Incollato al computer, il cybernauta medio salta spesso a caso da un portale all'altro, in cerca di "serenità e benessere"; sull'onda della dilagante tendenza new-age, sfoglia con avidità le tante pagine sul "vivere naturale". Ed ecco davanti agli occhi una frase magica: "se si ha tutta l'intenzione di prendersi cura di se stessi e di riscoprire il piacere delle cose semplici non si può fare a meno di Internet". Il messaggio implicito è forse questo: in rete c'è tutto quello che vorremmo apprendere, mentre pochi si preoccupano, nell'innaturale civiltà capitalista ed ipertecnologica, di spiegarci come vivere in maniera naturale, sia pure a prezzo di qualche piccolo sforzo di adattamento.
Quali sono infatti i pericoli che ci minacciano? "Cibi geneticamente modificati, mucca pazza, città superaffollate, elettrosmog, aria irrespirabile". Ma a tutto ciò si può dire basta, riscoprendo medicine, tecniche e alimentazione cosiddette "naturali".
Ovviamente, si sa già dove porta il discorso: alle abitazioni ecologiche, l'alimentazione vegetariana, le tecniche di rilassamento, le medicine alternative in tutte le diverse espressioni.
La rete trabocca di siti dedicati all'alternativo, anzi al naturale, che poi sarebbe, a rigor di termini, proprio il contrario dell'alternativo, perché è infatti la vita moderna semmai ad essere in alternativa alla natura.
Ma sarà poi vero? Qualcuno di noi riesce in qualche modo ad immaginare se stesso in un "ambiente naturale"? Quanti atti e fatti del vivere quotidiano, apparentemente spontanei e per l'appunto naturali, invece non lo sono? Come la sveglia che suona la mattina o il borbottio del caffè; il latte in frigo e l'accompagnamento dello stereo. Se riflettiamo un poco, molto di quello che facciamo è a rigori innaturale; come guidare l'auto o mangiare ad orari ed oltre la sazietà; illuminare le nostre case o andare a letto molte ore dopo il tramonto.
Ma chissà perché, sembra che tutta la polemica contro il mondo moderno investa solo alcuni dei suoi aspetti: la tecnica più avanzata o la medicina scientifica.
L'internauta continua a cliccare e a viaggiare da un sito all'altro: ayurvedica, vegetarismo, fiori di Bach, aromaterapia, cromoterapia, cristalloterapia. C'è comunque un pensiero che non sfiora la sua mente, una domanda che non si pone, perché nessuno lo spinge a formularla: ma quel computer, a quale mondo appartiene? Al naturale o all'innaturale?
Il nostro internauta ha mai visto un cimitero per i rifiuti dell'era elettronica? Ed ha mai pensato a quanto ci costi, in termini di inquinamento, il dovere produrre energia per alimentare quel suo aggeggio?
Vivere naturale significherebbe spegnerlo, anzi non averlo mai comprato, oppure andare a piedi a fare la spesa, o rifiutare la televisione.
C'entra tutto questo con l'anelito ad una vita che non sia "contro natura"?
Credo di si. Considerate le nostre aspettative di comfort e di benessere, il ritorno al naturale è oramai chiaramente impossibile, per la maggior parte degli aspetti della nostra vita. Si può ovviamente cercare di creare delle condizioni di vita che siano più ecologiche e più in sintonia con un ottimale stato di salute, ma la polemica antimodernista per partito preso è una cosa ben diversa, e in parte segue a sua volta interessi chiaramente commerciali.
Cosa c'è, per esempio, di più innaturale di un "portale WEB", di fronte al fluire naturale della conversazione umana? Come sarebbe bello la mattina affacciarsi alla finestra, respirare i profumi delle tavole imbandite a colazione e inserirsi nel passaparola delle prime notizie, elementi del nostro mondo quotidiano, riflesso dei nostri interessi immediati; che ci facevano sentire partecipi di un micromondo più vitale dell'attuale. Ma non scriviamolo in un portale!
