Medicina alternativa, primi test per la verità

Omeopatia come anti-infiammatorio e agopuntura contro l'ischemia: «bocciatura» dall'Istituto Superiore di Sanità



Fonte: Corriere della Sera del 15 giugno 2002

ROMA - Non ha superato l'esame, la medicina alternativa. Sottoposta all'ennesima prova, non si è dimostrata efficace contro alcune piccole patologie. Quindi per la comunità scientifica non c'è evidenza che funzioni.
Al più tardi in autunno, l'Istituto superiore di Sanità (Iss) presenterà un rapporto sulle terapie naturali, frutto di un programma multidisciplinare avviato due anni fa. Trapelano i primi risultati. I test condotti in laboratorio sui topi (agopuntura contro l'ischemia e omeopatia come anti-infiammatorio) hanno avuto un esito negativo. Sembra che i piccoli roditori non abbiano tratto beneficio e che quindi su di loro l'attività terapeutica di quelle cure sia stata più o meno sovrapponibile al placebo. Conclusioni che faranno discutere. Così come il commento a firma del ricercatore Giuseppe Remuzzi, pubblicato ieri sul Corriere , che interviene criticamente sulla «posizione fortemente favorevole alle pratiche non convenzionali» espressa dalla Federazione dell'Ordine dei medici (Fnomceo).
Remuzzi si domanda: «Non sarà che se uno dichiarasse chiaro e tondo che queste medicine non fanno niente i medici perderebbero tanti potenziali clienti?». Il nefrologo avanza il sospetto inoltre che, aprendo all'altra medicina, i camici bianchi abbiano voluto riservarsi un'alternativa professionale, in una fase in cui la categoria è sovrannumerata e
disoccupata.

Il progetto dell'Iss comprendeva, oltre al censimento dell'Istat, la revisione della letteratura scientifica esistente e, appunto, le ricerche in laboratorio: «Allo stato attuale mancano prove di evidenza», dice Roberto Raschetti, ora direttore del servizio di sorveglianza farmaci presso il ministero della Salute. «Non sono mai stati condotti studi seri e approfonditi mettendo a confronto, ad esempio, omeopatia e medicina tradizionale. Mondo accademico e naturopati dovranno arrivare ad una sperimentazione concordata, altrimenti le polemiche non avranno fine». Il problema è che i due schieramenti continuano a parlare un linguaggio diverso sul piano metodologico. Giunge a tesi opposte l'Aiot, l'associazione medica italiana di omotossicologia, che in un recente volumetto fa l'analisi dei lavori sull'omeopatia e conclude: «L'efficacia dei medicinali non è dovuta all'effetto placebo, è ora di sgombrare il campo da atteggiamenti superficiali e pretestuosi».

Nel progetto dell'Iss, un capitolo è dedicato alle erbe medicinali,
non sempre sicure. È partito un sistema di sorveglianza che raccoglie le segnalazioni di eventi avversi, come per i farmaci. Ogni caso viene vagliato da un gruppo di esperti in fitoterapia. Una delle conseguenze è stato il ritiro lo scorso gennaio del kova-kova, infuso anti ansia che ha provocato intossicazioni al fegato. In Italia le medicine alternative non hanno riconoscimento ufficiale, tanto che sono escluse dai Lea, i livelli essenziali di assistenza, elenco delle cure rimborsate dal sistema pubblico.
Esistono centri pubblici dove il paziente paga solo il ticket, ma sono iniziative isolate delle Asl. Niente rimborso per i farmaci sprovvisti di foglietto illustrativo.
A maggio la Federazione Ordine dei medici ha riconosciuto come atto medico nove discipline, chiarendo però che debbano essere applicate solo da medici.
Le riflessioni di Remuzzi hanno amareggiato la Federazione dell'Ordine dei Medici: «È vero, mancano riscontri scientifici, ma miliardi di abitanti del pianeta sono sempre più attratti da cure diverse. Noi abbiano il dovere di tutelare i cittadini italiani riconducendo queste cure sotto il controllo medico». Remuzzi insiste: «Difendono i colleghi. Però è necessario che la gente venga informata sul fatto che queste discipline, oltre a non avere comprovata efficacia, violano le leggi della scienza».

Margherita De Bac
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