Molto è già stato scritto per decodificare, sezionare e smontare Il Codice Da Vinci di Dan Brown, ivi compresa la revisione critica che ne ha fatto Tim Callahan in Skeptic. Da allora, però, il libro è divenuto un cult, avendo venduto oltre 25 milioni di copie in 44 lingue, e l'edizione economica non è ancora stata pubblicata! Il libro ha raggiunto la prima posizione nella lista dei bestseller redatta dal New York Times il 6 aprile 2003 ed è rimasta in tale lista per 103 settimane filate (alla data in cui viene scritto questo pezzo), metà delle quali al primo posto (e mai sotto il quinto). Come logica conseguenza, gli altri tre romanzi scritti da Brown hanno venduto oltre 7 milioni di copie, fruttandogli negli ultimi due anni una cifra stimata attorno ai 50 milioni di dollari. In più, è stato girato un film che ha come protagonista Tom Hanks di cui è già previsto un sequel. Inoltre, sono stati a tutt'oggi pubblicati almeno venti volumi di saggistica, i cui autori forniscono le proprie risposte alla tesi di Brown e promettono di aiutare i lettori a decodificarne il messaggio. Come se tutto ciò non bastasse, nel marzo 2005 il cardinal Tarcisio Bertone, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede che ha sede in Vaticano, ha emesso una dichiarazione ufficiale a nome della Chiesa Cattolica, definendo il romanzo "un sacco pieno di bugie" ed esortando i cristiani a non leggerlo. Per tutte queste ragioni, oltre a ritenere opportuna una rivisitazione del Codice da Vinci, ho l'impressione che i critici siano stati fin troppo morbidi e che vi siano nel libro pecche anche più profonde che meritano di essere rilevate.
Per definizione, un romanzo è un'invenzione; pare quindi che la valutazione di Bertone sia irrilevante. Nei fatti, però, Brown dichiara nel libro: "Tutte le descrizioni relative ad opere d'arte, architetture, documenti e rituali segreti riportati in questo romanzo sono accurate". In questo "romanzo basato sui fatti" Brown fa delle dichiarazioni estremamente straordinarie che, se fossero vere, rivoluzionerebbero non solo tutte le religioni basate sul Cristianesimo, ma anche una gran parte della storia. Brown vuole indurci a credere che le abitudini dei primi Cristiani fossero ampiamente diverse rispetto a quel che ci hanno insegnato, e che un'immensa cospirazione ci ha impedito di saperlo. Una trama patriarcale escogitata da un famoso imperatore romano avrebbe cancellato l'adorazione protocristiana del "sacro femminino". Gesù e Maria Maddalena erano sposati, e hanno generato una linea di sangue reale che vive ancora ai nostri giorni. Una società segreta composta dai più famosi scienziati e artisti che la storia ricordi è stata interamente dedicata a preservare questi antichi segreti per almeno un migliaio di anni. Come conseguenza minima, queste affermazioni ribalterebbero completamente più di un secolo di faticose ricerche effettuate da seri letterati nelle più rinomate università del mondo. Se mai sono esistite delle straordinarie affermazioni storiche che richiedono straordinarie dimostrazioni storiche, sono proprio queste. E allora: quanto sono valide le prove fornite da Brown?
La principale affermazione posta a sostegno della radicale revisione storica operata da Brown è contenuta nelle dichiarazioni di un personaggio del romanzo, Leigh Teabing, ricercatore ed esperto del Santo Graal: "Queste sono fotocopie del Nag Hammadi e dei Rotoli del Mar Morto, di cui parlavo prima - annuncia Teabing - [essi sono] le prime testimonianze cristiane" (p. 245). Tutto ciò è platealmente falso. I Rotoli del Mar Morto sono effettivamente documenti storici di impareggiabile importanza. Essi però non ci forniscono alcuna informazione diretta dei primi anni del cristianesimo. Pur contribuendo enormemente alla conoscenza del Giudaismo durante il periodo storico che vide la nascita e la prima diffusione del cristianesimo, i Rotoli del Mar Morto non nominano neanche lontanamente Gesù di Nazareth, né alcuno dei suoi seguaci, e nemmeno il movimento religioso che sarebbe poi divenuto noto sotto il nome di Cristianità. È quindi grottesco, da parte di Brown, insinuare che i Rotoli del Mar Morto siano documenti-sorgente che potrebbero presumibilmente sconvolgere quanto sappiamo degli albori del Cristianesimo.
Tra i testi cristiani giunti sino a noi, quali sono i più antichi? Se desiderate leggerli, potrete trovarli nel Nuovo Testamento. Gli studiosi della materia ritengono che la lettera di S. Paolo oggi nota come Prima ai Tessalonicesi, sia stata scritta durante il suo secondo viaggio evangelico, intorno all'anno 51. Questa datazione la renderebbe il più antico di tutti i documenti cristiani che ci sono pervenuti. La Lettera ai Galati fu probabilmente scritta nel corso del terzo viaggio evangelico di Paolo, attorno agli anni 54-58. Gli Atti degli Apostoli sembrano essere stati completati entro il 61, anche se alcune parti di essi paiono essere ancora più antiche, con rimaneggiamenti apportati qualche anno più tardi.[1] Il Vangelo secondo Marco è senza dubbio il più antico dei vangeli tramandati. Viene solitamente datato intorno all'anno 70. Il Vangelo secondo Matteo è più recente rispetto a quello secondo Marco, ma fu composto prima dell'anno 100. Il Vangelo secondo Luca fu composto attorno all'anno 100. Quello secondo Giovanni fu scritto qualche anno più tardi, ma prima del 120. Esistono alcuni cavilli che riguardano queste date, ma gli esperti del Nuovo Testamento le accettano ritenendole ragionevolmente vicine alla realtà.
Per quanto riguarda i testi di Nag Hammadi, alcuni dei quali sono senza ombra di dubbio documenti protocristiani precedentemente sconosciuti, la domanda è: quando sono stati scritti? James M. Robinson, eminente esperto dei testi biblici e direttore del progetto volto a studiare e tradurre questi inestimabili reperti archeologici, scrive che - mentre non è stato ancora possibile procedere ad una precisa datazione - "sono state suggerite date che spaziano almeno fra l'inizio e la fine del quarto secolo dell'Era Corrente". Uno dei testi di Nag Hammadi fa riferimento all'eresia "Anomea", che ebbe una breve fioritura ad Alessandria intorno all'anno 360. Alcuni documenti di natura eterogenea collegati con la Raccolta di Nag Hammadi possono essere datati agli anni 333, 341, 346 e 348.[2] Pertanto, la collezione fisica di testi di Nag Hammadi è senza dubbio risalente al quarto secolo, e almeno alcuni dei suoi testi sono altrettanto recenti.
Anche se la nostra copia (l'unica copia superstite) dei testi di Nag Hammadi, è di epoca relativamente tarda, è certamente possibile che il documento in se stesso sia stato composto in tempi molto più antichi. E, a dire il vero, pare proprio che in questo caso sia andata così. Non abbastanza, però, da evitare a Brown di prendere un granchio. Egli tributa grande importanza al Vangelo secondo Filippo, che effettivamente descrive Gesù nell'atto di baciare Maria Maddalena sulla bocca (p. 246). Comunque, l'introduzione a tale libro della Raccolta di Nag Hammadi, scritta in inglese, stabilisce che esso fu "probabilmente composto in Siria nella seconda metà del terzo secolo dell'Era Corrente". In altre parole, fu composto tra il 250 e il 300, cioè almeno 150 anni più tardi dei vangeli canonici. Di conseguenza, non può essere realisticamente considerato una fonte storica primaria comparabile con i testi canonici.
Brown fa anche citazioni tratte dal Vangelo secondo Maria [Maddalena] (p. 247), il quale fa intuire che Gesù "amava lei più di noi". Stando all'introduzione della Raccolta di Nag Hammadi al Vangelo secondo Maria, "nonostante la data di composizione sia ignota, il manoscritto copto stesso è stato datato intorno ai primi anni del quinto secolo, e un frammento greco di questo vangelo agli inizi del terzo secolo". Non vi sono basi che permettano di assegnare a questo documento una data di composizione antecedente.
Quindi, è ridicolo che Brown spacci testi del secondo e terzo secolo come più antichi e decisivi dei testi canonici del primo secolo. I Vangeli e le Epistole contenute nel Nuovo Testamento canonico risalgono alla metà-fine del primo secolo, o al più tardi ai primissimi anni del secondo secolo. Eppure Brown asserisce con sicurezza che i libri del Nuovo Testamento sono successivi ai testi gnostici di Nag Hammadi. In tema di analisi storica non è possibile avere torto più di così.
