Il 18 marzo 1996, presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Genova, si è svolta la prima conferenza pubblica del Cicap-Liguria.
La prima parte della conferenza ha visto l'intervento del Prof. Adalberto Piazzoli che, in qualità di vicepresidente nazionale del Cicap, ha illustrato finalità e attività del Comitato.
Le attività del Cicap, svolte a titolo di puro volontariato da parte degli aderenti, rappresentano una sorta di "legittima difesa" nei confronti della dilagante ondata di informazioni fasulle diffuse dai media nel settore del paranormale. Oltre alla funzione informativa del Cicap, il Prof. Piazzoli ha ricordato anche i casi più significativi di indagini sul campo condotte dai membri del Comitato: dalla signora che credeva di poter indovinare l'identità di oggetti nascosti (i cui risultati erano perfettamente statistici), alla signora Deborah che, per intercessione della Madonna, sosteneva di riuscire a riempire d'olio (d'oliva!) delle fialette di vetro perfettamente chiuse a fuoco (sono poi emerse evidenti manomissioni).
Dopo l'intervento del Prof. Piazzoli, il pomeriggio è proseguito con la conferenza del Prof. Giuliano Toraldo di Francia sul tema Scienza e Paranormale.
Il Prof. Toraldo di Francia, garante scientifico del Cicap, è un fisico di fama internazionale che ha dato notevolissimi contributi non solo nel campo strettamente scientifico, ma anche in quel settore, altamente interdisciplinare, che è la filosofia della scienza.
Dopo aver premesso che ognuno ha il sacrosanto diritto di credere in ciò che vuole, purché non danneggi gli altri, da buon filosofo della scienza (o meglio da scienziato della filosofia, secondo la definizione di Piazzoli), il Prof. Toraldo di Francia ha iniziato la conferenza cercando innanzi tutto di definire esattamente i termini "scienza" e "paranormale". Secondo una definizione fornita da Confucio più di duemila anni fa, la scienza è «sapere ciò che si sa e non sapere ciò che non si sa». Tale definizione è tuttora valida e la seconda parte dell'affermazione è altrettanto importante della prima.
La consapevolezza dei limiti della propria conoscenza è un requisito indispensabile per ogni scienziato. Senza proporsi il troppo ambizioso obiettivo dell'oggettività, la scienza nasce nel tentativo di far diventare intersoggettivo ciò che inizialmente è soltanto soggettivo. Elementi indispensabili per l 'intersoggettività sono il ragionamento logico-matematico (già individuato dagli antichi greci) e l'osservazione sperimentale (il cui fondamentale valore è stato riconosciuto per la prima volta da Galileo Galilei). I due elementi conducono a quel processo di matematizzazione della natura che permette la formulazione delle cosiddette "leggi fisiche". Tali leggi, tuttavia, a differenza di ciò che pensava la scienza classica, non vanno intese in senso deterministico, bensì in senso statistico. Il postulato su cui si fondano, infatti, può essere formulato in questo modo: «la natura si comporta qui e ora, come si è comportate là e allora». Tale postulato non può avere una certezza assoluta, ma solamente un valore di probabilità. Spesso tuttavia tale valore è talmente alto che, in pratica, la probabilità equivale a certezza. Da questo punto di vista la scienza elabora teoricamente ciò che caratterizza, spesso inconsciamente, il nostro comportamento quotidiano, quando consideriamo certi eventi che, in realtà, sono solo altamente probabili. Lo stesso Laplace sosteneva efficacemente che la probabilità è «senso comune ridotto a calcolo».
Dopo aver esaminato le caratteristiche dell'impresa scientifica, il Prof. Toraldo di Francia ha proseguito cercando di definire che cosa si intende per paranormale. Egli ha introdotto l'argomento sottolineando che l'aspetto essenziale del problema consiste nella individuazione certa dei fatti. Citando l'autore de La fiera delle vanità ha ricordato che «quando si vive di presentimenti, capita per forza che qualcuno si avveri». Inoltre, citando un brano del Guicciardini rivolto agli astrologi, ha sottolineato come «più fede gli dà una verità che pronosticano, che non gli toglie cento falsità». Tutto ciò significa che non è sufficiente il verificarsi di una coincidenza per dichiarare di aver osservato un fenomeno paranormale. Un approccio serio e scientifico deve necessariamente esaminare sia gli eventi positivi che quelli negativi e verificare se ci sia o meno una prevalenza statistica dei primi rispetto ai secondi.
