Spesso, sia nei testi pseudoscientifici dedicati ai misteri che in quelli che hanno l’ambizione di essere più seri e rigorosi, vengono offerte carrellate di fatti, luoghi e personaggi senza dare indicazioni sulla genesi delle problematiche affrontate. Prendiamo, per esempio, la celeberrima Pietra di Palenque. Chi è stato il primo a fornire l’interpretazione aliena di quel reperto? E come si è diffusa quell’idea? Per mostrare come può essere effettuata una ricerca delle fonti, però, stavolta non ci occupiamo della Pietra di Palenque, ma di un oggetto che ha fatto volare la fantasia di tanti lettori di fumetti della mia generazione, soprattutto tra gli anni ’50 e ’80 del Novecento grazie alle edizioni dei Fratelli Spada di Roma: la straordinaria Cronosfera di Brick Bradford.
Ideato da William Ritt e disegnato da Clarence Gray, Brick Bradford è stato uno dei primi grandi personaggi del fumetto avventuroso, protagonista di imprese che lo portano a incontrare misteriose e antiche civiltà, combattere avveniristici automi, addentrarsi nel mondo microscopico di una moneta e viaggiare nel tempo.
Nella prima storia, apparsa sulle strisce giornaliere del New York American Journal dal 21 agosto 1933 al 30 giugno 1934, il nostro eroe si trova coinvolto in un’avventura che lo conduce alla ricerca del misterioso tesoro degli Incas, custodito ad Amaru, una città sottomarina, il cui ingresso è nascosto da un’enorme cascata situata nella regione andina. Come ha scritto lo storico del fumetto Alberto Becattini, «per le lunghissime e complicate trame, Ritt attinge a scrittori quali Jules Verne, Edgar Rice Burroughs e Abraham Merritt, e si documenta moltissimo grazie alla propria biblioteca, ricca soprattutto di libri di storia, archeologia e mitologia». D’altra parte proprio in questi anni l’archeologia è al centro degli interessi e dell’attenzione dell’opinione pubblica grazie anche a una serie di incredibili scoperte. Nel 1911, per esempio, il ritrovamento di Machu Picchu, la città perduta degli Incas, a opera di Hiram Bingham, desta un’enorme sensazione, alimentata dalle foto del National Geographic. E grande clamore suscita la scoperta della tomba di Tutankhamon, ufficialmente aperta il 29 novembre 1922.
Date queste premesse, non stupisce che William Ritt abbia affrontato esplicitamente il tema di Atlantide, introdotto nelle tavole domenicali di Brick Bradford a partire dal 25 novembre 1934, in particolare nel topper (una striscia alternativa alla storia principale che veniva posta in cima alla tavola), intitolato The Time Top.
Il titolo è riferito a una macchina del tempo a forma di trottola che in seguito caratterizzerà tutti i cicli domenicali di avventure di Bradford. A partire dal 16 ottobre 1937, infatti, la Time-Top sarà in tutte le storie domenicali di Bradford, incentrate da quel momento in poi solo sui viaggi nel tempo.
The Time Top (dal 20 aprile al 22 giugno 1935), tuttavia, non ha come protagonista Brick, ma Horatio Southern, l’inventore della macchina, sua figlia April e l’amico Alan. Entrati nell’apparecchio per curiosità, Alan e April si trovano trasportati nel passato a sorvolare l’isola di Atlantide, che Ritt e Grey collocano nel cuore dell’Atlantico, secondo l’ipotesi fino a quel momento più accreditata. Gli antichi Atlantidei immaginati dai due autori assomigliano molto a quelli descritti da Platone nelle sue opere o, comunque, sono ampiamente plausibili all’interno del contesto narrato dal filosofo ateniese.
Ad Atlantide, infatti, si parla il greco classico, che Alan e April capiscono. Nella mitica città, «gli alchimisti combinano i minerali trasformandoli in oro» e nell’arena è possibile combattere con «il toro rosso». Proprio come racconta Platone nel dialogo Crizia: «Dopo aver lasciati liberi dei tori nel tempio di Poseidone, i dieci re lasciati soli pregavano il dio di scegliere la vittima che gli fosse gradita, e si mettevano a cacciarla senza ferro, ma con legni e lacci, e quello dei tori che avessero preso, lo conducevano verso la colonna e lo sacrificavano sulla sommità di questa».
