Ritorna finalmente "Viaggio nel mondo del paranormale"

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Piero Angela ©Superquark
Il CICAP pubblica quest’anno una nuova edizione di Viaggio nel mondo del paranormale, il fondamentale testo in cui Piero Angela racconta un anno di lavoro di inchiesta tra medium, astrologi, spiritisti, veggenti, guaritori alternativi. Qui di seguito trovate una sintesi della Presentazione che Massimo Polidoro ha scritto per il volume, che in questa nuova edizione, curata da Elena Iorio, presenta anche nuove appendici, come quella dedicata alle reazioni suscitate dalla serie tv e dal libro.

Viaggio nel mondo del paranormale è la prima inchiesta critica dedicata alla parapsicologia e alle facoltà paranormali mai realizzata in Italia. Il primo tentativo di guardare con approccio scientifico e spirito critico al mondo del soprannaturale e dell’occulto che, fino ad allora, nel nostro Paese erano considerate realtà misteriose ma, tutto sommato, indiscutibili.

Inoltre, è un libro che ha dato vita al CICAP, che ormai da trent’anni contribuisce alla diffusione di una cultura e di una mentalità aperte e critiche: obiettivo principale è infatti quello di fornire al pubblico, sempre più vasto, lo strumento fondamentale del metodo scientifico, un metodo cioè che si basa sull’evidenza sia nell’analisi che nella soluzione dei problemi della nostra società.

Tutto ebbe inizio con Indagine critica sulla parapsicologia, un’inchiesta televisiva in cinque puntate, ideata, realiz-zata e condotta da Piero Angela, andata in onda nel mese di aprile del 1978 sulla Rete Uno della Rai.

Quella serie, che sarebbe poi stata raccolta e integrata l’anno successivo nel libro, arrivava come un fulmine a ciel sereno in un periodo storico particolarmente sensibile ai richiami dell’“alternativo” e che vedeva la parapsicologia come una disciplina che aveva dimostrato, o comunque si credeva fosse sul punto di dimostrare, la sua assoluta cre-dibilità. Il minuzioso lavoro di verifica e indagine condotto da Angela rompeva il giocattolo e dimostrava che le cose stavano in maniera radicalmente opposta. «In questa inchiesta mi sono posto inizialmente una domanda» spiegava Angela all’epoca: «i fenomeni paranormali esistono oppure no? Se non esistono sarebbe bene saperlo; se invece esistono perché mai non ci sono massicci programmi di ricerca in quella che sarebbe la più grande rivoluzione scientifica dopo Galileo?».

Per oltre un anno, dunque, egli girò il mondo intervistando di persona i principali scienziati e ricercatori che si occupavano di parapsicologia, da Joseph B. Rhine a Russell Targ e Harold Puthoff, da Martin Johnson a Wilhelm Tenhaeff, e naturalmente i principali critici, da Burrhus F. Skinner ad Isaac Asimov, da Paul Kurtz a Charles Edward M. Hansel e, in particolare, James Randi.

Randi, un celebre prestigiatore che da diversi anni dedicava il suo talento, e la sua capacità di creare (e riconoscere) inganni e illusioni, all’indagine del paranormale, era un autentico smascheratore di bufale. Era stato lui a scrivere un libro che smontava pezzo per pezzo le pretese paranormali di Uri Geller, così come aveva già sbugiardato Ted Serios, l’uomo che diceva di riuscire a fotografare il proprio pensiero. Sempre lui, insieme a Martin Gardner e a Ray Hyman, aveva fondato il CSICOP, un Comitato che raccoglieva scienziati e studiosi e si prefiggeva il compito di verificare e smentire le falsità nel mondo dell’occulto.