Con dotti riferimenti ai classici (da Svetonio a Tacito) il Prof. Toraldo ha mostrato come la tendenza a credere nel soprannaturale sia da sempre insita nella psiche umana. Anche le forme artistiche (dalle tragedie classiche ai melodrammi, in cui immancabilmente tutte le profezie si avverano) mostrano questo incessante desiderio dell'umanità. Anche i più saggi sono portati a credere cose che vogliono credere. E, manifestando un certo pessimismo, Toraldo pensa che anche in futuro probabilmente le cose continueranno ad andare così.
Cos'è dunque il paranormale? Spesso si chiama paranormale ciò che non si conosce ancora. Questo atteggiamento è però pericoloso: così facendo si può infatti impedire lo sviluppo della scienza. Se Galvani, di fronte alle contrazioni, per lui inspiegabili, del muscolo della rana, avesse affermato «è un fenomeno paranormale», non si sarebbero sviluppate né l'elettrologia né la fisiologia. L'essenziale, ripete Toraldo, è l'accertamento dei fatti; le spiegazioni prima o poi verranno. E a questo proposito cita l'esempio, a lui caro, di Newton che di fronte alla gravità pronunciò il celebre "hypotheses non fingo".
Da tutte queste considerazioni il Prof. Toraldo trae una conclusione: «Se una cosa avviene non è paranormale. Se è paranormale non esiste».
La scienza è piena di fatti accertati ma non spiegati (e cita ad esempio il problema dell'orientamento degli animali e quello dell'azione della volontà sui muscoli). Ma nessun ricercatore si sognerebbe di considerare paranormali tali fenomeni. L'atteggiamento corretto è un umile "ancora non lo sappiamo spiegare".
A proposito degli scienziati, egli cita numerosi casi di illustri rappresentanti del mondo scientifico che credettero nel paranormale: da Flammarion a Wallace, da Crookes a Zöllner. Gli scienziati, tuttavia, sono abituati a lavorare con la natura e, come diceva Einstein, «Dio è sottile, ma non malizioso». Chi studia il paranormale ha invece a che fare con uomini ed essi, si sa, possono essere maliziosi. Da qui la necessità, ben nota al Cicap, di avvalersi dell'insostituibile ausilio degli illusionisti nelle indagini sui fenomeni presunti paranormali.
Tornando al problema dell'accertamento dei fatti, il Prof. Toraldo cita una favola di Esopo in cui un saltatore si vantava di aver compiuto, a Rodi, un salto incredibilmente alto. Orbene i suoi interlocutori gli risposero: «Hic Rhodus, hic salta!». Questa frase, che potrebbe essere il motto del Cicap, significa in definitiva che l'obbligo della dimostrazione spetta a chi fa l'affermazione.
In conclusione, da tutta la conferenza del Prof. Toraldo di Francia si può trarre un utile tetralogo:
1) Ciascuno ha il diritto di credere in ciò che vuole, purché la sua credenza non rechi danno agli altri.
2) Non bisogna mai escludere niente a priori ed avere un atteggiamento di totale apertura al nuovo.
3) Chi fa una affermazione ha l'obbligo della prova, per poter passare dalla soggettività all'intersoggettività, tipica della conoscenza scientifica.
4) Occorre costantemente avere la disponibilità e l'umiltà di affermare «non lo so spiegare» di fronte ad un fenomeno nuovo ed impegnarsi per ulteriori ricerche.
Alla conferenza ha fatto seguito una fitta serie di inter-venti. Molti di essi sono stati favorevoli ed elogiativi nei confronti delle attività del Cicap.
Non sono naturalmente mancati interventi polemici che hanno accusato la scienza di chiusura mentale e di atteggiamento preconcetto nei confronti del paranormale.
La conferenza ha ottenuto un notevole successo di pubblico (almeno 500 persone) e ha coinvolto massicciamente il mondo dell'Università e della Scuola (è stato, tra l'altro, ottenuto il patrocinio dell' IRRSAE, rendendo in tal modo la conferenza valida ai fini dell'aggiornamento degli insegnanti).
