Il 4 febbraio del 1995 nasceva il Gruppo Piemonte del CICAP, il secondo gruppo locale del Comitato dopo quello Veneto. Oggi si festeggiano 15 anni di attività e si comincia con un lungo articolo a firma di Marco Sartorelli che il quotidiano La Stampa dedica al gruppo. E si prosegue con il VII Seminario di formazione del CICAP Piemonte (4, 11, 18 febbraio), a cui tutti gli interessati possono partecipare.
Intanto, ecco di seguito l'articolo della Stampa:
Il gruppo torinese compie 15 anni
"Noi, investigatori di leggende urbane e cerchi nel grano"
Il Cicap: sveliamo i fenomeni paranormali
MARCO SARTORELLI
Torino. Il 4 febbraio del 1995 i cacciatori di fantasmi stavano tutti su una Panda. Adesso, quando si ritrovano ai convegni o agli eventi che organizzano, sono oltre 200. Ma allora come oggi, guai a chiamarli «ghostbuster», che sa tanto di scienziati pazzi alle prese con misteri da chiarire o con giustizieri di venditori di bufale agli sprovveduti.
In realtà i volenterosi scettici del Cicap (Comitato italiano per il controllo dei fenomeni del paranormale, nato nel 1989, tra i padri fondatori Piero Angela, tra i membri più noti Umberto Eco, Rita Levi Montalcini, Tullio Regge, Piero Bianucci e Margherita Hack), fanno molto di più che dare la caccia agli ectoplasmi. Insegnano come riconoscere trucchi e inganni dei millantatori, come si indaga una teoria del complotto, partecipano a esperimenti con veggenti e sensitivi e, ovviamente, spiegano anche che cosa succede al buio durante una seduta spiritica, smontano - o spiegano - nascita, morte o persistenza delle leggende metropolitane.
Andrea Ferrero, 38 anni, ingegnere-progettista, è entrato nel Cicap torinese nel 1997: «L’ho deciso dopo una cena con i compagni di università. Avevamo parlato di spiriti, astrologia e altri fenomeni: ero l’unico ad avere dubbi sul paranormale. Il giorno dopo mi sono iscritto al Cicap». Né Andrea né gli altri, tutti volontari, sono crociati della scienza. «Il nostro obiettivo - spiega - è fornire informazioni oggettive e verificate su misteri e presunti fenomeni inspiegabili e favorire lo sviluppo dello spirito critico, l’uso della razionalità e del metodo scientifico».
Un metodo che in questi anni ha portato il Cicap (che ha tra i suoi iscritti anche casalinghe, operai, studenti) a risolvere alcuni casi. «Un giovane ci chiamò, preoccupato. A casa sua, a Torino, gli oggetti cambiavano posizione da soli, il televisore si spegneva improvvisamente e la notte sentiva dei rumori. “Poltergeist”, ci suggerì. Andammo a verificare. Ci accorgemmo che quando il fratello stava con noi non succedeva nulla, quando lo perdevamo di vista qualcosa cominciava a sbattere rumorosamente da qualche parte...».
Un’altra meraviglia venne presentata da una casalinga. «Una donna - racconta Marta Annunziata, 28 anni, laurea in biotecnologie mediche, ricercatrice, coordinatrice del Cicap Piemonte - ci chiese di verificare il suo dono particolare: la mummificazione delle uova. Andammo a casa sua e dopo che impose le mani sulle uova le chiedemmo di vedere dove le conservava. Erano in una stanza con una temperatura che provocava la “mummificazione” naturale delle uova. Lei, in buona fede, come altri, credeva di avere dei poteri speciali. I ciarlatani ci evitano...».
Ma la battaglia più lunga, mai vinta del tutto, è contro le superstizioni. «Si tramandano e resistono, ma anche nel paranormale ci sono fenomeni “di moda” - evidenzia Marta -. Vent’anni fa si parlava soprattutto di telecinesi e telepatia, ora è il momento della fine del mondo, che ci aspetta nel 2012...». E dunque, con un gesto volontariamente provocatorio, venerdì 17 luglio, dell’anno scorso, - alle ore 17,17 - al parco Rignon, il Cicap ha organizzato la «Giornata antisuperstizione». Quel giorno c’era anche Alessandro Bolzon, 32 anni, stampista, specializzato in disegno Cad, da qualche mese iscritto attivo al Cicap: «Bisognava aprire un ombrello dentro una stanza, scendere da una scala con il piede sinistro, gettare del sale, farsi passare una scopa sulle scarpe. Insomma, una collezione di luoghi comuni superstiziosi». E alla fine della giornata a un miracolo (laico), crede anche Alessandro: «Molti sono andati via con un dubbio: “Allora sono davvero tutte sciocchezze?”».
