Con l'inizio del 2020 c'è stato un importante avvicendamento nel nostro team che gestisce le pagine CICAP sui social network (Facebook, Twitter, Instagram, eccetera): dopo cinque anni Alessia Donzelli ha lasciato l'incarico di coordinatrice del gruppo ed è stata sostituita da Serena Pescuma.
Per il CICAP i social network sono un mezzo importante non solo per comunicare le nostre iniziative ma anche per mantenere un contatto quotidiano con i nostri simpatizzanti (e con i nostri critici) e poter tenere conto del vostro parere. Spesso riusciamo attraverso questi mezzi a entrare in contatto con un pubblico più vasto di quello che raggiungiamo con il nostro sito o con gli eventi che organizziamo: si tratta quindi di uno strumento potente, da usare con attenzione.
In un'epoca in cui i social network hanno amplificato la tendenza alla polarizzazione e al linciaggio mediatico, ci siamo sempre sforzati di mantenere un tono pacato e aperto al dialogo, perché riteniamo che la capacità di pensare razionalmente e sulla base delle prove si difenda prima di tutto attraverso il buon esempio.
Il lavoro di Alessia ha sempre seguito questi principi e nel ringraziarla per quanto fatto le abbiamo rivolto alcune domande volte a riassumere la sua esperienza di coordinatrice dei social network:
Che cosa hai imparato in questi anni come coordinatrice dei social network CICAP?
Ho cominciato a fare la coordinatrice dei social del Cicap quasi per caso, nel 2015. Non avevo mai fatto la social media manager e nemmeno avrei mai pensato di farlo, ero semplicemente interessata agli argomenti scientifici e seguivo con assiduità sia il Cicap (di cui ero socia), sia altre pagine di divulgazione.
Un giorno di fine agosto mi arrivò la chiamata da Andrea Ferrero, che mi chiese una mano prima per Twitter , e poi per tutti tutti i social. Piano piano abbiamo costituito un gruppo, il "CICAP Social Club".
Ecco, la prima cosa che ho imparato è stato il lavoro di squadra, un lavoro basato su una visione comune e tanta tanta collaborazione, perché sui social la presenza costante e il tempismo sono fondamentali, e da soli non è possibile essere sempre presenti.
Il secondo insegnamento me l'ha dato Andrea Ferrero, che mi ha fatto capire come la gentilezza, l'educazione e la pazienza sono fondamentali, nei social come nella vita reale. E che se anche "blastare" le persone può essere a volte divertente o liberatorio, nel lungo periodo è un comportamento che non paga.
E poi ho imparato quanto è importante fare networking tra associazioni che hanno scopi comuni: ho trovato davvero delle persone splendide tra gli admin nelle nostre "pagine amiche".
Quali sono state le soddisfazioni più grandi?
Abbiamo avuto crescite notevoli in termini numerici (solo su Facebook , per esempio, siamo passati da 25000 follower nel 2015 a oltre 95000 oggi) e in termini di notorietà. È stato divertente quando il mio video di Piero Angela che fa il suo ingresso al CICAP Fest sulle note della marcia imperiale è finito su giornali e telegiornali, ma devo ammettere che la cosa che mi ha dato più soddisfazione è stata essere eletta all'unanimità coordinatrice di un gruppo così affiatato e così unito.
Voglio ringraziare ancora una volta il CICAP Social Club, di cui hanno fatto parte fin dalla prima ora Andrea Ferrero, Massimo Polidoro, Sonia Ciampoli, Roberto Labanti, Sofia Lincos e Andrea Sabbatini (Enrico Zabeo non lo ringrazio perchè si è portato via Sonia nel podcast!) Nel tempo si sono poi aggiunte le due colonne portanti Maria Pia Viscomi e Deborah Crifò su instagram e Stefano Ravazzolo su Telegram .
Lo so che mi ripeto, ma a loro tutti va il mio pensiero più affettuoso e il mio grazie più sincero.
Pensi che ci sia una differenza sostanziale tra il gestire i social network del CICAP e quelli di altri enti o associazioni?
Sicuramente ci sono differenze a seconda del soggetto, ma credo che il rispetto e la comunicazione non ostile siano un punto di partenza comune per chiunque voglia gestire i canali social di una associazione.
Devo però ammettere che in questi anni sono arrivati sui nostri social i più vari e i più strambi messaggi privati che mai mi sarei potuta immaginare di ricevere, da avvistamenti di fantasmi a persone con incredibili facoltà paranormali.
