Lo scorso novembre, durante il Congresso di Macerata, si è tenuta un’interessante "Serata Paranormale" nel corso della quale ha avuto luogo questo confronto sul paranormale in tv tra Piero Angela e Lorenza Foschini, conduttrice ed autrice del programma Misteri.
Lorenza Foschini: - Devo confessare che questa storia di Misteri da una parte mi attira, dall’altra mi respinge, cioè ho un rapporto molto scisso col mistero, perché forse ho una personalità anche molto scissa. Misteri è iniziato con Minoli, poi è passato attraverso Arnaldo Bagnasco ed infine è tornato a Minoli. Vi racconto questo per dirvi che ci sono stati dei cambiamenti. Quando Minoli mi affidò Misteri era direttore di Raidue ed io facevo la conduttrice; lui mi disse: «Mi piaci perché sei laica e rispetti la gente che non la pensa come te: fai Misteri».
Mi ritrovai invece nelle mani di un’adorabile persona, intelligente e geniale che è Bagnasco, che è però uomo di teatro, che amava la finzione, amava il racconto e con lui ebbi delle discussioni, perché lui voleva raccontare queste fiction francesi, come la storia del rabdomante, che erano delle storie finte. Allora nelle finzioni, in cui persone come voi già vedono il trucco, fare la finzione della finzione è una metafora di una metafora, una cosa complicatissima, infatti l’ascolto era anche molto basso ed io ebbi delle discussioni enormi con Bagnasco.
Quando sono ritornata con Minoli, con "Format", sono anche diventata autrice del programma insieme ad altri, e siamo riusciti a fare quello che volevamo fare da principio: cioè via la fiction, via la finzione, facciamo un’inchiesta giornalistica e cerchiamo di capire che cosa c’è in realtà, quello che ci piace ci entusiasma, quello che c’è da smascherare smascheriamolo. In effetti l’ascolto è raddoppiato rispetto al primo anno, ora però c’è un ulteriore passaggio: io mi sono un po’ stufata dei maghi, delle voci dall’aldilà, della reincarnazione... Con questo vorrei considerare esaurito il mio viaggio nel paranormale. Sono invece molto affascinata dalla situazione che è emersa da tutto quello che ho visto. A cinque anni dal 2000, Misteri si trova ad essere l’unico programma di fine millennio che per il momento c’è nel palinsesto televisivo. Mancano quattro anni: stanno accadendo delle cose che mi incuriosiscono moltissimo e penso possano incuriosire i telespettatori.
Non ho bisogno di cadere nel gotico, nel kitsch, nel folkloristico, per potere parlare del mistero. Qualcuno diceva che il mistero è dentro di noi, ed ha perfettamente ragione, ma vi sono dei misteri che ci circondano: le date non sono soltanto un simbolo, il 2000 non è soltanto una cifra simbolica, nell’anno 1000 cosa accadeva? Accadeva che tutte queste paure enormi esplodevano. Ricorderete Gioacchino da Fiore, ricorderete "mille e non più mille" e tutti i libri che raccontano le angosce collettive del medioevo. Allora io ho pensato: andiamo avanti, lasciamo perdere questo tipo di misteri, perché tantissimi sono i misteri che ci circondano e che sono ancora inesplorati. Per esempio l’apocalisse in America e negli Stati Uniti: interi piccoli villaggi si stanno spostando. Il 2000 di per sé è una data, che, anche se sappiamo che non accadrà niente, ci fa uscire fuori tutte le paure che abbiamo dentro. Qualche piccolo esperimento l’ho già fatto: ho fatto due puntate sul cervello e hanno avuto un successo enorme, non c’è bisogno quindi di fare le puntate sul mago Merlino per poter fare l’ascolto che abbiamo fatto, abbiamo parlato ad esempio dell’elettroshock. Senza voler fare Quark, perché io non faccio scienza e non potrei mai addentrarmi, non avendo l’esperienza e la conoscenza di Piero Angela Faccio un altra cosa: cerco sempre di raccontare delle storie straordinarie, come il caso della mistica che aveva vissuto per cinquant’anni nutrendosi solo di ostie consacrate.