La stampa, 03/02/2010
Intanto, ecco di seguito l'articolo della Stampa:
Il gruppo torinese compie 15 anni
"Noi, investigatori di leggende urbane e cerchi nel grano"
Il Cicap: sveliamo i fenomeni paranormali
MARCO SARTORELLI
Torino. Il 4 febbraio del 1995 i cacciatori di fantasmi stavano tutti su una Panda. Adesso, quando si ritrovano ai convegni o agli eventi che organizzano, sono oltre 200. Ma allora come oggi, guai a chiamarli «ghostbuster», che sa tanto di scienziati pazzi alle prese con misteri da chiarire o con giustizieri di venditori di bufale agli sprovveduti.
In realtà i volenterosi scettici del Cicap (Comitato italiano per il controllo dei fenomeni del paranormale, nato nel 1989, tra i padri fondatori Piero Angela, tra i membri più noti Umberto Eco, Rita Levi Montalcini, Tullio Regge, Piero Bianucci e Margherita Hack), fanno molto di più che dare la caccia agli ectoplasmi. Insegnano come riconoscere trucchi e inganni dei millantatori, come si indaga una teoria del complotto, partecipano a esperimenti con veggenti e sensitivi e, ovviamente, spiegano anche che cosa succede al buio durante una seduta spiritica, smontano - o spiegano - nascita, morte o persistenza delle leggende metropolitane.
Andrea Ferrero, 38 anni, ingegnere-progettista, è entrato nel Cicap torinese nel 1997: «L’ho deciso dopo una cena con i compagni di università. Avevamo parlato di spiriti, astrologia e altri fenomeni: ero l’unico ad avere dubbi sul paranormale. Il giorno dopo mi sono iscritto al Cicap». Né Andrea né gli altri, tutti volontari, sono crociati della scienza. «Il nostro obiettivo - spiega - è fornire informazioni oggettive e verificate su misteri e presunti fenomeni inspiegabili e favorire lo sviluppo dello spirito critico, l’uso della razionalità e del metodo scientifico».
Un metodo che in questi anni ha portato il Cicap (che ha tra i suoi iscritti anche casalinghe, operai, studenti) a risolvere alcuni casi. «Un giovane ci chiamò, preoccupato. A casa sua, a Torino, gli oggetti cambiavano posizione da soli, il televisore si spegneva improvvisamente e la notte sentiva dei rumori. “Poltergeist”, ci suggerì. Andammo a verificare. Ci accorgemmo che quando il fratello stava con noi non succedeva nulla, quando lo perdevamo di vista qualcosa cominciava a sbattere rumorosamente da qualche parte...».
Un’altra meraviglia venne presentata da una casalinga. «Una donna - racconta Marta Annunziata, 28 anni, laurea in biotecnologie mediche, ricercatrice, coordinatrice del Cicap Piemonte - ci chiese di verificare il suo dono particolare: la mummificazione delle uova. Andammo a casa sua e dopo che impose le mani sulle uova le chiedemmo di vedere dove le conservava. Erano in una stanza con una temperatura che provocava la “mummificazione” naturale delle uova. Lei, in buona fede, come altri, credeva di avere dei poteri speciali. I ciarlatani ci evitano...».
Ma la battaglia più lunga, mai vinta del tutto, è contro le superstizioni. «Si tramandano e resistono, ma anche nel paranormale ci sono fenomeni “di moda” - evidenzia Marta -. Vent’anni fa si parlava soprattutto di telecinesi e telepatia, ora è il momento della fine del mondo, che ci aspetta nel 2012...». E dunque, con un gesto volontariamente provocatorio, venerdì 17 luglio, dell’anno scorso, - alle ore 17,17 - al parco Rignon, il Cicap ha organizzato la «Giornata antisuperstizione». Quel giorno c’era anche Alessandro Bolzon, 32 anni, stampista, specializzato in disegno Cad, da qualche mese iscritto attivo al Cicap: «Bisognava aprire un ombrello dentro una stanza, scendere da una scala con il piede sinistro, gettare del sale, farsi passare una scopa sulle scarpe. Insomma, una collezione di luoghi comuni superstiziosi». E alla fine della giornata a un miracolo (laico), crede anche Alessandro: «Molti sono andati via con un dubbio: “Allora sono davvero tutte sciocchezze?”».
La stampa, 03/02/2010