Questo non vuole essere un articolo semiserio in cui sbugiardare qualche ridicola bufala paranormale. Sette persone sono morte nell'incidente del Columbia, l'1 febbraio 2003. Intorno alle loro morti si è purtroppo fatto del pessimo giornalismo e soprattutto è nato un falso scoop su presunte immagini di "crepe" nella navetta, la cui smentita e' stata in seguito pubblicata da alcuni quotidiani, anche se non con la stessa risonanza con la quale è stata pubblicata la notizia fasulla iniziale.
La versione del Corriere, ad esempio, è presso http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/02_Febbraio/03/crepe.shtml . Qui sotto ne presento un paio delle tante versioni in circolazione, che sono state più o meno ritoccate digitalmente (non da me) per esaltarne i colori e i dettagli.
Il dettaglio mostrato nella foto non mostra l'ala dello Shuttle e non mostra delle crepe nel rivestimento esterno della navetta. Ecco perché.
Anche ammettendo che quelle che si vedono siano crepe, sono sicuramente sulla parte superiore della navetta, non in quella inferiore dove si sospetta sia avvenuto l'impatto al decollo e si sia scatenato il danno che ha poi causato il disastro. Lo si capisce da due considerazioni molto semplici: la prima è che l'intera parte inferiore della navetta è nera (grigio molto scuro, per essere pignoli), mentre la zona mostrata nel filmato è bianca. La seconda è che sullo Shuttle non ci sono finestrini che guardano sotto. Né a bordo, per questa missione, c'era il famoso braccio robotizzato (il Canadarm) che poteva portare una telecamera al di fuori della navetta. Nulla a che vedere, dunque, con i danni sotto l'ala sinistra di cui si parla tanto.
Potrebbe allora essere un dettaglio della superficie superiore delle ali? Molti analisti, compresi numerosi esperti aerospaziali, nella foga del momento hanno smentito quest'ipotesi dicendo che "...da nessun finestrino della navetta è possibile vedere l'ala del veicolo... questa circostanza è stata appena confermata dagli esperti delle altre sei agenzie che partecipano alla realizzazione della Iss (la stazione spaziale internazionale): oltre a Nasa e Esa, le agenzie di Canada, Russia, Giappone, brasiliana". Una dichiarazione analoga è riportata ad esempio presso http://www.repubblica.it/online/esteri/navettatre/nasa/nasa.html >.
Invece le ali sono almeno parzialmente visibili dai finestrini dello Shuttle. Lo dimostra questa foto Nasa, tratta proprio dalla sfortunata missione del Columbia. L'originale ad alta risoluzione è disponibile presso http://spaceflight.nasa.gov/gallery/images/shuttle/sts-107/html/s107e05354.html :
Le ali dello Shuttle sono visibili eccome dalla cabina.
Questa foto, fra l'altro, dimostra che le ali erano apparentemente prive di danni sulla superficie superiore. L'ipotesi di un impatto con un micrometeorite o con uno dei tanti frammenti di missioni precedenti rimasti in orbita, la cosiddetta "spazzatura spaziale" (space junk) dovrà tenerne conto.
In teoria, quindi, quell'inquadratura potrebbe mostrare un dettaglio della superficie superiore delle ali. Ma le ali non hanno nessun elemento nero sporgente come quello mostrato nella foto misteriosa. Questo per ovvi motivi tecnici: non si possono lasciare sporgenze così esagerate su una superficie di un'ala, perché causerebbero una resistenza aerodinamica assurda. E' un fatto facilmente verificabile nelle infinite foto dello Shuttle disponibili sul sito della Nasa.
La spiegazione al mistero viene proprio ricercando quell'elemento nero: come segnalato presso http://www.strangecosmos.com/view.adp?picture_id=8206 , si tratta di uno dei perni di accoppiamento sui quali si innestano i portelloni del vano di carico dello Shuttle. Sul sito della Nasa, infatti, presso http://liftoff.msfc.nasa.gov/shuttle/lms/vr/bay_vr4.mov , c'è un'immagine panoramica in formato Quicktime VR che inquadra il vano di carico. Se la scaricate e la ruotate verso destra, compare indiscutibilmente l'oggetto nero ritratto nella foto misteriosa.
Qui sotto ho raccolto alcuni fotogrammi della panoramica, carrellando da sinistra verso destra:
Eccolo lì: il perno misterioso.