Non voglio fare studi scientifici, perché non ho la conoscenza e la capacità, vorrei invece parlare delle paure che ci stanno dentro, una cosa diversa. Adesso vogliamo farne un’altra trasmissione dedicata ai nuovi maghi, quelli che ci possono far paura, gli stregoni del 2000, come ad esempio la biogenetica. In America si è addirittura detto che il virus dell’AIDS sarebbe stato creato in laboratorio. Stanno nascendo delle nuove paure, che sono molto diverse da quelle di una volta.
Ecco, nel futuro di Misteri vogliamo occuparci dei misteri di fine millennio, quindi più vicini a noi, meno gotici, possibilmente meno folkloristici e più attuali, sempre cercando di fare un’inchiesta, quindi mai cercando di spiegare, perché io non lo posso fare, perché sono una giornalista a cui per esempio viene detto: «Vai a vedere in America cosa succede in quel villaggio». Io posso andare a vedere e raccontarlo, più che altro per comunicare delle emozioni, non per dare delle spiegazioni.
Piero Angela: E’ importante però distinguere quello che si crede da quello che si sa.
Lorenza Foschini: Questo è molto importante.
Piero Angela: Però nella vostra trasmissione questo non avviene. Io l’altro giorno parlavo con il mio editor di Mondadori e mi diceva: «Guarda che basta una puntata di Misteri per compromettere tutta una serie che tu fai».
Lorenza Foschini: Nooo, non è giusto!
Piero Angela: Ma è così. Guarda Lorenza, parliamone molto pacatamente, il nostro gruppo, il Cicap, non è che faccia queste cose per andare con la baionetta all’assalto di qualcuno. Noi siamo in una posizione di legittima difesa: quello che noi diciamo è che occorre distinguere fra la conoscenza e la credenza. Siccome queste credenze antichissime, quelle stesse che tu hai visto in trasmissione attraverso dei personaggi incredibili, vengono spesso rappresentate come la "nuova scienza"...
Lorenza Foschini: No, dài!
Piero Angela: Ma come, no! Le bioenergie, i poteri della mente, la capacità di muovere gli oggetti a distanza o di vedere a distanza, di percepire, di sentire dove sono le persone...
Lorenza Foschini: No, questo non lo vorrei più affrontare.
Piero Angela: Tutte queste cose vengono presentate dalle persone, che vengono alla tua trasmissione, senza alcun controllo, come se fossero dei fatti. In realtà non sono fatti. Queste persone vengono a raccontare storie come le famose nonne che avrebbero corso i cento metri in otto secondi. Allora come si fa, di fronte ad una serie di testimonianze e di esperimenti immaginati o raccontati, a mettere di fronte dei ricercatori o degli scienziati o degli scettici che dicono il contrario? Alla fine il pubblico non può che concludere: «Questo dice così, l’altro dice colà, probabilmente gli scienziati non conoscono queste cose, le rifiutano perché non le capiscono». Allora è lì che subentra il danno, il gas velenoso che lo spettatore respira e poi se lo manda in tutte le cellule del cervello. Per quello il mio editor diceva: «Guarda che quello che viene detto a Misteri compromette tutta l’operazione che tu fai per spiegare le cose in modo razionale». Quello che io rimprovero al tuo programma è questo minestrone in cui dentro c’è di tutto e tutto viene presentato come: «Il tale ha detto questo, il tal altro ha detto quello, adesso decidete un po’ voi».
Lorenza Foschini: Forse era più l’anno scorso, quest’anno non è così. Le hai viste le ultime puntate?
Piero Angela: Mah, io le puntate le ordino, devo dire; le ho iniziate, però a un certo punto devo spegnere! Ti dò comunque atto che grazie a Misteri il Cicap è diventato molto più conosciuto di quanto fosse prima.
