“Detto da noi” è la rubrica quindicinale di interviste ai responsabili delle iniziative CICAP, nata per raccontare le tante attività che realizziamo per promuovere lo spirito critico ma anche per far conoscere tutti coloro che portano avanti la nostra associazione e che spesso non ricevono abbastanza riconoscimento per il loro impegno.
Oggi parliamo con Marco Nava, il coordinatore di "Chiedi Le Prove ".
Marco Nava si laurea nel 2009 in Fisica della Materia all'Università degli Studi di Milano. Sempre nella stessa università consegue il Dottorato di Ricerca nel 2013, con una tesi su simulazioni quantistiche di elio liquido e superfluido. È attualmente negli Stati Uniti come assegnista di ricerca.
Socio CICAP dal 2013, potete avvistarlo nelle attività dei gruppi locali a parlare di pseudoscienze "quantistiche", o partecipando ad indagini che richiedono la costruzione e l'utilizzo di strumenti di misura vari.
Come è nata l'idea di realizzare Chiedi Le Prove?
L'idea è nata tramite il presidente Sergio della Sala, che lavora all'università di Edimburgo. Nel Regno Unito era attiva la campagna "Ask for Evidence ", Sergio ha addirittura contribuito al suo lancio. Perciò è stato per lui quasi automatico: nel Regno Unito funziona bene, perché non provarci - con i necessari adattamenti - in Italia?
E così verso metà 2014 è stato mandato l'annuncio all'interno del CICAP di un'iniziativa che si voleva far partire in Italia riguardante la corretta comunicazione delle informazioni scientifiche.
Si cercavano volontari... «Vedrai il mondo» dicevano... no scherzo, quello non lo dicevano. Io mi ero da poco iscritto al CICAP e volevo impegnarmi attivamente, così sono entrato nel gruppo di Chiedi le Prove. All'inizio non avevamo neanche noi bene in mente che cosa avessero fatto i britannici, anche perché sotto certi aspetti Ask for Evidence e la sua gemella italiana Chiedi le Prove sono iniziative concettualmente sottili e Sergio nelle sue indicazioni - conoscendo già Ask for Evidence - aveva dato per scontate alcune cose. In ogni caso a inizio 2015 abbiamo ricostruito una versione "italianizzata" e l'abbiamo ufficialmente lanciata nel nostro paese con il nome di Chiedi le Prove.
Che cosa avete imparato da quando è nata l'iniziativa?
Sin dall'inizio c'erano diverse incognite. Come reagirà il pubblico italiano che è piuttosto diverso da quello britannico? Come possiamo adattare l'iniziativa in maniera efficace? Beh, c'era solo un modo per scoprirlo: esplorare e imparare! Abbiamo imparato un po' di trucchetti per rendere la pagina facebook più attiva - per questo dobbiamo ringraziare CICAP Social e Michelangelo di BUTAC : ad esempio l'idea di utilizzare una grafica standard per le storie, con un colore che ne determina la "scala di trasparenza" è andata molto bene. Ora chi ci segue sa già a primo impatto le parti più importanti di una storia. Ma anche sull'iniziativa stessa: quando abbiamo iniziato eravamo anche noi alle prime armi, poi però studiando la letteratura (Nature offre molti spunti a riguardo), confrontandoci tra di noi e con i coordinatori dell'iniziativa inglese nelle varie occasioni in cui ci siamo incontrati e addirittura con alcuni parlamentari europei abbiamo avuto modo non solo di imparare alcune sottigliezze relative a un argomento - interazione tra scienza e opinione pubblica - che è molto vasto e complesso, ma anche come comunicare in maniera appropriata questo genere di cose, specialmente quando si vanno a trattare informazioni che per qualcuno potrebbero essere non gradite.
Quali sono stati gli ostacoli più difficili da superare?
Beh, il più grosso di tutti, e non ho molte speranze qui, è far capire che «chiedi le prove» non vuol dire «chiedetele a noi»! No, davvero... scherzo ma solo in parte: ci capita spesso e riflette un po' una difficoltà che troviamo nella bolla di società con cui siamo in contatto. C'è una grossa “barriera di attivazione” da superare per far sì che una persona si metta in moto per chiedere le prove. Alcuni lo fanno, molti vorrebbero ma hanno paura, oppure non sanno bene come fare e cosa chiedere e quindi si limitano a "segnalarci che...". Il punto è che ci puoi segnalare tutto quello che vuoi, ma chi guida l'iniziativa sono gli asker, ovvero le persone che ci seguono e chiedono le prove. Sebbene ogni tanto qualcuno dello staff di sua iniziativa chieda le prove per soddisfare una propria curiosità, Chiedi le Prove non si occupa di chiedere direttamente le prove ma si limita a dare visibilità al processo iniziato e guidato da una persona esterna.
