Nobel contro medicina non convenzionale. Dulbecco e Montalcini firmano documento con altri 35 scienziati

Ci sono anche i Nobel Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini a schierarsi contro il documento con cui, il 18 maggio scorso la Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) ha detto sì alle medicine non convenzionali.
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I due Nobel hanno firmato un documento nel quale assieme ad altri 35 ricercatori di livello internazionale rilevano come al momento non esista alcuna prova scientifica dell'efficacia delle medicine non convenzionali. I ricercatori invitano quindi la Federazione degli Ordini dei medici a impegnarsi in favore dell'educazione scientifica e perchè i cittadini siano in grado di fare scelte terapeutiche sulla base di presupposti scientifici e non perchè alcune terapie sono riconosciute per legge.

Ecco di seguito il testo integrale del documento firmato, tra gli altri, dai genetisti Edoardo Boncinelli e Bruno Dallapiccola, i farmacologi Silvio Garattini e Giuseppe Remuzzi, l'oncologo Luigi Luzzatto, l'immunologo Alberto Mantovani, i biologi Carlo Alberto Redi, Silvia Garagna e Maurizio Zuccotti, il presidente del Comitato nazionale per la Biosicurezza Leonardo Santi:

"Il Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha approvato il 18 Maggio 2002 un documento che si intitola 'Linee guida della FNOMCeO su medicine e pratiche non convenzionalì. Questo documento chiede che nove tipi di medicina cosidetta non convenzionale incluse Fitoterapia, Medicina Ayurvedica, Medicina Antroposofica, Medicina Omeopatica, Medicina Tradizionale Cinese, Omotossicologia, Osteopatia, siano da considerarsi a tutti gli effetti atti medici e sancisce che solo i medici chirurghi e odontoiatri siano titolati all'esercizio di queste pratiche. La richiesta che il Parlamento intervenga per approvare una normativa specifica sulle medicine non convenzionali è un riconoscimento esplicito di tali medicine non convenzionali e sottende una loro comprovata efficacia terapeutica; ciò non può che suscitare amarezza in chi crede nella medicina scientifica, basata su prove di efficacia verificate sulla base del metodo sperimentale.
La presunta efficacia terapeutica dei cosiddetti rimedi non-convenzionali non è comprovata dall'applicazione di rigorose procedure scientifiche, la cui adozione è imprescindibile per l'approvazione dei farmaci e delle procedure terapeutiche da parte delle agenzie regolatorie come la Food and Drug Administration (FDA) o la European Medicinal Evaluation Agency (EMEA). I cultori delle medicine non convenzionali negano addirittura la necessità di dimostrare l'efficacia dei rimedi con metodo scientifico. Le pratiche di medicina non convenzionale hanno un approccio ideologico alle malattie, si basano su presupposti arbitrari, non tengono in considerazione i meccanismi biologici e le conoscenze scientifiche più moderne, non offrono una spiegazione razionale alla presunta efficacia delle cure e fanno riferimento a meccanismi del tutto indimostrabili.
Non a caso il Ministero della Salute ha escluso che i farmaci omeopatici possano essere rimborsati con la motivazione che la loro efficacia non è mai stata documentata in studi controllati. Le pratiche della medicina non convenzionale sono molto eterogenee, e ad un estremo comprendono nome di vita che possono essere altamente benefiche; all'altro estremo comprendono l'uso di sostanze che potrebbero essere nocive: le prime non sono atti medici; le seconde vanno comunque vietate. La Fnomceo ben fa ad occuparsi delle esigenze del pubblico e potrebbe utilmente promuovere serie ricerche sulle indicazioni e sulla possibile efficacia di queste pratiche. Sembra invece che in un sol colpo la Fnomceo voglia dare una ratifica a tappeto alle medicine non convenzionali (chiamandole atti medici) ed assumersene il monopolio.
La comunità scientifica ha il dovere di combattere la diffusione di pratiche che comportano il rischio di allontanare nel tempo la diagnosi e la terapia di malattie anche gravi e di promuovere la cultura scientifica della società civile. La Federazione degli Ordini può svolgere un ruolo cruciale in questa opera educando i cittadini a compiere scelte terapeutiche libere da ignoranza, irrazionalità e pregiudizi e la cui validità non sia stabilita per decreto legge ma basata su rigorosi presupposti scientifici, gli unici garanti della salute dei cittadini".

ADN Kronos Salute

15 giugno 2002

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