Di fronte a questo fenomeno, la domanda che istintivamente ci si pone è: come mai l'acqua va in salita? Cosa la spinge in su? Difficilmente ci si pone un'altra domanda, molto più pertinente: come mai noi sentiamo quella direzione come "salita"? Come mai la forza che spinge l'acqua non spinge in quella direzione anche noi? Infatti proviamo a immaginare che nella zona ci fosse una anomalia gravitazionale, come alcuni hanno proposto. In quel caso l'acqua andrebbe nella direzione sbagliata, ma noi non avremmo modo di accorgercene, perché la forza sconosciuta attirerebbe anche i sensori di gravità che possediamo nell'orecchio interno, e che ci indicano in continuazione quale direzione sia il "basso". In altre parole, la forza sconosciuta ci farebbe sentire come "discesa" la direzione in cui attira l'acqua, e vedremmo una normalissima discesa in discesa.
Per cercare di affrontare il problema sono possibili molti approcci. Si può usare una livella (basta una normale livella a bolla da muratore, ma sono stati usati teodoliti pofessionali per prospezioni geografiche), per controllare la pendenza della strada. In questo modo, però, si dimostra solo che la forza sconosciuta influenza anche l'acqua nella bolla della livella, o i piombi del teodolite. Può però essere importante per stabilire che l'effetto non si limita ad agire a livello del suolo, ma influenza anche oggetti posti all'altezza del nostro orecchio (e quindi degli organi dell'equilibrio), e quindi rafforza la domanda espressa sopra: se la forza agisce anche su un teodolite, come mai non agisce sul nostro senso dell'equilibrio?
Per far fronte a questa obiezione si può fare misure traguardando la strada, con un teodolite, da un punto sufficentemente lontano da non essere influenzato dalla forza misteriosa. Misure di questo tipo sono state condotte da sulla strada di Montagnana. Si può infine misurare la direzione della verticale rispetto alle stelle, e confrontarla con quella fuori dalla zona incriminata (questa misura non mi risulta sia mai stata tentata). Si può infine cercare di limitare la visuale ad un breve tratto di strada, ad esempio facendosi da paraocchi con le mani. Con questa semplice espediente, l'acqua torna ad apparire soggetta alla normale forza di gravità.
L'effetto è quindi dovuto al nostro limitato senso dell'equilibrio, che si affida anche alla vista per decidere che direzione sia il "basso". Le salite anomale sono tratti in discesa molto leggera, posti tra due tratti in pendenza molto maggiore, e il nostro senso di orizzontale viene influenzato dal fatto che tutto il paesaggio circostante è molto più in discesa del tratto in cui ci troviamo. Contribuisce all'effetto la posizione e la conformazione dell'orizzonte visibile. Il fenomeno appare quindi simile alle molte illusioni ottiche note in psicologia. Resta un fenomeno interessante da studiare, ma per capire come funziona la nostra percezione. A questo riguardo, in un laboratorio della Facolta di Psicologia dell'Università di Padova, l'illusione è stata riprodotta utilizzando tre plastici appositamente costruiti: con una strada a due, o tre, tratti contigui diversamente inclinabili, o con due strade affiancate e a diversa inclinazione. Recentemente il fenomeno è stato oggetto di una tesi di laurea presso questa facoltà.
È inoltre interessante da un punto di vista sociologico. In fondo non ci siamo del tutto abituati all'idea di vivere su di un pianeta sferico, in cui non esiste un "alto" ed un "basso" naturali. Il "basso" non è che la direzione verso cui si scende, e "scendere in salita" è un assurdo non fisico, ma logico. È interessante vedere come si creda più facilmente ai propri sensi, limitati ed imperfetti, che a un fenomeno semplice, e quindi più attendibile: se l'acqua va in salita, è lei che "sbaglia" ad andare di lì, non noi a prendere quella come salita. Ma se ci viene data una dimostrazione tecnica (un teodolite, che non funziona diversamente dall'acqua), siamo più portati a credere a quella che ai nostri sensi.
Per saperne di piu:
- Cordier U. "Guida ai luoghi misteriosi d'Italia", (Piemme ed. , Casale Monferrato, AL ,1996)
- Barracano M. tesi di laurea, facoltà di Psicologia, Università degli Studi di Padova (2000)
- Il dott. Luigi Garlaschelli tiene, su richiesta, conferenze sull'argomento: