Uno dei due biglietti con il “codice” © Sara Rivers Cofield/University of Manitoba Nel 2013, Sara Rivers Cofield, archeologa presso il Maryland Archaeological Conservation Laboratory e collezionista di abiti antichi, acquistò per 100 dollari un vestito di seta vittoriano in un negozio di antiquariato del Maine. Rivoltando la gonna, scoprì una tasca nascosta che conteneva due foglietti accartocciati con una serie di parole scritte a mano. Si trattava di 23 righe di vocaboli apparentemente prive di senso; una, per esempio, era: “Calgary Cuba Unguard confute Duck Fagan Egypt” (Calgary Cuba incustodito confutare anatra Fagan Egitto). Sara Rivers Cofield pensò subito a un codice, e ne parlò sul suo blog online.
Per anni le ipotesi su quello che è stato chiamato Silk Dress Code - il codice del vestito di seta - sono fioccate. Era il messaggio d[...]
Per anni le ipotesi su quello che è stato chiamato Silk Dress Code - il codice del vestito di seta - sono fioccate. Era il messaggio d[...]
L'articolo completo, come alcuni di quelli pubblicati sugli
ultimi 4 numeri di Query, è
disponibile solo per gli abbonati. Se vuoi leggerlo per
intero, puoi abbonarti a
Query
Se invece sei già abbonato, effettua il login.
Tutti gli altri articoli possono essere consultati qui . Grazie.
Tutti gli altri articoli possono essere consultati qui . Grazie.