Il corpo e il poeta

  • In Articoli
  • 04-10-2023
  • di Valentina Sordoni
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Corporeità e natura in Leopardi
di Gaspare Polizzi
Mimesis, Milano-Udine, 2023
pp. 330, euro 26,00


Nell’immaginario comune Giacomo Leopardi è il poeta triste e malato. Prima ancora della sublimità dei suoi versi, della dirompenza del suo pensiero, salta agli occhi un corpo piegato dalle malattie, una corporeità profondamente compromessa. La discussione è però più complessa e ne parla Gaspare Polizzi nel suo nuovo saggio, che appunto dalla «corporeità» prende le mosse.

Lo studioso, tra i più autorevoli leopardisti contemporanei, declina il tema in quattro capitoli ("Corpo sano e corpo malato", "Malinconia e illusioni", "Il corpo delle nazioni", "Corporeità e visione cosmica"), che prendono in considerazione le più varie sfaccettature del pensiero leopardiano senza rinunciare a focalizzare la complessità di una filosofia tanto moderna quanto articolata.

Alla riflessione sulla corporeità del poeta intesa in senso medico è dedicato il primo capitolo, un dialogo congeniale tra medicina, antropologia e biopolitica, come recita il sottotitolo. Con una citazione analitica e sempre puntuale delle fonti, Polizzi discetta intorno a uno dei temi tra i più spigolosi della critica leopardiana, che una storiografia ormai datata ha trattato spesso cadendo in luoghi comuni o senza le opportune coordinate bibliografiche, più votata al sentimento che alla scientificità.

Polizzi amplia la sua indagine con uno sguardo innovativo alla cultura medica e fisiologica di Leopardi, che poteva vantare un’ampia sezione della biblioteca paterna dedicata alle scienze, medicina compresa, e amicizie influenti nel panorama scientifico dell’epoca, come Francesco Puccinotti e Giacomo Tommasini. Ne deriva un excursus ben strutturato sulla visione leopardiana della medicina, con un’attenzione più generale al rapporto tra "fisico" e "morale", di particolare interesse nel pensiero leopardiano, che Polizzi propone con nuove interpretazioni critiche.

Un saggio così puntuale non poteva dimenticare uno dei concetti portanti della poetica di Leopardi, quello di "Natura", risaltato nel titolo insieme alla "corporeità". Senza trascurare la concezione naturalistica giovanile del poeta-filosofo, Polizzi coglie la modernità di una filosofia che fa della critica all’antropocentrismo uno dei suoi marchi indelebili, una filosofia che, interrogando anche la Luna, ci restituisce una dimensione esistenziale più sofferta ma intima.
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