Il punto centrale della tesi di Brown è l'asserzione che Gesù e Maria Maddalena fossero sposati e avessero generato una linea di sangue reale che sopravvive, in gran segreto, ancora oggi. Questa sconclusionata affermazione fece sensazione una prima volta nel libro The Holy Blood and the Holy Grail (in italiano Il Santo Graal) scritto da Michael Baigent, Richard Leigh ed Henry Lincoln. La versione che Brown dà della storia è essenzialmente identica alla loro, e gli autori di HBHG fanno notare che il "Leigh Teabing" di Brown è costruito utilizzando il nome di uno di loro tre, e aggiungendo l'anagramma del nome di un altro. La tesi sostenuta da Brown è talmente simile, di fatto, alla loro che Baigent e Leigh hanno fatto causa a Brown per 140 milioni di sterline, con la motivazione che le premesse del romanzo e dei brani di ricerca fattuale sono un plagio tratto dal loro libro, che ha venduto oltre due milioni di copie nonostante fosse stato bollato da diversi commentatori ecclesiastici come "pseudo-storia".
Baigent ha dichiarato: "Che le nostre ipotesi siano giuste o sbagliate è irrilevante. Il fatto è che questo lavoro l'abbiamo messo insieme noi, impiegando diversi anni per realizzarlo". In questa considerazione è inclusa anche la tesi che vede la linea di sangue reale di Gesù e Maria Maddalena protetta da società esoteriche quali i Cavalieri Templari e il Priorato di Sion, di cui si dice Leonardo da Vinci fosse uno dei "Grandi Maestri". [3] Una seconda vertenza giudiziaria per plagio è stata avviata contro Brown dall'autore Lewis Perdue, il quale sostiene che il materiale per la trama è stato prelevato direttamente da due dei suoi libri: The Da Vinci Legacy (L'eredità Da Vinci) e Daughter of God (Figlia di Dio). [4] Ai fini della veridicità dell'idea, comunque, è irrilevante che Brown l'abbia copiata o meno. (Per una ricca fonte di materiale che smonta pezzo a pezzo The Holy Blood and the Holy Grail, vedere l'articolo Wikipedia sull'argomento). [5] Quali prove esistono che ciascuna di tali ipotesi sia storicamente accurata? Eccezionalmente poche. Cominciamo con il Priorato di Sion.
Scrive Brown: "Il Priorato di Sion - una società segreta europea fondata nel 1099 - è una vera e propria organizzazione. Nel 1975, nella Biblioteca Nazionale di Parigi, furono ritrovate delle pergamene note come Les dossiers secrètes, che recavano l'identità di numerosi membri del Priorato di Sion, tra i quali sir Isaac Newton, Botticelli, Victor Hugo e Leonardo da Vinci".
Questa dichiarazione è presa pari pari da The Holy Blood and the Holy Grail, in cui, nel capitolo 5, si afferma che "in base ai testi, l'Ordre de Sion fu fondato da Godfroi de Bouillon nel 1090, nove anni prima della conquista di Gerusalemme - sebbene esistano altri prieure documents che spostano la data della fondazione al 1099". Se fosse vero, tutto ciò sarebbe davvero impressionante. Secondo Brown, scopi del Priorato sono salvaguardare il presunto segreto del Santo Graal, proteggere la linea di sangue di Gesù e Maria, preservare la conoscenza del "sacro femminino", culto apparentemente praticato dai protocristiani (ma cancellato dall'imperatore Costantino e dai suoi patriarcali scagnozzi). In HBHG, la sostanza è la stessa; la differenza è data dall'assenza del punto di vista femminista di un dio donna e quindi del "sacro femminino", che divenne prominente negli scritti femministi verso la fine degli anni Ottanta del secolo scorso. Tale punto di vista, infatti, all'epoca non era ancora stato reso popolare.
I veri fatti relativi alla storia del Priorato di Sion sono descritti in grande dettaglio nel sito web www.priory-of-sion.com. Questo presunto antico "ordine" fu nella realtà fondato nel 1956 da Pierre Plantard (1920-2000), un ex-forzato francese anti-massone e antisemita che si trovava spesso nei guai con la legge. In seguito all'invasione nazista della Francia, nel dicembre 1940 si spinse al punto di scrivere al feldmaresciallo Petain, capo del governo-fantoccio insediatosi a Vichy e sostenuto dai nazisti, per metterlo in guardia da cospirazioni ebreo-massoniche. Nel 1953 Plantard scontò sei mesi di prigione per appropriazione indebita; nel 1956 fu condannato di nuovo e incarcerato per un anno, riconosciuto colpevole di détournement de mineurs (corruzione, e forse "rapimento", di uno o più minorenni).
In HBHG apprendiamo che, secondo Les dossiers secrètes, la linea di sangue della regale stirpe Merovingia del Priorato risale addirittura a prima della Guerra di Troia, fino agli stessi Patriarchi del Vecchio Testamento. Quanto sono credibili questi presunti documenti? Furono davvero trovati negli archivi nazionali francesi? Tecnicamente sì, furono rinvenuti negli archivi nei primi anni Sessanta del secolo scorso. Comunque, non esistono tracce della loro corretta registrazione né del loro ingresso. Sembrano essere stati piazzati lì in modo che qualcuno potesse trovarceli, ma, in mancanza di una registrazione nei libri degli archivi, non possono essere considerati validi. E allora, da dove saltano fuori Les dossiers secrètes? La storia completa è venuta fuori quando Plantard ed il suo co-autore Gérard de Sède ebbero un dissidio.
Come spiegato su www.priory-of-sion.com: "Le "pergamene", in particolare, furono create da Philippe de Chérisey, e il contratto per il libro L'Or de Rennes (L'Oro di Rennes[-le-Chateau]) rivela che, proprio per aver prodotto le "pergamene", egli aveva diritto ad una percentuale sugli incassi provenienti dalla vendita del libro. Una spaccatura fra i tre ebbe luogo nel 1967 quando Gérard de Sède rifiutò di distribuire le percentuali sulle vendite e Plantard e de Chérisey dichiararono che le "pergamene" (il maggior punto di attrazione del libro e principale motore delle vendite) erano un falso". [6]
In poche parole, il "Priorato di Sion" non ha proprio nulla a che vedere con una organizzazione medievale di crociati.
Un'altra notevole affermazione del Codice da Vinci è questa: "la Bibbia, come la conosciamo oggi, fu collazionata da un pagano, l'imperatore romano Costantino il Grande" (p. 231). Ecco come il protagonista del romanzo di Brown, Robert Langdon, spiega la cosa a Sophie Neveu: "Il Priorato crede che Costantino e i suoi discendenti maschi hanno avuto successo nel convertire il mondo dal paganesimo matriarcale al cristianesimo patriarcale, intraprendendo una campagna di propaganda che demonizzava il sacro femminino, completamente cancellando per sempre la dea dalla religione moderna" (p. 124).
È da notare come sia implicito, nel brano, che la religione politeistica greco-romana era felicemente matriarcale e in adorazione della "dea", finché Costantino non decise di cospirare per cambiarla. Questa affermazione è una sfida a tutto ciò che sappiamo sui principi religiosi del mondo antico. Giove (o Zeus) era il Re degli Dei, il governatore del mondo, ed era decisamente e stabilmente al comando. Nonostante il fatto che a essere adorati erano sia gli dei che le dee, non esiste alcun testo o documento greco o romano che parli, nemmeno lontanamente, di un "matriarcato"; gli dei maschi erano nettamente dominanti. Ad esempio, l' Iliade, con la sua cronaca delle macchinazioni di dei e dee, ha un taglio decisamente marziale, e tratta quasi esclusivamente di faccende mascoline, come ad esempio il coraggio in guerra. Le donne sono considerate premi da vincere in battaglia.
Niente all'interno di essa fa pensare al "sacro femminino." Brown ha plagiato questa idea direttamente da HBHG: "Nell' a.d. 303, un quarto di secolo prima, l'imperatore pagano Diocleziano aveva intrapreso la distruzione di tutti gli scritti cristiani reperibili. Come risultato di questa operazione, i documenti cristiani - particolarmente a Roma - erano quasi del tutto spariti. Quando Costantino commissionò le nuove versioni di questi documenti, autorizzò i custodi dell'ortodossia a rivedere, correggere e riscrivere il materiale come meglio credevano, in conformità con i propri dogmi. Proprio a questo punto furono probabilmente eseguite le principali alterazioni del Nuovo Testamento, e Gesù assurse a quello stato unico che continua ad essergli attribuito ancora oggi. L'importanza del mandato di Costantino non deve essere sottovalutata". [7] (con enfasi)
Gli autori di HBHG non citano alcuna fonte a sostegno di questa teoria sulla massiccia riscrittura della Bibbia operata nel IV secolo, senza dubbio perché non era possibile reperirne nessuna. Eppure, tale affermazione vive ormai di vita propria, ed è divenuta una moderna leggenda urbana. Qual è la verità storica? Ciò che gli autori di HBHG hanno fatto è stato distorcere un ben noto evento accaduto nella storia della Chiesa fino a renderlo irriconoscibile: il Concilio di Nicea del 325, che fu effettivamente convocato da Costantino nell'interesse dei capi religiosi. Il Concilio si riunì per risolvere diverse importanti dispute teologiche, nessuna delle quali coinvolgeva Maria Maddalena, il matriarcato, il femminismo, i nuovi vangeli, né, per restare in argomento, Costantino.