Il re di Atlantide, Probus, intende impadronirsi della macchina del tempo per «distruggere il faraone e le sue schiere egiziane». Dopo varie peripezie, Alan e April vengono catturati e poi liberati dagli egiziani, i quali capiscono che «essi sono figli degli dei, abitanti di un mondo di là da venire». I due riprendono possesso della macchina del tempo e ritornano nel 1935.
Brick Bradford appare per la prima volta in Italia il 27 ottobre 1934 sul settimanale umoristico romano Il Settebello con il nome di Bruno Arceri. Di lì a poco, le strisce giornaliere iniziano a essere pubblicate da Mondadori su I tre porcellini e il personaggio è chiamato Guido Ventura. Non sarebbe stato l’ultimo dei tanti nomi affibbiati al povero Brick, in seguito conosciuto come Giorgio Ventura, Marco Spada, Antares e Bat Star.
Dal n. 60 del 23 febbraio 1935, L’Audace (edito dalla SAEV-Società Anonima Editrice Vecchi) inizia quindi a pubblicare le tavole domenicali di Brick Bradford, il quale incredibilmente per un po’ mantiene il suo nome originale. Dando l’avvio al ciclo dal titolo Attraverso il tempo, L’Audace continua comunque a denominare la Time-Top «macchina del tempo». La rivista prosegue la pubblicazione delle tavole domenicali di Brick Bradford (il quale, dal n. 247, a causa delle imposizioni sempre più stringenti della censura fascista, sarà chiamato Giulio) fino al n. 252 del 29 ottobre 1938.
Oltre due anni dopo, a partire dal n. 351 del 29 giugno 1941, il ciclo dei viaggi nel tempo viene quindi ripreso su L’Avventuroso, la celebre testata dell’editore Nerbini di Firenze, e Brick Bradford è ribattezzato Marco Spada. Ma la cosa più importante è che la Time-Top, per la prima volta, assume il nome destinato a restare nell’immaginario dei lettori di fumetti italiani: la Cronosfera. Da allora, tutte le successive edizioni, da quelle Capriotti alle collane dei Fratelli Spada, per giungere alle ristampe integrali e filologicamente corrette edite a partire dagli anni ’70, non avrebbero più abbandonato quel nome.
Ideato da William Ritt e disegnato da Clarence Gray, Brick Bradford è stato uno dei primi grandi personaggi del fumetto avventuroso, protagonista di imprese che lo portano a incontrare misteriose e antiche civiltà, combattere avveniristici automi, addentrarsi nel mondo microscopico di una moneta e viaggiare nel tempo.
Nella prima storia, apparsa sulle strisce giornaliere del New York American Journal dal 21 agosto 1933 al 30 giugno 1934, il nostro eroe si trova coinvolto in un’avventura che lo conduce alla ricerca del misterioso tesoro degli Incas, custodito ad Amaru, una città sottomarina, il cui ingresso è nascosto da un’enorme cascata situata nella regione andina. Come ha scritto lo storico del fumetto Alberto Becattini, «per le lunghissime e complicate trame, Ritt attinge a scrittori quali Jules Verne, Edgar Rice Burroughs e Abraham Merritt, e si documenta moltissimo grazie alla propria biblioteca, ricca soprattutto di libri di storia, archeologia e mitologia». D’altra parte proprio in questi anni l’archeologia è al centro degli interessi e dell’attenzione dell’opinione pubblica grazie anche a una serie di incredibili scoperte. Nel 1911, per esempio, il ritrovamento di Machu Picchu, la città perduta degli Incas, a opera di Hiram Bingham, desta un’enorme sensazione, alimentata dalle foto del National Geographic. E grande clamore suscita la scoperta della tomba di Tutankhamon, ufficialmente aperta il 29 novembre 1922.
Date queste premesse, non stupisce che William Ritt abbia affrontato esplicitamente il tema di Atlantide, introdotto nelle tavole domenicali di Brick Bradford a partire dal 25 novembre 1934, in particolare nel topper (una striscia alternativa alla storia principale che veniva posta in cima alla tavola), intitolato The Time Top.
