Infatti, daI 2 febbraio 1993, Urano e Nettuno si sono sovrapposti nel segno del Capricorno, fenomeno celeste che avviene ogni 171 anni e che determina, a giudizio degli "esperti", influssi astrali negativi. Ma il peggio avverrà, per l'appunto, tra 171 anni quando la congiunzione astrale dei due pianeti si verificherà nella costellazione del Capricorno, l'umanità vivrà una nuova fase della sua storia, si capovolgeranno i valori sui quali finora è vissuta, cambieranno tutti gli equilibri internazionali. Di più: la razza bianca perderà il suo primato, la storia cesserà di essere eurocentrica, la civiltà occidentale sarà detronizzata e alla ribalta giungeranno popoli di Africa, Sud America e Asia. Insomma per i nostri figli, nipoti e pronipoti si annunciano problemi non da poco: dopo quasi due secoli di sfortuna e di guai, la metamorfosi finale del destino dell'uomo bianco provocherà di certo scompensi, squilibri, disorientamento, in una parola una crisi di proporzioni apocalittiche. E i responsabili di tutto ciò sono proprio Urano e Nettuno: certo perchè Urano rappresenta la rottura dell'equilibrio, l'imprevisto, le decisioni improvvise; mentre Nettuno è la metamorfosi, l'intrigo, l'incrinazione dell'inconscio degli individui. E insieme sono portatori di trasformazioni. Chiaro, no? Nasce spontanea una domanda: ma non è che, per caso, i due maligni pianeti si sono incrociati nella volta celeste infinite volte da quando esiste l'Universo, dalla notte dei tempi in qua? Non è che, per caso, l'umanità ha vissuto infiniti cicli di trasformazioni e di metamosfosi da quando ha fatto la sua comparsa sulla faccia della Terra? Allora, il crollo della civiltà orientale e il sorgere della cultura ellenica non possono essere ascritti a influssi nettuniani o uraniani? E l'avvento di Roma e poi il suo scomparire, non saranno state altre manifestazioni della maligna con-giunzione astrale? E così via passando attraverso le fasi alterne dei popoli, delle civiltà che dall'estremo Oriente alle Americhe, nel volgere dei secoli, si sono susseguiti: Longobardi, Aztechi, Turchi... E l'elenco potrebbe continuare all'infinito: la civiltà umana è vissuta di cambiamenti talora tragici e cruenti, talora pacifici ed innovativi, perchè l'evoluzione passa attraverso la trasformazione. C'è di più: l'affermazione che, nei prossimi decenni si assisterà ad un progresso delle popolazioni del cosidetto Terzo Mondo non pare proprio frutto di una grande capacità di divinazione. Basta leggere le proiezioni statistiche sul futuro demografico della Terra: l'alta prolificità delle popolazioni afro-asiatiche fa presupporre che, entro pochi anni, l'Europa potrà subire forti pressioni da parte di questi popoli in ascesa, proprio per la legge dei "grandi numeri".
C'è proprio bisogno di leggere le stelle per arrivare a questa logica previsione? Chissà! Forse è sempre la solita vecchia storia. L'uomo ha bisogno di certezze e rassicurazioni: meglio la piena coscienza di un futuro anche negativo piuttosto che l'ignoranza di quanto lo aspetta. E la fase che stiamo vivendo è sicuramente, a livello internazionale, una fase di trapasso, violento, brusco, verso l'ignoto. Molto più comodo, allora, dare la colpa alle stelle e ai pianeti, piuttosto che assumersi la responsabilità critica di intervenire nella realtà.
Non è il momento di essere fatalisti né di abbandonarsi ad un destino che altri hanno già scritto nel cielo: l'osservazione delle stelle lasciamola agli innamorati.