Silvano Fuso
segretario del Cicap Liguria
La prima parte della conferenza ha visto l'intervento del Prof. Adalberto Piazzoli che, in qualità di vicepresidente nazionale del Cicap, ha illustrato finalità e attività del Comitato.
Le attività del Cicap, svolte a titolo di puro volontariato da parte degli aderenti, rappresentano una sorta di "legittima difesa" nei confronti della dilagante ondata di informazioni fasulle diffuse dai media nel settore del paranormale. Oltre alla funzione informativa del Cicap, il Prof. Piazzoli ha ricordato anche i casi più significativi di indagini sul campo condotte dai membri del Comitato: dalla signora che credeva di poter indovinare l'identità di oggetti nascosti (i cui risultati erano perfettamente statistici), alla signora Deborah che, per intercessione della Madonna, sosteneva di riuscire a riempire d'olio (d'oliva!) delle fialette di vetro perfettamente chiuse a fuoco (sono poi emerse evidenti manomissioni).
Dopo l'intervento del Prof. Piazzoli, il pomeriggio è proseguito con la conferenza del Prof. Giuliano Toraldo di Francia sul tema Scienza e Paranormale.
Il Prof. Toraldo di Francia, garante scientifico del Cicap, è un fisico di fama internazionale che ha dato notevolissimi contributi non solo nel campo strettamente scientifico, ma anche in quel settore, altamente interdisciplinare, che è la filosofia della scienza.
Dopo aver premesso che ognuno ha il sacrosanto diritto di credere in ciò che vuole, purché non danneggi gli altri, da buon filosofo della scienza (o meglio da scienziato della filosofia, secondo la definizione di Piazzoli), il Prof. Toraldo di Francia ha iniziato la conferenza cercando innanzi tutto di definire esattamente i termini "scienza" e "paranormale". Secondo una definizione fornita da Confucio più di duemila anni fa, la scienza è «sapere ciò che si sa e non sapere ciò che non si sa». Tale definizione è tuttora valida e la seconda parte dell'affermazione è altrettanto importante della prima.
La consapevolezza dei limiti della propria conoscenza è un requisito indispensabile per ogni scienziato. Senza proporsi il troppo ambizioso obiettivo dell'oggettività, la scienza nasce nel tentativo di far diventare intersoggettivo ciò che inizialmente è soltanto soggettivo. Elementi indispensabili per l 'intersoggettività sono il ragionamento logico-matematico (già individuato dagli antichi greci) e l'osservazione sperimentale (il cui fondamentale valore è stato riconosciuto per la prima volta da Galileo Galilei). I due elementi conducono a quel processo di matematizzazione della natura che permette la formulazione delle cosiddette "leggi fisiche". Tali leggi, tuttavia, a differenza di ciò che pensava la scienza classica, non vanno intese in senso deterministico, bensì in senso statistico. Il postulato su cui si fondano, infatti, può essere formulato in questo modo: «la natura si comporta qui e ora, come si è comportate là e allora». Tale postulato non può avere una certezza assoluta, ma solamente un valore di probabilità. Spesso tuttavia tale valore è talmente alto che, in pratica, la probabilità equivale a certezza. Da questo punto di vista la scienza elabora teoricamente ciò che caratterizza, spesso inconsciamente, il nostro comportamento quotidiano, quando consideriamo certi eventi che, in realtà, sono solo altamente probabili. Lo stesso Laplace sosteneva efficacemente che la probabilità è «senso comune ridotto a calcolo».
Dopo aver esaminato le caratteristiche dell'impresa scientifica, il Prof. Toraldo di Francia ha proseguito cercando di definire che cosa si intende per paranormale. Egli ha introdotto l'argomento sottolineando che l'aspetto essenziale del problema consiste nella individuazione certa dei fatti. Citando l'autore de La fiera delle vanità ha ricordato che «quando si vive di presentimenti, capita per forza che qualcuno si avveri». Inoltre, citando un brano del Guicciardini rivolto agli astrologi, ha sottolineato come «più fede gli dà una verità che pronosticano, che non gli toglie cento falsità». Tutto ciò significa che non è sufficiente il verificarsi di una coincidenza per dichiarare di aver osservato un fenomeno paranormale. Un approccio serio e scientifico deve necessariamente esaminare sia gli eventi positivi che quelli negativi e verificare se ci sia o meno una prevalenza statistica dei primi rispetto ai secondi.