La principale questione discussa al Concilio di Nicea era incentrata sul dibattito che ha dato origine all'espressione "differire per uno iota": "Homo ousion (la stessa sostanza) contro homoi ousion (sostanza simile). Il punto morto al Concilio di Nicea era un concetto che nella Bibbia non figura affatto: homoousion. In base al concetto dell'homoousion, Cristo il Figlio era consustanziale (divideva cioè la stessa sostanza) al Padre. Ario ed Eusebio non erano di questo avviso. Ario pensava che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo fossero materialmente separati l'uno dall'altro, e che il Padre aveva creato il Figlio". [8]
Il Credo di Nicea, ancor oggi recitato in molte Chiese, è un succinto riassunto di tutte le dottrine concordate in questo conclave. L'Enciclopedia Cattolica [9] contiene un eccellente ed erudito articolo sul Concilio di Nicea, che ne riepiloga l'intero ordine del giorno. Costantino non fece altro che incitare i litigiosi vescovi a incontrarsi tutti nello stesso luogo, mettere a disposizione le risorse necessarie affinché questo avvenisse, e insistere perché smettessero di litigare.
Leigh Teabing, lo "studioso del Graal" creato da Brown, dice: "L'instaurazione di Gesù quale "Figlio di Dio" fu ufficialmente proposta e votata dal Concilio di Nicea" (p. 233). Questa affermazione è altamente fuorviante. Brown vuole indurre il lettore a pensare che prima del Concilio di Nicea nessuno aveva ritenuto che Gesù fosse di natura divina, e che un simile dogma fosse stato istituito a seguito di una semplice votazione del Concilio stesso, "un voto relativamente segreto, per di più". Nella realtà, con il famoso voto del Concilio bisognava stabilire se Gesù fosse della "stessa sostanza" del Padre oppure di "sostanza simile"; prevalse la prima interpretazione.
Nessun ecclesiastico insinuò che Gesù fosse puramente umano. Si discuteva se Gesù il Figlio fosse in qualche modo subordinato al Padre, o pienamente uguale a Lui. Secondo Teabing, "stabilire la divinità di Cristo era di importanza vitale per la successiva unificazione dell'Impero Romano" (p. 233). Ciò è semplicemente assurdo. Nel Vangelo secondo Giovanni, scritto due interi secoli prima del Concilio di Nicea, Gesù dice cose come (11:25): "Io sono la resurrezione e la vita: chi crede in me, anche se morto, vivrà". Pur senza considerare se Gesù abbia o meno effettivamente pronunciato queste parole, il documento dimostra che, all'inizio del secondo secolo, i Cristiani adoravano Gesù considerandolo un essere divino che aveva potere sulla vita e sulla morte.
E cosa dire delle affermazioni contenute nel Codice da Vinci e in HBHG, secondo le quali Costantino "commissionò nuove versioni di questi documenti", di fatto riscrivendo il Nuovo Testamento?
Francamente, non esiste alcuna evidenza storica per sostenere questa notevole asserzione, mentre ce ne sono parecchie che possono sconfessarla. È vero che l'imperatore ordinò che fossero fatte delle nuove copie della Bibbia (si trattava all'epoca di un laborioso processo manuale), ma esse avrebbero dovuto essere utilizzate nelle nuove chiese di cui si stava pianificando la costruzione, ed erano identiche ai testi biblici già esistenti. Molti manoscritti e frammenti del Nuovo Testamento, di data anteriore al Concilio di Nicea, esistono ancora, e il loro contenuto è identico a quello delle versioni che conosciamo oggi.
Nella Lettera Festiva scritta nel 367 da Sant'Attanasio, fu dato il via al Canone approvato del Nuovo Testamento, e furono dichiarate eretiche le versioni non approvate. [10]È opportuno notare che la chiarificazione avviata da Attanasio, che aveva precedentemente partecipato al Concilio di Nicea, consistette nel rimuovere dei documenti, e non nel aggiungerne o correggerne. I testi approvati da Attanasio sono quelli canonici che ci sono familiari ancora oggi, mentre la gran parte di quelli non approvati sono tuttora esistenti, ma vengono letti raramente e tendenzialmente sono di composizione più recente. Questa operazione pare essere stata l'inizio di una epurazione dei documenti "eretici" che coinvolse tutta la Chiesa. È presumibile che alcuni dei monaci a cui fu ordinato di distruggere i testi "eretici" a Nag Hammadi, invece di obbedire, sigillarono i manoscritti nelle anfore e li seppellirono. I Vangeli Apocrifi, cioè i libri che Attanasio intendeva bandire, sono oggi ampiamente disponibili in varie traduzioni. [11] Se qualcuno si aspetta di trovarvi segreti riti matriarcali, avrà una grossa delusione.
La risposta convenzionale a questa domanda è: Maria era una ex-prostituta che si pentì e divenne una seguace di Gesù. In nessun punto del Nuovo Testamento è detto che fosse una prostituta, nonostante si menzioni il fatto che Gesù scacciò diversi demoni dal suo corpo (Luca, 8:2). La tradizione che si trattasse di una prostituta ebbe inizio con un sermone di Papa Gregorio il Grande, agli inizi del sesto secolo. La risposta di Brown è che, oltre a essere la moglie e la confidente di Gesù e la madre dei suoi figli, Maria fosse l'incarnazione del Sacro Femminino, il Santo Graal stesso (laddove il Graal è inteso come una metafora del suo grembo).
Esistono eccellenti ragioni per dubitare della verità storica di tutte queste interpretazioni. Il nome "Maddalena" potrebbe essere derivato da una descrizione piuttosto che da un luogo, e in effetti la donna stessa potrebbe essere stata creata quale invenzione letteraria per attirare invettive che sarebbero state altrimenti indirizzare alla madre di Gesù. Durante i litigiosi primi tempi del cristianesimo, gli ebrei adirati lanciavano serie accuse contro la madre di Gesù, Maria. Il filosofo romano Celso scrisse un libro, Sulla vera dottrina che si oppone al cristianesimo (parzialmente preservato solo in Contra Celsum, un lavoro del Padre della Chiesa Origene che si contrapponeva a Celso; tutti gli scritti anti-cristiani risalenti ad epoche così remote sono stati da tempo distrutti). In esso, Celso fa accusare Gesù da un "filosofo": "Non è forse vero, mio buon signore, che avete voi stesso fabbricato la storia della vostra nascita da una vergine, per mettere a tacere le maldicenze intorno alle vere e sgradevoli circostanze delle vostre origini? Non sarà che, lungi dall'essere nato a Betlemme, regale città di Davide, avete visto la luce in un povero paese di campagna, e da una donna che si guadagnava da vivere tessendo e filando? Non sarà che quando la sua disonestà fu scoperta, vale a dire quando si seppe che era incinta di un soldato romano di nome Pantera, suo marito - il falegname - la ripudiò e lei fu accusata di adulterio? E infatti, non è vero che nella sua disgrazia, vagando lontano da casa, partorì un figlio maschio nel silenzio e nell'umiliazione?" [12]
Per il moderno lettore che ha udito solo la versione cristiana della nascita di Gesù, questa accusa risulta sconvolgente, blasfema e assurda; eppure esistono prove, negli antichi testi cristiani ed ebraici, che fanno pensare che l'accusa di Celso fosse credibile. Di questo argomento si parla approfonditamente nel mio libro The Making of the Messiah (La costruzione del Messia)". [13]
Ma cosa ha a che fare tutto questo con Maria Maddalena? Joseph R. Hoffman del Wells College di New York, studioso della Bibbia, ha notato che quando gli ebrei si riferivano alla madre di Gesù (Miriam in ebraico) come a "colei che acconciava i capelli delle donne", la frase ebraica è Miriam, m'qadella nashaia. [14] Quindi, ai primi cristiani, e agli aspiranti cristiani, capitava spesso di udire gli ebrei parlare di Miriam, m'qadella, di cui si diceva fosse una prostituta. Essi parlavano, ovviamente, della madre di Gesù. È possibile che gli evangelisti cristiani, rendendosi conto che tali dicerie non sarebbero state messe a tacere, inventarono un nuovo personaggio, il cui nome - e non la professione - era Miriam m'qadella, e che un tempo aveva fatto la prostituta. In questo modo, era possibile sostenere che tutte le orribili cose che si dicevano di Miriam m'qadella erano riferite a quest'altra donna, che aveva avuto in passato una disdicevole reputazione, e non alla madre di Gesù. In effetti, è possibile che tutte le Maria dei Vangeli, che portano il lettore a confondersi, siano in realtà la stessa donna. Giovanni, inesplicabilmente e ripetutamente, rifiuta di nominare la madre di Gesù, ma parla di "Maria la moglie di Cleofa": i nomi dei suoi due figli corrispondono ai nomi dei fratelli di Gesù elencati da Marco.
