Troppa grazia
Regia: Gianni Zanasi
Italia-Spagna-Grecia, 2018
Principali interpreti: Alba Rohrwacher, Elio Germano, Giuseppe Battiston
Recensione di Maria Rosa Pagni
Cosa succederebbe se un evento soprannaturale piombasse di colpo nella vita di una persona scettica? È questo il tema attorno a cui ruota questa divertente commedia. Lucia, la protagonista, è una geometra dalla pignoleria maniacale, alla quale, mentre è impegnata a fare dei rilievi, appare la Madonna. Ovviamente lei non la riconosce come tale, anzi la scambia inizialmente per una profuga, ma successivamente la figura si presenta per ciò che è, ovvero la Madre di Dio e da quel momento per Lucia diventa la madre di tutti i problemi. Infatti la vita della protagonista è tutt’altro che semplice: è una ragazza madre di una figlia adolescente, nata da un breve amore passeggero che risale a quando lei aveva appena 18 anni. Con il proprio lavoro precario, Lucia fa fatica ad arrivare a fine mese e la relazione con il suo compagno è appena finita, senza contare i compromessi che si trova costretta ad accettare o le contraddizioni in cui spesso cade. Ora nella sua esistenza piomba anche improvvisamente questa figura, che pretende che in quel campo venga costruita una chiesa, sebbene l’amministrazione comunale l’abbia già destinato all’edificazione di una imponente opera architettonica. Che fare? Da un lato, Lucia teme che, se venisse creduta pazza (o se davvero fosse impazzita), le toglierebbero la custodia della figlia, ma dall’altro la Beata Vergine sembra intransigente sulla sua richiesta e ben presto si dimostra tutt’altro che mite e remissiva come viene presentata dalle Sacre Scritture. Questo forse anche perché, abituata ad apparire a umili pastorelli, quando chiedeva loro di costruire una chiesa, non sentiva mai una risposta come: “Non si può: c’è un piano regolatore.”
Si ride molto seguendo le vicissitudini di Lucia, ma il racconto non si fa mai grottesco o sarcastico, anzi, accanto alle situazioni comiche, si segue anche il viaggio che la protagonista fa dentro di sé e il suo passato, alla ricerca di una risposta a quell’apparizione che le ha sconvolto la vita. Il film non ci dice se quella visione sia davvero un’entità soprannaturale o un’allucinazione da stress, anche perché questo banalizzerebbe una storia che non è solo divertente, ma anche appassionante. Lo spettatore scettico in platea potrà, però, divertirsi a cogliere tutti gli indizi che vengono disseminati lungo la trama e che ci fanno addentrare nella psiche di Lucia. Così anche i miracoli potranno trovare una spiegazione razionale e si potrà intuire come forse la Madonna possa essere lì non tanto per la sua chiesa quanto per qualcosa che riguarda proprio la protagonista.