Nella storia dello spiritismo, Eusapia Palladino, è stata la medium che è riuscita a convincere dell’autenticità dei suoi poteri medianici il maggior numero di scienziati e filosofi, pur essendo stata scoperta a imbrogliare innumerevoli volte.
Nacque nel 1854 a Minervino Murge, in provincia di Bari, da una famiglia contadina. La svolta nella sua vita avvenne quando era ancora molto giovane e faceva la cameriera presso una famiglia appassionata di spiritismo, che un giorno la invitò a prendere parte a una seduta. Durante questa seduta accaddero vari fenomeni che non si erano mai verificati prima e perciò furono attribuiti alla presenza di Eusapia all’interno della catena medianica. Iniziò così la carriera della donna che, grazie al suo forte carattere e pur avendo modi di fare piuttosto rozzi (o forse anche grazie a essi) riuscì a diventare una famosa medium, organizzando sedute spiritiche non solo in Italia, ma anche in Francia, Germania, Polonia, Russia e negli Stati Uniti.
Durante le sue prime sedute era possibile assistere ai classici fenomeni medianici come movimenti e levitazione del tavolo, ma anche alla curiosa smaterializzazione di alcuni degli oggetti di valore dei partecipanti, al posto dei quali comparivano degli “apporti” molto meno preziosi e talvolta persino un po’ disgustosi: in un caso, alla fine della seduta, fu trovato al centro del tavolo un topo morto.
Dopo alcuni mesi Eusapia fu scoperta a imbrogliare e la sua fama conobbe un primo periodo di declino.
Durante questo periodo incontrò un gentiluomo napoletano appassionato di occultismo, Ercole Chiaia, che si interessò ai suoi poteri e organizzò un incontro tra lei e Cesare Lombroso, lo scienziato che sosteneva fosse possibile riconoscere i criminali dalle caratteristiche fisiche.
In un primo momento Lombroso accettò di fare una seduta spiritica con la Palladino solo se fosse stata accolta la sua richiesta di tenere la luce accesa, ma la medium fu irremovibile e non si fece più nulla. Tre anni dopo la sfida fu rinnovata e questa volta Lombroso si sottomise alle condizioni della medium, buio compreso, rimanendo impressionato dalle facoltà da lei dimostrate durante la seduta spiritica. Dall’appoggio di Lombroso, che inizialmente si era dichiarato scettico, derivarono le attenzioni di numerosi altri illustri personaggi. Molti di questi, pur essendo scienziati, dichiararono autentici i poteri della medium. Solo un giornalista del “Corriere della Sera” scrisse articoli contro la Palladino, rivelando il metodo da lei usato per liberarsi una mano e un piede al buio. Durante le sedute, infatti, veniva creata la cosiddetta catena medianica, in cui Eusapia si faceva tenere il braccio sinistro dalla persona che era seduta alla sua sinistra, mentre con la mano destra era lei a tenere il braccio di chi le era seduto a destra. Al buio faceva in modo di staccare la mano destra con una scusa come un colpo di tosse o uno sbadiglio e la sostituiva con la sinistra. In questo modo la destra era libera di suonare campanelli e muovere oggetti, mentre gli sperimentatori erano convinti di averla sotto controllo. Ovviamente in modo analogo riusciva a liberare un piede. Se i controlli erano troppo stretti ed Eusapia non riusciva a liberarsi iniziava a lamentarsi e, se le condizioni in cui si svolgeva la seduta non erano quelle da lei decise, a cominciare dal livello di illuminazione fino a come dovevano esserle controllati mani e piedi, diventava una furia. Nonostante il suo metodo fosse stato smascherato, la Palladino continuò a godere di ottima fama e fu invitata anche a Varsavia da uno studioso polacco per essere da lui esaminata. Questo ricercatore, Julian Ochorowicz, scoprì più volte la medium mentre usava mani e piedi per realizzare i fenomeni durante le sedute, ma non ne dedusse affatto che ella fosse una ciarlatana, bensì che si trattasse di azioni inconsce e non controllabili, dato che in altri casi non aveva sorpreso la medium a barare. In sostanza se la Palladino veniva sorpresa a imbrogliare non veniva accusata di frode perché non era cosciente di farlo, se non veniva sorpresa a imbrogliare si trattava di autentici fenomeni. Un ragionamento senza dubbio un po’ bizzarro, ma purtroppo diffuso.
