"Telefonini, computer, forni a microonde, airbag: la tecnologia invade sempre più la vita quotidiana ma rimane un oggetto misterioso e spesso sentito come minaccioso".
Così ho scritto nella presentazione di Leggende tecnologiche, un libro appena uscito per la casa editrice Avverbi e che raccoglie appunto le più comuni storie sulle tecnologie di uso quotidiano. E in effetti, l'enorme diffusione del telefono cellulare nel nostro Paese si è accompagnata alla nascita di molte leggende che hanno al centro questo nuovo prodotto. Molte di queste storie riguardano i possibili rischi connessi all'utilizzo di questi strumenti e in primo luogo la presunta nocività delle onde elettromagnetiche emesse da questi apparecchi. Si tratta di un tema oggetto di un ampio dibattito sociale e scientifico che non possiamo certo approfondire qui[1], ma che è oggetto di due leggende.
Troviamo la prima di queste storie nell'archivio online meritoriamente curato da Carlo Precotto per il Centro per la raccolta delle Voci e delle Leggende Contemporanee:
Diceva questa persona che in California usano difendersi dalle radiazioni elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari con un bracciale formato da 3 avvolgimenti di nastro magnetico di audio o video cassette. Questo bracciale dovrebbe assorbire tutte le onde negative dei telefonini, perciò andrebbe sostituito abbastanza spesso, in ragione di quanto si usa il telefono, ogni 7/14 giorni. A quanto pare è una cosa verificata sperimentalmente e in corso di approvazione ufficiale.
Questa segnalazione è giunta all'archivio del Centro il 28 marzo 2001 e oggi, a oltre due anni di distanza, sembra che ancora la presunta approvazione non sia avvenuta, forse perché le onde negative di cui si parla semplicemente non esistono, se non come invenzione leggendaria capace, attraverso la scelta di un aggettivo, di evocare la certezza di un pericolo anche in chi non sa nulla di elettromagnetismo. C'è in questa storia un particolare, apparentemente irrilevante, che fa scattare un campanello in chiunque si occupi da tempo di leggende: il numero 3. Perché uno dei caratteri ricorrenti di questi racconti, che ne rivela il carattere leggendario, è proprio la presenza di "numeri simbolo", a cui da sempre e in tutte le costruzioni mitologiche viene attribuito un potere particolare, come il 7 e, appunto il 3.
Il pericolo a cui questa storia fa riferimento trova una più concreta rappresentazione in un'altra leggenda, di origine australiana, nella quale si racconta di un terribile incidente successo a una persona a cui è suonato il telefono cellulare mentre stava rifornendo di benzina la sua macchina:
Attenzione: uso dei cellulari alle stazioni di rifornimento benzina.
Se ancora non lo sai, c'è stato un incidente nel quale un uomo è rimasto ustionato e la sua macchina è stata gravemente danneggiata quando i fumi del gas sono esplosi mentre stava parlando al suo cellulare e si trovava vicino al benzinaio che stava rifornendo la sua auto. Tutti gli apparecchi elettrici che si trovano presso le stazioni di servizio sono protetti con materiale che impedisce il rischio di esplosioni, mentre i cellulari no. Leggi i manuali d'uso dei cellulari. Motorola, Ericsson e Nokia pubblicano tutti delle indicazioni che avvertono di non utilizzare il cellulare "alle stazioni di servizio, nei depositi di carburante e nelle aziende chimiche". La Exxon ha cominciato a mettere degli avvisi nelle sue stazioni di servizio. La minaccia che i cellulari rappresentano per le stazioni di servizio dipende dalla loro capacità di produrre scintille che possono essere generate dalle batterie che si trovano nel telefono. Per favore fate girare questa notizia.
Effettivamente, i manuali che vengono forniti quando si acquista un cellulare contengono indicazioni analoghe a quelle citate in questa storia, così come è vero che sempre più spesso è possibile vedere affissi degli adesivi presso le pompe di benzina che impongono il divieto, peraltro mai rispettato, di telefonare in quell'area.
Un qualche rischio, perlomeno teorico, sembra quindi esserci, tanto da aver spinto sia i produttori di cellulari che le compagnie petrolifere ad ammonire contro l'utilizzo del telefonino, per evitare di essere, in caso di incidente, accusate di aver omesso un'informazione rilevante. Ma l'incidente a cui il racconto fa riferimento c'è mai stato?