Ora che l'oggetto misterioso è identificato e localizzato, è facile trovarlo in altre foto della Nasa e soprattutto capire il punto di vista dal quale è stata ripresa l'immagine: mostra il retro della cabina dello Shuttle, visto da fuori. Nel vano di carico ci sono infatti delle telecamere, comandabili dall'interno della navetta. E' presumibile che sia stata una di queste telecamere, in particolare, quella anteriore sinistra, a riprendere l'immagine delle "crepe".
In questa immagine Nasa, tratta da un'altra missione, sono visibili la telecamera (cerchiata in arancione) e i perni (due dei quali sono cerchiati in verde):
La telecamera è stata orientata verso il muso dello Shuttle e verso l'esterno, in modo da inquadrare appunto uno dei perni situati nelle sue vicinanze, forse uno dei due cerchiati in verde qui sopra.
Di conseguenza, la "crepa" che nell'immagine misteriosa compare in basso a sinistra (quella che a detta di alcuni sarebbe tenuta insieme dal nastro adesivo) è semplicemente una delle normali giunzioni irregolari della copertura termica flessibile che riveste l'interno del vano di carico, e l'"ammaccatura" è quindi una semplice piega di questo rivestimento.
Il "nastro adesivo" più grande è probabilmente un riflesso interno della lente della telecamera, mentre il "nastro" più esterno sembra essere un dettaglio della superficie del vano di carico. Sicuramente sfogliando l'immenso archivio della Nasa (http://spaceflight.nasa.gov/ ) si trovano delle conferme: lascio a voi il cimento.
Perni e rivestimento sono ben visibili in quest'altra immagine Nasa, tratta da http://spaceflight.nasa.gov/gallery/images/shuttle/sts-109/hires/s109e5399.jpg : e relativa alla missione STS-109:
Uno dei perni di innesto, situato sulla paratia posteriore del vano di carico (cerchio verde), e un esempio del rivestimento flessibile (cerchio arancione).
Ingrandimento di uno dei perni (la zona cerchiata in verde nell'immagine precedente). Notate anche quanto è irregolare e frastagliato il rivestimento termico: sembra "ammaccato".
Un altro dettaglio delle giunzioni, di forma molto irregolare, del rivestimento termico all'interno del vano di carico.
Una delle telecamere del vano di carico è visibile insieme a un perno in quest'altra immagine, tratta dalla missione STS-103:
Una telecamera (riquadrata in arancione) e uno dei perni di innesto (riquadrato in verde).
Una telecamera esterna, in un ingrandimento della zona riquadrata in arancione nell'immagine precedente.
Le varie navette non sono tutte identiche: ognuna è leggermente diversa dall'altra. Anche le telecamere cambiano da navetta a navetta, ma il concetto non cambia: ogni navetta ha una telecamera in quella medesima posizione. Per esempio, questa è una vista dall'alto della navetta Endeavour, presa dalla Stazione Spaziale Internazionale, il 7 giugno 2002: mostra molto chiaramente la telecamera (di modello diverso da quella mostrata qui sopra) e i perni. L'immagine originale ad alta risoluzione è disponibile presso http://spaceflight.nasa.gov/gallery/images/shuttle/sts-111/hires/iss004e13249.jpg .
Una telecamera (cerchiata in verde) della navetta Endeavour.
Un ingrandimento dell'immagine precedente: si vedono benissimo una telecamera (cerchiata in verde) e i perni (quelli del lato sinistro sono cerchiati in arancione).
Mistero risolto, dunque. Ora sarebbe bello che anche i media che l'avevano diffusa acriticamente, si rimangiassero la falsa notizia con la stessa enfasi con la quale l'avevano maldestramente sbattuta in prima pagina. Se sono riuscito a risolvere l'enigma io, con l'aiuto dei lettori, come mai non ci sono riusciti loro pur avendo mezzi ben più potenti? Se vi vien voglia di mormorare "voglia di scoop", non siete soli.
Grazie ai tanti lettori che hanno contribuito a quest'indagine, segnalandomi dichiarazioni, dettagli tecnici e foto, e in particolare a glucrezi e Alex (un lettore di ZeusNews.it). Senza di loro, frugare negli archivi della Nasa e nella miriade di siti dedicati alla tragedia del Columbia sarebbe stato impraticabile.
