Anche l'Italia diventa "terreno fertile" per i singolari crop-circles
Quello passato è stato l'anno zero del fenomeno crop circles in Italia e, come era facile prevedere quest'anno, abbiamo avuto modo di ammirare delle formazioni italiane molto più complesse di quelle del 2003. Quella di Sabaudia ad esempio è stata una formazione sicuramente più ricercata dal punto di vista artistico rispetto a quella che l'ha preceduta e quella di Fossano l'ho trovata di grosso impatto visivo. Su queste due formazioni avrete modo di leggere nelle pagine che seguono gli approfondimenti che i gruppi CICAP-Lazio e CICAP-Piemonte hanno preparato.
Senza dubbio il fenomeno in Italia crescerà ancora negli anni e le formazioni diventeranno sempre più complesse grazie all'affinamento dell'abilità dei circlemakers italiani.
Dal lato diametralmente opposto del fenomeno ci sono invece i cosiddetti "esperti" con il grosso problema di cercare di capire se la formazione esaminata è stata realizzata da uomini o meno, se etichettare quindi la formazione come "autentica" o "genuina".
Questo è veramente un dilemma che nessuno è mai riuscito a risolvere, nessuno è mai stato in grado di proporre un criterio definitivo. Gli esperti nel corso degli anni sono stati puntualmente smentiti in tutte le loro affermazioni, a partire dalle tracce di accesso al campo fino al criterio della perfezione della formazione.
Personalmente ho indagato la formazione di Casei Gerola (Pontecurone), l'ho visitata minuziosamente dall'interno e ho potuto notare che quello che veniva detto era assolutamente errato. La formazione di Casei non era composta da cerchi assolutamente perfetti, i bordi dei cerchi presentavano numerosissime sbavature e tutta la formazione era costellata di tantissimi steli rotti e spezzati che ho anche fotografato e prelevato. La sezione spezzata inoltre è risultata completamente ingiallita, praticamente secca al contrario dello stelo verde, segno evidente del tempo trascorso a partire dal trauma subito dallo stelo.
Il discorso della mancanza di tracce d'accesso al campo è stato poi il tormentone di tutti gli articoli scritti sulle formazioni italiane; secondo questa linea di pensiero non "essendoci" tracce d'accesso non sarebbe possibile per degli uomini la realizzazione di quelle opere.
Consiglio a questo proposito l'indagine sulla formazione di Fossano, in cui Mariano Tomatis ha anche praticamente verificato l'affermazione riguardante le tracce con documentazione fotografica disponibile su web: www.cicap.org/piemonte/cp.php?u=cropcn.php .
Se ci si vuole rendere conto davvero di come funziona questo fenomeno e di quante inesattezze vengono dette sui cerchi, l'unica soluzione è... "fare i cerchi". Solo se si fanno i cerchi ci si può rendere conto delle sciocchezze che vengono attribuite alle formazioni di cui si è assolutamente certi della paternità. Una raccomandazione importante da seguire è di non rivelare assolutamente la paternità, il cerchio perderebbe sicuramente la sua "magia".
Approfitto quindi per lanciare un appello a tutti i circlemakers italiani: non ci interessa conoscere chi siete, dotatevi perciò di un indirizzo email anonimo e spedite un messaggio all'indirizzo [email protected] , dichiarando di essere dei circlemakers e chiedendo di ricevere future informazioni all'indirizzo da cui avete spedito. Abbiamo in serbo per l'anno prossimo delle novità che sicuramente vi potranno interessare: fatevi sentire.
Per chi ancora non conoscesse la pagina dello speciale del CICAP dedicato ai crop circles, ecco il link sempre aggiornato: http://www.cicap.org/crops .
Francesco Grassi Coordinamento CICAP-Lombardia Resp. CICAP sui cerchi nel grano
Quello passato è stato l'anno zero del fenomeno crop circles in Italia e, come era facile prevedere quest'anno, abbiamo avuto modo di ammirare delle formazioni italiane molto più complesse di quelle del 2003. Quella di Sabaudia ad esempio è stata una formazione sicuramente più ricercata dal punto di vista artistico rispetto a quella che l'ha preceduta e quella di Fossano l'ho trovata di grosso impatto visivo. Su queste due formazioni avrete modo di leggere nelle pagine che seguono gli approfondimenti che i gruppi CICAP-Lazio e CICAP-Piemonte hanno preparato.
Senza dubbio il fenomeno in Italia crescerà ancora negli anni e le formazioni diventeranno sempre più complesse grazie all'affinamento dell'abilità dei circlemakers italiani.
Dal lato diametralmente opposto del fenomeno ci sono invece i cosiddetti "esperti" con il grosso problema di cercare di capire se la formazione esaminata è stata realizzata da uomini o meno, se etichettare quindi la formazione come "autentica" o "genuina".
Questo è veramente un dilemma che nessuno è mai riuscito a risolvere, nessuno è mai stato in grado di proporre un criterio definitivo. Gli esperti nel corso degli anni sono stati puntualmente smentiti in tutte le loro affermazioni, a partire dalle tracce di accesso al campo fino al criterio della perfezione della formazione.
Personalmente ho indagato la formazione di Casei Gerola (Pontecurone), l'ho visitata minuziosamente dall'interno e ho potuto notare che quello che veniva detto era assolutamente errato. La formazione di Casei non era composta da cerchi assolutamente perfetti, i bordi dei cerchi presentavano numerosissime sbavature e tutta la formazione era costellata di tantissimi steli rotti e spezzati che ho anche fotografato e prelevato. La sezione spezzata inoltre è risultata completamente ingiallita, praticamente secca al contrario dello stelo verde, segno evidente del tempo trascorso a partire dal trauma subito dallo stelo.
Il discorso della mancanza di tracce d'accesso al campo è stato poi il tormentone di tutti gli articoli scritti sulle formazioni italiane; secondo questa linea di pensiero non "essendoci" tracce d'accesso non sarebbe possibile per degli uomini la realizzazione di quelle opere.
Consiglio a questo proposito l'indagine sulla formazione di Fossano, in cui Mariano Tomatis ha anche praticamente verificato l'affermazione riguardante le tracce con documentazione fotografica disponibile su web: www.cicap.org/piemonte/cp.php?u=cropcn.php .
Se ci si vuole rendere conto davvero di come funziona questo fenomeno e di quante inesattezze vengono dette sui cerchi, l'unica soluzione è... "fare i cerchi". Solo se si fanno i cerchi ci si può rendere conto delle sciocchezze che vengono attribuite alle formazioni di cui si è assolutamente certi della paternità. Una raccomandazione importante da seguire è di non rivelare assolutamente la paternità, il cerchio perderebbe sicuramente la sua "magia".
Approfitto quindi per lanciare un appello a tutti i circlemakers italiani: non ci interessa conoscere chi siete, dotatevi perciò di un indirizzo email anonimo e spedite un messaggio all'indirizzo [email protected] , dichiarando di essere dei circlemakers e chiedendo di ricevere future informazioni all'indirizzo da cui avete spedito. Abbiamo in serbo per l'anno prossimo delle novità che sicuramente vi potranno interessare: fatevi sentire.
Per chi ancora non conoscesse la pagina dello speciale del CICAP dedicato ai crop circles, ecco il link sempre aggiornato: http://www.cicap.org/crops .
Francesco Grassi Coordinamento CICAP-Lombardia Resp. CICAP sui cerchi nel grano