scienziati sarebbero ricorsi al raggiro, per motivi diversi, principalmente per confortare più efficacemente le loro teorie. Si fanno oggi i nomi di Galileo, Newton, Mendel, persino Einstein. Tutti personaggi cui la scienza deve molto. Galileo non avrebbe eseguito molti degli esperimenti da lui riferiti nelle sue lettere; Newton avrebbe barato nei suoi calcoli astronomici, aggiungendo ad hoc i numeri che consentivano di raggiungere i risultati desiderati; Mendel avrebbe manipolato i suoi risultati sulla riproduzione delle piante di pisello… insomma un lungo elenco di eccellenti truffatori, cui possiamo aggiungere i nomi di ricercatori e premi nobel un poco di tutte le discipline scientifiche (Kekulè, Segre, Freud, Watson, ecc.).
Particolarmente adatta alla trattazione delle mistificazioni scientifiche è la vicenda relativa al famoso "uomo di Piltdown", i cui resti furono trovati in una cava di ghiaia tra il 1908 e il 1912, in Inghilterra. I frammenti di un cranio umano e di una mascella scimmiesca furono portati quale esempio di fossile intermedio - quello tanto ricercato - tra le scimmie e l'uomo, da individui di spicco del British Museum e di altre istituzioni scientifiche inglesi. Una nuova specie umana fu fondata e descritta, e tra le polemiche (ora, si sa, giustificatissime), la vicenda si protrasse sino agli anni Cinquanta, quando la truffa fu scoperta e la falsità dei reperti si palesò agli occhi della comunità scientifica. Più difficile fu, ed è ancora, trovare i responsabili della beffa, anche se almeno una ventina di persone, tra scienziati, curatori, tecnici e appassionati di paleontologia sono tra gli "inquisiti".
Altri casi famosi furono quelli degli inesistenti raggi N del fisico francese Renè Blondlot, i rospi modificati artificialmente dal viennese Paul Kammerer, le alghe verdi copulanti del tedesco Franz Moewus…la lista potrebbe continuare.
Perché poi gli scienziati, i tecnici e altri addetti ai lavori dovrebbero imbrogliare? I motivi sono più d'uno, e col tempo la truffa stessa si è evoluta: una volta si truffava per ambizione, oppure per motivi ideologici o politici; oggi invece si truffa per perseguire guadagni altrimenti non ricavabili, per soldi, insomma. Sotto accusa è il sistema di reclutamento e incentivazione dei ricercatori, sorto nei paesi dove i finanziamenti pubblici e privati sono direttamente proporzionali ai risultati raggiunti o anche solo alle pubblicazioni scientifiche accettate (soprattutto negli USA, in definitiva). In un sistema dove la carriera scientifica procede sotto la bandiera del "publish or perish" (pubblica o muori), i risultati scientifici sono spesso forzati o sovrastimati, quando non addirittura inventati di sana pianta.
Per saperne di piu:
- Celli Giorgio. Bugie, fossili e farfalle. Il Mulino. 1991
- De Benedetti Rinaldo. Aneddotica delle scienze. Hoepli. 1960.
- Di Trocchio Federico. Le bugie della scienza. Mondadori. 1993
- Fuso, Silvano. Realtà o illusione? Dedalo. 1999.
- ARCHIMEDES : le grandi domande: "Scienza e pseudoscienza"