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Piero Angela e Massimo Polidoro presentano la nuova edizione di "Viaggio nel mondo del paranormale" al Salone del libro di Torino 2018 ©Roberta Baria
Nel programma Randi interveniva spesso, soprattutto per svelare e ripetere i trucchi di celebri medium del passato e sensitivi del presente. Inoltre, lanciò una sfida a tutti i sensitivi: metteva in palio 10.000 dollari per chiunque riuscisse a dimostrare, in condizioni di controllo, una qualunque facoltà paranormale. In un successivo programma di Piero Angela, realizzato insieme a James Randi, si sarebbero fatti avanti a decine, tra rabdomanti, veggenti, medium, fotografi psichici, guaritori e mummificatori e il resoconto di quelle prove sarebbe stato poi trasmesso all’interno del programma televisivo Domenica In, allora condotta da Corrado. Nessuno però si sarebbe intascato il premio.

Quando finalmente la serie andò in onda il pubblico sembrò gradirla molto. Nonostante il posizionamento della trasmissione in quella che allora era la seconda serata (intorno alle 22,00), l’ascolto medio fu di 6,3 milioni di telespettatori.

La reazione dei parapsicologi italiani, invece, fu di lesa maestà e ci fu chi, come lo psicanalista Emilio Servadio si scandalizzò. «Una posizione corretta» disse «consiste nel prendere atto dei fenomeni senza pretendere di spiegarli a qualsiasi costo». Guardare e non toccare, insomma. Stupirsi di fronte al fenomeno ma non azzardarsi a fare domande per capire se è vero oppure no. Ci fu ovviamente anche chi difese Angela, come Gianni Rodari che, a proposito della parapsicologia, su Paese Sera scrisse: «Si parla di cose lette, sentite dire, osservate altrove o da altri. Nessuno mostra mai niente in diretta... Il giorno in cui la parapsicologia potrà mostrare dei fatti certi e indiscutibili, gli addetti ai lavori avranno diritto di sgridarci se in loro presenza non riusciremo a restare seri. Fino a quel giorno, Piero Angela ha non solo il diritto, ma il dovere addirittura di essere più incredulo di San Tommaso e più galileiano di Galileo».

Non riuscendo ad accettare fatti che contraddicevano convinzioni e credenze ormai assodate, ci fu addirittura chi mise in dubbio la buona fede del giornalista e pensò a presunti mandanti politici o peggio.

«Mi viene in mente, in proposito» raccontava Angela in un intervento d’epoca, per fare capire il clima che si respirava, «un piccolo episodio accadutomi durante una presentazione del mio libro in libreria. Alla fine del dibattito un signore (che mi aveva scrutato insistentemente per tutta l’ora) disse che doveva parlarmi, senza testimoni. Ci appartammo e mi disse testualmente: «Io so perché lei ha parlato solo in modo negativo della parapsicologia». «Perché?» «Perché durante la sua inchiesta lei ha scoperto che queste cose sono vere, ed i Centri di Potere (che si servono segretamente di queste energie) l’hanno ora obbligato a dire che non c’è niente di vero, per impedire che la gente venga a sapere la Verità…».

Sembra di sentire parlare qualcuno dei tanti cultori di terapie non comprovate o i sostenitori di qualche teoria pseudoscientifica che ancora oggi inquinano il dibattito pubblico, creando fake news e bufale che hanno poi riflessi gravissimi per la società. Si pensi solo a chi attacca la validità dei vaccini, mettendo a rischio la copertura infantile dalle malattie, o paventa l’esistenza delle famigerate “scie chimiche”, immaginando ogni volta fantomatici “centri occulti di potere” che nascondono la verità per i loro loschi profitti.

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È evidente che con chi la pensa a questo modo non è possibile ragionare. Ma, come scrive Angela, l’inchiesta e questo libro non sono stati realizzati per chi vuole credere, bensì per chi vuole capire.

Ed è qui che si inserisce la nascita del CICAP. Nascita che, però, richiederà un decennio di incubazione.

Prima di mandare in onda la trasmissione, Angela aveva chiesto all’ufficio opinioni della RAI di condurre un’indagine statistica sui telespettatori, per accertare quale fosse la credenza del pubblico nei confronti di vari tipi di fenomeni: dalla telepatia alla precognizione, dalla chiaroveggenza all’astrologia, dalla pranoterapia all’ufologia e così via.

