Medium e gerarchi

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  • 08-08-2017
  • di Paolo Cortesi
La Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n.45 del 21 febbraio 1941 pubblicava il Regio Decreto n.58 del 23 gennaio, con il quale era costituita la Società Italiana di Metapsichica. Ministro proponente era Giuseppe Bottai, a capo del dicastero per l’educazione nazionale.
Per tutti coloro che sedevano attorno a tavolini a tre gambe per parlare con i morti, leggevano il pensiero, materializzavano dal nulla fiori e volti fu un momento di gloria: per la prima volta in Italia, lo Stato riconosceva la realtà dell’oggetto dei loro studi. E la Società Italiana di Metapsichica (S.I.M.) nasceva con un patronage d’alto bordo: dei 60 soci ordinari che la componevano, 7 erano accademici d’Italia, 4 erano senatori, 26 professori ordinari d’università e 20 liberi docenti. Alcuni di questi erano tra i firmatari dello scellerato Manifesto degli scienziati razzisti del 1938: Nicola Pende, Lidio Cipriani, Filippo Bottazzi e Giulio Cogni.
La sede della S.I.M. era a Roma, in via dei Glicini 34.
Il Regio decreto del 1941 non fece che riconoscere ufficialmente la Società, fondata nel 1938 da Emilio Servadio, Giovanni Schepis, Luigi Sanguineti e Ferdinando Cazzamalli. Ma la affermazione burocratica della S.I.M. non era imprevista e sorprendente come gli ectoplasmi che studiava: già da una decina d’anni alcuni investigatori dell’occulto avevano preso contatti con le più alte cariche dell’Italia fascista.

Ferdinando Cazzamalli (1887-1958) era docente universitario di neuropsichiatria e fu deputato socialista dal 1919 al 1924. Con l’avvento della dittatura, Cazzamalli si dedicò esclusivamente a ciò che oggi è detto parapsicologia e che all’epoca si chiamava metapsichica (prima ancora si usava il termine spiritismo). Il professor Cazzamalli si interessò soprattutto di telepatia, che riteneva un fenomeno elettromagnetico del cervello. Suo collega nelle ricerche metapsichiche era Rocco Santoliquido (1854-1930), anch’egli docente universitario di medicina, divenuto poi direttore generale della Sanità pubblica, anch’egli con un passato di deputato, dal 1904 al 1919. Santoliquido era stato il fondatore, nel 1919, dell’Institut Metapsychique International di Parigi.
Fra il 1927 ed il 1928, Cazzamalli e Santoliquido ebbero diversi colloqui con Arnaldo Mussolini, il potentissimo fratello del Duce, il quale era molto interessato agli argomenti della metapsichica. Il primo risultato di questi contatti fu la pubblicazione di diversi articoli di Cazzamalli sul Popolo d’Italia, il quotidiano fondato da Benito Mussolini e diretto dal fratello. Scrivere sul Popolo d’Italia era più che scrivere su un giornale: significava la sottintesa approvazione ufficiosa del regime. Arnaldo Mussolini fu il tramite fra l’ambiente metapsichico e il Duce, al quale aveva ormai fatto accettare l’idea di creare una società di ricerche metapsichiche, di cui era già pronta la bozza dello statuto.
L’interesse del fratello minore del Duce per il mondo degli spiriti si può considerare in linea con la sua personale filosofia. Mentre Benito era stato fin dalla giovinezza un ateo intransigente, Arnaldo sosteneva una dimensione spirituale della vita, non negava il valore della religione (si dichiarava cattolico), era insomma un credente aperto alle tematiche forti della metapsichica, prima fra tutte l’attività e l’eternità dell’anima. Questa sua posizione si fece più decisa dopo la morte del figlio Sandro, avvenuta nel 1930, a soli vent’anni d’età. Arnaldo morì d’infarto nel 1931 e il progetto per la fondazione della Società di ricerche metapsichiche si interruppe, per ripartire solo un decennio più tardi. Ma, anche prima del riconoscimento per regio decreto, la metapsichica durante il fascismo fu molto attiva. Si può dire che visse in quel tempo il suo periodo di massima diffusione, che si sarebbe ripresentata con la stessa popolarità solo negli anni Settanta del secolo scorso.

