La formazione dei partecipanti al corso per indagatori di misteri di Roma non poteva dirsi completa senza una lezione su leggende metropolitane e teorie del complotto. Per l’occasione i docenti sono stati tre dei più grandi esperti italiani sull’argomento: Lorenzo Montali, Paolo Attivissimo e Simone Angioni .
Apre il fine settimana Lorenzo Montali, con una lezione estremamente istruttiva sulle leggende metropolitane. Cerchiamo di rispondere a due domande: Come facciamo a capire che una storia è falsa? Perché storie false circolano così tanto? Lorenzo ci fornisce anche una serie di indicazioni abbastanza semplici per capire se una storia che circola è una leggenda metropolitana. Molto più difficile, una volta riconosciute le leggende metropolitane, è contrastarne la diffusione: bisogna esercitare il senso critico, ma un conto è farlo con le credenze altrui, in cui non ci identifichiamo, tutt’altro discorso riuscirci con le nostre, che risuonano con i nostri pregiudizi e le nostre convinzioni profonde e da cui è quindi difficile prendere le distanze.
È poi il turno di Paolo Attivissimo, che analizza la diffusione di notizie false e leggende nel mondo dell’informazione. In questo caso le cause sono molteplici: non riguardano solo la negligenza dei giornalisti che non controllano le fonti o l'avidità degli sciacalli che lucrano sulla diffusione di fake news, ma è l’intero sistema dell’informazione a essere stato rivoluzionato, con un travaso quasi completo di entrate pubblicitarie dalle testate tradizionali ai nuovi media: oggi la coppia Google e Facebook ha una raccolta pubblicitaria superiore a quella di tutti i giornali, riviste e radio del mondo messi insieme. Non c'è una soluzione facile, ma una serie di accorgimenti che possiamo esercitare sia per riconoscere le fake news sia per ridurne il mercato, esercitando pressione come consumatori sui media che diffondono notizie false.
Sabato sera è il momento dell’esercitazione. Sempre guidati da Lorenzo e Paolo, ascoltiamo la conferenza di un relatore, quest’ultimo, che ci illustra una teoria del complotto relativa al film Titanic di James Cameron, e ci dividiamo in due gruppi. Un gruppo dovrà difendere la teoria del complotto e l’altro dovrà cercare di confutarla. Ci accorgiamo presto che il compito degli scettici è molto più arduo: la teoria è convincente e tutto sommato sarebbe bello se fosse vera, i nostri tentativi di individuare falsità e contraddizioni nella teoria del complotto falliscono e cadiamo in preda alla frustrazione. L’unico scettico che riesce a aprire un varco nel fronte complottista è quello che prova a instaurare un dialogo dicendo: «La vostra ipotesi mi piace, ma siamo nel campo delle opinioni e non in quello dei fatti».
Domenica mattina Simone Angioni ci racconta come contrastare le teorie del complotto, attraverso l’esempio delle scie chimiche. È una forma di cospirazionismo che ha un’origine storica e geografica ben precisa, gli Stati Uniti alla fine degli anni Novanta, e che non produce più nuove tesi da oltre dieci anni: ma nonostante questo continua a essere diffusa (anche tra i nostri parlamentari) e a resistere ai tentativi di demolirla. C’è stato anche chi ha subito minacce e tentativi di aggressioni per avere criticato le tesi dei complottisti. La lezione sulle scie chimiche si chiude con un intervento di Paolo, che ci racconta il suo faccia a faccia con un sostenitore della teoria e come questo incontro gli abbia insegnato molto su come parlare con queste persone.
Il weekend si conclude con un dibattito tra docenti e corsisti, dove ricapitoliamo quanto discusso nei due giorni e approfondiamo i temi che hanno colpito di più gli uni e gli altri, focalizzandoci molto sulla comunicazione e sui metodi per capire come affrontare, in qualsiasi contesto, leggende metropolitane, complotti, bufale e fake news. Torneremo a casa con un nuovo bagaglio di strumenti utili non solo per indagare i misteri, ma anche per affrontare con più consapevolezza il bombardamento di informazioni che subiamo nella vita quotidiana.