Qui le cose si fanno più complicate e per capirne di più seguiamo la piccola indagine fatta da David Emery, che sul sito www.about.com cura una rubrica intitolata "Urban Legends and Folklore". Un articolo comparso il 17 maggio 1999 sul Bangkok Post parlava di un indonesiano rimasto gravemente ferito a causa dell'esplosione della sua auto avvenuta mentre stava mettendo benzina e allo stesso tempo parlava al suo cellulare, e citava un altro caso analogo verificatosi alcuni anni prima in Australia. Il problema è, scrive Emery, "che la principale fonte da cui il giornalista indonesiano aveva avuto la notizia è Internet. La storia dell'incidente australiano era apparsa per la prima volta nel 1993 su un gruppo di discussione in rete, mentre quella indonesiana era quasi identica nei contenuti a una mail allarmistica che circolava in rete almeno un mese prima che il Bangkok Post pubblicasse la notizia".
A meno di non pensare a un caso di preveggenza da parte dell'autore della mail allarmistica, è allora facile intuire che il giornalista indonesiano ha scritto il suo pezzo senza fare una verifica diretta dell'autenticità dei due racconti. E, in realtà, quando Emery ha contattato la stazione dei pompieri di Adelaide, Gavin Dougherty, l'ufficiale preposto, gli ha comunicato che non si erano "mai registrati casi nei quali un cellulare era stato sospettato di aver provocato l'esplosione di un distributore". La stessa fonte gli ha poi confermato che effettivamente nel 1993 si era verificata l'esplosione di un camion a una stazione di servizio, che era stata però causata da un mix infiammabile di vapori di benzina e aria accumulatasi nel serbatoio vuoto del camion.
"E il telefono? Possibile che nessuno vi abbia fatto riferimento?", ha chiesto Emery, "In effetti - ha spiegato Dougherty - l'autista ha testimoniato di aver usato il telefono pubblico che si trovava all'interno della stazione di servizio prima di iniziare a rifornire il camion di benzina. Dopo aver telefonato era uscito, aveva iniziato a mettere benzina ed era ritornato all'interno dei locali della stazione in attesa che il rifornimento venisse completato. È allora possibile che i resoconti dei giornali, nel riferire della fortuna dell'autista che si trovava all'interno della stazione al momento dello scoppio, abbiano potuto indurre nei lettori la falsa associazione tra l'uso del telefono e l'esplosione".
Dopo l'Australia e l'Indonesia, le storie di motociclisti, camionisti e guidatori che provocano esplosioni di distributori usando il loro cellulare si sono diffuse anche negli Stati Uniti, rivelandosi però ogni volta dei falsi allarmi, spesso ingigantiti da reportage giornalistici del tutto inaccurati[2]. Da questo punto di vista la leggenda funziona infatti come una sorta di schema interpretativo con cui il giornalista sembra leggere gli eventi: quando si ha uno scoppio a una stazione di benzina, egli cerca di attribuirlo al fatto che qualcuno stesse usando il cellulare mentre faceva rifornimento perché già sa di una storia simile che è capitata (ma a questo punto sappiamo che è meglio dire "sarebbe capitata") da qualche altra parte nel mondo. Ma perché utilizzare questo schema interpretativo e non altri? Una possibile spiegazione è che questo serve a costruire una buona storia, semplice, chiara e che dà corpo a un timore, spesso non esplicitato ma evidentemente presente, nei confronti dei possibili rischi connessi all'utilizzo di una nuova tecnologia.
Questa leggenda si è recentemente diffusa anche in Italia via Internet. A molte persone è capitato infatti di ricevere questa mail di avvertimento:
La TOTAL FINA ci ha inviato una segnalazione, che nel seguito allego tradotta, relativa al pericolo dell'utilizzo dei cellulari presso le stazioni di servizio, per la presenza di gas (GPL) e, in generale, dei vapori di benzina. Chiediamo cortesemente a tutti i destinatari di questo messaggio di contribuire alla diffusione di tale norma, per la salvaguardia dell'incolumità di tutti.
Messaggio: La SHELL ha informato di tre incidenti dovuti all'accensione di gas o di vapori, a causa dei cellulari. In ciascun caso, il telefono ha suonato, o l'utilizzatore ha risposto mentre stava riempiendo il serbatoio della propria vettura. Nel primo caso, il telefono era stato lasciato nel baule. Il telefono ha suonato e il fuoco che ne è derivato ha distrutto la vettura e la pompa del GPL. Nel secondo caso, una persona si è bruciata il viso con i vapori in fiamma, quando ha risposto durante il riempimento del proprio serbatoio. Nel terzo caso, una persona si è bruciata la coscia e l'inguine quando il cellulare ha suonato in tasca, durante il rifornimento della vettura. Questi incidenti dimostrano che è un errore credere che i GSM non possano infiammare gas e vapori. I nuovi GSM, che si illuminano quando sono accesi, o quando suonano, rilasciano sufficiente energia da emettere scintille capaci di innescare un incendio.
I consigli di Shell sono:
1. Non utilizzare i cellulari nelle stazioni di servizio.
2. Spegnere i cellulari prima di scendere dalla vettura presso una stazione di servizio
Cordialità.
Laura xxx
Total Fina Elf Italia spa Direzione Lubrificanti e-mail: [email protected]
La credibilità del messaggio era in questo caso enormemente rafforzata dalla sua fonte: una dipendente di una società petrolifera. Per questo ho provato a contattare la persona in questione, per verificare la credibilità della mail, ma non ho mai ricevuto alcuna risposta. Ad oggi perciò possiamo dire che non esistano prove che confermano che incidenti del genere siano mai avvenuti. In compenso, però, proliferano le leggende, sintomo di un inquietudine che riguarda non solo il cellulare ma anche molte altre tecnologie che pure sono ormai parte del nostro mondo quotidiano.
Lorenzo Montali Università degli Studi Milano-Bicocca Relazioni esterne CICAP e-mail: [email protected]
Così ho scritto nella presentazione di Leggende tecnologiche, un libro appena uscito per la casa editrice Avverbi e che raccoglie appunto le più comuni storie sulle tecnologie di uso quotidiano. E in effetti, l'enorme diffusione del telefono cellulare nel nostro Paese si è accompagnata alla nascita di molte leggende che hanno al centro questo nuovo prodotto. Molte di queste storie riguardano i possibili rischi connessi all'utilizzo di questi strumenti e in primo luogo la presunta nocività delle onde elettromagnetiche emesse da questi apparecchi. Si tratta di un tema oggetto di un ampio dibattito sociale e scientifico che non possiamo certo approfondire qui[1], ma che è oggetto di due leggende.
Troviamo la prima di queste storie nell'archivio online meritoriamente curato da Carlo Precotto per il Centro per la raccolta delle Voci e delle Leggende Contemporanee:
Diceva questa persona che in California usano difendersi dalle radiazioni elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari con un bracciale formato da 3 avvolgimenti di nastro magnetico di audio o video cassette. Questo bracciale dovrebbe assorbire tutte le onde negative dei telefonini, perciò andrebbe sostituito abbastanza spesso, in ragione di quanto si usa il telefono, ogni 7/14 giorni. A quanto pare è una cosa verificata sperimentalmente e in corso di approvazione ufficiale.
Questa segnalazione è giunta all'archivio del Centro il 28 marzo 2001 e oggi, a oltre due anni di distanza, sembra che ancora la presunta approvazione non sia avvenuta, forse perché le onde negative di cui si parla semplicemente non esistono, se non come invenzione leggendaria capace, attraverso la scelta di un aggettivo, di evocare la certezza di un pericolo anche in chi non sa nulla di elettromagnetismo. C'è in questa storia un particolare, apparentemente irrilevante, che fa scattare un campanello in chiunque si occupi da tempo di leggende: il numero 3. Perché uno dei caratteri ricorrenti di questi racconti, che ne rivela il carattere leggendario, è proprio la presenza di "numeri simbolo", a cui da sempre e in tutte le costruzioni mitologiche viene attribuito un potere particolare, come il 7 e, appunto il 3.
Telefonini esplosivi
Il pericolo a cui questa storia fa riferimento trova una più concreta rappresentazione in un'altra leggenda, di origine australiana, nella quale si racconta di un terribile incidente successo a una persona a cui è suonato il telefono cellulare mentre stava rifornendo di benzina la sua macchina:
Attenzione: uso dei cellulari alle stazioni di rifornimento benzina.