L'esistenza di un'antica matriarca cristiana provata dai testi di Nag Hammadi? Secondo la tesi di Brown, prima che Costantino e i suoi scagnozzi riscrivessero la Bibbia per renderla patriarcale, "Gesù era il femminista originario" (248). La cristianità era solita adorare il "sacro femminino" della "dea perduta", culto basato sul presunto antico principio de "il calice e la spada" (p. 237-8). A dire il vero, The Chalice and the Blade (in italiano Il Calice e la Spada) è il titolo di un libro scritto nel 1987 dalla femminista Riane Eisler, la quale sostiene, nelle sue congetture, che l'antica Creta fosse presumibilmente "non patriarcale". E la Eisler basava ampiamente la propria tesi sulle interpretazioni della defunta archeologa Marija Gimbutas. Nei primi tempi della propria carriera la Gimbutas si era costruita un'eccellente reputazione professionale; più tardi però aveva deviato fino a dare, di antichi disegni e icone, estreme interpretazioni femministe basate sul concetto di "Dea", che erano state quasi universalmente respinte dai suoi colleghi. Nell'introduzione al proprio libro, la Eisler spiega il simbolismo "olistico-sessuale" del Il Calice e la Spada, da lei stessa inventato, in connessione con la Gimbutas. [15] Pertanto, non c'è alcuna possibilità che un'antica società segreta potesse utilizzare il simbolismo del Calice e la Spada, poiché tale simbolismo non esisteva fino al 1987.
Alcuni libri popolari hanno convinto molti che la scoperta dei testi di Nag Hammadi provi l'esistenza di una versione dell'antica cristianità gnostica maggiormente orientata al femminismo. Il più importante tra essi è The Gnostic Gospels (in italiano I Vangeli Gnostici) di Elaine Pagels, una studiosa che ha realmente lavorato al Progetto Nag Hammadi. [16] Il libro della Pagels non è un lavoro esplicitamente femminista, e contiene una notevole quantità di preziose informazioni sui testi di Nag Hammadi. La scrittrice propone la tesi che Maria Maddalena sia stata inserita in qualcuno dei testi gnostici come "figura" letteraria, allo scopo di illustrare il conflitto tra coloro che volevano espandere il ruolo delle donne nell'ambito della chiesa e coloro che intendevano invece ridurlo; questa supposizione è molto sensata. La Pagels mette in guardia contro il rischio di ritenere che questi vangeli più recenti abbiano un grande contenuto storico: "Gli antagonisti di entrambe le parti ricorsero alla tecnica polemica di scrivere della letteratura che derivava presumibilmente dai tempi degli apostoli, professando che quello fornito fosse il vero punto di vista degli apostoli sull'argomento". In altre parole, molti dei testi cristiani non canonici del secondo e terzo secolo, gnostici o no, furono scritti da fanatici religiosi per dimostrare che "gli apostoli erano d'accordo con me".
Molti femministi citano The Gnostic Gospels per sostenere l'affermazione che gli Gnostici fossero i primi femministi, una affermazione che non è in verità supportata dal testo del libro. Pagel scrive: "Gli Gnostici non erano unanimi nell'apprezzare le donne - né lo erano gli ortodossi nel denigrarle. Alcuni testi gnostici parlano innegabilmente del femminile in termini di disprezzo". In ogni caso, la scrittrice suggerisce effettivamente che, tirando le somme, le donne se la passavano alquanto meglio nella Chiesa Gnostica che non in quella ortodossa. Successivamente, scrivendo in altri ambiti popolari, la Pagels ha preso una forte posizione femminista, dichiarando che il femminismo gnostico era stato "soppresso".
È difficile stabilire con certezza quanto fossero "femministi" gli Gnostici, e la conclusione di ciascuno dipenderà dai testi sui quali si deciderà di concentrarsi, e da quelli che si sceglierà di ignorare. In diversi lavori gnostici, Dio Padre è lodato e celebrato come "tre volte maschio" [17] , cosa che ha scarse probabilità di accattivarsi i femministi. Nel "Dialogo Gnostico del Salvatore", Gesù istruisce i propri discepoli a "pregare dove non ci sono donne", e incita a distruggere "le opere delle donne". [18] La Sofìa (Saggezza) Gnostica di Gesù Cristo dice: "Queste sono le cose perfette e buone. Attraverso di esse è stato rivelato il difetto contenuto nella femmina". [19] Più schiacciante di tutti, nel Vangelo Gnostico di Tommaso, Simon Pietro dice: "Fate che Maria ci lasci, poiché le donne non sono degne della Vita". Gesù replica: "Io stesso la guiderò affinché diventi maschio, così che possa divenire uno spirito vivente a somiglianza di voi maschi. Poiché ciascuna donna che renderà se stessa simile ad un maschio entrerà nel Regno dei Cieli". [20] È ovvio che, per attribuire al movimento gnostico un'interpretazione proto-femminista, è necessaria una lettura estremamente selettiva dei suoi testi.
Gli storici e gli archeologi professionisti sono quasi universalmente unanimi nel respingere le asserzioni di femminismo attribuite ad antiche culture femministe e adoratrici di dee, sia nel Mediterraneo che altrove. (Cfr. Goddess unmasked, "La dea svelata") di Philip G. Davis per un'eccellente visione d'insieme delle fondamenta, indegne di persone erudite, sulle quali gli studiosi femministi hanno costruito simili affermazioni). [21] Tutte le società umane conosciute, passate e presenti, sono "patriarcali", nel senso che la leadership formale, sia in pubblico che in privato, è associata in modo predominante al maschio. Le lezioni di Women's Studies rivendicano numerose eccezioni, che però non sopravvivono ad un approfondito esame critico. [22] Ciò non significa che non esistano leaders donna, né che le donne non abbiano spesso un enorme potere informale che non viene riconosciuto in maniera formale.
Molte persone dalla mente razionale concluderanno che un libro è assolutamente poco serio quando si imbattono in un passo come il seguente, tratto da Il Codice da Vinci: "Langdon sollevò il proprio orologio di Mickey Mouse e le disse che Walt Disney aveva fatto del passaggio della storia del Graal alle future generazioni la propria ragione di vita. In tutta la sua vita, Disney era stato acclamato come "il Leonardo da Vinci dei giorni nostri". Entrambi gli uomini erano generazioni avanti rispetto alla propria epoca, artisti dotati di doni esclusivi, membri di società segrete e, cosa molto importante, avidi di burle. Come Leonardo, Walt Disney adorava mescolare messaggi e simbolismi nascosti nella propria arte". (p. 261)
Le prove del coinvolgimento di Disney nella vicenda del Graal e del "sacro femminino" si dice possano essere trovate in Cenerentola, La Bella Addormentata, Biancaneve e particolarmente nella Sirenetta. È effettivamente possibile che Brown abbia incluso questo paragrafo come esortazione al lettore a non prendere il libro troppo seriamente. Ma se è così, lo ha crittografato in maniera così opaca - una reductio ad absurdum - che praticamente nessuno è ancora riuscito a decrittarlo. Questa supposizione è rafforzata dalla susseguente, solenne dichiarazione che l'Era dell'Acquario sta per sorgere (p. 268). Come se ciò fosse uno sviluppo appena decodificato di una cospirazione, piuttosto che un'espressione sciocca e trita, popolare nella passata generazione.
La persona razionale può godersi la lettura di opere di fiction o di fantascienza, anche quando si tratta di invenzioni ritrite come Il Codice da Vinci, senza preoccuparsi eccessivamente delle ovvie assurdità contenute nella storia. Il problema si pone però quando un'invenzione letteraria pretende esplicitamente di essere più di un parto della fantasia, quando entra in risonanza con una disinformazione culturale ampiamente diffusa, e quando 25 milioni di lettori vengono turlupinati dalle sue capziose asserzioni. I presunti "fatti" contenuti nel Codice da Vinci non sono più credibili di quelli presenti in HBHG, dal quale sono stati tratti. Se pensate di essere scettici sarete nel giusto ritenendo che sono molto poche le verità mescolate alle invenzioni di Brown. n
Robert Sheaffer Scrittore e giornalista fa parte dell'americano CSICOP (Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal)
Tratto da Skeptic Vol. 11, n. 4. Riprodotto per gentile concessione. Traduzione di Fara Di Maio.