Inoltre forniamo un'analisi delle prove tramite dei gruppi di esperti come i medici del CICAP-Med e AIRIcerca , 15.000 ricercatori italiani all'estero che coprono virtualmente tutti i campi scientifici di interesse. Quello che stiamo cercando di fare è agevolare l'utente e accompagnarlo in ogni fase del processo di richiesta prove, facendogli capire che noi siamo qui per aiutarlo ad acquisire delle abilità che sono oggi essenziali per mantenere viva una società.
… e le soddisfazioni più grandi?
A volte riceviamo degli ask - quando chiedono le prove chiediamo sempre che ci mettano in CC - e l'asker fa delle domande precise, cordiali e senza aggredire nessuno, esattamente come suggeriamo nella guida. È una soddisfazione sapere che qualcuno la legge! E in più quando otteniamo una risposta l'asker ci fornisce le sue considerazioni, spesso migliori delle nostre. È molto bello sapere che c'è gente così che ci segue, anche perché ci permette di sperare di avere avuto una minima parte nella loro formazione. Inoltre, in seguito ad alcune delle nostre storie, delle persone ci hanno ringraziato dicendoci che le nostre storie, oppure anche semplicemente le idee che diffondiamo, li hanno aiutati a compiere delle decisioni in cui vi erano in gioco diverse migliaia di euro. Siamo contenti che le abbiano prese con delle solide evidenze alla base!
Che cos'ha di diverso Chiedi Le Prove rispetto alle altre iniziative del CICAP?
Una differenza che si nota subito - almeno, quasi tutti la notano - è che Chiedi le Prove non è una pagina di "esperti" che rispondono a domande. In genere i gruppi CICAP sono associati al debunking o alle indagini, noi invece abbiamo un ruolo più passivo e chiediamo all'utente un ruolo più attivo. Il protagonista è l'asker, ovvero la persona che ci segue e decide di coinvolgerci nel suo processo di richiesta delle prove. Noi ci limitiamo a scrivere una "storia" parlando della corrispondenza avuta tra l'asker e la persona o associazione a cui ha chiesto le prove, valutiamo la consistenza e robustezza delle prove ricevute e basta: siamo del tutto neutrali sull'argomento in questione e non facciamo mai giudizi, neanche se ce li chiedono. So già cosa stai pensando: e se non rispondono all'asker? Il fatto che uno ti chiede le prove e tu te ne freghi non è già una risposta? Noi la storia la scriviamo lo stesso, puntualizzando che chi ha fatto l'affermazione non l'ha difesa, poi visto che l'argomento è stato tirato in ballo e lasciarlo a metà non è bello di solito chiediamo a un esperto del settore in questione di scriverci a suo nome due parole a riguardo. Però un punto importante che ci differenzia dalle altre iniziative è che, anche se siamo una pagina "scientifica", nel senso che le nostre analisi sono in funzione alla letteratura scientifica, noi accettiamo qualunque cosa come evidenza di un'affermazione: se uno risponde a un ask dicendo «le prove sono scritte nel Necronomicon nel passo tal de tali che dice...» (è solo un esempio, non ci è capitato!) ok... noi lo riportiamo nella storia. Insieme all'evidenza scientifica.
Poi starà al lettore prendere una decisione. Tant'è che a volte riceviamo lamentele, in genere da parte di alcuni rivenditori che vedono le nostre storie come "recensioni" - ci è capitato ad esempio per le Tessere Radioniche - e noi diamo sempre spazio nella storia a un loro commento, anche esteso che ci spieghi esattamente cosa sono le prove per loro. Sono letture interessanti!
C'è un appello che vuoi lanciare ai soci del CICAP?