Se ancora non lo sai, c'è stato un incidente nel quale un uomo è rimasto ustionato e la sua macchina è stata gravemente danneggiata quando i fumi del gas sono esplosi mentre stava parlando al suo cellulare e si trovava vicino al benzinaio che stava rifornendo la sua auto. Tutti gli apparecchi elettrici che si trovano presso le stazioni di servizio sono protetti con materiale che impedisce il rischio di esplosioni, mentre i cellulari no. Leggi i manuali d'uso dei cellulari. Motorola, Ericsson e Nokia pubblicano tutti delle indicazioni che avvertono di non utilizzare il cellulare "alle stazioni di servizio, nei depositi di carburante e nelle aziende chimiche". La Exxon ha cominciato a mettere degli avvisi nelle sue stazioni di servizio. La minaccia che i cellulari rappresentano per le stazioni di servizio dipende dalla loro capacità di produrre scintille che possono essere generate dalle batterie che si trovano nel telefono. Per favore fate girare questa notizia.
Effettivamente, i manuali che vengono forniti quando si acquista un cellulare contengono indicazioni analoghe a quelle citate in questa storia, così come è vero che sempre più spesso è possibile vedere affissi degli adesivi presso le pompe di benzina che impongono il divieto, peraltro mai rispettato, di telefonare in quell'area.
Un qualche rischio, perlomeno teorico, sembra quindi esserci, tanto da aver spinto sia i produttori di cellulari che le compagnie petrolifere ad ammonire contro l'utilizzo del telefonino, per evitare di essere, in caso di incidente, accusate di aver omesso un'informazione rilevante. Ma l'incidente a cui il racconto fa riferimento c'è mai stato?
Qui le cose si fanno più complicate e per capirne di più seguiamo la piccola indagine fatta da David Emery, che sul sito www.about.com cura una rubrica intitolata "Urban Legends and Folklore". Un articolo comparso il 17 maggio 1999 sul Bangkok Post parlava di un indonesiano rimasto gravemente ferito a causa dell'esplosione della sua auto avvenuta mentre stava mettendo benzina e allo stesso tempo parlava al suo cellulare, e citava un altro caso analogo verificatosi alcuni anni prima in Australia. Il problema è, scrive Emery, "che la principale fonte da cui il giornalista indonesiano aveva avuto la notizia è Internet. La storia dell'incidente australiano era apparsa per la prima volta nel 1993 su un gruppo di discussione in rete, mentre quella indonesiana era quasi identica nei contenuti a una mail allarmistica che circolava in rete almeno un mese prima che il Bangkok Post pubblicasse la notizia".
A meno di non pensare a un caso di preveggenza da parte dell'autore della mail allarmistica, è allora facile intuire che il giornalista indonesiano ha scritto il suo pezzo senza fare una verifica diretta dell'autenticità dei due racconti. E, in realtà, quando Emery ha contattato la stazione dei pompieri di Adelaide, Gavin Dougherty, l'ufficiale preposto, gli ha comunicato che non si erano "mai registrati casi nei quali un cellulare era stato sospettato di aver provocato l'esplosione di un distributore". La stessa fonte gli ha poi confermato che effettivamente nel 1993 si era verificata l'esplosione di un camion a una stazione di servizio, che era stata però causata da un mix infiammabile di vapori di benzina e aria accumulatasi nel serbatoio vuoto del camion.
"E il telefono? Possibile che nessuno vi abbia fatto riferimento?", ha chiesto Emery, "In effetti - ha spiegato Dougherty - l'autista ha testimoniato di aver usato il telefono pubblico che si trovava all'interno della stazione di servizio prima di iniziare a rifornire il camion di benzina. Dopo aver telefonato era uscito, aveva iniziato a mettere benzina ed era ritornato all'interno dei locali della stazione in attesa che il rifornimento venisse completato. È allora possibile che i resoconti dei giornali, nel riferire della fortuna dell'autista che si trovava all'interno della stazione al momento dello scoppio, abbiano potuto indurre nei lettori la falsa associazione tra l'uso del telefono e l'esplosione".
