Il 19 agosto del 2001, in un campo di grano nei pressi dell'Osservatorio radioastronomico di Chilbolton, nell'Inghilterra meridionale, è comparso quello che a buon titolo si può definire il più originale pittogramma nel grano mai realizzato finora. Non si trattava di un'elaborata figura a simmetria circolare, né di una composizione astratta. Quello che si è presentato agli occhi degli osservatori era addirittura una copia del famoso messaggio inviato nel 1974 dal radiotelescopio di Arecibo in direzione dell'ammasso stellare M13, nella costellazione di Ercole, che comprende diverse centinaia di migliaia di stelle. In quell'occasione i radioastronomi del progetto SETI hanno voluto lanciare una sorta di messaggio in bottiglia, nella speranza che prima o poi qualcuno lo potesse raccogliere, e magari rispondere. Lo storico momento era forse giunto proprio ora, nel 2001, dopo soli 27 anni da quando il messaggio aveva lasciato la Terra?
A ben vedere, il tracciato di Chilbolton mostrava alcune differenze rispetto all'originale, proprio come se il misterioso corrispondente avesse voluto fornirci informazioni riguardo al suo angolo di universo ed alla sua stessa struttura biologica. Tant'è vero che, nella rappresentazione degli elementi chimici alla base della vita, il buon vecchio carbonio era sostituito dal più attuale ed intrigante silicio, oltre al fatto che lo schema del DNA alieno mostrava una singolare struttura a tripla elica. Il sistema solare del misterioso corrispondente comprendeva nove pianeti, come il nostro, di cui però tre erano posti in evidenza; infine, al posto dell'antenna trasmittente si poteva individuare qualcosa che ricordava la forma di una sonda spaziale.
Pareva proprio che, almeno questa volta, il significato del pittogramma fosse ben chiaro: una civiltà aliena aveva intercettato il messaggio di Arecibo e risposto a modo suo, scolpendo in un campo di grano un secondo messaggio, ed impiegando per il nuovo disegno lo stesso linguaggio dell'originale. Chi avrebbe potuto, a questo punto, non pensare ad un'opera aliena?
Chiamati direttamente in causa, i radioastronomi del SETI hanno replicato a questa ipotesi pubblicando sul sito web dell'Istituto il testo riportato nel box di seguito (l'originale inglese si trova a www.seti.org/general/aomessage_crop.html) .
Una analisi così puntigliosa ha dunque chiarito la questione? Niente affatto: i sostenitori della "realtà" dei cerchi nel grano hanno subito gridato allo scandalo, invocando argomentazioni che spaziano dalla "fisica superiore" all'occultamento delle prove da parte di un non meglio identificato "governo ombra mondiale". In alternativa, secondo questi i disegni potrebbero essere semplicemente frutto del "sogno di Gaia", cioè della Terra stessa, la quale sarebbe un vero e proprio essere vivente in grado di reagire agli stimoli esterni e persino di sognare, e "con l'energia della sua mente i sogni potrebbero manifestarsi nella realtà, con magnifiche forme radiose nei campi di grano"[1]. O forse i disegni sono realizzati da alieni in carne ed ossa, che accompagnano da sempre il cammino dell'umanità. Si legge infatti che "i rapimenti da parte di alieni oggi sono comunemente accettati dal popolino (fuori dalle mura del SETI) come un qualcosa che effettivamente succede" [2]. Dunque è tutto a posto: se il "popolino" è già convinto, non vale certo la pena di proseguire nelle ricerche.
E riguardo alla possibilità che si tratti di un burla, di un abile (e raffinatissimo) scherzo operato da un gruppo di artisti specializzati in graffiti nel grano? Neanche per idea! Servirebbero "conoscenze esoteriche del sistema numerico binario, della chimica, delle sequenze del DNA" [3], nozioni forse incomprensibili per chi vede solo complotti e congiure, ma senz'altro alla portata di qualsiasi studente universitario, forse addirittura di qualche insospettabile stagista estivo a Chilbolton.
Ma dell'ipotesi della burla non si può neppure parlare. Infatti, conclude l'articolista "non vorrei mai discutere con chi sceglie questa alternativa, come Confucio ha detto: "Chi parla con uno sciocco mostra che ce ne sono due" [4]. Niente male per chi si auto-attribuisce doti di apertura mentale, la famosa condizione in cui vi è il rischio (com'è noto) che il cervello possa cadere addirittura per terra! [5] Meglio invece l'atteggiamento del SETI, che di fronte ad una valanga di ipotesi senza capo né coda si prende comunque la briga di rispondere con pazienza e precisione, utilizzando il ragionamento scientifico con la speranza - talvolta vana - che chi ha orecchie per intendere intenda.