E questo credo che succeda soltanto al CICAP!
Per il CICAP i social network sono un mezzo importante non solo per comunicare le nostre iniziative ma anche per mantenere un contatto quotidiano con i nostri simpatizzanti (e con i nostri critici) e poter tenere conto del vostro parere. Spesso riusciamo attraverso questi mezzi a entrare in contatto con un pubblico più vasto di quello che raggiungiamo con il nostro sito o con gli eventi che organizziamo: si tratta quindi di uno strumento potente, da usare con attenzione.
In un'epoca in cui i social network hanno amplificato la tendenza alla polarizzazione e al linciaggio mediatico, ci siamo sempre sforzati di mantenere un tono pacato e aperto al dialogo, perché riteniamo che la capacità di pensare razionalmente e sulla base delle prove si difenda prima di tutto attraverso il buon esempio.
Il lavoro di Alessia ha sempre seguito questi principi e nel ringraziarla per quanto fatto le abbiamo rivolto alcune domande volte a riassumere la sua esperienza di coordinatrice dei social network:
Che cosa hai imparato in questi anni come coordinatrice dei social network CICAP?
Ho cominciato a fare la coordinatrice dei social del Cicap quasi per caso, nel 2015. Non avevo mai fatto la social media manager e nemmeno avrei mai pensato di farlo, ero semplicemente interessata agli argomenti scientifici e seguivo con assiduità sia il Cicap (di cui ero socia), sia altre pagine di divulgazione.
Un giorno di fine agosto mi arrivò la chiamata da Andrea Ferrero, che mi chiese una mano prima per Twitter , e poi per tutti tutti i social. Piano piano abbiamo costituito un gruppo, il "CICAP Social Club".
Ecco, la prima cosa che ho imparato è stato il lavoro di squadra, un lavoro basato su una visione comune e tanta tanta collaborazione, perché sui social la presenza costante e il tempismo sono fondamentali, e da soli non è possibile essere sempre presenti.
Il secondo insegnamento me l'ha dato Andrea Ferrero, che mi ha fatto capire come la gentilezza, l'educazione e la pazienza sono fondamentali, nei social come nella vita reale. E che se anche "blastare" le persone può essere a volte divertente o liberatorio, nel lungo periodo è un comportamento che non paga.
E poi ho imparato quanto è importante fare networking tra associazioni che hanno scopi comuni: ho trovato davvero delle persone splendide tra gli admin nelle nostre "pagine amiche".
Quali sono state le soddisfazioni più grandi?
Abbiamo avuto crescite notevoli in termini numerici (solo su Facebook , per esempio, siamo passati da 25000 follower nel 2015 a oltre 95000 oggi) e in termini di notorietà. È stato divertente quando il mio video di Piero Angela che fa il suo ingresso al CICAP Fest sulle note della marcia imperiale è finito su giornali e telegiornali, ma devo ammettere che la cosa che mi ha dato più soddisfazione è stata essere eletta all'unanimità coordinatrice di un gruppo così affiatato e così unito.
Voglio ringraziare ancora una volta il CICAP Social Club, di cui hanno fatto parte fin dalla prima ora Andrea Ferrero, Massimo Polidoro, Sonia Ciampoli, Roberto Labanti, Sofia Lincos e Andrea Sabbatini (Enrico Zabeo non lo ringrazio perchè si è portato via Sonia nel podcast!) Nel tempo si sono poi aggiunte le due colonne portanti Maria Pia Viscomi e Deborah Crifò su instagram e Stefano Ravazzolo su Telegram .
Lo so che mi ripeto, ma a loro tutti va il mio pensiero più affettuoso e il mio grazie più sincero.
Pensi che ci sia una differenza sostanziale tra il gestire i social network del CICAP e quelli di altri enti o associazioni?
Sicuramente ci sono differenze a seconda del soggetto, ma credo che il rispetto e la comunicazione non ostile siano un punto di partenza comune per chiunque voglia gestire i canali social di una associazione.
Devo però ammettere che in questi anni sono arrivati sui nostri social i più vari e i più strambi messaggi privati che mai mi sarei potuta immaginare di ricevere, da avvistamenti di fantasmi a persone con incredibili facoltà paranormali.
E questo credo che succeda soltanto al CICAP!