Per definizione, un romanzo è un'invenzione; pare quindi che la valutazione di Bertone sia irrilevante. Nei fatti, però, Brown dichiara nel libro: "Tutte le descrizioni relative ad opere d'arte, architetture, documenti e rituali segreti riportati in questo romanzo sono accurate". In questo "romanzo basato sui fatti" Brown fa delle dichiarazioni estremamente straordinarie che, se fossero vere, rivoluzionerebbero non solo tutte le religioni basate sul Cristianesimo, ma anche una gran parte della storia. Brown vuole indurci a credere che le abitudini dei primi Cristiani fossero ampiamente diverse rispetto a quel che ci hanno insegnato, e che un'immensa cospirazione ci ha impedito di saperlo. Una trama patriarcale escogitata da un famoso imperatore romano avrebbe cancellato l'adorazione protocristiana del "sacro femminino". Gesù e Maria Maddalena erano sposati, e hanno generato una linea di sangue reale che vive ancora ai nostri giorni. Una società segreta composta dai più famosi scienziati e artisti che la storia ricordi è stata interamente dedicata a preservare questi antichi segreti per almeno un migliaio di anni. Come conseguenza minima, queste affermazioni ribalterebbero completamente più di un secolo di faticose ricerche effettuate da seri letterati nelle più rinomate università del mondo. Se mai sono esistite delle straordinarie affermazioni storiche che richiedono straordinarie dimostrazioni storiche, sono proprio queste. E allora: quanto sono valide le prove fornite da Brown?
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Le prime testimonianze cristiane?
La principale affermazione posta a sostegno della radicale revisione storica operata da Brown è contenuta nelle dichiarazioni di un personaggio del romanzo, Leigh Teabing, ricercatore ed esperto del Santo Graal: "Queste sono fotocopie del Nag Hammadi e dei Rotoli del Mar Morto, di cui parlavo prima - annuncia Teabing - [essi sono] le prime testimonianze cristiane" (p. 245). Tutto ciò è platealmente falso. I Rotoli del Mar Morto sono effettivamente documenti storici di impareggiabile importanza. Essi però non ci forniscono alcuna informazione diretta dei primi anni del cristianesimo. Pur contribuendo enormemente alla conoscenza del Giudaismo durante il periodo storico che vide la nascita e la prima diffusione del cristianesimo, i Rotoli del Mar Morto non nominano neanche lontanamente Gesù di Nazareth, né alcuno dei suoi seguaci, e nemmeno il movimento religioso che sarebbe poi divenuto noto sotto il nome di Cristianità. È quindi grottesco, da parte di Brown, insinuare che i Rotoli del Mar Morto siano documenti-sorgente che potrebbero presumibilmente sconvolgere quanto sappiamo degli albori del Cristianesimo.
Tra i testi cristiani giunti sino a noi, quali sono i più antichi? Se desiderate leggerli, potrete trovarli nel Nuovo Testamento. Gli studiosi della materia ritengono che la lettera di S. Paolo oggi nota come Prima ai Tessalonicesi, sia stata scritta durante il suo secondo viaggio evangelico, intorno all'anno 51. Questa datazione la renderebbe il più antico di tutti i documenti cristiani che ci sono pervenuti. La Lettera ai Galati fu probabilmente scritta nel corso del terzo viaggio evangelico di Paolo, attorno agli anni 54-58. Gli Atti degli Apostoli sembrano essere stati completati entro il 61, anche se alcune parti di essi paiono essere ancora più antiche, con rimaneggiamenti apportati qualche anno più tardi.[1] Il Vangelo secondo Marco è senza dubbio il più antico dei vangeli tramandati. Viene solitamente datato intorno all'anno 70. Il Vangelo secondo Matteo è più recente rispetto a quello secondo Marco, ma fu composto prima dell'anno 100. Il Vangelo secondo Luca fu composto attorno all'anno 100. Quello secondo Giovanni fu scritto qualche anno più tardi, ma prima del 120. Esistono alcuni cavilli che riguardano queste date, ma gli esperti del Nuovo Testamento le accettano ritenendole ragionevolmente vicine alla realtà.
Per quanto riguarda i testi di Nag Hammadi, alcuni dei quali sono senza ombra di dubbio documenti protocristiani precedentemente sconosciuti, la domanda è: quando sono stati scritti? James M. Robinson, eminente esperto dei testi biblici e direttore del progetto volto a studiare e tradurre questi inestimabili reperti archeologici, scrive che - mentre non è stato ancora possibile procedere ad una precisa datazione - "sono state suggerite date che spaziano almeno fra l'inizio e la fine del quarto secolo dell'Era Corrente". Uno dei testi di Nag Hammadi fa riferimento all'eresia "Anomea", che ebbe una breve fioritura ad Alessandria intorno all'anno 360. Alcuni documenti di natura eterogenea collegati con la Raccolta di Nag Hammadi possono essere datati agli anni 333, 341, 346 e 348.[2] Pertanto, la collezione fisica di testi di Nag Hammadi è senza dubbio risalente al quarto secolo, e almeno alcuni dei suoi testi sono altrettanto recenti.
Anche se la nostra copia (l'unica copia superstite) dei testi di Nag Hammadi, è di epoca relativamente tarda, è certamente possibile che il documento in se stesso sia stato composto in tempi molto più antichi. E, a dire il vero, pare proprio che in questo caso sia andata così. Non abbastanza, però, da evitare a Brown di prendere un granchio. Egli tributa grande importanza al Vangelo secondo Filippo, che effettivamente descrive Gesù nell'atto di baciare Maria Maddalena sulla bocca (p. 246). Comunque, l'introduzione a tale libro della Raccolta di Nag Hammadi, scritta in inglese, stabilisce che esso fu "probabilmente composto in Siria nella seconda metà del terzo secolo dell'Era Corrente". In altre parole, fu composto tra il 250 e il 300, cioè almeno 150 anni più tardi dei vangeli canonici. Di conseguenza, non può essere realisticamente considerato una fonte storica primaria comparabile con i testi canonici.
Brown fa anche citazioni tratte dal Vangelo secondo Maria [Maddalena] (p. 247), il quale fa intuire che Gesù "amava lei più di noi". Stando all'introduzione della Raccolta di Nag Hammadi al Vangelo secondo Maria, "nonostante la data di composizione sia ignota, il manoscritto copto stesso è stato datato intorno ai primi anni del quinto secolo, e un frammento greco di questo vangelo agli inizi del terzo secolo". Non vi sono basi che permettano di assegnare a questo documento una data di composizione antecedente.
Quindi, è ridicolo che Brown spacci testi del secondo e terzo secolo come più antichi e decisivi dei testi canonici del primo secolo. I Vangeli e le Epistole contenute nel Nuovo Testamento canonico risalgono alla metà-fine del primo secolo, o al più tardi ai primissimi anni del secondo secolo. Eppure Brown asserisce con sicurezza che i libri del Nuovo Testamento sono successivi ai testi gnostici di Nag Hammadi. In tema di analisi storica non è possibile avere torto più di così.
Santo sangue, santo Graal
Il punto centrale della tesi di Brown è l'asserzione che Gesù e Maria Maddalena fossero sposati e avessero generato una linea di sangue reale che sopravvive, in gran segreto, ancora oggi. Questa sconclusionata affermazione fece sensazione una prima volta nel libro The Holy Blood and the Holy Grail (in italiano Il Santo Graal) scritto da Michael Baigent, Richard Leigh ed Henry Lincoln. La versione che Brown dà della storia è essenzialmente identica alla loro, e gli autori di HBHG fanno notare che il "Leigh Teabing" di Brown è costruito utilizzando il nome di uno di loro tre, e aggiungendo l'anagramma del nome di un altro. La tesi sostenuta da Brown è talmente simile, di fatto, alla loro che Baigent e Leigh hanno fatto causa a Brown per 140 milioni di sterline, con la motivazione che le premesse del romanzo e dei brani di ricerca fattuale sono un plagio tratto dal loro libro, che ha venduto oltre due milioni di copie nonostante fosse stato bollato da diversi commentatori ecclesiastici come "pseudo-storia".
Baigent ha dichiarato: "Che le nostre ipotesi siano giuste o sbagliate è irrilevante. Il fatto è che questo lavoro l'abbiamo messo insieme noi, impiegando diversi anni per realizzarlo". In questa considerazione è inclusa anche la tesi che vede la linea di sangue reale di Gesù e Maria Maddalena protetta da società esoteriche quali i Cavalieri Templari e il Priorato di Sion, di cui si dice Leonardo da Vinci fosse uno dei "Grandi Maestri". [3] Una seconda vertenza giudiziaria per plagio è stata avviata contro Brown dall'autore Lewis Perdue, il quale sostiene che il materiale per la trama è stato prelevato direttamente da due dei suoi libri: The Da Vinci Legacy (L'eredità Da Vinci) e Daughter of God (Figlia di Dio). [4] Ai fini della veridicità dell'idea, comunque, è irrilevante che Brown l'abbia copiata o meno. (Per una ricca fonte di materiale che smonta pezzo a pezzo The Holy Blood and the Holy Grail, vedere l'articolo Wikipedia sull'argomento). [5] Quali prove esistono che ciascuna di tali ipotesi sia storicamente accurata? Eccezionalmente poche. Cominciamo con il Priorato di Sion.
Il priorato di Sion
Scrive Brown: "Il Priorato di Sion - una società segreta europea fondata nel 1099 - è una vera e propria organizzazione. Nel 1975, nella Biblioteca Nazionale di Parigi, furono ritrovate delle pergamene note come Les dossiers secrètes, che recavano l'identità di numerosi membri del Priorato di Sion, tra i quali sir Isaac Newton, Botticelli, Victor Hugo e Leonardo da Vinci".
