Il termine tedesco Ganzfeld si può tradurre in italiano come campo totale. Si riferisce a un protocollo sperimentale in cui un soggetto viene sottoposto a deprivazione sensoriale per verificare le sue presunte capacità di percezione extrasensoriale.
In un tipico esperimento ganzfeld, il soggetto ha cuffie sulle orecchie e palline da ping-pong sugli occhi. Dalle cuffie esce rumore bianco, inoltre una luce rossa intensa è posta davanti al viso e filtra attraverso le palline da ping-pong. In questo modo si realizza un buon isolamento dalle distrazioni dell'ambiente esterno. Gli sperimentatori ganzfeld ritengono che i due sensi principali (vista e udito) possano interferire con eventuali canali extrasensoriali di trasmissione delle informazioni.
Dopo un certo tempo di stimolazione ganzfeld si tenta di trasmettere al soggetto una serie di immagini attraverso un canale extrasensoriale (per esempio per via telepatica). Mentre il trasmettitore si concentra sull'immagine bersaglio, il ricevente fornisce continuamente una descrizione verbale delle proprie immagini mentali. Bem e Honorton così descrivono la procedura di valutazione: "Al termine del periodo ganzfeld, si presentano al soggetto ricevente vari stimoli visivi (di solito quattro) e, senza sapere quale stimolo era il bersaglio, gli si chiede di votarli ordinandoli da quello più vicino alle proprie immagini mentali durante il periodo ganzfeld a quello più lontano. Se il ricevente assegna il voto più alto allo stimolo bersaglio, il risultato è registrato come un successo. Pertanto, se l'esperimento utilizza quattro stimoli (il bersaglio e altri tre stimoli visivi), ci si attende un tasso di successo medio dovuto al caso del 25%".
Nei primi esperimenti ganzfeld, invece, il tasso di successo è stato del 33-34 percento. Ci si è quindi trovati di fronte a un'anomalia statistica che secondo alcuni prova l'esistenza di canali non "normali" di comunicazione delle informazioni. Nel 1994, Bem e Honorton hanno pubblicato sullo Psychological Bulletin una rassegna dei risultati ottenuti con il protocollo ganzfeld, dal titolo "Does Psi Exist? Replicable Evidence for an Anomalous Process of Information Transfer" (Esiste la percezione extrasensoriale? Una prova ripetibile di un processo anomalo di trasferimento dell'informazione).
Tali conclusioni sono state in seguito empiricamente criticate da altri studiosi. Nel 1999, Milton e Wiseman hanno pubblicato un articolo che ricalcava, ribaltandolo, il titolo di Bem e Honorton: "Does psi exist? Lack of replication of an anomalous process of information transfer" (Esiste la percezione extrasensoriale? Non ripetibilità di un processo anomalo di trasferimento dell'informazione).
Per saperne di piu:
In un tipico esperimento ganzfeld, il soggetto ha cuffie sulle orecchie e palline da ping-pong sugli occhi. Dalle cuffie esce rumore bianco, inoltre una luce rossa intensa è posta davanti al viso e filtra attraverso le palline da ping-pong. In questo modo si realizza un buon isolamento dalle distrazioni dell'ambiente esterno. Gli sperimentatori ganzfeld ritengono che i due sensi principali (vista e udito) possano interferire con eventuali canali extrasensoriali di trasmissione delle informazioni.
Dopo un certo tempo di stimolazione ganzfeld si tenta di trasmettere al soggetto una serie di immagini attraverso un canale extrasensoriale (per esempio per via telepatica). Mentre il trasmettitore si concentra sull'immagine bersaglio, il ricevente fornisce continuamente una descrizione verbale delle proprie immagini mentali. Bem e Honorton così descrivono la procedura di valutazione: "Al termine del periodo ganzfeld, si presentano al soggetto ricevente vari stimoli visivi (di solito quattro) e, senza sapere quale stimolo era il bersaglio, gli si chiede di votarli ordinandoli da quello più vicino alle proprie immagini mentali durante il periodo ganzfeld a quello più lontano. Se il ricevente assegna il voto più alto allo stimolo bersaglio, il risultato è registrato come un successo. Pertanto, se l'esperimento utilizza quattro stimoli (il bersaglio e altri tre stimoli visivi), ci si attende un tasso di successo medio dovuto al caso del 25%".
Nei primi esperimenti ganzfeld, invece, il tasso di successo è stato del 33-34 percento. Ci si è quindi trovati di fronte a un'anomalia statistica che secondo alcuni prova l'esistenza di canali non "normali" di comunicazione delle informazioni. Nel 1994, Bem e Honorton hanno pubblicato sullo Psychological Bulletin una rassegna dei risultati ottenuti con il protocollo ganzfeld, dal titolo "Does Psi Exist? Replicable Evidence for an Anomalous Process of Information Transfer" (Esiste la percezione extrasensoriale? Una prova ripetibile di un processo anomalo di trasferimento dell'informazione).
Tali conclusioni sono state in seguito empiricamente criticate da altri studiosi. Nel 1999, Milton e Wiseman hanno pubblicato un articolo che ricalcava, ribaltandolo, il titolo di Bem e Honorton: "Does psi exist? Lack of replication of an anomalous process of information transfer" (Esiste la percezione extrasensoriale? Non ripetibilità di un processo anomalo di trasferimento dell'informazione).
Per saperne di piu:
- Garlaschelli, L., "Requiem per il Ganzfeld", Scienza & Paranormale 13, 1997.
- Hyman, R., "Fenomeni mentali anomali", Scienza & Paranormale 11, 1996.
- Polidoro, M., "Parapsicologia: dove sono le prove?", Scienza & Paranormale 30, 2000.
- Milton, J. e R. Wiseman. "Does psi exist? Lack of replication of an anomalous process of information transfer". Psychological Bulletin 125:387. 1999.
Si veda anche: http://www.sciencenews.org/sn_arc99/7_31_99/fob4.htm - D. J. Bem and C. Honorton 1994. Does Psi Exist? Replicable Evidence for an Anomalous Process of Information Transfer. Psychological Bulletin 115:4. Si veda anche: http://www.dina.kvl.dk/~abraham/psy1.html