Nei giorni scorsi, in occasione della visita papale a Manoppello, si è ricominciato a parlare di quella che secondo la cristianità è la raffigurazione del volto di Gesù. In giro, come al solito, si sentono le teorie più disparate; alcuni personaggi sfidano i cosiddetti "scientisti" a confutare la veridicità dell'oggetto. Come al solito, non si può puntare sulla televisione, che diventa fin troppo spesso -soprattutto questi ultimi tempi- il megafono della superstizione e dello spiritualismo (scambiati per "apertura mentale" e "antidogmatismo"), quindi un prelato può tranquillamente dire che l'immagine non è stata creata con alcun pigmento e che è sovrapponibile alla Sindone (la cui autenticità è stata già da tempo messa in dubbio in maniera oserei dire definitiva, grazie soprattutto al CICAP, e che ormai solo alcuni personaggi disperati continuano a prendere in considerazione).
Non sarebbe meglio fornire delle informazioni riguardo l'immagine di Manoppello sul sito, in modo da impostare il discorso ascoltando anche la famosa "altra campana"? In sostanza: a che periodo risale? sono state fatte ricerche sui pigmenti e in che modo?
Ho notato una cosa: il telo è 17x24 cm: mi scusino gli apologeti, ma a me sembra un po' strano che un intero volto umano entri interamente (l'immagine mostra persino i capelli e c'è anche qualche centimetro di contorno esterno) in un telo così piccolo, considerando che deve essere steso e si deve adattare alle pieghe del naso, del mento, ecc. Inoltre mi dovrebbero spiegare come fanno gli occhi a rimanere impressi... Ah, vabè, per quello c'è il solito espediente del "mistero"...
Valentino Salvatore
Non sarebbe meglio fornire delle informazioni riguardo l'immagine di Manoppello sul sito, in modo da impostare il discorso ascoltando anche la famosa "altra campana"? In sostanza: a che periodo risale? sono state fatte ricerche sui pigmenti e in che modo?
Ho notato una cosa: il telo è 17x24 cm: mi scusino gli apologeti, ma a me sembra un po' strano che un intero volto umano entri interamente (l'immagine mostra persino i capelli e c'è anche qualche centimetro di contorno esterno) in un telo così piccolo, considerando che deve essere steso e si deve adattare alle pieghe del naso, del mento, ecc. Inoltre mi dovrebbero spiegare come fanno gli occhi a rimanere impressi... Ah, vabè, per quello c'è il solito espediente del "mistero"...
Valentino Salvatore
Risponde Gian Marco Rinaldi
Gent.mo Valentino Salvatore,
abbiamo già pubblicato un articolo sul Volto Santo di Manoppello sul 62 di S&P (luglio/agosto 2005) e l'articolo si può anche leggere in questa pagina del sito del CICAP (per utenti registrati su CICAP Extra ). Seguiamo con attenzione l'evolversi della vicenda e contiamo di tornare sull'argomento in un prossimo futuro. Infatti questo caso è interessante perché fornisce un'occasione unica per assistere alla nascita della credenza in una reliquia di Cristo. Le reliquie di Terrasanta erano innumerevoli nel medioevo ma poi sono andate sparendo quasi tutte. Si pensava quindi che in epoca moderna si potesse veder morire una reliquia ma non ci si aspettava di vederla nascere.
Non essendo io un esperto di storia dell'arte, nell'articolo non mi ero pronunciato sull'epoca e la provenienza del dipinto, in quanto mi aspettavo che avremmo presto sentito il parere di qualche storico. Non mi risulta che finora gli esperti si siano fatti vivi, almeno pubblicamente, e quindi aggiungo che, all'occhio di un profano, il ritratto di Manoppello sembra collocarsi in epoca fra Quattrocento e inizio Cinquecento con provenienza nordeuropea. Quanto all'ipotesi che è stata avanzata (ne facevo cenno nell'articolo), secondo cui questo sarebbe il dipinto perduto del Dà¼rer di cui parla il Vasari, non oso pronunciarmi. I quadri del Dà¼rer sono troppo belli perché il Cristo di Manoppello possa reggere il confronto, se non si vuol pensare che il pittore fosse in quella occasione limitato dalla scelta di usare un supporto (un velo così sottile) e una tecnica insoliti. Tuttavia non ho potuto fare a meno di notare che una caratteristica per l'epoca singolare, la bocca semiaperta con i denti visibili, si ritrova almeno tre volte nei dipinti del Dà¼rer, senza contare disegni o incisioni. Ma di questo e altro avremo occasione di riparlare.
Un cordiale saluto.
Gian Marco Rinaldi