La fortuna dello spiritismo italiano del Novecento si identificò con la fortuna di un prodotto per digerire: l’Effervescente Brioschi. Achille Brioschi (1860-1942) fu un abile imprenditore che, giovanissimo, fece del citrato di magnesio il più noto digestivo. Il successo fu enorme, e Brioschi divenne milionario. Nel 1899, egli perse la moglie e questo lutto fu la causa che lo avvicinò a medium e comunicazioni spiritiche. Brioschi conobbe così Angelo Marzorati (1862-1931), uno scrittore che si interessava da tempo di spiritismo, e che propose all’industriale di finanziare una rivista per accogliere i contributi dei vari studiosi; nacque così, nel dicembre 1900, la rivista Luce e ombra, il cui scopo era esporre e riunire i risultati delle ricerche compiute in Italia ma anche all’estero sui temi dello spiritismo. Dal 1900 al 1931, cioè fino alla sua morte, Marzorati fu il direttore della rivista. Seguì Antonio Bruers (1887-1954), giornalista e filosofo, che fu vicecancelliere della Accademia d’Italia dal 1929 al 1943, archivista del Vittoriale di D’Annunzio e amico di Mussolini, dunque perfettamente integrato nell’establishment intellettuale del regime. Bruers è quasi il simbolo della metapsichica italiana durante il fascismo: i suoi esponenti sono del tutto organici al sistema culturale disegnato e gestito dal regime, così che una ricerca innovativa e quasi di rottura come la ricerca psichica (oggi, ripeto, parliamo di parapsicologia) viene ricondotta nell’alveo politico governativo. Bruers, ad esempio, era collaboratore della rivista Gerarchia, creazione di Benito Mussolini, sulle cui pagine esaltò lo spiritismo come “baluardo contro il materialismo”.
Nel settembre 1939, Luce e ombra, che era stata ribattezzata Ricerca Psichica, a causa delle condizioni della guerra appena scoppiata che limitavano l’importazione di cellulosa fu chiusa d’autorità, forse anche perché dal 1934 non era più diretta da Bruers e quindi non poteva contare sulla sua protezione. Ma neppure la guerra spense l’interesse per la metapsichica, di cui si continuò a scrivere su riviste popolari, come La Domenica del Corriere e La Tribuna illustrata, e questo significava che la censura tollerava questi argomenti. Del resto, lo stesso filosofo ufficiale del regime, Giovanni Gentile, aveva ampiamente parlato di spiritismo in un suo libro di storia della filosofia. Il potente gerarca Roberto Farinacci (1892-1945), ex massone, in qualità di avvocato tutelò un medium che era stato accusato di truffa; in quella occasione il ras di Cremona non solo difese il suo cliente, ma tutto lo spiritismo. L’Enciclopedia Italiana Treccani del 1936 dedicò 4 colonne alla voce Spiritismo, e ben 13, con diverse illustrazioni, alla voce Ricerca psichica, entrambe firmate da Emilio Servadio, che solo due anni dopo, nel 1938, dovrà emigrare in India per sottrarsi alle persecuzioni contro gli ebrei.
Tra lo spiritualismo dell’epoca e il fascismo vi erano senza dubbio delle affinità, come l’irrazionalismo, il vitalismo (eroico e aggressivo nel fascismo, cosmico e finalistico nello spiritismo), la differenza tra gli uomini (per potenza e volontà di dominio nel fascismo, per evoluzione morale reincarnazionista nello spiritismo). La ricerca metapsichica italiana seguì soprattutto la via scientifica, o meglio volle applicare i metodi della sperimentazione alle pretese manifestazioni dello spirito e dell’aldilà. I risultati furono del tutto inconsistenti, ma questa dichiarazione di metodo mise la metapsichica italiana al riparo della condanna della Chiesa cattolica, che – dal Concordato del 1929 – era la più potente ed esigente alleata politica e sostenitrice ideologica del fascismo. E poi l’abbondanza di docenti universitari, alti funzionari del Regno e intellettuali integrati dovette essere molto rassicurante. Quasi tutti i più notevoli esponenti della ricerca psichica aderirono senza riserve al fascismo. Alcuni dichiararono la loro fede fascista solo nella cerchia degli amici, come Ernesto Bozzano (1862-1943), padre della classificazione parapsicologica in Italia. Altri furono fascisti convinti e tenaci, come l’astronomo Francesco Porro (1861-1937) che aderì al fascismo fin dal 1919, partecipò alla marcia su Roma e fondò l’Istituto ligure fascista di cultura nel 1926. Esperienze umane e culturali diverse si incrociarono nella vicenda della metapsichica fascista; una sola è la costante che vi rintracciamo oggi: il sonno della ragione genera mostri.

Riferimenti bibliografici


  • Massimo Biondi, Immagini della storia, in M. Biondi-S. Ravaldini, La realtà dell’anima. Scelta di brani dalla rivista Luce e Ombra 1926-1950, Roma, GSE edizioni, 1999.
  • Massimo Biondi, Patrizio E. Tressoldi, Parapsicologia, Bologna,
Il Mulino, 2007, pp. 71-77.
  • Massimo Biondi, Rapporti e contatti fra fascismo e spiritismo, in https://tinyurl.com/ya7mnvke (consultato nel marzo 2017).
  • Gastone De Boni, Prefazione a Ernesto Bozzano, Popoli primitivi e manifestazioni supernormali, Verona, casa editrice L’Albero, 1941.
  • Gastone De Boni, Prefazione a Ernesto Bozzano, Dei fenomeni di telestesia, Verona, casa editrice L’Albero, 1942.
  • Alfredo Ferraro, Le sedute di Millesimo, Gardolo di Trento, Reverdito editore, 1989.
  • Emilio Servadio, La ricerca psichica, Roma, P. Cremonese editore, 1930.
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