Chiedi le Prove si basa sul contributo degli asker, cioè delle persone che chiedono le prove. Saper chiedere le prove, anche se a livello superficiale sempra una cosa semplice, richiede alcune abilità analitiche e sociali che non sono banalissime da acquisire. Tra le persone che mi aspetto abbiano già questo tipo di abilità ci sono proprio i cicappini! La faccio breve perché so che siete già preparati: quando ricevete un'affermazione senza prove, chiedetele! (e non a noi). Se invece pensate di essere abbastanza preparati da poter avere un ruolo attivo all'interno dello staff (siamo "passivi" ma è un tipo di "passività" sottile che richiede parecchio lavoro concettuale svolto in background) ci serve gente in grado di prendere uno scambio di e-mail, muoversi indipendentemente nel nostro network di esperti e arrivare a scrivere in modo autonomo una bozza di storia che poi riguardiamo insieme. Perciò, se pensi di farcela entra nel team! "Vedrai il mondo"...
Che obiettivi avete per il futuro?
Cominciamo con la Kamchatka, poi il resto del mondo è una passeggiata. Ah no, squadra sbagliata. Con Chiedi le prove, adesso che abbiamo una struttura interna che ci consente di avere una sorta di "catena di montaggio" delle storie, prevediamo in futuro di migliorare l'aspetto di consulenza per fare gli ask. Al momento viene fatto tramite e-mail, di solito da me, e sono spesso cose ridondanti che richiedono parecchio tempo. L'idea, ancora non del tutto definita, sarebbe quella di creare un "lato asker" sul sito, un po' sullo stile dei programmi di compilazione delle intricatissime tasse statunitensi che ho avuto modo di utilizzare: dei questionari che dopo una serie di domande ti producono una bozza di ask, condivisibile con la comunità di Chiedi le Prove. In questo modo, oltre a venire incontro all'inerzia di molte persone, speriamo di mantenere traccia a livello pubblico dello stato degli ask che sono stati fatti, dando così la possibilità alle persone interessate di, eventualmente, completare un ask che è stato proposto ma mai inviato. A lungo termine ci piacerebbe espanderci abbastanza da raggiungere le dimensioni di Ask for Evidence: loro, insieme a Sense About Science, organizzano eventi in tutto il territorio britannico, hanno parecchio sostegno dalla società e questo gli permette di organizzare eventi "decentralizzati", nel senso che si limitano a distribuire del materiale e fare dei corsi di formazione a delle persone esterne che su loro iniziativa e responsabilità promuovono le idee della campagna. Ma una crescita del genere non si ottiene a solo con volontari, dovremo assicurarci dei fondi europei e avere personale stipendiato. Vedrai che una volta presa la Kamchatka sarà tutto più semplice!
Oggi parliamo con Marco Nava, il coordinatore di "Chiedi Le Prove ".
Marco Nava si laurea nel 2009 in Fisica della Materia all'Università degli Studi di Milano. Sempre nella stessa università consegue il Dottorato di Ricerca nel 2013, con una tesi su simulazioni quantistiche di elio liquido e superfluido. È attualmente negli Stati Uniti come assegnista di ricerca.
Socio CICAP dal 2013, potete avvistarlo nelle attività dei gruppi locali a parlare di pseudoscienze "quantistiche", o partecipando ad indagini che richiedono la costruzione e l'utilizzo di strumenti di misura vari.
Come è nata l'idea di realizzare Chiedi Le Prove?
L'idea è nata tramite il presidente Sergio della Sala, che lavora all'università di Edimburgo. Nel Regno Unito era attiva la campagna "Ask for Evidence ", Sergio ha addirittura contribuito al suo lancio. Perciò è stato per lui quasi automatico: nel Regno Unito funziona bene, perché non provarci - con i necessari adattamenti - in Italia?
E così verso metà 2014 è stato mandato l'annuncio all'interno del CICAP di un'iniziativa che si voleva far partire in Italia riguardante la corretta comunicazione delle informazioni scientifiche.
Si cercavano volontari... «Vedrai il mondo» dicevano... no scherzo, quello non lo dicevano. Io mi ero da poco iscritto al CICAP e volevo impegnarmi attivamente, così sono entrato nel gruppo di Chiedi le Prove. All'inizio non avevamo neanche noi bene in mente che cosa avessero fatto i britannici, anche perché sotto certi aspetti Ask for Evidence e la sua gemella italiana Chiedi le Prove sono iniziative concettualmente sottili e Sergio nelle sue indicazioni - conoscendo già Ask for Evidence - aveva dato per scontate alcune cose. In ogni caso a inizio 2015 abbiamo ricostruito una versione "italianizzata" e l'abbiamo ufficialmente lanciata nel nostro paese con il nome di Chiedi le Prove.