Questa dichiarazione è presa pari pari da The Holy Blood and the Holy Grail, in cui, nel capitolo 5, si afferma che "in base ai testi, l'Ordre de Sion fu fondato da Godfroi de Bouillon nel 1090, nove anni prima della conquista di Gerusalemme - sebbene esistano altri prieure documents che spostano la data della fondazione al 1099". Se fosse vero, tutto ciò sarebbe davvero impressionante. Secondo Brown, scopi del Priorato sono salvaguardare il presunto segreto del Santo Graal, proteggere la linea di sangue di Gesù e Maria, preservare la conoscenza del "sacro femminino", culto apparentemente praticato dai protocristiani (ma cancellato dall'imperatore Costantino e dai suoi patriarcali scagnozzi). In HBHG, la sostanza è la stessa; la differenza è data dall'assenza del punto di vista femminista di un dio donna e quindi del "sacro femminino", che divenne prominente negli scritti femministi verso la fine degli anni Ottanta del secolo scorso. Tale punto di vista, infatti, all'epoca non era ancora stato reso popolare.
I veri fatti relativi alla storia del Priorato di Sion sono descritti in grande dettaglio nel sito web www.priory-of-sion.com. Questo presunto antico "ordine" fu nella realtà fondato nel 1956 da Pierre Plantard (1920-2000), un ex-forzato francese anti-massone e antisemita che si trovava spesso nei guai con la legge. In seguito all'invasione nazista della Francia, nel dicembre 1940 si spinse al punto di scrivere al feldmaresciallo Petain, capo del governo-fantoccio insediatosi a Vichy e sostenuto dai nazisti, per metterlo in guardia da cospirazioni ebreo-massoniche. Nel 1953 Plantard scontò sei mesi di prigione per appropriazione indebita; nel 1956 fu condannato di nuovo e incarcerato per un anno, riconosciuto colpevole di détournement de mineurs (corruzione, e forse "rapimento", di uno o più minorenni).
In HBHG apprendiamo che, secondo Les dossiers secrètes, la linea di sangue della regale stirpe Merovingia del Priorato risale addirittura a prima della Guerra di Troia, fino agli stessi Patriarchi del Vecchio Testamento. Quanto sono credibili questi presunti documenti? Furono davvero trovati negli archivi nazionali francesi? Tecnicamente sì, furono rinvenuti negli archivi nei primi anni Sessanta del secolo scorso. Comunque, non esistono tracce della loro corretta registrazione né del loro ingresso. Sembrano essere stati piazzati lì in modo che qualcuno potesse trovarceli, ma, in mancanza di una registrazione nei libri degli archivi, non possono essere considerati validi. E allora, da dove saltano fuori Les dossiers secrètes? La storia completa è venuta fuori quando Plantard ed il suo co-autore Gérard de Sède ebbero un dissidio.
Come spiegato su www.priory-of-sion.com: "Le "pergamene", in particolare, furono create da Philippe de Chérisey, e il contratto per il libro L'Or de Rennes (L'Oro di Rennes[-le-Chateau]) rivela che, proprio per aver prodotto le "pergamene", egli aveva diritto ad una percentuale sugli incassi provenienti dalla vendita del libro. Una spaccatura fra i tre ebbe luogo nel 1967 quando Gérard de Sède rifiutò di distribuire le percentuali sulle vendite e Plantard e de Chérisey dichiararono che le "pergamene" (il maggior punto di attrazione del libro e principale motore delle vendite) erano un falso". [6]
In poche parole, il "Priorato di Sion" non ha proprio nulla a che vedere con una organizzazione medievale di crociati.
La cospirazione di Costantino
Un'altra notevole affermazione del Codice da Vinci è questa: "la Bibbia, come la conosciamo oggi, fu collazionata da un pagano, l'imperatore romano Costantino il Grande" (p. 231). Ecco come il protagonista del romanzo di Brown, Robert Langdon, spiega la cosa a Sophie Neveu: "Il Priorato crede che Costantino e i suoi discendenti maschi hanno avuto successo nel convertire il mondo dal paganesimo matriarcale al cristianesimo patriarcale, intraprendendo una campagna di propaganda che demonizzava il sacro femminino, completamente cancellando per sempre la dea dalla religione moderna" (p. 124).
È da notare come sia implicito, nel brano, che la religione politeistica greco-romana era felicemente matriarcale e in adorazione della "dea", finché Costantino non decise di cospirare per cambiarla. Questa affermazione è una sfida a tutto ciò che sappiamo sui principi religiosi del mondo antico. Giove (o Zeus) era il Re degli Dei, il governatore del mondo, ed era decisamente e stabilmente al comando. Nonostante il fatto che a essere adorati erano sia gli dei che le dee, non esiste alcun testo o documento greco o romano che parli, nemmeno lontanamente, di un "matriarcato"; gli dei maschi erano nettamente dominanti. Ad esempio, l' Iliade, con la sua cronaca delle macchinazioni di dei e dee, ha un taglio decisamente marziale, e tratta quasi esclusivamente di faccende mascoline, come ad esempio il coraggio in guerra. Le donne sono considerate premi da vincere in battaglia.
Niente all'interno di essa fa pensare al "sacro femminino." Brown ha plagiato questa idea direttamente da HBHG: "Nell' a.d. 303, un quarto di secolo prima, l'imperatore pagano Diocleziano aveva intrapreso la distruzione di tutti gli scritti cristiani reperibili. Come risultato di questa operazione, i documenti cristiani - particolarmente a Roma - erano quasi del tutto spariti. Quando Costantino commissionò le nuove versioni di questi documenti, autorizzò i custodi dell'ortodossia a rivedere, correggere e riscrivere il materiale come meglio credevano, in conformità con i propri dogmi. Proprio a questo punto furono probabilmente eseguite le principali alterazioni del Nuovo Testamento, e Gesù assurse a quello stato unico che continua ad essergli attribuito ancora oggi. L'importanza del mandato di Costantino non deve essere sottovalutata". [7] (con enfasi)
Gli autori di HBHG non citano alcuna fonte a sostegno di questa teoria sulla massiccia riscrittura della Bibbia operata nel IV secolo, senza dubbio perché non era possibile reperirne nessuna. Eppure, tale affermazione vive ormai di vita propria, ed è divenuta una moderna leggenda urbana. Qual è la verità storica? Ciò che gli autori di HBHG hanno fatto è stato distorcere un ben noto evento accaduto nella storia della Chiesa fino a renderlo irriconoscibile: il Concilio di Nicea del 325, che fu effettivamente convocato da Costantino nell'interesse dei capi religiosi. Il Concilio si riunì per risolvere diverse importanti dispute teologiche, nessuna delle quali coinvolgeva Maria Maddalena, il matriarcato, il femminismo, i nuovi vangeli, né, per restare in argomento, Costantino.
La principale questione discussa al Concilio di Nicea era incentrata sul dibattito che ha dato origine all'espressione "differire per uno iota": "Homo ousion (la stessa sostanza) contro homoi ousion (sostanza simile). Il punto morto al Concilio di Nicea era un concetto che nella Bibbia non figura affatto: homoousion. In base al concetto dell'homoousion, Cristo il Figlio era consustanziale (divideva cioè la stessa sostanza) al Padre. Ario ed Eusebio non erano di questo avviso. Ario pensava che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo fossero materialmente separati l'uno dall'altro, e che il Padre aveva creato il Figlio". [8]
Il Credo di Nicea, ancor oggi recitato in molte Chiese, è un succinto riassunto di tutte le dottrine concordate in questo conclave. L'Enciclopedia Cattolica [9] contiene un eccellente ed erudito articolo sul Concilio di Nicea, che ne riepiloga l'intero ordine del giorno. Costantino non fece altro che incitare i litigiosi vescovi a incontrarsi tutti nello stesso luogo, mettere a disposizione le risorse necessarie affinché questo avvenisse, e insistere perché smettessero di litigare.
Leigh Teabing, lo "studioso del Graal" creato da Brown, dice: "L'instaurazione di Gesù quale "Figlio di Dio" fu ufficialmente proposta e votata dal Concilio di Nicea" (p. 233). Questa affermazione è altamente fuorviante. Brown vuole indurre il lettore a pensare che prima del Concilio di Nicea nessuno aveva ritenuto che Gesù fosse di natura divina, e che un simile dogma fosse stato istituito a seguito di una semplice votazione del Concilio stesso, "un voto relativamente segreto, per di più". Nella realtà, con il famoso voto del Concilio bisognava stabilire se Gesù fosse della "stessa sostanza" del Padre oppure di "sostanza simile"; prevalse la prima interpretazione.
