Ho la fortuna di conoscere uno dei più grandi medium viventi, tanto che chiamarlo medium risulta riduttivo: è come minimo un extra large. Grazie alle sue pratiche ho avuto in passato il sommo privilegio di poter parlare con eminenti personaggi del passato, ma la seduta di ieri sera è stata comunque fuori dal comune. Dopo le mie reiterate insistenze egli acconsentì a "chiamare" uno degli uomini più importanti della storia dell'umanità. Tale è l'importanza di tale figura che dal nostro dialogo sicuramente nasceranno nuove teorie filosofiche e scientifiche, ho ritenuto pertanto mio dovere registrare questo incontro memorabile a beneficio della comunità. Il mio interlocutore fu un uomo universalmente conosciuto, geniale in ogni campo del sapere e sicuramente tutti lo conoscerete: Peppino 'o caffettaro!
Riporto il nostro dialogo così come è avvenuto.
Bickerstaff: «Spirito se ci sei batti un colpo...»
Spirito di Peppino: «Ecchime! So' Peppino er caffettaro / mischio arabbica e curaro / per star dentro nelle spese / te ce mando a quer paese».
B: «Sono onoratissimo di poter parlare con Lei, uno degli uomini che hanno fatto grande la storia della civiltà occidentale!»
P: «Che avria fatte ie? Se'ssicuro che non te sbaj? Sarà stato mi cuggino, ce somijamo come du gocce d'acua»
B: «Vista l'importanza dell'evento mi sono annotato alcune domande molto importanti da rivolgerLe. La prima è: come si sta nell'oltre-tomba»
P: «Bene, bene, ci è la Tivì; ma si prende Tele Capodistria; ma non si ha mai il tiempo, Si corre sempre, sempre a correre, da mane a sera, un mal di piedi AHO' LA VOI PIANTÀ COL FRICO, ME SI INFRACICANO LE OVA! Comunquo non si sta malo, ogni tanto se mangia un'arancio, un limone, un pero. Buono, ci so' sempre li peri qua, maronna quanti peri»
B: «Come è fatto Dio?»
P: «Isso è sempre scarruffato, sempre a urlare: Magnate li peri, li arangi, li limoni, ma non smettete di correre mi arraccomando! che sìnnò è periculosissimo!»
B: «Perché dovete sempre correre?»
P: «Nun se pote dir, è il terzo segrito di Fatima»
B: «Perché la madonna piange?»
P: «Issa è sempre scarruffata, sempre a urlare: Chisti nun correno abbastanza! Stanno sempre a magnà li limoni, li peri e li arangi. Allora per insufflare nei nostri cori compassione issa piange.»
B: «Come si arriva all'oltretomba?»
P: «Quando ti te mori, arriva l'agnolo che te dice "Ahò, cercamo de darci una mossa" in te pija per il garagozzolo e te porta in cielo. Na volta arrivato, isso te lascia solo a superà la pruova murtale. Te compare davanti un omono gruosso gruosso che te fa le tre domande de rito, e gli devi arispondere subbito, se non te mena!»
B: «Quali sono le tre domande?»
P: «La prima è la più semplicia: Di che cosa è fatta la luna? e tu devi dì: cioè che mi rappresenta 'sta domanda, cioè ognuno è libbero no? allora la luna che mi rappresenta? Poi entri in uno stanzone dove ci sono peri limoni e aranci, e tu devi dì i rispettivi nomi. Infine arrivi in mi corridodio lunghissimo e l'omone te fa: Ce l'hai d'accende? E se non hai l'accendino sei fregato. E so' Peppino e so Peppone, /ma anvedi 'sto cafone/ io me stavo a riposà / e lui invece sta a parlà.»
B: «Vorrei chiederle un'ultima cosa»
P: «Non c'è tempo devo correre, sono in ritardo! Salutame a 'sorata»
Ancora adesso l'emozione di aver parlato con uno dei padri dell'umanità mi fa tremare la mano mentre scrivo, spero che studiosi avveduti facciano tesoro di tali rivelazioni, poiché la fiamma della ragione deve illuminare un buio immenso e non può riuscire, senza la parapsicologia, a svelare i misteri di questo affascinante, oscuro Universo.
Isaac Bickerstaff
Riporto il nostro dialogo così come è avvenuto.
Bickerstaff: «Spirito se ci sei batti un colpo...»
Spirito di Peppino: «Ecchime! So' Peppino er caffettaro / mischio arabbica e curaro / per star dentro nelle spese / te ce mando a quer paese».
B: «Sono onoratissimo di poter parlare con Lei, uno degli uomini che hanno fatto grande la storia della civiltà occidentale!»
P: «Che avria fatte ie? Se'ssicuro che non te sbaj? Sarà stato mi cuggino, ce somijamo come du gocce d'acua»
B: «Vista l'importanza dell'evento mi sono annotato alcune domande molto importanti da rivolgerLe. La prima è: come si sta nell'oltre-tomba»
P: «Bene, bene, ci è la Tivì; ma si prende Tele Capodistria; ma non si ha mai il tiempo, Si corre sempre, sempre a correre, da mane a sera, un mal di piedi AHO' LA VOI PIANTÀ COL FRICO, ME SI INFRACICANO LE OVA! Comunquo non si sta malo, ogni tanto se mangia un'arancio, un limone, un pero. Buono, ci so' sempre li peri qua, maronna quanti peri»
B: «Come è fatto Dio?»
P: «Isso è sempre scarruffato, sempre a urlare: Magnate li peri, li arangi, li limoni, ma non smettete di correre mi arraccomando! che sìnnò è periculosissimo!»
B: «Perché dovete sempre correre?»
P: «Nun se pote dir, è il terzo segrito di Fatima»
B: «Perché la madonna piange?»
P: «Issa è sempre scarruffata, sempre a urlare: Chisti nun correno abbastanza! Stanno sempre a magnà li limoni, li peri e li arangi. Allora per insufflare nei nostri cori compassione issa piange.»
B: «Come si arriva all'oltretomba?»
P: «Quando ti te mori, arriva l'agnolo che te dice "Ahò, cercamo de darci una mossa" in te pija per il garagozzolo e te porta in cielo. Na volta arrivato, isso te lascia solo a superà la pruova murtale. Te compare davanti un omono gruosso gruosso che te fa le tre domande de rito, e gli devi arispondere subbito, se non te mena!»
B: «Quali sono le tre domande?»
P: «La prima è la più semplicia: Di che cosa è fatta la luna? e tu devi dì: cioè che mi rappresenta 'sta domanda, cioè ognuno è libbero no? allora la luna che mi rappresenta? Poi entri in uno stanzone dove ci sono peri limoni e aranci, e tu devi dì i rispettivi nomi. Infine arrivi in mi corridodio lunghissimo e l'omone te fa: Ce l'hai d'accende? E se non hai l'accendino sei fregato. E so' Peppino e so Peppone, /ma anvedi 'sto cafone/ io me stavo a riposà / e lui invece sta a parlà.»
B: «Vorrei chiederle un'ultima cosa»
P: «Non c'è tempo devo correre, sono in ritardo! Salutame a 'sorata»
Ancora adesso l'emozione di aver parlato con uno dei padri dell'umanità mi fa tremare la mano mentre scrivo, spero che studiosi avveduti facciano tesoro di tali rivelazioni, poiché la fiamma della ragione deve illuminare un buio immenso e non può riuscire, senza la parapsicologia, a svelare i misteri di questo affascinante, oscuro Universo.
Isaac Bickerstaff