Ipnosi in gioielleria: assoluzione

Furti misteriosi

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Ancora una storia di presunti ipnorapinatori.
Varese. Assoluzione piena per una donna accusata di aver ipnotizzato una commessa di una gioielleria per rubarle alcuni oggetti. Il fatto risale a sei anni fa quando una quarantaseienne si recò in una gioielleria della città per vendere un centrino di pizzo. La donna al banco, una signora di 54 anni madre della proprietaria del negozio, comperò il pizzo ma, secondo l’accusa, la rapinatrice ipnotizzò la vittima e parlandole di malocchio si fece consegnare sette oggetti preziosi per purificarla. Le videocamere ripresero il tutto e nel filmato si vede chiaramente la negoziante dirigersi verso la vetrinetta per prendere gli oggetti che sarebbero poi stati benedetti in sette chiese diverse per riuscire a togliere il malocchio. Dopo la consegna la donna si mise a gridare, un passante entrò nel negozio e bloccò la “ladra”. Il pubblico ministero Stefano Billet ha sostenuto la tesi della rapina. L’avvocato Massimo Lombardi invece ha smontato l’accusa. Non c’era infatti nessuna prova che la ladra avesse ipnotizzato la commessa, secondo Lombardi la donna aveva consegnato spontaneamente gli oggetti credendo davvero alla storia del malocchio. Del resto la presunta ladra aveva consegnato subito gli oggetti alla polizia e la negoziante ha spiegato di averle dato solo quello e non i soldi della cassa. Questo, secondo l’avvocato, prova la lucidità della donna. Il giudice Giuseppe Pavich ha assolto l’imputata.
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