Siberia. A inizio ottobre 2003 le agenzie hanno diffuso la notizia secondo cui sarebbe stata ritrovata una presunta gamba dell'abominevole uomo delle nevi. Il ritrovamento è avvenuto, sulle alture dell'Altai in Siberia, alla quota di 3.000 metri. Si tratta di un arto mummificato risalente a migliaia di anni fa.
Secondo le notizie diffuse, l'arto sarebbe stato sottoposto a un primo esame ai raggi X da parte dell'Istituto di anatomo-patologia veterinaria di Barnaul. L'esame avrebbe consentito di stabilire che l'essere, il cui piede è di grandezza pari a un 39 di scarpa, era adulto, e camminava eretto su due gambe. Sui giornali si sottolinea il fatto che l'arto ritrovato non corrisponderebbe a nessun animale noto vivente o scomparso. Né potrebbe appartenere a un uomo perché le caratteristiche fisiche non hanno niente di umano: le dita del piede hanno gli artigli, assomigliano a quelle dei primati e il pollice ha tre falangi invece di due. Inoltre, sia il piede che la gamba sono ricoperti da un fitto pelo rossiccio.
Sul sito www.criptozoo.com è però comparso un articolo dal titolo inequivocabile: "Imbroglio giornalistico sul presunto arto di Yeti".
"È stato ormai da tempo assodato e dimostrato dagli esperti" si legge nell'articolo "che il presunto arto di Yeti, nella fattispecie una gamba, ritrovato presso i monti Altai alcuni mesi orsono dall'alpinista Sergey Semenov, altro non è che una zampa d'orso".
L'articolo procede con una dura critica al comportamento della stampa: "Da sempre il trattamento che la stampa ha nei confronti della criptozoologia sfiora il ridicolo facendo emergere tutta l'ignoranza (quando si tratta di etichettare ogni cosa come bufala) e la malafede (quando si tratta di spacciare false notizie, come quella recente di un pitone di quindici metri esibito in uno zoo in Indonesia, che in realtà è lungo a malapena sette) delle agenzie di informazione e dei giornalisti.
Sebbene consapevole del fatto che tali bufale attirino maggiormente l'attenzione del pubblico rispetto alla divulgazione della verità, personalmente riteniamo questo comportamento e questa mancanza di intelligenza alquanto poco edificanti".
Secondo l'articolista esperto di criptozoologia non esisterebbero dubbi sul fatto che l'arto in questione appartenga a un orso. Si legge infatti: "Ritornando sul presunto arto di Yeti [...] si può facilmente evincere, dalla visione delle lastre, che si tratta indiscutibilmente dell'arto posteriore di un orso. La presenza degli artigli inoltre, è assolutamente incompatibile con qualsiasi primate superiore".