Nessun ecclesiastico insinuò che Gesù fosse puramente umano. Si discuteva se Gesù il Figlio fosse in qualche modo subordinato al Padre, o pienamente uguale a Lui. Secondo Teabing, "stabilire la divinità di Cristo era di importanza vitale per la successiva unificazione dell'Impero Romano" (p. 233). Ciò è semplicemente assurdo. Nel Vangelo secondo Giovanni, scritto due interi secoli prima del Concilio di Nicea, Gesù dice cose come (11:25): "Io sono la resurrezione e la vita: chi crede in me, anche se morto, vivrà". Pur senza considerare se Gesù abbia o meno effettivamente pronunciato queste parole, il documento dimostra che, all'inizio del secondo secolo, i Cristiani adoravano Gesù considerandolo un essere divino che aveva potere sulla vita e sulla morte.
E cosa dire delle affermazioni contenute nel Codice da Vinci e in HBHG, secondo le quali Costantino "commissionò nuove versioni di questi documenti", di fatto riscrivendo il Nuovo Testamento?
Francamente, non esiste alcuna evidenza storica per sostenere questa notevole asserzione, mentre ce ne sono parecchie che possono sconfessarla. È vero che l'imperatore ordinò che fossero fatte delle nuove copie della Bibbia (si trattava all'epoca di un laborioso processo manuale), ma esse avrebbero dovuto essere utilizzate nelle nuove chiese di cui si stava pianificando la costruzione, ed erano identiche ai testi biblici già esistenti. Molti manoscritti e frammenti del Nuovo Testamento, di data anteriore al Concilio di Nicea, esistono ancora, e il loro contenuto è identico a quello delle versioni che conosciamo oggi.
Nella Lettera Festiva scritta nel 367 da Sant'Attanasio, fu dato il via al Canone approvato del Nuovo Testamento, e furono dichiarate eretiche le versioni non approvate. [10]È opportuno notare che la chiarificazione avviata da Attanasio, che aveva precedentemente partecipato al Concilio di Nicea, consistette nel rimuovere dei documenti, e non nel aggiungerne o correggerne. I testi approvati da Attanasio sono quelli canonici che ci sono familiari ancora oggi, mentre la gran parte di quelli non approvati sono tuttora esistenti, ma vengono letti raramente e tendenzialmente sono di composizione più recente. Questa operazione pare essere stata l'inizio di una epurazione dei documenti "eretici" che coinvolse tutta la Chiesa. È presumibile che alcuni dei monaci a cui fu ordinato di distruggere i testi "eretici" a Nag Hammadi, invece di obbedire, sigillarono i manoscritti nelle anfore e li seppellirono. I Vangeli Apocrifi, cioè i libri che Attanasio intendeva bandire, sono oggi ampiamente disponibili in varie traduzioni. [11] Se qualcuno si aspetta di trovarvi segreti riti matriarcali, avrà una grossa delusione.
Chi era Maria Maddalena?
La risposta convenzionale a questa domanda è: Maria era una ex-prostituta che si pentì e divenne una seguace di Gesù. In nessun punto del Nuovo Testamento è detto che fosse una prostituta, nonostante si menzioni il fatto che Gesù scacciò diversi demoni dal suo corpo (Luca, 8:2). La tradizione che si trattasse di una prostituta ebbe inizio con un sermone di Papa Gregorio il Grande, agli inizi del sesto secolo. La risposta di Brown è che, oltre a essere la moglie e la confidente di Gesù e la madre dei suoi figli, Maria fosse l'incarnazione del Sacro Femminino, il Santo Graal stesso (laddove il Graal è inteso come una metafora del suo grembo).
Esistono eccellenti ragioni per dubitare della verità storica di tutte queste interpretazioni. Il nome "Maddalena" potrebbe essere derivato da una descrizione piuttosto che da un luogo, e in effetti la donna stessa potrebbe essere stata creata quale invenzione letteraria per attirare invettive che sarebbero state altrimenti indirizzare alla madre di Gesù. Durante i litigiosi primi tempi del cristianesimo, gli ebrei adirati lanciavano serie accuse contro la madre di Gesù, Maria. Il filosofo romano Celso scrisse un libro, Sulla vera dottrina che si oppone al cristianesimo (parzialmente preservato solo in Contra Celsum, un lavoro del Padre della Chiesa Origene che si contrapponeva a Celso; tutti gli scritti anti-cristiani risalenti ad epoche così remote sono stati da tempo distrutti). In esso, Celso fa accusare Gesù da un "filosofo": "Non è forse vero, mio buon signore, che avete voi stesso fabbricato la storia della vostra nascita da una vergine, per mettere a tacere le maldicenze intorno alle vere e sgradevoli circostanze delle vostre origini? Non sarà che, lungi dall'essere nato a Betlemme, regale città di Davide, avete visto la luce in un povero paese di campagna, e da una donna che si guadagnava da vivere tessendo e filando? Non sarà che quando la sua disonestà fu scoperta, vale a dire quando si seppe che era incinta di un soldato romano di nome Pantera, suo marito - il falegname - la ripudiò e lei fu accusata di adulterio? E infatti, non è vero che nella sua disgrazia, vagando lontano da casa, partorì un figlio maschio nel silenzio e nell'umiliazione?" [12]
Per il moderno lettore che ha udito solo la versione cristiana della nascita di Gesù, questa accusa risulta sconvolgente, blasfema e assurda; eppure esistono prove, negli antichi testi cristiani ed ebraici, che fanno pensare che l'accusa di Celso fosse credibile. Di questo argomento si parla approfonditamente nel mio libro The Making of the Messiah (La costruzione del Messia)". [13]
Ma cosa ha a che fare tutto questo con Maria Maddalena? Joseph R. Hoffman del Wells College di New York, studioso della Bibbia, ha notato che quando gli ebrei si riferivano alla madre di Gesù (Miriam in ebraico) come a "colei che acconciava i capelli delle donne", la frase ebraica è Miriam, m'qadella nashaia. [14] Quindi, ai primi cristiani, e agli aspiranti cristiani, capitava spesso di udire gli ebrei parlare di Miriam, m'qadella, di cui si diceva fosse una prostituta. Essi parlavano, ovviamente, della madre di Gesù. È possibile che gli evangelisti cristiani, rendendosi conto che tali dicerie non sarebbero state messe a tacere, inventarono un nuovo personaggio, il cui nome - e non la professione - era Miriam m'qadella, e che un tempo aveva fatto la prostituta. In questo modo, era possibile sostenere che tutte le orribili cose che si dicevano di Miriam m'qadella erano riferite a quest'altra donna, che aveva avuto in passato una disdicevole reputazione, e non alla madre di Gesù. In effetti, è possibile che tutte le Maria dei Vangeli, che portano il lettore a confondersi, siano in realtà la stessa donna. Giovanni, inesplicabilmente e ripetutamente, rifiuta di nominare la madre di Gesù, ma parla di "Maria la moglie di Cleofa": i nomi dei suoi due figli corrispondono ai nomi dei fratelli di Gesù elencati da Marco.
L'esistenza di un'antica matriarca cristiana provata dai testi di Nag Hammadi? Secondo la tesi di Brown, prima che Costantino e i suoi scagnozzi riscrivessero la Bibbia per renderla patriarcale, "Gesù era il femminista originario" (248). La cristianità era solita adorare il "sacro femminino" della "dea perduta", culto basato sul presunto antico principio de "il calice e la spada" (p. 237-8). A dire il vero, The Chalice and the Blade (in italiano Il Calice e la Spada) è il titolo di un libro scritto nel 1987 dalla femminista Riane Eisler, la quale sostiene, nelle sue congetture, che l'antica Creta fosse presumibilmente "non patriarcale". E la Eisler basava ampiamente la propria tesi sulle interpretazioni della defunta archeologa Marija Gimbutas. Nei primi tempi della propria carriera la Gimbutas si era costruita un'eccellente reputazione professionale; più tardi però aveva deviato fino a dare, di antichi disegni e icone, estreme interpretazioni femministe basate sul concetto di "Dea", che erano state quasi universalmente respinte dai suoi colleghi. Nell'introduzione al proprio libro, la Eisler spiega il simbolismo "olistico-sessuale" del Il Calice e la Spada, da lei stessa inventato, in connessione con la Gimbutas. [15] Pertanto, non c'è alcuna possibilità che un'antica società segreta potesse utilizzare il simbolismo del Calice e la Spada, poiché tale simbolismo non esisteva fino al 1987.
Alcuni libri popolari hanno convinto molti che la scoperta dei testi di Nag Hammadi provi l'esistenza di una versione dell'antica cristianità gnostica maggiormente orientata al femminismo. Il più importante tra essi è The Gnostic Gospels (in italiano I Vangeli Gnostici) di Elaine Pagels, una studiosa che ha realmente lavorato al Progetto Nag Hammadi. [16] Il libro della Pagels non è un lavoro esplicitamente femminista, e contiene una notevole quantità di preziose informazioni sui testi di Nag Hammadi. La scrittrice propone la tesi che Maria Maddalena sia stata inserita in qualcuno dei testi gnostici come "figura" letteraria, allo scopo di illustrare il conflitto tra coloro che volevano espandere il ruolo delle donne nell'ambito della chiesa e coloro che intendevano invece ridurlo; questa supposizione è molto sensata. La Pagels mette in guardia contro il rischio di ritenere che questi vangeli più recenti abbiano un grande contenuto storico: "Gli antagonisti di entrambe le parti ricorsero alla tecnica polemica di scrivere della letteratura che derivava presumibilmente dai tempi degli apostoli, professando che quello fornito fosse il vero punto di vista degli apostoli sull'argomento". In altre parole, molti dei testi cristiani non canonici del secondo e terzo secolo, gnostici o no, furono scritti da fanatici religiosi per dimostrare che "gli apostoli erano d'accordo con me".