Marco Morocutti
Gruppo sperimentazioniCICAP
e-mail: [email protected]
A ben vedere, il tracciato di Chilbolton mostrava alcune differenze rispetto all'originale, proprio come se il misterioso corrispondente avesse voluto fornirci informazioni riguardo al suo angolo di universo ed alla sua stessa struttura biologica. Tant'è vero che, nella rappresentazione degli elementi chimici alla base della vita, il buon vecchio carbonio era sostituito dal più attuale ed intrigante silicio, oltre al fatto che lo schema del DNA alieno mostrava una singolare struttura a tripla elica. Il sistema solare del misterioso corrispondente comprendeva nove pianeti, come il nostro, di cui però tre erano posti in evidenza; infine, al posto dell'antenna trasmittente si poteva individuare qualcosa che ricordava la forma di una sonda spaziale.
Sinistra: la risposta degi alieni; centro: il "volto" degli alieni; destra: il messaggio originale inviato da Arecibo nel 1974
Pareva proprio che, almeno questa volta, il significato del pittogramma fosse ben chiaro: una civiltà aliena aveva intercettato il messaggio di Arecibo e risposto a modo suo, scolpendo in un campo di grano un secondo messaggio, ed impiegando per il nuovo disegno lo stesso linguaggio dell'originale. Chi avrebbe potuto, a questo punto, non pensare ad un'opera aliena?
Chiamati direttamente in causa, i radioastronomi del SETI hanno replicato a questa ipotesi pubblicando sul sito web dell'Istituto il testo riportato nel box di seguito (l'originale inglese si trova a www.seti.org/general/aomessage_crop.html) .
Una analisi così puntigliosa ha dunque chiarito la questione? Niente affatto: i sostenitori della "realtà" dei cerchi nel grano hanno subito gridato allo scandalo, invocando argomentazioni che spaziano dalla "fisica superiore" all'occultamento delle prove da parte di un non meglio identificato "governo ombra mondiale". In alternativa, secondo questi i disegni potrebbero essere semplicemente frutto del "sogno di Gaia", cioè della Terra stessa, la quale sarebbe un vero e proprio essere vivente in grado di reagire agli stimoli esterni e persino di sognare, e "con l'energia della sua mente i sogni potrebbero manifestarsi nella realtà, con magnifiche forme radiose nei campi di grano"[1]. O forse i disegni sono realizzati da alieni in carne ed ossa, che accompagnano da sempre il cammino dell'umanità. Si legge infatti che "i rapimenti da parte di alieni oggi sono comunemente accettati dal popolino (fuori dalle mura del SETI) come un qualcosa che effettivamente succede" [2]. Dunque è tutto a posto: se il "popolino" è già convinto, non vale certo la pena di proseguire nelle ricerche.
E riguardo alla possibilità che si tratti di un burla, di un abile (e raffinatissimo) scherzo operato da un gruppo di artisti specializzati in graffiti nel grano? Neanche per idea! Servirebbero "conoscenze esoteriche del sistema numerico binario, della chimica, delle sequenze del DNA" [3], nozioni forse incomprensibili per chi vede solo complotti e congiure, ma senz'altro alla portata di qualsiasi studente universitario, forse addirittura di qualche insospettabile stagista estivo a Chilbolton.
Ma dell'ipotesi della burla non si può neppure parlare. Infatti, conclude l'articolista "non vorrei mai discutere con chi sceglie questa alternativa, come Confucio ha detto: "Chi parla con uno sciocco mostra che ce ne sono due" [4]. Niente male per chi si auto-attribuisce doti di apertura mentale, la famosa condizione in cui vi è il rischio (com'è noto) che il cervello possa cadere addirittura per terra! [5] Meglio invece l'atteggiamento del SETI, che di fronte ad una valanga di ipotesi senza capo né coda si prende comunque la briga di rispondere con pazienza e precisione, utilizzando il ragionamento scientifico con la speranza - talvolta vana - che chi ha orecchie per intendere intenda.
Marco Morocutti
Gruppo sperimentazioniCICAP
e-mail: [email protected]
Note
1) ) Fra i tanti interventi favorevoli alla natura aliena dei disegni è stato scelto un articolo apparso sul sito www.ufonet.it, gestito dall'ufologo Daniele Maffettone.
2) Idem
3) Idem
4) Idem
5) Sarcastica osservazione circa la facilità a credere a qualsiasi cosa, espressa in diverse occasioni da Piero Angela.