Paolo Attivissimo (Servizio Antibufala)
I sette del Columbia: da sinistra, Rick D. Husband, William C. McCool, Ilan Ramon, David M. Brown, Michael P. Anderson, Laurel B. Clark, Kalpana Chawla.
La foto delle "crepe"
Numerosi giornali, emittenti televisive e siti Web, hanno pubblicato con grande evidenza, e senza alcuno spirito critico, una foto che circolava su giornali e TV in Israele. L'immagine è tratta da un filmato eseguito durante la missione del Columbia e mostrerebbe delle "crepe" o dei danni alla superficie della navetta.La versione del Corriere, ad esempio, è presso http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/02_Febbraio/03/crepe.shtml . Qui sotto ne presento un paio delle tante versioni in circolazione, che sono state più o meno ritoccate digitalmente (non da me) per esaltarne i colori e i dettagli.
Perché la foto è fasulla
Il dettaglio mostrato nella foto non mostra l'ala dello Shuttle e non mostra delle crepe nel rivestimento esterno della navetta. Ecco perché.
Anche ammettendo che quelle che si vedono siano crepe, sono sicuramente sulla parte superiore della navetta, non in quella inferiore dove si sospetta sia avvenuto l'impatto al decollo e si sia scatenato il danno che ha poi causato il disastro. Lo si capisce da due considerazioni molto semplici: la prima è che l'intera parte inferiore della navetta è nera (grigio molto scuro, per essere pignoli), mentre la zona mostrata nel filmato è bianca. La seconda è che sullo Shuttle non ci sono finestrini che guardano sotto. Né a bordo, per questa missione, c'era il famoso braccio robotizzato (il Canadarm) che poteva portare una telecamera al di fuori della navetta. Nulla a che vedere, dunque, con i danni sotto l'ala sinistra di cui si parla tanto.
Potrebbe allora essere un dettaglio della superficie superiore delle ali? Molti analisti, compresi numerosi esperti aerospaziali, nella foga del momento hanno smentito quest'ipotesi dicendo che "...da nessun finestrino della navetta è possibile vedere l'ala del veicolo... questa circostanza è stata appena confermata dagli esperti delle altre sei agenzie che partecipano alla realizzazione della Iss (la stazione spaziale internazionale): oltre a Nasa e Esa, le agenzie di Canada, Russia, Giappone, brasiliana". Una dichiarazione analoga è riportata ad esempio presso http://www.repubblica.it/online/esteri/navettatre/nasa/nasa.html >.
Invece le ali sono almeno parzialmente visibili dai finestrini dello Shuttle. Lo dimostra questa foto Nasa, tratta proprio dalla sfortunata missione del Columbia. L'originale ad alta risoluzione è disponibile presso http://spaceflight.nasa.gov/gallery/images/shuttle/sts-107/html/s107e05354.html :
Le ali dello Shuttle sono visibili eccome dalla cabina.
Questa foto, fra l'altro, dimostra che le ali erano apparentemente prive di danni sulla superficie superiore. L'ipotesi di un impatto con un micrometeorite o con uno dei tanti frammenti di missioni precedenti rimasti in orbita, la cosiddetta "spazzatura spaziale" (space junk) dovrà tenerne conto.
In teoria, quindi, quell'inquadratura potrebbe mostrare un dettaglio della superficie superiore delle ali. Ma le ali non hanno nessun elemento nero sporgente come quello mostrato nella foto misteriosa. Questo per ovvi motivi tecnici: non si possono lasciare sporgenze così esagerate su una superficie di un'ala, perché causerebbero una resistenza aerodinamica assurda. E' un fatto facilmente verificabile nelle infinite foto dello Shuttle disponibili sul sito della Nasa.
La spiegazione al mistero viene proprio ricercando quell'elemento nero: come segnalato presso http://www.strangecosmos.com/view.adp?picture_id=8206 , si tratta di uno dei perni di accoppiamento sui quali si innestano i portelloni del vano di carico dello Shuttle. Sul sito della Nasa, infatti, presso http://liftoff.msfc.nasa.gov/shuttle/lms/vr/bay_vr4.mov , c'è un'immagine panoramica in formato Quicktime VR che inquadra il vano di carico. Se la scaricate e la ruotate verso destra, compare indiscutibilmente l'oggetto nero ritratto nella foto misteriosa.
Qui sotto ho raccolto alcuni fotogrammi della panoramica, carrellando da sinistra verso destra:
Eccolo lì: il perno misterioso.