Ne venne fuori una classifica interessante: il fenomeno più popolare, quello a cui il pubblico credeva di più, era la telepatia, con una percentuale intorno al 70%; le credenze nei fantasmi e negli angeli occupavano, invece, gli ultimi posti della graduatoria. Dopo la trasmissione il sondaggio fu ripetuto sulle stesse persone che avevano visto il programma: risultò che la credenza nei fenomeni paranormali si era praticamente quasi dimezzata.

Tuttavia, quando tempo dopo fu nuovamente ripetuta l’inchiesta statistica, si vide che le credenze erano tornate più o meno ai livelli precedenti la trasmissione.

Questo significava che, in assenza di una costante informazione critica su questi argomenti, la propaganda a senso unico a favore del paranormale e delle pseudoscienze finiva per cancellare qualsiasi dubbio e alimentare la credulità.

Per questo motivo, nell’appendice originale del libro, Piero Angela pubblicava una dichiarazione comune, sui fenomeni paranormali, firmata da personalità del mondo scientifico del calibro di Edoardo Amaldi, il premio Nobel Daniel Bovet, Silvio Garattini, Margherita Hack, Ida Magli, Giorgio Tecce, Giuliano Toraldo di Francia, Roberto Vacca e Aldo Visalberghi, in cui si auspicava la nascita di un Comitato che potesse incoraggiare un’informazione più responsabile e riuscisse a intervenire per indagare e smentire eventuali fandonie e informazioni pseudoscientifiche.

«Trasmissioni radiotelevisive, notizie e articoli sensazionalistici» dicevano i firmatari «tendono spesso a presentare come autentici dei fatti che non sono stati adeguatamente controllati, o che si sono poi rivelati frutto di errori o di mistificazioni. Noi riteniamo che ciò sia profondamente diseducativo e contribuisca a presentare come autentici dei fatti che non sono stati adeguatamente controllati, o che si sono poi rivelati frutto di errori o di mistificazioni».

Tuttavia, in mancanza di chi potesse dedicarvi tempo in maniera sistematica e continuativa, il Comitato stentò a decollare.

Nel frattempo, il mondo del paranormale partì alla riscossa. Nacque una nuova rivista, Magica, allegata al Corriere della sera. Medium, sensitivi e veggenti di ogni sorta iniziarono a popolare le trasmissioni dei principali canali televisivi e, nel 1985, fu lanciata addirittura una serie in dodici puntate, intitolata MisterO (sic), sottotitolo: Sorprese, esperimenti ed enigmi della parapsicologia, andata in onda sul primo canale Rai. Lo stesso che sette anni prima aveva ospitato la serie di Piero Angela.

A quel punto nacque un’iniziativa che portò cinque premi Nobel (Bovet, Dulbecco, Luria, Rubbia e Segre) e un gruppo di dieci scienziati a scrivere una lettera di protesta a Sergio Zavoli, allora Presidente della Rai, e al Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulle trasmissioni televisive. I responsabili del programma furono dunque invitati a ospitare una voce critica, che però si limitò a soli cinque minuti, una sola volta, concessi a Paul Kurtz e Ray Hyman dello CSICOP. Un intervento, che oltretutto doveva essere tradotto, che in nessun modo poteva controbilanciare dodici ore di programma totalmente acritiche. Su YouTube è ancora possibile trovare qualche puntata, dove si vedono passeggiate sulle braci (definite «inspiegabili scientificamente») o improbabili filmati di sciamani africani che volano («Siamo sicuri che qui non può esserci trucco!» dicono i conduttori).

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Piero Angela nello storico programma "Indagine sulle Parapsicologia"
Il programma apre un varco e negli anni seguenti il paranormale invade gli schermi televisivi: Fantasmi di Oliviero Beha (Raitre), I misteri della notte di Giorgio Medail (Retequattro), Filò di Giorgio Celli (Raitre), Segreti e misteri (Telemontecarlo), Incredibile di Maria Rosaria Omaggio (Raidue), oltre all’Oroscopo trasmesso ogni sera, prima del TG2.