Il titolo è riferito a una macchina del tempo a forma di trottola che in seguito caratterizzerà tutti i cicli domenicali di avventure di Bradford. A partire dal 16 ottobre 1937, infatti, la Time-Top sarà in tutte le storie domenicali di Bradford, incentrate da quel momento in poi solo sui viaggi nel tempo.
The Time Top (dal 20 aprile al 22 giugno 1935), tuttavia, non ha come protagonista Brick, ma Horatio Southern, l’inventore della macchina, sua figlia April e l’amico Alan. Entrati nell’apparecchio per curiosità, Alan e April si trovano trasportati nel passato a sorvolare l’isola di Atlantide, che Ritt e Grey collocano nel cuore dell’Atlantico, secondo l’ipotesi fino a quel momento più accreditata. Gli antichi Atlantidei immaginati dai due autori assomigliano molto a quelli descritti da Platone nelle sue opere o, comunque, sono ampiamente plausibili all’interno del contesto narrato dal filosofo ateniese.
Ad Atlantide, infatti, si parla il greco classico, che Alan e April capiscono. Nella mitica città, «gli alchimisti combinano i minerali trasformandoli in oro» e nell’arena è possibile combattere con «il toro rosso». Proprio come racconta Platone nel dialogo Crizia: «Dopo aver lasciati liberi dei tori nel tempio di Poseidone, i dieci re lasciati soli pregavano il dio di scegliere la vittima che gli fosse gradita, e si mettevano a cacciarla senza ferro, ma con legni e lacci, e quello dei tori che avessero preso, lo conducevano verso la colonna e lo sacrificavano sulla sommità di questa».
Il re di Atlantide, Probus, intende impadronirsi della macchina del tempo per «distruggere il faraone e le sue schiere egiziane». Dopo varie peripezie, Alan e April vengono catturati e poi liberati dagli egiziani, i quali capiscono che «essi sono figli degli dei, abitanti di un mondo di là da venire». I due riprendono possesso della macchina del tempo e ritornano nel 1935.
Brick Bradford appare per la prima volta in Italia il 27 ottobre 1934 sul settimanale umoristico romano Il Settebello con il nome di Bruno Arceri. Di lì a poco, le strisce giornaliere iniziano a essere pubblicate da Mondadori su I tre porcellini e il personaggio è chiamato Guido Ventura. Non sarebbe stato l’ultimo dei tanti nomi affibbiati al povero Brick, in seguito conosciuto come Giorgio Ventura, Marco Spada, Antares e Bat Star.
Dal n. 60 del 23 febbraio 1935, L’Audace (edito dalla SAEV-Società Anonima Editrice Vecchi) inizia quindi a pubblicare le tavole domenicali di Brick Bradford, il quale incredibilmente per un po’ mantiene il suo nome originale. Dando l’avvio al ciclo dal titolo Attraverso il tempo, L’Audace continua comunque a denominare la Time-Top «macchina del tempo». La rivista prosegue la pubblicazione delle tavole domenicali di Brick Bradford (il quale, dal n. 247, a causa delle imposizioni sempre più stringenti della censura fascista, sarà chiamato Giulio) fino al n. 252 del 29 ottobre 1938.
Oltre due anni dopo, a partire dal n. 351 del 29 giugno 1941, il ciclo dei viaggi nel tempo viene quindi ripreso su L’Avventuroso, la celebre testata dell’editore Nerbini di Firenze, e Brick Bradford è ribattezzato Marco Spada. Ma la cosa più importante è che la Time-Top, per la prima volta, assume il nome destinato a restare nell’immaginario dei lettori di fumetti italiani: la Cronosfera. Da allora, tutte le successive edizioni, da quelle Capriotti alle collane dei Fratelli Spada, per giungere alle ristampe integrali e filologicamente corrette edite a partire dagli anni ’70, non avrebbero più abbandonato quel nome.
Bibliografia
- Becattini, A., Tesauro, A. 2022. Profumo d’inchiostro. Storia delle edizioni dei Fratelli Spada, Alessandro Tesauro Editore.
- Ciardi, M. (a cura di). 2014. A bordo della Cronosfera. I fumetti tra scienza, storia e filosofia, Carocci Editore.
- Ciardi M. 2022. Benvenuti ad Atlantide. Passato e futuro di una città senza luogo, Carocci Editore.