Il mistero di Canneto di Caronia, località in provincia di Messina dove da dieci anni si verificano incendi di origine “inspiegabile”, è forse giunto a un definitivo punto di svolta. Come riporta il 20 ottobre il Corriere del Mezzogiorno, la procura di Patti ha inviato una informazione di garanzia ad un residente del luogo con l’accusa di incendio e danneggiamento, in relazione agli ultimi roghi registrati fra il 20 luglio e l’8 ottobre.
Il CICAP segue la vicenda dal gennaio del 2004, data dei primi episodi, con sopralluoghi ed indagini condotte prima da Massimo Polidoro e poi, in più occasioni, da Marco Morocutti. Dopo l’esame di alcuni reperti prelevati al verificarsi dei primi allarmi, tuttora conservati e disponibili, e grazie a successive osservazioni in loco, il CICAP ha più volte preso posizione sui fatti. Tutti gli oggetti esaminati, nessuno escluso, mostrano solo bruciature dovute esclusivamente ad una fonte di calore applicata dall’esterno, come nel caso di una fiamma, mentre in nessun esemplare si sono osservati danni dovuti a riscaldamenti dall’interno, come sarebbe invece avvenuto se le cause degli incendi fossero state di natura elettrica o elettromagnetica.
Risulta peraltro che già nel giugno del 2008 la procura di Mistretta si fosse espressa in tal senso, indicando la mano umana all’origine dei fatti, propendendo perciò per l’ipotesi del dolo.
«Continuano a sorprendere» afferma Morocutti «le dichiarazioni rilasciate in tutti questi anni da parte di ufologi, esoteristi, conduttori televisivi e altri professionisti del mistero, ma purtroppo anche da geologi e altri studiosi. Nella pratica si è voluto costruire un mito a tutti i costi, suggerendo l’esistenza di un mistero insondabile e chiamando in causa forze occulte, potenze ultraterrene, esperimenti militari, e persino presenze aliene. Ma nonostante le evidenze che abbiamo mostrato in più occasioni, fra cui l’ultima mia dichiarazione del 10 ottobre a "TG2 Insieme", nessuno fra i citati “esperti” ha mai riconosciuto ciò che appare in tutta evidenza ad un qualsiasi tecnico competente e informato sui fatti, ossia l’origine umana degli incendi».
Ma esiste anche un diverso aspetto della vicenda. «La protezione civile» osserva Morocutti «ha assunto un comportamento piuttosto singolare, che merita approfondimento. Mentre i volontari locali si adoperavano nel fornire supporto ai danneggiati, il coordinamento regionale - secondo quanto riportato dal periodico La Protezione Civile Italiana, - ha svolto nel periodo successivo al 2004 “varie campagne multidisciplinari di rilevamento sia in mare che sulla terraferma” (ne sono elencate ben undici), con un imponente coinvolgimento di mezzi ma senza ottenere alcuna indicazione utile a far cessare il disagio delle famiglie colpite, e addirittura senza rendere pubblici gli esiti delle indagini».
Giunti a questo punto, Il CICAP auspica che l’indagine in atto possa far luce sui numerosi aspetti di una vicenda che dura da più di dieci anni, a cui è giunto il momento di mettere la parola fine.
Il CICAP segue la vicenda dal gennaio del 2004, data dei primi episodi, con sopralluoghi ed indagini condotte prima da Massimo Polidoro e poi, in più occasioni, da Marco Morocutti. Dopo l’esame di alcuni reperti prelevati al verificarsi dei primi allarmi, tuttora conservati e disponibili, e grazie a successive osservazioni in loco, il CICAP ha più volte preso posizione sui fatti. Tutti gli oggetti esaminati, nessuno escluso, mostrano solo bruciature dovute esclusivamente ad una fonte di calore applicata dall’esterno, come nel caso di una fiamma, mentre in nessun esemplare si sono osservati danni dovuti a riscaldamenti dall’interno, come sarebbe invece avvenuto se le cause degli incendi fossero state di natura elettrica o elettromagnetica.
Risulta peraltro che già nel giugno del 2008 la procura di Mistretta si fosse espressa in tal senso, indicando la mano umana all’origine dei fatti, propendendo perciò per l’ipotesi del dolo.
«Continuano a sorprendere» afferma Morocutti «le dichiarazioni rilasciate in tutti questi anni da parte di ufologi, esoteristi, conduttori televisivi e altri professionisti del mistero, ma purtroppo anche da geologi e altri studiosi. Nella pratica si è voluto costruire un mito a tutti i costi, suggerendo l’esistenza di un mistero insondabile e chiamando in causa forze occulte, potenze ultraterrene, esperimenti militari, e persino presenze aliene. Ma nonostante le evidenze che abbiamo mostrato in più occasioni, fra cui l’ultima mia dichiarazione del 10 ottobre a "TG2 Insieme", nessuno fra i citati “esperti” ha mai riconosciuto ciò che appare in tutta evidenza ad un qualsiasi tecnico competente e informato sui fatti, ossia l’origine umana degli incendi».
Ma esiste anche un diverso aspetto della vicenda. «La protezione civile» osserva Morocutti «ha assunto un comportamento piuttosto singolare, che merita approfondimento. Mentre i volontari locali si adoperavano nel fornire supporto ai danneggiati, il coordinamento regionale - secondo quanto riportato dal periodico La Protezione Civile Italiana, - ha svolto nel periodo successivo al 2004 “varie campagne multidisciplinari di rilevamento sia in mare che sulla terraferma” (ne sono elencate ben undici), con un imponente coinvolgimento di mezzi ma senza ottenere alcuna indicazione utile a far cessare il disagio delle famiglie colpite, e addirittura senza rendere pubblici gli esiti delle indagini».
Giunti a questo punto, Il CICAP auspica che l’indagine in atto possa far luce sui numerosi aspetti di una vicenda che dura da più di dieci anni, a cui è giunto il momento di mettere la parola fine.