Fu allora che l’esigenza di rendere operativo quel Comitato immaginato anni prima si fece più pressante. Nel 1987, Mark Plummer, l’allora direttore dello CSICOP, venne in Italia per incontrare Piero Angela e gli italiani che condividevano l’interesse per la nascita di un comitato di “scettici”. L’incontro si tenne a Milano, a casa di Sergio Della Sala, oggi neuroscienziato all’Università di Edimburgo e presidente del CICAP. Qualche mese dopo, il giovane Lorenzo Montali accettò la proposta di Piero Angela di recarsi negli Stati Uniti, a Buffalo, presso la sede dello CSICOP, per capire da vicino come funzionava un Comitato del genere, in modo da riportare poi in Italia l’esperienza acquisita.

L’anno successivo toccò allo scrivente. Rimasi folgorato dalla lettura di Viaggio nel mondo del paranormale, sia per i tanti retroscena sul mondo del paranormale che finalmente scoprivo, ma soprattutto perché mi aveva fatto apprezzare l’approccio scientifico e razionale alla vita. Scrissi una lettera a Piero Angela e un’altra a James Randi.

Con mia grande sorpresa, mi risposero entrambi. Nel giro di poco tempo ci incontrammo, in occasione di un viaggio in Italia di Randi, e mi fu proposto di ripetere l’esperienza di Montali negli Stati Uniti. Avrei lavorato come apprendista insieme a Randi, imparando da lui tutto il possibile sull’indagine dei fenomeni misteriosi. Fu un’esperienza che mise le basi per il mio futuro e che mi cambiò la vita. E tutto grazie a un libro. Questo libro.

Così, nel 1989 nacque ufficialmente il CICAP, Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale, il cui acronimo fu immaginato da Angela per la sua assonanza con la parola inglese check-up, ovvero “controllo”. Da associazione con grande sostegno da parte della comunità accademica, ma con pochi aderenti e volontari, nei decenni successivi il CICAP sarebbe cresciuto, diventando una delle più grandi associazioni di indagine critica al mondo, punto di riferimento in Italia per chiunque desideri stimolare curiosità e spirito critico, contrastando allo stesso tempo irrazionalità e pseudoscienza.

La stessa “P” finale della sigla, dopo alcuni anni fu cambiata da “paranormale” in “pseudoscienze”, proprio perché se il mondo dell’occulto era stato in qualche modo superato, anche grazie all’incessante lavoro di verifica e indagine del CICAP, le pseudoscienze dilagavano in tutti i campi.

Oggi, bufale, fake-news e antiscienza sono diventati un problema che riguarda tutti, e il lavoro del CICAP è più che mai necessario. E questo libro, a quarant’anni dalla sua prima uscita, torna di assoluta attualità.

In particolare tutta la parte dedicata alla ricerca di nuove dimensioni, al rapporto corpo e mente, alle medicine alternative e alle esperienze di paranormale quotidiano è tuttora attualissima. Ma al di là di tutti gli interventi e le battaglie di questi anni (come le piene vittorie ottenute nei processi per diffamazione intentati a Piero Angela per un programma tv critico sull’omeopatia, realizzato insieme a Giangi Poli, con l’affermazione in tribunale di un principio importante, e cioè che in un programma scientifico non esiste la par condicio: la pseudoscienza non ha lo stesso diritto di parola della scienza, se non ha dimostrato ciò che afferma) quello che ancora è più attuale in questo libro è l’approccio di Piero Angela a tutto ciò che sembra andare contro le conoscenze acquisite.

Capire perché siamo portati a credere così facilmente all’incredibile e perché non cambiamo idea nemmeno di fronte a evidenze contrarie è qualcosa che può aiutarci a comprendere come mai ancora oggi abbiano così tanta presa sul pubblico terapie di non provata efficacia, teorie della cospirazione, leggende urbane e falsificazioni storiche. Forse capirlo non libererà il mondo dall’irrazionale, ma se non altro ci ricorderà che i fatti, una volta accertati, hanno un valore di gran lunga più importante di qualunque credenza, per quanto confortante essa ci sembri.
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