Oak Island è una piccola isoletta canadese situata presso la Mahone Bay, in Nova Scotia. E' meta ogni anno di ricercatori di tesori e appassionati del mistero, ed è definita sui moltissimi libri che la riguardano come sede della "più lunga e costosa ricerca al tesoro", di "uno dei più profondi e costosi scavi archeologici", o ancora come "il più celebre mistero canadese" e addirittura come "uno dei più grandi misteri della terra".
Essa deve la sua celebrità principalmente a un pozzo che ha preso il nome di "Money Pit" ("pozzo del denaro"), e che riassume in sé il principale enigma dell'isola
.La leggenda del Money Pit di Oak Island racconta che nel 1795 un giovanotto di nome Daniel McInnis (o McGinnis) s'imbatté in una profonda depressione del terreno mentre passeggiava per l'isola. Sopra la buca, appesa al ramo di una grande quercia, si trovava una vecchia carrucola. McInnis tornò sul posto il giorno successivo con due amici che conoscevano molto bene le leggende locali sui pirati e sui tesori. Insieme, decisero di intraprendere uno scavo. Non riuscirono, però, a trovare nessuno disponibile a dar loro una mano, un po' per lo scetticismo e un po' per il timore superstizioso della popolazione locale. Il supposto nascondiglio fu abbandonato fino al principio del secolo successivo, quando il trio fu contattato da un uomo d'affari, tale Simeon Lynds, proveniente dalla città di Onslow. Le sue intenzioni erano quelle di realizzare un consorzio di cercatori di tesori chiamato Onslow Company. I lavori presso il pozzo cominciarono tra il 1803 e il 1804 (una fonte dice 1810). Trovarono diversi strati di legno di quercia a intervalli esatti di dieci piedi (3 metri) l'uno dall'altro, oltre che strati di argilla, carbone e un materiale fibroso identificato con il guscio delle noci di cocco. Quindi, a novanta piedi (27,4 metri) dissero d'aver trovato una pietra piatta recante un'indecifrabile iscrizione. Subito dopo, esplorando il terreno sottostante con un piede di porco, colpirono qualcosa di duro che poteva essere uno scrigno di legno. A questo punto i lavori vennero interrotti perché si stava facendo notte. La mattina dopo, però, il pozzo venne trovato allagato per sessanta metri di profondità. Pur cercando di svuotare lo scavo con l'uso di secchi, si accorsero che il livello dell'acqua rimaneva sempre lo stesso, e furono costretti ad abbandonare definitivamente gli scavi.
Diverse organizzazioni si susseguirono nei lavori: la Truro Company nel 1849, la Oak Island Association e la Oak Island Eldorado Company nel 1866, la Oak Island Treasure Company nel 1897, fino alla Triton Alliance nel 1966, tutti senza risultati significativi. Una volta che fu aperto ai turisti, il sito fu praticamente abbandonato.
Nei secoli la leggenda di un possibile tesoro ha attirato l'attenzione di rabdomanti, scrittori automatici, chiaroveggenti, medium, lettori di Tarocchi, interpreti di sogni, psicometristi e molti altri visionari e veggenti, oltre che eccentrici inventori di oggetti come il "Raggio a onde minerali" e l'aeroplano dotato di un "rivelatore di tesori".
E' evidente che al crescere delle difficoltà nell'opera di scavo, crescevano anche le aspettative nei confronti del contenuto del pozzo: si pensava che una protezione del genere sarebbe stata messa in atto per proteggere qualcosa di estremamente prezioso. Si sosteneva, infatti, che l'immenso lavoro richiesto per costruire il pozzo e per predisporre il tunnel dal quale proveniva l'acqua fosse la prova del fatto che sul fondo non si trovasse soltanto il bottino di qualche pirata, ma addirittura il tesoro della corona francese, i manoscritti originali di Shakespeare, i segreti del Continente Perduto di Atlantide, il "tesoro perduto" dei Cavalieri Templari o addirittura il Sacro Graal.