Lorenza Foschini: Non solo, ma il Cicap ci aiuta anche molto, perché ci sono molto spesso casi in cui i ragazzi ci chiamano per chiedere consigli. Voi stessi ci mandate degli ospiti per la trasmissione, in modo da poter avere delle persone che conoscano quella materia e nel merito riescano a contestare. Certamente è una trasmissione popolare. Io mi rendo conto di quello che tu dici, lo capisco e quest’anno sono andata a Bologna e i consulenti della nostra trasmissione di settimana in settimana, sono questi laureati del gruppo degli assistenti di Umberto Eco. Allora sono andata a Bologna perché sto preparando una puntata su Gerusalemme, sui misteri di Gerusalemme. Sono andata a cena con Umberto, che mi ha detto: «Stai lontana che se mi vedono quelli del Cicap che sto con te mi cacciano subito dal comitato!» Allora io gli ho detto: «Umberto, guarda che io ho un ottimo rapporto con quelli del Cicap, vuoi che ti faccia chiamare da Ferluga?». E lui ha detto: «Te lo faccio bere io, il Felluga!» e intendeva il vino "Felluga" che non sapevo affatto esistesse. Comunque gli ho detto: «Guarda Umberto: io voglio solo fare una cosa difficilissima, che forse solo tu sei riuscito a fare con Il nome della rosa. Io sono una banalissima giornalista e probabilmente non ci riuscirò».
Mi piacerebbe fare una trasmissione popolare, di ascolto, però con delle radici culturalmente solide. Mi rendo perfettamente conto che si deve ancora fare una cosa di questo genere e che la trasmissione che stiamo facendo noi si trova su un crinale pericoloso, e un po’ ne soffro di questo fatto, però non vorrei mollare la presa, vorrei tentare di trovare una soluzione.
Piero Angela: Io direi che una soluzione è dividere quello che si crede da quello che si sa. Perché altrimenti si confonde tutto.
Lorenza Foschini: Ma non è possibile, perché quando tu leggi un libro, una favola per un bambino, non puoi dirgli: «Guarda che il lupo non esiste, guarda che la nonna non è stata mangiata guarda che...»
Piero Angela: Sì, ma Cappuccetto Rosso non viene presentato ai convegni come la "nuova scienza". Questo è il punto.
Lorenza Foschini: - Devo confessare che questa storia di Misteri da una parte mi attira, dall’altra mi respinge, cioè ho un rapporto molto scisso col mistero, perché forse ho una personalità anche molto scissa. Misteri è iniziato con Minoli, poi è passato attraverso Arnaldo Bagnasco ed infine è tornato a Minoli. Vi racconto questo per dirvi che ci sono stati dei cambiamenti. Quando Minoli mi affidò Misteri era direttore di Raidue ed io facevo la conduttrice; lui mi disse: «Mi piaci perché sei laica e rispetti la gente che non la pensa come te: fai Misteri».
Mi ritrovai invece nelle mani di un’adorabile persona, intelligente e geniale che è Bagnasco, che è però uomo di teatro, che amava la finzione, amava il racconto e con lui ebbi delle discussioni, perché lui voleva raccontare queste fiction francesi, come la storia del rabdomante, che erano delle storie finte. Allora nelle finzioni, in cui persone come voi già vedono il trucco, fare la finzione della finzione è una metafora di una metafora, una cosa complicatissima, infatti l’ascolto era anche molto basso ed io ebbi delle discussioni enormi con Bagnasco.
Quando sono ritornata con Minoli, con "Format", sono anche diventata autrice del programma insieme ad altri, e siamo riusciti a fare quello che volevamo fare da principio: cioè via la fiction, via la finzione, facciamo un’inchiesta giornalistica e cerchiamo di capire che cosa c’è in realtà, quello che ci piace ci entusiasma, quello che c’è da smascherare smascheriamolo. In effetti l’ascolto è raddoppiato rispetto al primo anno, ora però c’è un ulteriore passaggio: io mi sono un po’ stufata dei maghi, delle voci dall’aldilà, della reincarnazione... Con questo vorrei considerare esaurito il mio viaggio nel paranormale. Sono invece molto affascinata dalla situazione che è emersa da tutto quello che ho visto. A cinque anni dal 2000, Misteri si trova ad essere l’unico programma di fine millennio che per il momento c’è nel palinsesto televisivo. Mancano quattro anni: stanno accadendo delle cose che mi incuriosiscono moltissimo e penso possano incuriosire i telespettatori.