Le facoltà psichiche di Eusapia furono esaminate anche da un gruppo di ricercatori della SPR, la Società per la Ricerca Psichica, che concluse che la medium fosse solo un’imbrogliona. Gli spiritisti, però, non accettarono tale risultato, ribattendo che Eusapia imbrogliava «se gliene si dava l’opportunità, soprattutto quando i suoi poteri erano deboli». Richiedeva meno energia, infatti, ricorrere a dei trucchi, e lei lo faceva solo per non deludere le aspettative dei presenti.
Più di dieci anni dopo, una nuova commissione della SPR riesaminò la medium, in quanto, nel frattempo, vari illustri personaggi, tra cui persino Pierre e Marie Curie, erano rimasti abbagliati dalle capacità medianiche della donna. Nel resoconto che fu redatto in seguito, noto come il Rapporto Feilding, si giungeva alla conclusione che «era in gioco una qualche forza che andava al di là di qualunque controllo normale e al di là dell’abilità del più capace prestigiatore», nonostante più volte la medium fosse stata sorpresa a imbrogliare. In quei casi però, si disse che doveva trattarsi di azioni «innocenti» e «semiautomatiche» in quanto sembrava «difficile supporre che il suo intento fosse fraudolento, dato che doveva sapere che in quelle condizioni di luce un trucco sarebbe stato scoperto».
La conclusione del rapporto, così inaspettata, lasciò perplessi i critici, che supposero che in quell’occasione la medium si fosse avvalsa dell’aiuto di un complice, ipotizzando addirittura si trattasse di uno degli sperimentatori, Hereward Carrington, uomo che in più occasioni aveva riconosciuto come autentiche delle manifestazioni psichiche fatte da prestigiatori, solo per un ritorno personale. A prova di ciò ci sarebbe, però, solo il fatto che qualche tempo dopo Carrington stipulò un contratto con la medium, portandola in tournée negli Stati Uniti e diventando il suo agente. In realtà, dall’accurata descrizione delle sedute, si vede che le condizioni di controllo non erano poi così rigorose. Il tavolino che la medium muoveva era estremamente leggero e di dimensioni tali da poter essere facilmente sollevato con le gambe, lei indossava ampie gonne nere che nascondevano eventuali movimenti e l’unico controllo che effettuavano gli sperimentatori consisteva nel sentire le mani e i piedi della medium poggiati sui loro e non il contrario, come sarebbe stato più sensato, in quanto Eusapia non lo tollerava.
L’arma segreta della Palladino era di essere estremamente snodabile, in particolar modo per quanto riguardava l’anca sinistra, nonostante le apparenze non lo lasciassero intravedere, essendo una donna robusta, ormai di oltre cinquant’anni.
La carriera di Eusapia Palladino fu stroncata grazie a una seduta a cui partecipò una commissione della Columbia University, comprendente anche alcuni prestigiatori. Durante questa seduta si dimostrò che se le mani e i piedi della medium erano tenuti veramente sotto controllo, non succedeva niente, mentre se il controllo era allentato e le era data libertà di movimento, iniziavano i fenomeni. Carrington, dopo il rapporto della commissione, che smascherava completamente la medium, continuò a sostenere l’autenticità dei poteri della medium e dichiarò al “New York Times” che Eusapia stessa aveva ammesso che avrebbe imbrogliato se gliene si dava l’opportunità.
Eusapia, infatti, affermava di non ricordare ciò che accadeva mentre era in trance, e quando veniva scoperta a imbrogliare era solita dire: «faccio tutta questa fatica per mostrarvi i fenomeni e voi non mi tenete nemmeno le mani in modo che non li possa fare normalmente; male, male».