Dove finisce la leggenda e comincia la storia documentata? La complessa leggenda di Oak Island è stata affrontata da Joe Nickell su "Skeptical Inquirer" del Marzo 2000 (http://www.csicop.org/si/2000-03/i-files.html). Nel suo studio, Nickell analizza in dettaglio i vari avvenimenti legati alla leggenda di Oak Island proponendo uno scenario molto più verosimile, che non scomoda tesori perduti o trappole segrete appositamente predisposte, ma si limita a considerare con occhio critico gli elementi che compongono la vicenda del Money Pit.
Sorgono dubbi già sul resoconto che fu dato della scoperta della depressione del terreno, fatta nel 1795 da Daniel McInnis. Potrebbe essere apocrifo il particolare della vecchia carrucola penzolante sopra il cratere: esso si baserebbe sull'ipotesi - sorta successivamente - che all'interno del pozzo sottostante fosse stato calato un tesoro. Nondimeno alcuni autori sono insolitamente precisi nel descrivere le caratteristiche della carrucola. Secondo alcuni, la vecchia carrucola proveniva da una nave, era stata appesa a un ramo di quercia biforcato ed era stata fissata su un chiodo di legno disposto tra le due estremità della biforcazione, a formare un piccolo triangolo. Altri sostengono che sull'albero ci fossero incisi alcuni strani segni. Al contrario di quanto affermato da costoro, è asssolutamente impensabile che pirati o chiunque desiderasse nascondere un tesoro lasciasse dei segni così evidenti che avrebbero tradito in modo così palese la presenza di un nascondiglio. Anche il fatto che a intervalli regolari di dieci passi di profondità si fossero trovate da nove a undici piattaforme viene riportato da resoconti molto successivi ai primi scavi, e sembra più che altro essere il risultato di un mosaico eterogeneo di voci e notizie che si sono accumulate negli anni.
Nel 1911 un ingegnere di nome Henry L. Bowdoin, che aveva a lungo scavato sull'isola, giunse alla conclusione che non vi fosse alcun tesoro. Mise in dubbio l'autenticità di diversi presunti reperti e attribuì la conformazione del Money Pit a fenomeni naturali. Altri affermarono che in realtà il leggendario pozzo non fosse altro che una gola causata dal naturale cedimento delle rocce sottostanti. Effettivamente la falda che si estende sotto Oak Island è composta principalmente da calcare e anidrite, la cui presenza spesso si accompagna con la formazione di grotte e anfratti. L'aspetto superficiale di queste caverne sotterranee è costituito oltre che da crepe anche da depressioni o gole. A conferma di ciò si può riportare il fatto che il Money Pit non sia l'unica depressione sull'isola: nel 1878 Sophia Sellers stava arando quando improvvisamente il terreno sprofondò sotto il suo bue. Lo stesso geologo E. Rudolph Faribault trovò numerose gole naturali nei territori di fronte all'isola, e in un rapporto stilato nel 1911 concluse che c'erano "forti elementi" a sostegno del fatto che le presunte strutture artificiali di Oak Island fossero in realtà cavità naturali.
