"Sono in vacanza a Monasterolo Casotto. paesino del Monregalese in provincia di Cuneo. Mi è stato detto che in questi giorni sono state gettate dall'alto delle vipere al fine di impedirne l'estinzione, nei boschi delle colline sovrastanti Torre Mondovi Soprana e altrove. Vorrei sapere se è vero e perché".
Questo il contenuto di una lettera inviata da una lettrice e pubblicata da La Stampa lo scorso 6 settembre.
Vipere dal cielo? Anche quest'anno, puntuale come sempre. ecco riaffacciarsi la storia delle vipere piovute dal cielo. Se ne parla nel Cuneese, per l'appunto, ma anche in Val di Susa, in provincia di Novara, nel Parco del Ticino, sui colli Berici, un po' ovunque.
La convinzione - diffusa per lo più nelle aree rurali tra contadini e cacciatori, ma ripresa diverse volte anche dalla stampa nazionale - riguarda l'attuazione, nelle nostre campagne e valli montane, di lanci di vipere con aerei o elicotteri da parte di non meglio identificati "amici della natura" o ecologisti. L'intento, secondo una delle tante versioni che circolano, sarebbe di nutrire, tramite un così insolito ripopolamento, i rapaci locali per evitarne l'estinzione.
Le voci che circolavano quest'estate in Val di Susa, nei paesi ai confini con la Francia. erano allarmanti. 'Pare che un bimotore -telefonò una signora al Comune di Cesana- ne abbia scaricate nella notte duemila: fate qualcosa". Altri giuravano che erano "minimo minimo cinquemila".
Racchiuse dentro ovuli che si aprirebbero al contatto con il terreno, agganciate niente meno che a piccoli paracadute. Un veloce accertamento, e delle vipere neanche l'ombra.
Eppure, malgrado le oggettive difficoltà tecniche ed economiche, l'inutilità di una simile operazione e l'assenza di prove concrete, la leggenda dei "lanciatori di vipere", tramandataci dai nostri cugini d'Oltralpe, ha sempre più numerosi fautori.
Di fatto, proprio di questa leggenda si tratta. Le prime voci di questo genere iniziarono a diffondersi in Francia già nella metà degli anni settanta. Allora, dei lanci organizzati vennero accusati i laboratori farmaceutici produttori del siero antivipera onde favorire il ripopolamento e procurarsi la materia prima. Poi negli anni ottanta la storia iniziò a circolare in Svizzera e un po' in tutta Italia. rimanendo però relegata nelle zone a ridosso dei monti. Oggi la sua diffusione si è espansa a macchia d'olio, raggiungendo anche numerose aree collinari.
Col trascorrere degli anni, i particolari narrati hanno subito, doverosamente, alcune varianti. I contenitori utilizzati per i lanci, a seconda delle versioni, sono scatole di cartone o sacchi di plastica ancorati, in alcuni casi, a rudimentali paracadute. Ne sono stati addirittura ricuperati alcuni, che però assomigliano molto più a opere di burloni che a concreti corpi del reato. Non è mancato chi ha ipotizzato che, per attutire la caduta, i sacchetti contenenti le vipere venissero riempiti d'acqua, come se questi "deliziosi" rettili fossero diventati esperti subacquei!
Lo scorso settembre, una nuova pensata. I rettili non sarebbero altro che un espediente per allontanare i curiosi da ben altra sostanza. I "palloni" sganciati dagli elicotteri conterrebbero in realtà droga assieme ad alcune vipere che servirebbero a tenere lontano eventuali curiosi, in attesa del sopraggiungere del corriere a cui il pacco era destinato. Sarebbe successo a Vernate, in provincia di Pavia. Ma anche questa volta nessuna prova concreta. Sempre solo voci, anche se ogni tanto pare farsi avanti qualcuno pronto a giurare di aver assistito personalmente all'insolito "lancio". E a questo proposito, emerge un aspetto interessante che si può riscontrare nelle narrazioni inerenti a storie di questo genere, anche se non rappresenta una regola. La presenza di testimoni "di fatto" o di persone che si immedesimano nella leggenda. Il passaggio di alcuni velivoli "sospetti", "mai visti prima", alieni insomma, viene "interpretato" come prova dei lanci e correlato ad un'accresciuta presenza di vipere nella zona, di solito di una specie "che prima non c'era". Alle interpretazioni si sommano le voci. ed il gioco è fatto.
Come se non bastasse, tra coloro i quali sono invece convinti trattarsi di una "leggenda", vengono proposte ipotesi altrettanto fantasiose per motivarne la diffusione. Eccone un paio. La voce verrebbe fatta girare dai cercatori di funghi, per così dire "professionisti", al fine di tener lontano i cercatori occasionali e un po' ingenui. Ma c'è chi teme di peggio: forse una campagna orchestrata da qualcuno che vuole mettere in ginocchio il turismo.
In realtà, la storia - che difficilmente è mai stata diffusa ad hoc - si rifà a paure ancestrali (la vipera è pericolo per antonomasia) e a più recenti conflitti di ruolo (gli ecologisti, i contadini, i cacciatori). Queste sono le basi che forniscono credibilità alla leggenda e l'hanno resa così diffusa. E a nessuno viene in mente di raffrontare la comodità ed il costo del noleggio di un semplice furgone a quello di un'ora di elicottero. E poi, forse si crede che le vipere lanciate dall'alto rimbalzino? Non si immagina che, come qualsiasi altro animale, esse muoiano precipitando al suolo?
