First Man - Il primo uomo
Regia: Damien Chazelle
USA, 2018
Principali interpreti: Ryan Gosling, Claire Foy
Recensione di Maria Rosa Pagni
Nel 2019 si celebra il cinquantenario del primo allunaggio umano e Hollywood si è già preparata con First Man - Il primo uomo, che è imperniato sulla figura di Neil Armstrong. Il film si basa sulla biografia First Man: The Life of Neil A. Armstrong scritta da James R. Hansen ed è incentrato sugli anni che precedono la missione dell’Apollo 11, per concludersi proprio con quell’evento. La narrazione si focalizza sul protagonista e sulla sua vita, sui suoi drammi personali e sui suoi rapporti familiari, sulla sua consapevolezza dei grandi rischi delle missioni spaziali e la sua incrollabile determinazione a procedere.
In questa impostazione non c’è molto spazio per tutti gli altri comprimari dell’esplorazione spaziale, astronauti e tecnici, che diventano così figure secondarie, attorno a Neil Armstrong che giganteggia in tutta la storia. Unica eccezione è Ed White (interpretato da Jason Clarke), amico, vicino di casa e collega di Armstrong, il quale perirà nel terribile incidente avvenuto durante uno dei test per il lancio dell’Apollo 1; il racconto della sua vicenda fa comprendere quali fossero i pericoli di una missione spaziale, ma senza alcuna retorica.
Non c’è spazio per spiegazioni tecniche, perché il film non vuole essere un documentario, ma vuole suscitare l’emotività degli spettatori con toni drammatici e al contempo epici. Le ricostruzioni degli ambienti, della tecnologia e degli eventi accaduti in quel periodo, però, sono estremamente accurate e in questo modo ci si rende davvero conto di quanto la Luna sia distante dalla Terra (con un semplice disegno quasi in scala su una lavagna), di quanto fossero angusti e claustrofobici gli abitacoli delle navette spaziali e di quanto la tecnologia su cui si basavano, per quanto all’avanguardia per quel periodo, fosse ancora ai suoi albori ed estremamente sperimentale. Per la prima volta lo schermo ci mostra le vibrazioni a cui era sottoposta una qualunque navicella spaziale al momento del lancio e del suo volo attraverso l’atmosfera, facendoci vivere la tensione che provavano non solo i piloti, ma anche le famiglie a terra; tensione perfettamente incarnata nei rapporti tra Neil Armstrong e la moglie, che teme per la vita del proprio compagno e si preoccupa per i propri figli che rischiano di crescere senza un padre.
La narrazione è volutamente lenta, in preparazione del momento climax che chiuderà la storia, in cui si vivrà l’allunaggio, prima dall’interno del LEM e poi sulla Luna, con un emozionante senso di vertigine e con il solo sottofondo delle comunicazioni originali tra Neil Armstrong e Houston.