Eusapia Palladino morì, nel 1918, dopo aver attirato su di sé l’attenzione del mondo scientifico per quarant’anni ed essere stata la medium più studiata fino ad allora. Ma anche quella scoperta più volte a imbrogliare.
Nacque nel 1854 a Minervino Murge, in provincia di Bari, da una famiglia contadina. La svolta nella sua vita avvenne quando era ancora molto giovane e faceva la cameriera presso una famiglia appassionata di spiritismo, che un giorno la invitò a prendere parte a una seduta. Durante questa seduta accaddero vari fenomeni che non si erano mai verificati prima e perciò furono attribuiti alla presenza di Eusapia all’interno della catena medianica. Iniziò così la carriera della donna che, grazie al suo forte carattere e pur avendo modi di fare piuttosto rozzi (o forse anche grazie a essi) riuscì a diventare una famosa medium, organizzando sedute spiritiche non solo in Italia, ma anche in Francia, Germania, Polonia, Russia e negli Stati Uniti.
Durante le sue prime sedute era possibile assistere ai classici fenomeni medianici come movimenti e levitazione del tavolo, ma anche alla curiosa smaterializzazione di alcuni degli oggetti di valore dei partecipanti, al posto dei quali comparivano degli “apporti” molto meno preziosi e talvolta persino un po’ disgustosi: in un caso, alla fine della seduta, fu trovato al centro del tavolo un topo morto.
Dopo alcuni mesi Eusapia fu scoperta a imbrogliare e la sua fama conobbe un primo periodo di declino.
Durante questo periodo incontrò un gentiluomo napoletano appassionato di occultismo, Ercole Chiaia, che si interessò ai suoi poteri e organizzò un incontro tra lei e Cesare Lombroso, lo scienziato che sosteneva fosse possibile riconoscere i criminali dalle caratteristiche fisiche.
In un primo momento Lombroso accettò di fare una seduta spiritica con la Palladino solo se fosse stata accolta la sua richiesta di tenere la luce accesa, ma la medium fu irremovibile e non si fece più nulla. Tre anni dopo la sfida fu rinnovata e questa volta Lombroso si sottomise alle condizioni della medium, buio compreso, rimanendo impressionato dalle facoltà da lei dimostrate durante la seduta spiritica. Dall’appoggio di Lombroso, che inizialmente si era dichiarato scettico, derivarono le attenzioni di numerosi altri illustri personaggi. Molti di questi, pur essendo scienziati, dichiararono autentici i poteri della medium. Solo un giornalista del “Corriere della Sera” scrisse articoli contro la Palladino, rivelando il metodo da lei usato per liberarsi una mano e un piede al buio. Durante le sedute, infatti, veniva creata la cosiddetta catena medianica, in cui Eusapia si faceva tenere il braccio sinistro dalla persona che era seduta alla sua sinistra, mentre con la mano destra era lei a tenere il braccio di chi le era seduto a destra. Al buio faceva in modo di staccare la mano destra con una scusa come un colpo di tosse o uno sbadiglio e la sostituiva con la sinistra. In questo modo la destra era libera di suonare campanelli e muovere oggetti, mentre gli sperimentatori erano convinti di averla sotto controllo. Ovviamente in modo analogo riusciva a liberare un piede. Se i controlli erano troppo stretti ed Eusapia non riusciva a liberarsi iniziava a lamentarsi e, se le condizioni in cui si svolgeva la seduta non erano quelle da lei decise, a cominciare dal livello di illuminazione fino a come dovevano esserle controllati mani e piedi, diventava una furia. Nonostante il suo metodo fosse stato smascherato, la Palladino continuò a godere di ottima fama e fu invitata anche a Varsavia da uno studioso polacco per essere da lui esaminata. Questo ricercatore, Julian Ochorowicz, scoprì più volte la medium mentre usava mani e piedi per realizzare i fenomeni durante le sedute, ma non ne dedusse affatto che ella fosse una ciarlatana, bensì che si trattasse di azioni inconsce e non controllabili, dato che in altri casi non aveva sorpreso la medium a barare. In sostanza se la Palladino veniva sorpresa a imbrogliare non veniva accusata di frode perché non era cosciente di farlo, se non veniva sorpresa a imbrogliare si trattava di autentici fenomeni. Un ragionamento senza dubbio un po’ bizzarro, ma purtroppo diffuso.