Che cosa avete imparato da quando è nata l'iniziativa?
Sin dall'inizio c'erano diverse incognite. Come reagirà il pubblico italiano che è piuttosto diverso da quello britannico? Come possiamo adattare l'iniziativa in maniera efficace? Beh, c'era solo un modo per scoprirlo: esplorare e imparare! Abbiamo imparato un po' di trucchetti per rendere la pagina facebook più attiva - per questo dobbiamo ringraziare CICAP Social e Michelangelo di BUTAC : ad esempio l'idea di utilizzare una grafica standard per le storie, con un colore che ne determina la "scala di trasparenza" è andata molto bene. Ora chi ci segue sa già a primo impatto le parti più importanti di una storia. Ma anche sull'iniziativa stessa: quando abbiamo iniziato eravamo anche noi alle prime armi, poi però studiando la letteratura (Nature offre molti spunti a riguardo), confrontandoci tra di noi e con i coordinatori dell'iniziativa inglese nelle varie occasioni in cui ci siamo incontrati e addirittura con alcuni parlamentari europei abbiamo avuto modo non solo di imparare alcune sottigliezze relative a un argomento - interazione tra scienza e opinione pubblica - che è molto vasto e complesso, ma anche come comunicare in maniera appropriata questo genere di cose, specialmente quando si vanno a trattare informazioni che per qualcuno potrebbero essere non gradite.
Quali sono stati gli ostacoli più difficili da superare?
Beh, il più grosso di tutti, e non ho molte speranze qui, è far capire che «chiedi le prove» non vuol dire «chiedetele a noi»! No, davvero... scherzo ma solo in parte: ci capita spesso e riflette un po' una difficoltà che troviamo nella bolla di società con cui siamo in contatto. C'è una grossa “barriera di attivazione” da superare per far sì che una persona si metta in moto per chiedere le prove. Alcuni lo fanno, molti vorrebbero ma hanno paura, oppure non sanno bene come fare e cosa chiedere e quindi si limitano a "segnalarci che...". Il punto è che ci puoi segnalare tutto quello che vuoi, ma chi guida l'iniziativa sono gli asker, ovvero le persone che ci seguono e chiedono le prove. Sebbene ogni tanto qualcuno dello staff di sua iniziativa chieda le prove per soddisfare una propria curiosità, Chiedi le Prove non si occupa di chiedere direttamente le prove ma si limita a dare visibilità al processo iniziato e guidato da una persona esterna.
Inoltre forniamo un'analisi delle prove tramite dei gruppi di esperti come i medici del CICAP-Med e AIRIcerca , 15.000 ricercatori italiani all'estero che coprono virtualmente tutti i campi scientifici di interesse. Quello che stiamo cercando di fare è agevolare l'utente e accompagnarlo in ogni fase del processo di richiesta prove, facendogli capire che noi siamo qui per aiutarlo ad acquisire delle abilità che sono oggi essenziali per mantenere viva una società.
… e le soddisfazioni più grandi?
A volte riceviamo degli ask - quando chiedono le prove chiediamo sempre che ci mettano in CC - e l'asker fa delle domande precise, cordiali e senza aggredire nessuno, esattamente come suggeriamo nella guida. È una soddisfazione sapere che qualcuno la legge! E in più quando otteniamo una risposta l'asker ci fornisce le sue considerazioni, spesso migliori delle nostre. È molto bello sapere che c'è gente così che ci segue, anche perché ci permette di sperare di avere avuto una minima parte nella loro formazione. Inoltre, in seguito ad alcune delle nostre storie, delle persone ci hanno ringraziato dicendoci che le nostre storie, oppure anche semplicemente le idee che diffondiamo, li hanno aiutati a compiere delle decisioni in cui vi erano in gioco diverse migliaia di euro. Siamo contenti che le abbiano prese con delle solide evidenze alla base!
Che cos'ha di diverso Chiedi Le Prove rispetto alle altre iniziative del CICAP?
