E' sempre buono il "naturale"?

È opinione diffusa che il "naturale" sia, per definizione, buono. Questa convinzione è nata da molti fattori, ma, soprattutto, dall'atteggiamento degli ambientalisti che si oppongono, a volte con ragione, a qualsiasi intervento che tende a modificare l'ambiente, o le caratteristiche e le prerogative della natura. La ragione per cui la natura non va toccata, è perché è "buona"; e, per contro, chi attenta a questa bontà, non può essere che cattivo. A nulla vale ricordare a chi ha fatto del "naturale" una ideologia che la natura non è sempre buona, perché spesso, con i suoi cicloni e terremoti, sconvolge l'ambiente e attenta alla vita dell'uomo con le infezioni (i batteri e i virus sono naturali) o elaborando sostanze velenose. In questo scritto non si vuoi disquisire del problema da un punto di vista filosofico, non è nella competenza di un ricercatore che si occupa di discipline sperimentali, ma si vorrebbe far notare come il rivolgersi acriticamente al naturale possa essere pericoloso per i nostri comportamenti e per la nostra salute. Ecco come:

  1. Si fa sempre più uso dei prodotti venduti nelle erboristerie, supponendo che è meglio curarsi con prodotti naturali anziché con farmaci che sono tossici. E vero che i farmaci possono essere tossici e andrebbero usati solo se se ne possa trarre un beneficio, ma i prodotti naturali a base di erbe non possono essere altrettanto tossici? Gli estratti o gli infusi di erbe sono composti con sostanze chimiche ricavate dai vegetali. Chi ha studiato a fondo questi prodotti? Chi ha dimostrato con metodologia scientifica se esercitano effettivamente le attività promesse? Sui prodotti che si vendono nelle erboristerie non esistono controlli, e usare queste sostanze naturali per curarsi da soli sintomi o malattie, significa rinunciare a ciò che la scienza medica può oggi offrire e rischiare di perdere tempo prezioso. Recenti ricerche hanno dimostrato che l'uso di molti rimedi naturali a base di erbe può alterare alcuni enzimi nel sangue, alterazioni che possono diventare patologiche e rappresentare un ostacolo a una diagnosi corretta. Alcuni rapporti hanno stabilito che a volte i preparati a base di erbe mostrano attività farmacologica solo perché sono stati aggiunti dei farmaci, magari all'insaputa di chi vende e di chi li acquista. Si dovrebbe ricorrere a questi rimedi naturali con più oculatezza.
  2. L'uso della parola "natura" e dell'aggettivo "naturale" che da un'idea positiva è diventato comune in tutta la pubblicità. Se si vede la pubblicità televisiva si nota come il "naturale" compaia frequentemente a sostegno della bontà dei prodotti. Come dire: "se è naturale è buono". Così sono naturali gli ingredienti di molti prodotti cosmetici, i dietetici per bambini, l'acqua, i liquori, gli amari, i digestivi, il vino. L'uso di questo aggettivo sembra essere, e probabilmente lo è, visto che i pubblicitari se ne sono appropriati, un passe-par-tout magico che tranquillizza il consumatore, lo rende meno critico e lo invoglia ad acquistare e a preferire prodotti che "non possono che far bene perché naturali". L'alcool dei liquori, dei digestivi e del vino è naturale, ma non fa bene, considerando che l'abuso di alcool è responsabile, solo nel nostro Paese, di oltre 20.000 morti all'anno per tumori, cirrosi epatica e altre malattie.
  3. È stato trovato un altro "commercio" del naturale, quello dei prodotti dell'agricoltura biologica. La psicosi causata dai consumatori da una campagna informativa sui danni indotti dalla presenza di residui di pesticidi, erbicidi e insetticidi chimici prodotti dall'industria e largamente usati in agricoltura ha favorito il ricorso a una produzione "all'antica", senza antiparassitari. Non esistono garanzie su questi metodi di coltivazione e i prodotti dell'agricoltura biologica costano cari. Si potrebbe accettare un costo più elevato in cambio di un vantaggio per la salute: ma non è dimostrato che i prodotti dell'agricoltura biologica siano migliori di quelli dell'agricoltura industrializzata. Se non hanno inquinanti chimici è però dimostrato che contengono sostanze chimiche, i cosiddetti pesticidi biologici, per difenderli dalle aggressioni di insetti e parassiti. E una varietà di strutture chimiche che, per gli esperimenti eseguiti in tossicologia, non è migliore dei pesticidi chimici.

Si dovrebbe imparare a non lasciarsi condizionare da idee preconcette o inculcate ad arte ed essere attenti e critici su tutto quello che ci viene propinato, specie se ci parlano della nostra salute. La chimica della natura e la chimica dell'uomo non sono differenti; ambedue danno benefici e rischi che vanno valutati per fare scelte logiche legate alle conoscenze scientifiche e non alle ideologie

 

Gli articoli presenti in questa sezione, se non altrimenti specificato, sono a cura del Prof. Silvio Garattìni.

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