Molti femministi citano The Gnostic Gospels per sostenere l'affermazione che gli Gnostici fossero i primi femministi, una affermazione che non è in verità supportata dal testo del libro. Pagel scrive: "Gli Gnostici non erano unanimi nell'apprezzare le donne - né lo erano gli ortodossi nel denigrarle. Alcuni testi gnostici parlano innegabilmente del femminile in termini di disprezzo". In ogni caso, la scrittrice suggerisce effettivamente che, tirando le somme, le donne se la passavano alquanto meglio nella Chiesa Gnostica che non in quella ortodossa. Successivamente, scrivendo in altri ambiti popolari, la Pagels ha preso una forte posizione femminista, dichiarando che il femminismo gnostico era stato "soppresso".
È difficile stabilire con certezza quanto fossero "femministi" gli Gnostici, e la conclusione di ciascuno dipenderà dai testi sui quali si deciderà di concentrarsi, e da quelli che si sceglierà di ignorare. In diversi lavori gnostici, Dio Padre è lodato e celebrato come "tre volte maschio" [17] , cosa che ha scarse probabilità di accattivarsi i femministi. Nel "Dialogo Gnostico del Salvatore", Gesù istruisce i propri discepoli a "pregare dove non ci sono donne", e incita a distruggere "le opere delle donne". [18] La Sofìa (Saggezza) Gnostica di Gesù Cristo dice: "Queste sono le cose perfette e buone. Attraverso di esse è stato rivelato il difetto contenuto nella femmina". [19] Più schiacciante di tutti, nel Vangelo Gnostico di Tommaso, Simon Pietro dice: "Fate che Maria ci lasci, poiché le donne non sono degne della Vita". Gesù replica: "Io stesso la guiderò affinché diventi maschio, così che possa divenire uno spirito vivente a somiglianza di voi maschi. Poiché ciascuna donna che renderà se stessa simile ad un maschio entrerà nel Regno dei Cieli". [20] È ovvio che, per attribuire al movimento gnostico un'interpretazione proto-femminista, è necessaria una lettura estremamente selettiva dei suoi testi.
Gli storici e gli archeologi professionisti sono quasi universalmente unanimi nel respingere le asserzioni di femminismo attribuite ad antiche culture femministe e adoratrici di dee, sia nel Mediterraneo che altrove. (Cfr. Goddess unmasked, "La dea svelata") di Philip G. Davis per un'eccellente visione d'insieme delle fondamenta, indegne di persone erudite, sulle quali gli studiosi femministi hanno costruito simili affermazioni). [21] Tutte le società umane conosciute, passate e presenti, sono "patriarcali", nel senso che la leadership formale, sia in pubblico che in privato, è associata in modo predominante al maschio. Le lezioni di Women's Studies rivendicano numerose eccezioni, che però non sopravvivono ad un approfondito esame critico. [22] Ciò non significa che non esistano leaders donna, né che le donne non abbiano spesso un enorme potere informale che non viene riconosciuto in maniera formale.
Topolino e il Santo Graal
Molte persone dalla mente razionale concluderanno che un libro è assolutamente poco serio quando si imbattono in un passo come il seguente, tratto da Il Codice da Vinci: "Langdon sollevò il proprio orologio di Mickey Mouse e le disse che Walt Disney aveva fatto del passaggio della storia del Graal alle future generazioni la propria ragione di vita. In tutta la sua vita, Disney era stato acclamato come "il Leonardo da Vinci dei giorni nostri". Entrambi gli uomini erano generazioni avanti rispetto alla propria epoca, artisti dotati di doni esclusivi, membri di società segrete e, cosa molto importante, avidi di burle. Come Leonardo, Walt Disney adorava mescolare messaggi e simbolismi nascosti nella propria arte". (p. 261)
Le prove del coinvolgimento di Disney nella vicenda del Graal e del "sacro femminino" si dice possano essere trovate in Cenerentola, La Bella Addormentata, Biancaneve e particolarmente nella Sirenetta. È effettivamente possibile che Brown abbia incluso questo paragrafo come esortazione al lettore a non prendere il libro troppo seriamente. Ma se è così, lo ha crittografato in maniera così opaca - una reductio ad absurdum - che praticamente nessuno è ancora riuscito a decrittarlo. Questa supposizione è rafforzata dalla susseguente, solenne dichiarazione che l'Era dell'Acquario sta per sorgere (p. 268). Come se ciò fosse uno sviluppo appena decodificato di una cospirazione, piuttosto che un'espressione sciocca e trita, popolare nella passata generazione.
La persona razionale può godersi la lettura di opere di fiction o di fantascienza, anche quando si tratta di invenzioni ritrite come Il Codice da Vinci, senza preoccuparsi eccessivamente delle ovvie assurdità contenute nella storia. Il problema si pone però quando un'invenzione letteraria pretende esplicitamente di essere più di un parto della fantasia, quando entra in risonanza con una disinformazione culturale ampiamente diffusa, e quando 25 milioni di lettori vengono turlupinati dalle sue capziose asserzioni. I presunti "fatti" contenuti nel Codice da Vinci non sono più credibili di quelli presenti in HBHG, dal quale sono stati tratti. Se pensate di essere scettici sarete nel giusto ritenendo che sono molto poche le verità mescolate alle invenzioni di Brown. n
Robert Sheaffer Scrittore e giornalista fa parte dell'americano CSICOP (Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal)
Note
1) Carrington, P. (1957), The Early Christian Church, Cambridge: Cambridge University Press, XIII-XIV.
2) Raccolta di Nag Hammadi in inglese, 15-16.
3) Cfr. The Telegraph, 10 marzo 2004. news/2004/10/03/ixnewstop.html www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2004/10/03/wvinci03.xml&sSheet=/ news/2004/10/03/ixnewstop.html
4) "Da Vinci author is hit by fresh plagiarism claim", Edinburgh Evening News, 12 gennaio 2005.
6) Cfr. priory-of-sion.com/ psp/id84.html e anche www.cesnur.org/2005/mi_02_03d.htm
7) Baigent, M., Lincoln, H., Leigh, R. (1982), The Holy Blood and the Holy Grail, New York: Delacorte Press, p. 368.
8) Arian Heresy, Ancient History, About.com
10) Per un'eccellente spiegazione di questo concetto, cfr. Attanasio d'Alessandria ne Lo sviluppo del Canone del Nuovo Testamento.
11) Cfr. Schneemelcher, W. (1989), New Testament apocrypha, Louisville: Westminster/John Knox Press, e Robinson, J.M. (1981), The Nag Hammadi Library in English, New York: Harper & Row.
12) Celsus (1987), On the true doctrine (tradotta da R. Joseph Hoffmann), New York: Oxford University Press, p. 19. Vedi anche Origene, Contra Celsum, 1:28.
13) Sheaffer, R. (1991), The making of the Messiah, Buffalo, New York: Prometheus Books, capitolo 4.
14) Hoffmann, R. Joseph. 1984. Jesus Outside the Gospels. Buffalo, New York: Prometheus Books, 41-42 "La fluttuante tradizione relativa alla donna colta in adulterio (Giovanni, 7:53-8:11), se parte integrante della tradizione di Maria, potrebbe indicare uno strato molto primitivo, in cui Maria la madre di Gesù e Maria di Magdala erano una sola e unica persona. In ogni caso, la tradizione evangelica che riguarda la seconda Maria potrebbe essere emersa come correttivo alla storia che la madre di Gesù fosse un'adultera. Riguardo alle due Maria, perfino i Vangeli contengono resconti confusi."
15) Eisler, R. (1987), The chalice and the blade, New York: Harper Collins, XVII.
16) Pagels, E. (1979), The gnostic gospels, New York: Random House. Cfr. capitolo 3.
17) Raccolta di Nag Hammadi in inglese, 64,375,446.
18) Raccolta di Nag Hammadi in inglese, 237-8.
19) Raccolta di Nag Hammadi in inglese, 221.
20) Raccolta di Nag Hammadi in inglese, 130.
21) Davis, P.G. (1998), Goddess unmasked, Dallas: Spence Publishing.
22) Goldberg, S. (1993), Why men rule, Chicago: Open Court.
Tratto da Skeptic Vol. 11, n. 4. Riprodotto per gentile concessione. Traduzione di Fara Di Maio.