Dopo l'Australia e l'Indonesia, le storie di motociclisti, camionisti e guidatori che provocano esplosioni di distributori usando il loro cellulare si sono diffuse anche negli Stati Uniti, rivelandosi però ogni volta dei falsi allarmi, spesso ingigantiti da reportage giornalistici del tutto inaccurati[2]. Da questo punto di vista la leggenda funziona infatti come una sorta di schema interpretativo con cui il giornalista sembra leggere gli eventi: quando si ha uno scoppio a una stazione di benzina, egli cerca di attribuirlo al fatto che qualcuno stesse usando il cellulare mentre faceva rifornimento perché già sa di una storia simile che è capitata (ma a questo punto sappiamo che è meglio dire "sarebbe capitata") da qualche altra parte nel mondo. Ma perché utilizzare questo schema interpretativo e non altri? Una possibile spiegazione è che questo serve a costruire una buona storia, semplice, chiara e che dà corpo a un timore, spesso non esplicitato ma evidentemente presente, nei confronti dei possibili rischi connessi all'utilizzo di una nuova tecnologia.
Questa leggenda si è recentemente diffusa anche in Italia via Internet. A molte persone è capitato infatti di ricevere questa mail di avvertimento:
La TOTAL FINA ci ha inviato una segnalazione, che nel seguito allego tradotta, relativa al pericolo dell'utilizzo dei cellulari presso le stazioni di servizio, per la presenza di gas (GPL) e, in generale, dei vapori di benzina. Chiediamo cortesemente a tutti i destinatari di questo messaggio di contribuire alla diffusione di tale norma, per la salvaguardia dell'incolumità di tutti.
Messaggio: La SHELL ha informato di tre incidenti dovuti all'accensione di gas o di vapori, a causa dei cellulari. In ciascun caso, il telefono ha suonato, o l'utilizzatore ha risposto mentre stava riempiendo il serbatoio della propria vettura. Nel primo caso, il telefono era stato lasciato nel baule. Il telefono ha suonato e il fuoco che ne è derivato ha distrutto la vettura e la pompa del GPL. Nel secondo caso, una persona si è bruciata il viso con i vapori in fiamma, quando ha risposto durante il riempimento del proprio serbatoio. Nel terzo caso, una persona si è bruciata la coscia e l'inguine quando il cellulare ha suonato in tasca, durante il rifornimento della vettura. Questi incidenti dimostrano che è un errore credere che i GSM non possano infiammare gas e vapori. I nuovi GSM, che si illuminano quando sono accesi, o quando suonano, rilasciano sufficiente energia da emettere scintille capaci di innescare un incendio.
I consigli di Shell sono:
1. Non utilizzare i cellulari nelle stazioni di servizio.
2. Spegnere i cellulari prima di scendere dalla vettura presso una stazione di servizio
Cordialità.
Laura xxx
Total Fina Elf Italia spa Direzione Lubrificanti e-mail: [email protected]
La credibilità del messaggio era in questo caso enormemente rafforzata dalla sua fonte: una dipendente di una società petrolifera. Per questo ho provato a contattare la persona in questione, per verificare la credibilità della mail, ma non ho mai ricevuto alcuna risposta. Ad oggi perciò possiamo dire che non esistano prove che confermano che incidenti del genere siano mai avvenuti. In compenso, però, proliferano le leggende, sintomo di un inquietudine che riguarda non solo il cellulare ma anche molte altre tecnologie che pure sono ormai parte del nostro mondo quotidiano.
Lorenzo Montali Università degli Studi Milano-Bicocca Relazioni esterne CICAP e-mail: [email protected]
Note
1) Segnalo l'ottimo libro di Margherita Fronte, Campi elettromagnetici: innocui o pericolosi? Roma: Avverbi, che presenta in maniera molto chiara lo stato della ricerca scientifica sull'argomento.
2) Un esempio evidente si può trovare in un articolo del San Francisco Chronicle del 28 agosto 1999, in cui si riferisce di un incidente causato da un cellulare avvenuto a Trail, British Columbia, di cui alcuni giornali americani avevano dato notizia. Anche in quel caso, interrogando direttamente le fonti, la giornalista di San Francisco aveva scoperto che il cellulare non c'entrava per nulla con l'esplosione.