Non ho bisogno di cadere nel gotico, nel kitsch, nel folkloristico, per potere parlare del mistero. Qualcuno diceva che il mistero è dentro di noi, ed ha perfettamente ragione, ma vi sono dei misteri che ci circondano: le date non sono soltanto un simbolo, il 2000 non è soltanto una cifra simbolica, nell’anno 1000 cosa accadeva? Accadeva che tutte queste paure enormi esplodevano. Ricorderete Gioacchino da Fiore, ricorderete "mille e non più mille" e tutti i libri che raccontano le angosce collettive del medioevo. Allora io ho pensato: andiamo avanti, lasciamo perdere questo tipo di misteri, perché tantissimi sono i misteri che ci circondano e che sono ancora inesplorati. Per esempio l’apocalisse in America e negli Stati Uniti: interi piccoli villaggi si stanno spostando. Il 2000 di per sé è una data, che, anche se sappiamo che non accadrà niente, ci fa uscire fuori tutte le paure che abbiamo dentro. Qualche piccolo esperimento l’ho già fatto: ho fatto due puntate sul cervello e hanno avuto un successo enorme, non c’è bisogno quindi di fare le puntate sul mago Merlino per poter fare l’ascolto che abbiamo fatto, abbiamo parlato ad esempio dell’elettroshock. Senza voler fare Quark, perché io non faccio scienza e non potrei mai addentrarmi, non avendo l’esperienza e la conoscenza di Piero Angela Faccio un altra cosa: cerco sempre di raccontare delle storie straordinarie, come il caso della mistica che aveva vissuto per cinquant’anni nutrendosi solo di ostie consacrate.
Non voglio fare studi scientifici, perché non ho la conoscenza e la capacità, vorrei invece parlare delle paure che ci stanno dentro, una cosa diversa. Adesso vogliamo farne un’altra trasmissione dedicata ai nuovi maghi, quelli che ci possono far paura, gli stregoni del 2000, come ad esempio la biogenetica. In America si è addirittura detto che il virus dell’AIDS sarebbe stato creato in laboratorio. Stanno nascendo delle nuove paure, che sono molto diverse da quelle di una volta.
Ecco, nel futuro di Misteri vogliamo occuparci dei misteri di fine millennio, quindi più vicini a noi, meno gotici, possibilmente meno folkloristici e più attuali, sempre cercando di fare un’inchiesta, quindi mai cercando di spiegare, perché io non lo posso fare, perché sono una giornalista a cui per esempio viene detto: «Vai a vedere in America cosa succede in quel villaggio». Io posso andare a vedere e raccontarlo, più che altro per comunicare delle emozioni, non per dare delle spiegazioni.
Piero Angela: E’ importante però distinguere quello che si crede da quello che si sa.
Lorenza Foschini: Questo è molto importante.
Piero Angela: Però nella vostra trasmissione questo non avviene. Io l’altro giorno parlavo con il mio editor di Mondadori e mi diceva: «Guarda che basta una puntata di Misteri per compromettere tutta una serie che tu fai».
Lorenza Foschini: Nooo, non è giusto!
Piero Angela: Ma è così. Guarda Lorenza, parliamone molto pacatamente, il nostro gruppo, il Cicap, non è che faccia queste cose per andare con la baionetta all’assalto di qualcuno. Noi siamo in una posizione di legittima difesa: quello che noi diciamo è che occorre distinguere fra la conoscenza e la credenza. Siccome queste credenze antichissime, quelle stesse che tu hai visto in trasmissione attraverso dei personaggi incredibili, vengono spesso rappresentate come la "nuova scienza"...
Lorenza Foschini: No, dài!