Le facoltà psichiche di Eusapia furono esaminate anche da un gruppo di ricercatori della SPR, la Società per la Ricerca Psichica, che concluse che la medium fosse solo un’imbrogliona. Gli spiritisti, però, non accettarono tale risultato, ribattendo che Eusapia imbrogliava «se gliene si dava l’opportunità, soprattutto quando i suoi poteri erano deboli». Richiedeva meno energia, infatti, ricorrere a dei trucchi, e lei lo faceva solo per non deludere le aspettative dei presenti.
Più di dieci anni dopo, una nuova commissione della SPR riesaminò la medium, in quanto, nel frattempo, vari illustri personaggi, tra cui persino Pierre e Marie Curie, erano rimasti abbagliati dalle capacità medianiche della donna. Nel resoconto che fu redatto in seguito, noto come il Rapporto Feilding, si giungeva alla conclusione che «era in gioco una qualche forza che andava al di là di qualunque controllo normale e al di là dell’abilità del più capace prestigiatore», nonostante più volte la medium fosse stata sorpresa a imbrogliare. In quei casi però, si disse che doveva trattarsi di azioni «innocenti» e «semiautomatiche» in quanto sembrava «difficile supporre che il suo intento fosse fraudolento, dato che doveva sapere che in quelle condizioni di luce un trucco sarebbe stato scoperto».
La conclusione del rapporto, così inaspettata, lasciò perplessi i critici, che supposero che in quell’occasione la medium si fosse avvalsa dell’aiuto di un complice, ipotizzando addirittura si trattasse di uno degli sperimentatori, Hereward Carrington, uomo che in più occasioni aveva riconosciuto come autentiche delle manifestazioni psichiche fatte da prestigiatori, solo per un ritorno personale. A prova di ciò ci sarebbe, però, solo il fatto che qualche tempo dopo Carrington stipulò un contratto con la medium, portandola in tournée negli Stati Uniti e diventando il suo agente. In realtà, dall’accurata descrizione delle sedute, si vede che le condizioni di controllo non erano poi così rigorose. Il tavolino che la medium muoveva era estremamente leggero e di dimensioni tali da poter essere facilmente sollevato con le gambe, lei indossava ampie gonne nere che nascondevano eventuali movimenti e l’unico controllo che effettuavano gli sperimentatori consisteva nel sentire le mani e i piedi della medium poggiati sui loro e non il contrario, come sarebbe stato più sensato, in quanto Eusapia non lo tollerava.
L’arma segreta della Palladino era di essere estremamente snodabile, in particolar modo per quanto riguardava l’anca sinistra, nonostante le apparenze non lo lasciassero intravedere, essendo una donna robusta, ormai di oltre cinquant’anni.
La carriera di Eusapia Palladino fu stroncata grazie a una seduta a cui partecipò una commissione della Columbia University, comprendente anche alcuni prestigiatori. Durante questa seduta si dimostrò che se le mani e i piedi della medium erano tenuti veramente sotto controllo, non succedeva niente, mentre se il controllo era allentato e le era data libertà di movimento, iniziavano i fenomeni. Carrington, dopo il rapporto della commissione, che smascherava completamente la medium, continuò a sostenere l’autenticità dei poteri della medium e dichiarò al “New York Times” che Eusapia stessa aveva ammesso che avrebbe imbrogliato se gliene si dava l’opportunità.
Eusapia, infatti, affermava di non ricordare ciò che accadeva mentre era in trance, e quando veniva scoperta a imbrogliare era solita dire: «faccio tutta questa fatica per mostrarvi i fenomeni e voi non mi tenete nemmeno le mani in modo che non li possa fare normalmente; male, male».
Eusapia Palladino morì, nel 1918, dopo aver attirato su di sé l’attenzione del mondo scientifico per quarant’anni ed essere stata la medium più studiata fino ad allora. Ma anche quella scoperta più volte a imbrogliare.