E' ancora Nickell a far notare come diversi elementi che compongono lo scenario appena presentato sembrino avere qualche riferimento alla storia della Massoneria, una società segreta fondata a Londra nel 1717 che si diffuse in pochi anni in Europa e in America. Generalmente ispirata agli ideali illuministici di tolleranza religiosa, libertà di pensiero ed eguaglianza sociale, si è arricchita nel corso dei secoli di un complesso sistema allegorico-simbolico, che fa spesso riferimento alla costruzione del Tempio di Re Salomone. Una di queste allegorie parla di una cripta segreta, nella quale Salomone avrebbe fatto custodire dei preziosi segreti. Si racconta di tre pellegrini che, trovandosi presso le rovine del Tempio, avrebbero scoperto la stanza sotterranea e trovato una cassetta contenente l'Arca dell'Alleanza. L'immagine della cripta segreta è stata utilizzata da diversi scrittori, e così il suo simbolismo che fa riferimento a segreti perduti e tesori nascosti. Uno per tutti Sir Arthur Conan Doyle, massone dichiarato, che in diverse storie di Sherlock Holmes fece allusioni alla cripta. In "The Adventure of Shoscombe Old Place" il detective raggiunge una vecchia cappella di proprietà degli Shoscombe, e passando attraverso un muro cedevole (nel testo originale "masonry", che significa anche "massoneria") percorre una scalinata che scende verso una cripta. Per il suo cliente, non a caso chiamato "Mister Mason", Holmes trova la chiave che gli permette di risolvere una serie di strani misteri.
Diventano ora evidenti le connessioni tra i racconti ispirati a questa simbologia massonica e la leggenda di Oak Island: il Money Pit sembra essere direttamente collegato con l'immagine della cripta segreta. Le strane iscrizioni che sarebbero state trovate sulla quercia nei pressi del pozzo ricordano l'iconografia massonica. I tre giovani che scoprirono il Money Pit sembrano far riferimento ai tre pellegrini che scoprirono la cripta segreta di Salomone. Esiste un particolare rituale massonico per il quale il candidato viene calato con una corda giù per un pozzo, attraverso una serie di botole: è notevole la somiglianza di questo rito con i racconti sugli operai che si calarono nel Money Pit incontrando le presunte piattaforme di legno a intervalli regolari. Durante la cerimonia, il candidato porta con sé vanga, piccone e palanchino, strumenti da lavoro simbolici di un particolare grado della massoneria. Altri elementi si ricollegano direttamente ai rituali massoni: si racconta che nel 1803 gli operai analizzarono il fondo del pozzo con un piede di porco e colpirono quello che pensavano si trattasse di uno scrigno; la descrizione è identica a quella relativa alla leggenda della cripta segreta, rinvenuta colpendo il terreno con un piede di porco. La pietra morbida, il carbone e l'argilla trovate nel pozzo si rifanno implicitamente ai tre elementi citati nel rituale massone del grado dell'Entered Apprentice, "Gesso, Carbone e Argilla", che rappresenterebbero le tre virtù "libertà, entusiasmo e zelo".
Gli stessi artefatti trovati nel pozzo o nei suoi pressi non sono probabilmente altro che resti degli antichi abitanti dell'isola. E' innegabile comunque la natura sospetta di alcuni di essi: secondo un resoconto, gli anelli della catena d'oro rinvenuti nel 1849 furono portati sul posto dagli stessi operai, per incoraggiare ulteriori scavi.
Da qualunque parte li si osservi, tutti i fatti relativi all'enigma di Oak Island sembrano indicare una stretta implicazione della Massoneria. Le conclusioni cui si può ragionevolmente giungere sono due: in primo luogo il "Money Pit" e i cosiddetti "tunnel dei pirati" non sono altro che naturali formazioni; in secondo luogo, moltissimi dei resoconti fatti su ciò che avvenne su Oak Island sono basati sulla simbologia massone, e trovano innumerevoli punti di contatto con l'allegoria della "cripta segreta". Sarà forse impossibile capire con esattezza se elementi massonici si siano appoggiati su una preesistente leggenda riguardante un tesoro o se invece sia stata la Massoneria stessa a generare la leggenda. I contorni della vicenda sono, comunque, chiari: nessun tesoro riposa sul fondo del Money Pit.
Per saperne di piu:
- Oltre all'articolo di Nickell (in inglese)
è disponibile in reteun'analisi dettagliata del mistero di Oak Island
Libri (non scettici) disponibili:
- "Oak Island and Its Lost Treasure " di Graham Harris, Les MacPhie, Les MacPhie
- "Oak Island Gold " di William S. Crooker