Apre il fine settimana Lorenzo Montali, con una lezione estremamente istruttiva sulle leggende metropolitane. Cerchiamo di rispondere a due domande: Come facciamo a capire che una storia è falsa? Perché storie false circolano così tanto? Lorenzo ci fornisce anche una serie di indicazioni abbastanza semplici per capire se una storia che circola è una leggenda metropolitana. Molto più difficile, una volta riconosciute le leggende metropolitane, è contrastarne la diffusione: bisogna esercitare il senso critico, ma un conto è farlo con le credenze altrui, in cui non ci identifichiamo, tutt’altro discorso riuscirci con le nostre, che risuonano con i nostri pregiudizi e le nostre convinzioni profonde e da cui è quindi difficile prendere le distanze.
È poi il turno di Paolo Attivissimo, che analizza la diffusione di notizie false e leggende nel mondo dell’informazione. In questo caso le cause sono molteplici: non riguardano solo la negligenza dei giornalisti che non controllano le fonti o l'avidità degli sciacalli che lucrano sulla diffusione di fake news, ma è l’intero sistema dell’informazione a essere stato rivoluzionato, con un travaso quasi completo di entrate pubblicitarie dalle testate tradizionali ai nuovi media: oggi la coppia Google e Facebook ha una raccolta pubblicitaria superiore a quella di tutti i giornali, riviste e radio del mondo messi insieme. Non c'è una soluzione facile, ma una serie di accorgimenti che possiamo esercitare sia per riconoscere le fake news sia per ridurne il mercato, esercitando pressione come consumatori sui media che diffondono notizie false.
Sabato sera è il momento dell’esercitazione. Sempre guidati da Lorenzo e Paolo, ascoltiamo la conferenza di un relatore, quest’ultimo, che ci illustra una teoria del complotto relativa al film Titanic di James Cameron, e ci dividiamo in due gruppi. Un gruppo dovrà difendere la teoria del complotto e l’altro dovrà cercare di confutarla. Ci accorgiamo presto che il compito degli scettici è molto più arduo: la teoria è convincente e tutto sommato sarebbe bello se fosse vera, i nostri tentativi di individuare falsità e contraddizioni nella teoria del complotto falliscono e cadiamo in preda alla frustrazione. L’unico scettico che riesce a aprire un varco nel fronte complottista è quello che prova a instaurare un dialogo dicendo: «La vostra ipotesi mi piace, ma siamo nel campo delle opinioni e non in quello dei fatti».
Domenica mattina Simone Angioni ci racconta come contrastare le teorie del complotto, attraverso l’esempio delle scie chimiche. È una forma di cospirazionismo che ha un’origine storica e geografica ben precisa, gli Stati Uniti alla fine degli anni Novanta, e che non produce più nuove tesi da oltre dieci anni: ma nonostante questo continua a essere diffusa (anche tra i nostri parlamentari) e a resistere ai tentativi di demolirla. C’è stato anche chi ha subito minacce e tentativi di aggressioni per avere criticato le tesi dei complottisti. La lezione sulle scie chimiche si chiude con un intervento di Paolo, che ci racconta il suo faccia a faccia con un sostenitore della teoria e come questo incontro gli abbia insegnato molto su come parlare con queste persone.
Il weekend si conclude con un dibattito tra docenti e corsisti, dove ricapitoliamo quanto discusso nei due giorni e approfondiamo i temi che hanno colpito di più gli uni e gli altri, focalizzandoci molto sulla comunicazione e sui metodi per capire come affrontare, in qualsiasi contesto, leggende metropolitane, complotti, bufale e fake news. Torneremo a casa con un nuovo bagaglio di strumenti utili non solo per indagare i misteri, ma anche per affrontare con più consapevolezza il bombardamento di informazioni che subiamo nella vita quotidiana.