Una differenza che si nota subito - almeno, quasi tutti la notano - è che Chiedi le Prove non è una pagina di "esperti" che rispondono a domande. In genere i gruppi CICAP sono associati al debunking o alle indagini, noi invece abbiamo un ruolo più passivo e chiediamo all'utente un ruolo più attivo. Il protagonista è l'asker, ovvero la persona che ci segue e decide di coinvolgerci nel suo processo di richiesta delle prove. Noi ci limitiamo a scrivere una "storia" parlando della corrispondenza avuta tra l'asker e la persona o associazione a cui ha chiesto le prove, valutiamo la consistenza e robustezza delle prove ricevute e basta: siamo del tutto neutrali sull'argomento in questione e non facciamo mai giudizi, neanche se ce li chiedono. So già cosa stai pensando: e se non rispondono all'asker? Il fatto che uno ti chiede le prove e tu te ne freghi non è già una risposta? Noi la storia la scriviamo lo stesso, puntualizzando che chi ha fatto l'affermazione non l'ha difesa, poi visto che l'argomento è stato tirato in ballo e lasciarlo a metà non è bello di solito chiediamo a un esperto del settore in questione di scriverci a suo nome due parole a riguardo. Però un punto importante che ci differenzia dalle altre iniziative è che, anche se siamo una pagina "scientifica", nel senso che le nostre analisi sono in funzione alla letteratura scientifica, noi accettiamo qualunque cosa come evidenza di un'affermazione: se uno risponde a un ask dicendo «le prove sono scritte nel Necronomicon nel passo tal de tali che dice...» (è solo un esempio, non ci è capitato!) ok... noi lo riportiamo nella storia. Insieme all'evidenza scientifica.
Poi starà al lettore prendere una decisione. Tant'è che a volte riceviamo lamentele, in genere da parte di alcuni rivenditori che vedono le nostre storie come "recensioni" - ci è capitato ad esempio per le Tessere Radioniche - e noi diamo sempre spazio nella storia a un loro commento, anche esteso che ci spieghi esattamente cosa sono le prove per loro. Sono letture interessanti!
C'è un appello che vuoi lanciare ai soci del CICAP?
Chiedi le Prove si basa sul contributo degli asker, cioè delle persone che chiedono le prove. Saper chiedere le prove, anche se a livello superficiale sempra una cosa semplice, richiede alcune abilità analitiche e sociali che non sono banalissime da acquisire. Tra le persone che mi aspetto abbiano già questo tipo di abilità ci sono proprio i cicappini! La faccio breve perché so che siete già preparati: quando ricevete un'affermazione senza prove, chiedetele! (e non a noi). Se invece pensate di essere abbastanza preparati da poter avere un ruolo attivo all'interno dello staff (siamo "passivi" ma è un tipo di "passività" sottile che richiede parecchio lavoro concettuale svolto in background) ci serve gente in grado di prendere uno scambio di e-mail, muoversi indipendentemente nel nostro network di esperti e arrivare a scrivere in modo autonomo una bozza di storia che poi riguardiamo insieme. Perciò, se pensi di farcela entra nel team! "Vedrai il mondo"...
Che obiettivi avete per il futuro?
Cominciamo con la Kamchatka, poi il resto del mondo è una passeggiata. Ah no, squadra sbagliata. Con Chiedi le prove, adesso che abbiamo una struttura interna che ci consente di avere una sorta di "catena di montaggio" delle storie, prevediamo in futuro di migliorare l'aspetto di consulenza per fare gli ask. Al momento viene fatto tramite e-mail, di solito da me, e sono spesso cose ridondanti che richiedono parecchio tempo. L'idea, ancora non del tutto definita, sarebbe quella di creare un "lato asker" sul sito, un po' sullo stile dei programmi di compilazione delle intricatissime tasse statunitensi che ho avuto modo di utilizzare: dei questionari che dopo una serie di domande ti producono una bozza di ask, condivisibile con la comunità di Chiedi le Prove. In questo modo, oltre a venire incontro all'inerzia di molte persone, speriamo di mantenere traccia a livello pubblico dello stato degli ask che sono stati fatti, dando così la possibilità alle persone interessate di, eventualmente, completare un ask che è stato proposto ma mai inviato. A lungo termine ci piacerebbe espanderci abbastanza da raggiungere le dimensioni di Ask for Evidence: loro, insieme a Sense About Science, organizzano eventi in tutto il territorio britannico, hanno parecchio sostegno dalla società e questo gli permette di organizzare eventi "decentralizzati", nel senso che si limitano a distribuire del materiale e fare dei corsi di formazione a delle persone esterne che su loro iniziativa e responsabilità promuovono le idee della campagna. Ma una crescita del genere non si ottiene a solo con volontari, dovremo assicurarci dei fondi europei e avere personale stipendiato. Vedrai che una volta presa la Kamchatka sarà tutto più semplice!