Salute umana e destino sociale

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Il capitale biologico
di Luca Carra e Paolo Vineis
Codice Edizioni, Torino 2022
pp. 160, euro 16,00


Le disuguaglianze sociali non sono un fenomeno nuovo; in termini generali, nascono quando gli individui di una determinata società non riescono ad avere un identico accesso alle risorse che la società stessa offre loro.

In questo libro scritto a quattro mani dal giornalista scientifico Luca Carra e dall’epidemiologo Paolo Vineis, il tema è trattato in maniera originale e innovativa. Gli autori, citando tra gli altri gli studi di Michael Marmot, riescono a portare alla luce i meccanismi mediante cui le disuguaglianze socioeconomiche possono evolvere in un danno alla salute.

Il volume ha il grande pregio di proporre un’unificazione tra la dimensione sociale e quella biologica: al contrario di quanto avvenuto in passato, in cui alcuni studiosi si sono serviti della biologia e della genetica per giustificare le disuguaglianze, fa esattamente l’opposto, rapportando i diversi “percorsi” biologici ai rispettivi determinanti sociali. Gli autori, studi alla mano, dimostrano che a essere ben più rilevanti sono semmai i meccanismi epigenetici, cioè quei cambiamenti reversibili del DNA in grado di modificare l’espressione genica senza alterarne la sequenza. Il destino sociale, in parole povere, non è tutto scritto nei nostri geni, non è ineluttabile. A fare da trait d’union è l’epidemiologia, settore a metà strada tra le scienze naturali e quelle sociali: secondo gli autori, la classica dicotomia tra i due ambiti disciplinari è destinata a essere superata ed è da considerarsi per lo più idealistica. L’epidemiologia, ponendosi al confine tra i due, può far superare una contrapposizione sterile e infruttuosa.

Uno dei concetti più importanti espressi da Carra e Vineis è la percezione di controllo sulla propria vita e il proprio lavoro: come avevano già dimostrato gli studi britannici di Marmot, chi occupa incarichi gerarchicamente inferiori deve svolgere le proprie mansioni senza poterle controllare in piena libertà, al contrario di chi lo fa in una posizione gerarchica più elevata. Ciò si traduce in una maggiore speranza di vita per questi ultimi e in un maggior tasso di mortalità in chi è invece gerarchicamente più svantaggiato.

L’ultima sezione del libro suggerisce alcuni interventi che i decisori politici dovrebbero attuare nelle diverse fasi della vita, prendendo in considerazione tempi e contesti differenti, se davvero ridurre le disuguaglianze vuol essere un obiettivo concreto e attuabile dalle politiche sociali nel medio e lungo periodo.
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