Ora che l'oggetto misterioso è identificato e localizzato, è facile trovarlo in altre foto della Nasa e soprattutto capire il punto di vista dal quale è stata ripresa l'immagine: mostra il retro della cabina dello Shuttle, visto da fuori. Nel vano di carico ci sono infatti delle telecamere, comandabili dall'interno della navetta. E' presumibile che sia stata una di queste telecamere, in particolare, quella anteriore sinistra, a riprendere l'immagine delle "crepe".
In questa immagine Nasa, tratta da un'altra missione, sono visibili la telecamera (cerchiata in arancione) e i perni (due dei quali sono cerchiati in verde):
La telecamera è stata orientata verso il muso dello Shuttle e verso l'esterno, in modo da inquadrare appunto uno dei perni situati nelle sue vicinanze, forse uno dei due cerchiati in verde qui sopra.
Di conseguenza, la "crepa" che nell'immagine misteriosa compare in basso a sinistra (quella che a detta di alcuni sarebbe tenuta insieme dal nastro adesivo) è semplicemente una delle normali giunzioni irregolari della copertura termica flessibile che riveste l'interno del vano di carico, e l'"ammaccatura" è quindi una semplice piega di questo rivestimento.
Il "nastro adesivo" più grande è probabilmente un riflesso interno della lente della telecamera, mentre il "nastro" più esterno sembra essere un dettaglio della superficie del vano di carico. Sicuramente sfogliando l'immenso archivio della Nasa (http://spaceflight.nasa.gov/ ) si trovano delle conferme: lascio a voi il cimento.
Perni e rivestimento sono ben visibili in quest'altra immagine Nasa, tratta da http://spaceflight.nasa.gov/gallery/images/shuttle/sts-109/hires/s109e5399.jpg : e relativa alla missione STS-109:
Uno dei perni di innesto, situato sulla paratia posteriore del vano di carico (cerchio verde), e un esempio del rivestimento flessibile (cerchio arancione).
Ingrandimento di uno dei perni (la zona cerchiata in verde nell'immagine precedente). Notate anche quanto è irregolare e frastagliato il rivestimento termico: sembra "ammaccato".
Un altro dettaglio delle giunzioni, di forma molto irregolare, del rivestimento termico all'interno del vano di carico.
Una delle telecamere del vano di carico è visibile insieme a un perno in quest'altra immagine, tratta dalla missione STS-103:
Una telecamera (riquadrata in arancione) e uno dei perni di innesto (riquadrato in verde).
Una telecamera esterna, in un ingrandimento della zona riquadrata in arancione nell'immagine precedente.
Le varie navette non sono tutte identiche: ognuna è leggermente diversa dall'altra. Anche le telecamere cambiano da navetta a navetta, ma il concetto non cambia: ogni navetta ha una telecamera in quella medesima posizione. Per esempio, questa è una vista dall'alto della navetta Endeavour, presa dalla Stazione Spaziale Internazionale, il 7 giugno 2002: mostra molto chiaramente la telecamera (di modello diverso da quella mostrata qui sopra) e i perni. L'immagine originale ad alta risoluzione è disponibile presso http://spaceflight.nasa.gov/gallery/images/shuttle/sts-111/hires/iss004e13249.jpg .
Una telecamera (cerchiata in verde) della navetta Endeavour.
Un ingrandimento dell'immagine precedente: si vedono benissimo una telecamera (cerchiata in verde) e i perni (quelli del lato sinistro sono cerchiati in arancione).
Conclusioni
Mistero risolto, dunque. Ora sarebbe bello che anche i media che l'avevano diffusa acriticamente, si rimangiassero la falsa notizia con la stessa enfasi con la quale l'avevano maldestramente sbattuta in prima pagina. Se sono riuscito a risolvere l'enigma io, con l'aiuto dei lettori, come mai non ci sono riusciti loro pur avendo mezzi ben più potenti? Se vi vien voglia di mormorare "voglia di scoop", non siete soli.
Ringraziamenti
Grazie ai tanti lettori che hanno contribuito a quest'indagine, segnalandomi dichiarazioni, dettagli tecnici e foto, e in particolare a glucrezi e Alex (un lettore di ZeusNews.it). Senza di loro, frugare negli archivi della Nasa e nella miriade di siti dedicati alla tragedia del Columbia sarebbe stato impraticabile.
Paolo Attivissimo (Servizio Antibufala)