D'altra parte se non fosse così non sarebbe possibile da parte degli scienziati fare alcuna previsione ragionevole degli avvenimenti di suo interesse. Mi sorge allora spontanea la domanda di quale può essere lo scopo di queste raccolte "fortiane", a parte la curiosità di conoscere fatti strani e inspiegabili.
Infatti, se questi fenomeni sono sporadici e imprevedibili non riesco a capire quale tipo di conoscenza della realtà esterna essi ci possano dare; se, invece, alcuni di essi presentassero qualche forma di regolarità verrebbero a ricadere nel campo di azione della scienza ufficiale.
Paolo Adami, S. Donato Milanese (MI)
Risponde Umberto Cordier:
Il dubbio da lei proposto è scientificamente ragionevole, e la ringrazio di averlo sollevato; tenterò di fornire una possibile risposta.
La mia personale opinione è la seguente: la scienza - intesa come conoscenza scientifica - non è un edificio statico ma anzi una struttura in continuo divenire, in perenne perfezionamento. La scienza inoltre non è un insieme omogeneo: ci sono in essa settori essenzialmente matematici, altri descrittivi, altri sperimentali e così via, con tutte le possibili gradazioni di sovrapposizioni e sinergie fra i diversi aspetti, ed anche tutto questo è in perenne modificazione: la scienza attuale è certo diversa da quella del secolo scorso, e la scienza del XXI secolo sarà diversa dall'attuale, sia pure con una continuità di fondo. In ogni sua fase di sviluppo, la scienza riesce ad applicare efficacemente il suo metodo su una
certa parte della realtà fenomenica, mentre esiste un'altra parte di questa realtà che rimane ai margini, in attesa che vengano sviluppati adeguati metodi e modelli di interpretazione e di studio; naturalmente, anche questa frontiera cambia e si sviluppa con il progredire della scienza. In ogni epoca, vi sono fatti e fenomeni ben studiabili dalle conoscenze del tempo, ed altri invece inspiegabili e relegati nel limbo dell'irrazionale; inoltre, lo sviluppo di mezzi teorici e tecnici di indagine rende "esistenti" realtà prima ignorante semplicemente perché non osservabili.
La scienza attuale non considera più il fulmine un castigo divino, le meteoriti una superstizione, le malattie infettive un mistero, e così via, mentre ha scoperto nel macrocosmo e nel microcosmo una complessità prima neppure sospettata.
E giungo dunque alla conclusione: è assai probabile che molti dei fatti e dei fenomeni che oggi si trovano ai margini della scienza perché sfuggono ai metodi, agli strumenti ed ai modelli attuali possano essere accolti ed adeguatamente studiati nella scienza del futuro, proprio come è avvenuto in tutta la storia del progresso scientifico. Ma per giungere a questo, occorre in genere una lunga fase prescientifica nella quale vengono raccolte e tramandate osservazioni ed annotazioni non ancora adeguatamente inquadrate ed inquadrabili: dall'ignoranza di oggi si svilupperà lentamente la conoscenza di domani. Non possiamo avere alcuna idea delle forme e dei contenuti che verrà ad assumere la scienza futura, e pertanto è giustificato raccogliere e conservare tutto, non sapendo cosa diventerà importante, e sotto che forma, e in quale modo. Il modesto lavoro fortiano si fonda su queste considerazioni. Non è quindi in alcun modo in contrasto con la "scienza ufficiale", ma anzi nella convinzione che la scienza sia destinata ad un infinito progresso si adopera - con mezzi umilissimi - alla osservazione di dati oggi disprezzati perché incompresi, ma domani forse elementi di una inimmaginabile conoscenza.
Umberto Cordier
(Segretario delta Società Fortiana Italiana)