Con dotti riferimenti ai classici (da Svetonio a Tacito) il Prof. Toraldo ha mostrato come la tendenza a credere nel soprannaturale sia da sempre insita nella psiche umana. Anche le forme artistiche (dalle tragedie classiche ai melodrammi, in cui immancabilmente tutte le profezie si avverano) mostrano questo incessante desiderio dell'umanità. Anche i più saggi sono portati a credere cose che vogliono credere. E, manifestando un certo pessimismo, Toraldo pensa che anche in futuro probabilmente le cose continueranno ad andare così.
Cos'è dunque il paranormale? Spesso si chiama paranormale ciò che non si conosce ancora. Questo atteggiamento è però pericoloso: così facendo si può infatti impedire lo sviluppo della scienza. Se Galvani, di fronte alle contrazioni, per lui inspiegabili, del muscolo della rana, avesse affermato «è un fenomeno paranormale», non si sarebbero sviluppate né l'elettrologia né la fisiologia. L'essenziale, ripete Toraldo, è l'accertamento dei fatti; le spiegazioni prima o poi verranno. E a questo proposito cita l'esempio, a lui caro, di Newton che di fronte alla gravità pronunciò il celebre "hypotheses non fingo".
Da tutte queste considerazioni il Prof. Toraldo trae una conclusione: «Se una cosa avviene non è paranormale. Se è paranormale non esiste».
La scienza è piena di fatti accertati ma non spiegati (e cita ad esempio il problema dell'orientamento degli animali e quello dell'azione della volontà sui muscoli). Ma nessun ricercatore si sognerebbe di considerare paranormali tali fenomeni. L'atteggiamento corretto è un umile "ancora non lo sappiamo spiegare".
A proposito degli scienziati, egli cita numerosi casi di illustri rappresentanti del mondo scientifico che credettero nel paranormale: da Flammarion a Wallace, da Crookes a Zöllner. Gli scienziati, tuttavia, sono abituati a lavorare con la natura e, come diceva Einstein, «Dio è sottile, ma non malizioso». Chi studia il paranormale ha invece a che fare con uomini ed essi, si sa, possono essere maliziosi. Da qui la necessità, ben nota al Cicap, di avvalersi dell'insostituibile ausilio degli illusionisti nelle indagini sui fenomeni presunti paranormali.
Tornando al problema dell'accertamento dei fatti, il Prof. Toraldo cita una favola di Esopo in cui un saltatore si vantava di aver compiuto, a Rodi, un salto incredibilmente alto. Orbene i suoi interlocutori gli risposero: «Hic Rhodus, hic salta!». Questa frase, che potrebbe essere il motto del Cicap, significa in definitiva che l'obbligo della dimostrazione spetta a chi fa l'affermazione.
In conclusione, da tutta la conferenza del Prof. Toraldo di Francia si può trarre un utile tetralogo:
1) Ciascuno ha il diritto di credere in ciò che vuole, purché la sua credenza non rechi danno agli altri.
2) Non bisogna mai escludere niente a priori ed avere un atteggiamento di totale apertura al nuovo.
3) Chi fa una affermazione ha l'obbligo della prova, per poter passare dalla soggettività all'intersoggettività, tipica della conoscenza scientifica.
4) Occorre costantemente avere la disponibilità e l'umiltà di affermare «non lo so spiegare» di fronte ad un fenomeno nuovo ed impegnarsi per ulteriori ricerche.
Alla conferenza ha fatto seguito una fitta serie di inter-venti. Molti di essi sono stati favorevoli ed elogiativi nei confronti delle attività del Cicap.
Non sono naturalmente mancati interventi polemici che hanno accusato la scienza di chiusura mentale e di atteggiamento preconcetto nei confronti del paranormale.
La conferenza ha ottenuto un notevole successo di pubblico (almeno 500 persone) e ha coinvolto massicciamente il mondo dell'Università e della Scuola (è stato, tra l'altro, ottenuto il patrocinio dell' IRRSAE, rendendo in tal modo la conferenza valida ai fini dell'aggiornamento degli insegnanti).
Silvano Fuso
segretario del Cicap Liguria