C'entra tutto questo con il paranormale? Abbastanza, perché paranormale e ritorno al naturale vanno bene a braccetto; in entrambi i casi si pretende di contrapporre la semplicità del passato, e tecniche primitive, ai mille artifici di un mondo moderno che in apparenza sembra sfuggire alle regole dell'armonia dell'universo, proprio come il computer su cui in questo momento state leggendo questa frase.
Quali sono infatti i pericoli che ci minacciano? "Cibi geneticamente modificati, mucca pazza, città superaffollate, elettrosmog, aria irrespirabile". Ma a tutto ciò si può dire basta, riscoprendo medicine, tecniche e alimentazione cosiddette "naturali".
Ovviamente, si sa già dove porta il discorso: alle abitazioni ecologiche, l'alimentazione vegetariana, le tecniche di rilassamento, le medicine alternative in tutte le diverse espressioni.
La rete trabocca di siti dedicati all'alternativo, anzi al naturale, che poi sarebbe, a rigor di termini, proprio il contrario dell'alternativo, perché è infatti la vita moderna semmai ad essere in alternativa alla natura.
Ma sarà poi vero? Qualcuno di noi riesce in qualche modo ad immaginare se stesso in un "ambiente naturale"? Quanti atti e fatti del vivere quotidiano, apparentemente spontanei e per l'appunto naturali, invece non lo sono? Come la sveglia che suona la mattina o il borbottio del caffè; il latte in frigo e l'accompagnamento dello stereo. Se riflettiamo un poco, molto di quello che facciamo è a rigori innaturale; come guidare l'auto o mangiare ad orari ed oltre la sazietà; illuminare le nostre case o andare a letto molte ore dopo il tramonto.
Ma chissà perché, sembra che tutta la polemica contro il mondo moderno investa solo alcuni dei suoi aspetti: la tecnica più avanzata o la medicina scientifica.
L'internauta continua a cliccare e a viaggiare da un sito all'altro: ayurvedica, vegetarismo, fiori di Bach, aromaterapia, cromoterapia, cristalloterapia. C'è comunque un pensiero che non sfiora la sua mente, una domanda che non si pone, perché nessuno lo spinge a formularla: ma quel computer, a quale mondo appartiene? Al naturale o all'innaturale?
Il nostro internauta ha mai visto un cimitero per i rifiuti dell'era elettronica? Ed ha mai pensato a quanto ci costi, in termini di inquinamento, il dovere produrre energia per alimentare quel suo aggeggio?
Vivere naturale significherebbe spegnerlo, anzi non averlo mai comprato, oppure andare a piedi a fare la spesa, o rifiutare la televisione.
C'entra tutto questo con l'anelito ad una vita che non sia "contro natura"?
Credo di si. Considerate le nostre aspettative di comfort e di benessere, il ritorno al naturale è oramai chiaramente impossibile, per la maggior parte degli aspetti della nostra vita. Si può ovviamente cercare di creare delle condizioni di vita che siano più ecologiche e più in sintonia con un ottimale stato di salute, ma la polemica antimodernista per partito preso è una cosa ben diversa, e in parte segue a sua volta interessi chiaramente commerciali.
Cosa c'è, per esempio, di più innaturale di un "portale WEB", di fronte al fluire naturale della conversazione umana? Come sarebbe bello la mattina affacciarsi alla finestra, respirare i profumi delle tavole imbandite a colazione e inserirsi nel passaparola delle prime notizie, elementi del nostro mondo quotidiano, riflesso dei nostri interessi immediati; che ci facevano sentire partecipi di un micromondo più vitale dell'attuale. Ma non scriviamolo in un portale!
C'entra tutto questo con il paranormale? Abbastanza, perché paranormale e ritorno al naturale vanno bene a braccetto; in entrambi i casi si pretende di contrapporre la semplicità del passato, e tecniche primitive, ai mille artifici di un mondo moderno che in apparenza sembra sfuggire alle regole dell'armonia dell'universo, proprio come il computer su cui in questo momento state leggendo questa frase.