Nessuno di voi ha qualcosa da raccontare a questo proposito?
Paolo Toselli è il segretario del Centro sulle Voci e Leggende Contemporanee.
Questo il contenuto di una lettera inviata da una lettrice e pubblicata da La Stampa lo scorso 6 settembre.
Vipere dal cielo? Anche quest'anno, puntuale come sempre. ecco riaffacciarsi la storia delle vipere piovute dal cielo. Se ne parla nel Cuneese, per l'appunto, ma anche in Val di Susa, in provincia di Novara, nel Parco del Ticino, sui colli Berici, un po' ovunque.
La convinzione - diffusa per lo più nelle aree rurali tra contadini e cacciatori, ma ripresa diverse volte anche dalla stampa nazionale - riguarda l'attuazione, nelle nostre campagne e valli montane, di lanci di vipere con aerei o elicotteri da parte di non meglio identificati "amici della natura" o ecologisti. L'intento, secondo una delle tante versioni che circolano, sarebbe di nutrire, tramite un così insolito ripopolamento, i rapaci locali per evitarne l'estinzione.
Le voci che circolavano quest'estate in Val di Susa, nei paesi ai confini con la Francia. erano allarmanti. 'Pare che un bimotore -telefonò una signora al Comune di Cesana- ne abbia scaricate nella notte duemila: fate qualcosa". Altri giuravano che erano "minimo minimo cinquemila".
Racchiuse dentro ovuli che si aprirebbero al contatto con il terreno, agganciate niente meno che a piccoli paracadute. Un veloce accertamento, e delle vipere neanche l'ombra.
Eppure, malgrado le oggettive difficoltà tecniche ed economiche, l'inutilità di una simile operazione e l'assenza di prove concrete, la leggenda dei "lanciatori di vipere", tramandataci dai nostri cugini d'Oltralpe, ha sempre più numerosi fautori.
Di fatto, proprio di questa leggenda si tratta. Le prime voci di questo genere iniziarono a diffondersi in Francia già nella metà degli anni settanta. Allora, dei lanci organizzati vennero accusati i laboratori farmaceutici produttori del siero antivipera onde favorire il ripopolamento e procurarsi la materia prima. Poi negli anni ottanta la storia iniziò a circolare in Svizzera e un po' in tutta Italia. rimanendo però relegata nelle zone a ridosso dei monti. Oggi la sua diffusione si è espansa a macchia d'olio, raggiungendo anche numerose aree collinari.
Col trascorrere degli anni, i particolari narrati hanno subito, doverosamente, alcune varianti. I contenitori utilizzati per i lanci, a seconda delle versioni, sono scatole di cartone o sacchi di plastica ancorati, in alcuni casi, a rudimentali paracadute. Ne sono stati addirittura ricuperati alcuni, che però assomigliano molto più a opere di burloni che a concreti corpi del reato. Non è mancato chi ha ipotizzato che, per attutire la caduta, i sacchetti contenenti le vipere venissero riempiti d'acqua, come se questi "deliziosi" rettili fossero diventati esperti subacquei!
Lo scorso settembre, una nuova pensata. I rettili non sarebbero altro che un espediente per allontanare i curiosi da ben altra sostanza. I "palloni" sganciati dagli elicotteri conterrebbero in realtà droga assieme ad alcune vipere che servirebbero a tenere lontano eventuali curiosi, in attesa del sopraggiungere del corriere a cui il pacco era destinato. Sarebbe successo a Vernate, in provincia di Pavia. Ma anche questa volta nessuna prova concreta. Sempre solo voci, anche se ogni tanto pare farsi avanti qualcuno pronto a giurare di aver assistito personalmente all'insolito "lancio". E a questo proposito, emerge un aspetto interessante che si può riscontrare nelle narrazioni inerenti a storie di questo genere, anche se non rappresenta una regola. La presenza di testimoni "di fatto" o di persone che si immedesimano nella leggenda. Il passaggio di alcuni velivoli "sospetti", "mai visti prima", alieni insomma, viene "interpretato" come prova dei lanci e correlato ad un'accresciuta presenza di vipere nella zona, di solito di una specie "che prima non c'era". Alle interpretazioni si sommano le voci. ed il gioco è fatto.
Come se non bastasse, tra coloro i quali sono invece convinti trattarsi di una "leggenda", vengono proposte ipotesi altrettanto fantasiose per motivarne la diffusione. Eccone un paio. La voce verrebbe fatta girare dai cercatori di funghi, per così dire "professionisti", al fine di tener lontano i cercatori occasionali e un po' ingenui. Ma c'è chi teme di peggio: forse una campagna orchestrata da qualcuno che vuole mettere in ginocchio il turismo.
In realtà, la storia - che difficilmente è mai stata diffusa ad hoc - si rifà a paure ancestrali (la vipera è pericolo per antonomasia) e a più recenti conflitti di ruolo (gli ecologisti, i contadini, i cacciatori). Queste sono le basi che forniscono credibilità alla leggenda e l'hanno resa così diffusa. E a nessuno viene in mente di raffrontare la comodità ed il costo del noleggio di un semplice furgone a quello di un'ora di elicottero. E poi, forse si crede che le vipere lanciate dall'alto rimbalzino? Non si immagina che, come qualsiasi altro animale, esse muoiano precipitando al suolo?
Nessuno di voi ha qualcosa da raccontare a questo proposito?
Paolo Toselli è il segretario del Centro sulle Voci e Leggende Contemporanee.