Piero Angela: Ma come, no! Le bioenergie, i poteri della mente, la capacità di muovere gli oggetti a distanza o di vedere a distanza, di percepire, di sentire dove sono le persone...
Lorenza Foschini: No, questo non lo vorrei più affrontare.
Piero Angela: Tutte queste cose vengono presentate dalle persone, che vengono alla tua trasmissione, senza alcun controllo, come se fossero dei fatti. In realtà non sono fatti. Queste persone vengono a raccontare storie come le famose nonne che avrebbero corso i cento metri in otto secondi. Allora come si fa, di fronte ad una serie di testimonianze e di esperimenti immaginati o raccontati, a mettere di fronte dei ricercatori o degli scienziati o degli scettici che dicono il contrario? Alla fine il pubblico non può che concludere: «Questo dice così, l’altro dice colà, probabilmente gli scienziati non conoscono queste cose, le rifiutano perché non le capiscono». Allora è lì che subentra il danno, il gas velenoso che lo spettatore respira e poi se lo manda in tutte le cellule del cervello. Per quello il mio editor diceva: «Guarda che quello che viene detto a Misteri compromette tutta l’operazione che tu fai per spiegare le cose in modo razionale». Quello che io rimprovero al tuo programma è questo minestrone in cui dentro c’è di tutto e tutto viene presentato come: «Il tale ha detto questo, il tal altro ha detto quello, adesso decidete un po’ voi».
Lorenza Foschini: Forse era più l’anno scorso, quest’anno non è così. Le hai viste le ultime puntate?
Piero Angela: Mah, io le puntate le ordino, devo dire; le ho iniziate, però a un certo punto devo spegnere! Ti dò comunque atto che grazie a Misteri il Cicap è diventato molto più conosciuto di quanto fosse prima.
Lorenza Foschini: Non solo, ma il Cicap ci aiuta anche molto, perché ci sono molto spesso casi in cui i ragazzi ci chiamano per chiedere consigli. Voi stessi ci mandate degli ospiti per la trasmissione, in modo da poter avere delle persone che conoscano quella materia e nel merito riescano a contestare. Certamente è una trasmissione popolare. Io mi rendo conto di quello che tu dici, lo capisco e quest’anno sono andata a Bologna e i consulenti della nostra trasmissione di settimana in settimana, sono questi laureati del gruppo degli assistenti di Umberto Eco. Allora sono andata a Bologna perché sto preparando una puntata su Gerusalemme, sui misteri di Gerusalemme. Sono andata a cena con Umberto, che mi ha detto: «Stai lontana che se mi vedono quelli del Cicap che sto con te mi cacciano subito dal comitato!» Allora io gli ho detto: «Umberto, guarda che io ho un ottimo rapporto con quelli del Cicap, vuoi che ti faccia chiamare da Ferluga?». E lui ha detto: «Te lo faccio bere io, il Felluga!» e intendeva il vino "Felluga" che non sapevo affatto esistesse. Comunque gli ho detto: «Guarda Umberto: io voglio solo fare una cosa difficilissima, che forse solo tu sei riuscito a fare con Il nome della rosa. Io sono una banalissima giornalista e probabilmente non ci riuscirò».
Mi piacerebbe fare una trasmissione popolare, di ascolto, però con delle radici culturalmente solide. Mi rendo perfettamente conto che si deve ancora fare una cosa di questo genere e che la trasmissione che stiamo facendo noi si trova su un crinale pericoloso, e un po’ ne soffro di questo fatto, però non vorrei mollare la presa, vorrei tentare di trovare una soluzione.
Piero Angela: Io direi che una soluzione è dividere quello che si crede da quello che si sa. Perché altrimenti si confonde tutto.
Lorenza Foschini: Ma non è possibile, perché quando tu leggi un libro, una favola per un bambino, non puoi dirgli: «Guarda che il lupo non esiste, guarda che la nonna non è stata mangiata guarda che...»
Piero Angela: Sì, ma Cappuccetto Rosso non viene presentato ai convegni come la "nuova scienza". Questo è il punto.